Nessun dubbio. Lui l'alleanza con la Lega non l'avrebbe mai
fatta. Anthony Murony, portavoce del Progetto Autodeterminatzione non ha incertezze.
«È un'operazione miope dal punto di vista politico degli interessi della Sardegna. Ma lo è anche dal punto di vista
di Christian Solinas. Lui ha dato grande certezza che sarà eletto. Gli ricordo
il precedente di Giacomo Sanna (candidato in Lombardia nella Lega nel 2006 e
non eletto, ndr). E anche i 10 punti programmatici promessi rimarranno lettera
morta. Per due motivi. Salvini non vincerà le elezioni. Ci sarà un governissimo
che non arriverà prima di ottobre. E poi come si può credere che un deputato su
630 abbia la forza di fare approvare i 10 punti dell'accordo tra Psd'Az e
Lega».
Muroni affonda su Solinas. «Per ottenere l'elezione ha
provato a minare sul nascere una alternativa tutta sarda per la Sardegna. C'è nell'isola
una vasta porzione di persone che non si fidano dei partiti italiani e cerca
una risposta in quelli sardi. Un cammino che inizia ora ma deve essere visto in
prospettiva. Sulle Regionali del 2019, ma dobbiamo essere pronti ad andare
avanti al 2024 e anche oltre. Il modello è quello della Corsica o della
Catalogna, in cui si è arrivati al governo dopo un lungo periodo di crescita
costante. Solinas non capisce questo linguaggio».
Muroni boccia anche l'ipotesi di una alleanza con la Lega
anche per il futuro «Per Solinas è meglio avere un seggio, ma per i sardi non
significherà nulla. Il dialogo con la Lega non esiste. Quello con il Psd'Az è
aperto, ma servirà un'altra classe dirigente». In altre parole Muroni fa capire
che il dialogo con il Psd'Az si potrà avere solo con il cambio della classe
dirigente dei sardisti.
Le liste. Quelle del Progetto per l'Autodeterminatzione sono
pronte. L'unico movimento dichiaratamente indipendentista che si presenterà
nelle Politiche di marzo, le ufficializzerà oggi nell'assemblea convocata a
Bauladu e a cui parteciperanno le otto sigle: Rossomori, Sardos, Irs, Liberu,
Gentes, Communidades, Sardigna Natzione e Sardegna possibile. Non ci sono
ancora indiscrezioni sui nomi dei 21 candidati, con il Progetto in corsa nel
proporzionale e nel maggioritario, ma solo che «garantiremo la perfetta parità
di genere, 50 e 50, fra uomini e donne». Tra l'altro nei prossimi giorni la
coalizione indipendentista che ha depositato al Viminale il simbolo de «su
carrubusu», lo scarabeo, potrebbe allargarsi.
Nei prossimi giorni il movimento Progres ha organizzato
un'assemblea in cui deciderà se aderire o meno al Progetto. Al momento pare
però improbabile anche dopo i recenti contatti fra Progres e il Partito dei sardi
per l'obiezione di coscienza alle Politiche e una possibile alleanza nelle
elezioni regionali del 2019. Con l'obiettivo di «costruire nei prossimi mesi un
blocco nazionale che accolga i maggiori soggetti politici sardi».
Articolo
tratto da “La Nuova sardegna” 23 Gennaio 2018
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