Vi ricordate quanti anni passammo ad ascoltare dalla tv i
lunghi discorsi politici di chi denunciava sdegnato che troppi
erano i bidelli assunti nelle scuole, di chi invocava tagli e blocco delle assunzioni per
evitare lo spreco di “pagare con le nostre tasse lo stipendio a chi non fa
nulla”, di chi raccontava continuamente che pagavamo il personale tecnico delle
scuole per fare le parole crociate e l’uncinetto?
Sarà che mia mamma per molti anni è stata bidella, ma io me
li ricordo bene. Mi ricordo anche quando qualche anno fa mamma cominciò a
raccontarmi che i bidelli ormai non erano più abbastanza per coprire tutti i
piani di una scuola. E ci ho ripensato oggi quando ho visto le interviste dei
genitori della scuola in cui ha perso la vita il bambino di 6 anni caduto dalle
scale: quei genitori dicono ‘i nostri figli non sono controllati, perché
manca il personale’.
Sapere che la riduzione di quel personale è stata chiamata a
reti unificate per tanti anni ‘lotta agli sprechi’, di fronte alle drammatiche
notizie che ho letto mi ha fatto più male del solito. Perché
è questa ideologia della riduzione della spesa pubblica che ha convinto gli
italiani ad accettare per oltre 10 anni che i servizi pubblici venissero
ridotti in quantità e qualità.
Ogni giorno ormai qualche brutta notizia o qualche
particolare episodio ci fa riflettere su cosa stia accadendo nel nostro paese, su
quanto abbiamo perso in un decennio in termini di cura e attenzione. Ecco vorrei che tutti sapessimo che
questo stato di cose non è un destino, ma è stata una scelta della maggioranza.
E come tutte le scelte può essere rivista. Mi auguro che il Governo trovi il
coraggio di farlo.
Elisabetta
Piccolotti
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