La Nuova Sardegna
Indipendentisti
al lavoro sulle liste Oggi il simbolo del Progetto Autodeterminatzione, domani
assemblea a Bauladu
Il Progetto Autodeterminatzione va
avanti. Questa mattina il cartello formato da otto partiti e movimenti del
mondo indipendentista e sovranista presenterà ufficialmente il suo simbolo a
Cagliari all'hotel Regina Margherita. Domani, bis nella sala convegni della biblioteca
di Bauladu, dove si terrà una assemblea della associazione Sardos con tutti gli
altri soggetti della coalizione. Nel corso della riunione attivisti, iscritti e
simpatizzanti daranno vita a un dibattito sul momento politico, sugli indirizzi
programmatici e sulle ipotesi di candidature.
Il Progetto Autodeterminatzione ha
infatti deciso di prendere parte alle elezioni politiche del 4 marzo con proprie
liste in tutti i collegi uninominali e proporzionali. Nei giorni scorsi a
Bauladu l'assemblea ha adottato il programma e il codice etico, e ha nominato
un comitato di garanti che si occuperà di istruire le proposte di candidatura e
un comitato che è invece incaricato delle procedure elettorali e della raccolta
delle firme.
A fare parte del progetto
Autodeterminatzione sono i Rossomori, Sardegna Possibile, Sardigna Natzione,
Irs, Liberu, Sardos, Communidades e Gentes, ma la coalizione non esclude altre convergenze.
Anzi, l'assemblea ha dato l'incarico al portavoce Anthony Muroni di proseguire
le trattative con gli altri partiti e movimenti sardi che non fanno parte del
Progetto per esaminare la possibilità di eventuali convergenze. Come il Psd'Az,
che però è ancora alle prese con le trattative con il centrodestra e il
centrosinistra, e il Partito dei sardi, che invece non ha chiuso l'accordo con
il Pd.
Unione
sarda
I dubbi
del Psd'Az, ora spunta la Lega M5S: Di Maio e Di Battista nell'Isola
Ma i
Quattro mori tengono la porta aperta al Pd. Il candidato premier
grillino
arriverà a febbraio
È il giorno della scelta per il
Psd'Az. L'ultima volta che il partito
fondato da Emilio Lussu riuscì a
esprimere un rappresentante in
Parlamento risale al 1996, quando
Franco Meloni ottenne un posto a
Palazzo Madama grazie all'accordo
stretto con l'Ulivo di Romano Prodi.
Ventidue anni dopo i sardisti
potrebbero riimboccare la strada verso
Roma. Le ipotesi in campo sono due:
se il ritrovato confronto con il
Pd ha rappresentato la novità degli
ultimi giorni, la sorpresa
potrebbe essere l'intesa in campo
nazionale con la Lega di Matteo
Salvini.
LA SCELTA POSSIBILE A far pendere la
bilancia verso il Carroccio
sarebbe la possibilità di presentare
il simbolo dei quattro mori in
composizione con quello di Alberto
da Giussano. E poi la concreta
possibilità per i sardisti di
concorrere per un seggio in Parlamento:
il segretario nazionale Christian
Solinas potrebbe scendere in campo
per il collegio unico del Senato o
per quello proporzionale del Sud
Sardegna per la Camera. Ma non sono
esclusi candidati sardisti anche
negli altri collegi.
RISERBO TOTALE A poche ore dalla
riunione del parlamentino Psd'Az, il
riserbo è totale, ma l'ipotesi di un
accordo col Pd non è affatto da
escludersi. D'altra parte tre giorni
fa sempre Solinas ha incontrato a
Roma il mediatore dem, Piero
Fassino, il segretario regionale,
Giuseppe Luigi Cucca, il ministro
dello Sport, Luca Lotti, e il
deputato Lorenzo Guerini. Il vertice
è stato interlocutorio ma i
sardisti sembrerebbero soddisfatti
per le aperture politiche e
programmatiche dei dem di Renzi.
Restano invece fumose le condizioni
di una possibile intesa con Forza
Italia: nonostante le interlocuzioni
di Solinas con Romani e Ghedini in
sede nazionale, poi in Sardegna il
segretario ha disertato il tavolo
programmato con il coordinatore
regionale azzurro, Ugo Cappellacci.
I BIG GRILLINI Sul fronte
Cinquestelle sono ancora in corso le
verifiche dello staff di Luigi Di
Maio sulle 340 autocandidature che,
se ritenute idonee, dovrebbero
partecipare alle parlamentarie online.
Bocche cucite sui nomi che
correranno nei collegi maggioritari. Ma, ha
detto ieri il coordinatore regionale
della campagna elettorale, Mario
Puddu, «già ci sono, e appartengono
al mondo dell'imprenditoria, dello
sport e della cultura». Il sindaco
di Assemini ha annunciato che
«Luigi Di Maio e Alessandro Di
Battista, non assieme ma in due giorni
diversi, saranno in Sardegna a
febbraio».
CENTRISTI I Centristi per l'Europa
si sono riuniti per selezionare le
candidature della lista civica
popolare legata alla ministra della
Sanità, Beatrice Lorenzin. Tra i
nomi dei possibili candidati c'è
quello di Bruno Lacu, coordinatore
dei centristi a Oristano, ma anche
del leader regionale Federico Ibba.
Sul fronte Pd c'è attesa per la
direzione nazionale di martedì dalla
quale emergerà qualche
particolare in più sulle
candidature.
Roberto Murgia
Riformatori,
in corsa Vargiu, Fois e Dedoni
Tre nomi in corsa per il Parlamento.
I Riformatori si presenteranno
alle elezioni nel centrodestra,
sotto il simbolo di “Noi per
l'Italia”. Pierpaolo Vargiu,
potrebbe essere candidato nel listino
proporzionale Sud della Camera. Gli
altri due in corsa sono Pietrino
Fois, nell'uninominale di Sassari
per il Senato e il consigliere
regionale, Attilio Dedoni in quello
di Oristano per la Camera. (m. s.)
Zona
Franca Sì del Popolo della famiglia
Il Popolo della Famiglia ha
cominciato la corsa per le elezioni
politiche, fuori dalle coalizioni
solite e sostiene la battaglia per
la zona franca in Sardegna. Lo
stesso coordinatore regionale, Alberto
Agus, ha promesso, qualora il
partito avesse responsabilità di
governo, di proporre come primo atto
la comunicazione all'Ue
dell'avvenuta istituzione delle zone
franche nell'Isola. (m. s.)
Agus:
«Oggi non esiste una proposta». I consiglieri studiano piani previdenziali
Tagli ai
vitalizi, solo rinvii E ora spunta il caso pensioni
Non hanno fatto niente per risolvere
la questione dei vitalizi
“acquisiti” e adesso che i privilegi
per i nuovi consiglieri in carica
sono stati aboliti, in molti
rivendicano comunque il diritto ai
contributi previdenziali versati dal
Consiglio. La Sardegna è l'unica
regione in cui lo scandalo di tre
anni fa è scivolato via come acqua
fresca, gli impegni non sono stati
mantenuti e dato che a partire da
questa legislatura i vitalizi sono
stati cancellati (solo per chi è
stato eletto per la prima volta nel
2014, gli altri, almeno al secondo
mandato, ne hanno ancora diritto) i
consiglieri si lamentano e stanno
studiando una proposta per ottenere
dall'istituzione pubblica un
trattamento ai fini pensionistici,
«come i normali lavoratori».
LA SITUAZIONE «Per i vecchi
vitalizi, la proposta di sintesi discussa
tre anni fa in seno alla conferenza
dei presidenti di gruppo non è mai
stata formalmente presentata,
requisito necessario anche per poter
anche solo avviare la discussione in
commissione», sottolinea
Francesco Agus (Campo progressista).
Attualmente i vitalizi pesano
sulle casse pubbliche dell'Isola per
17,7 milioni l'anno, circa 1
milione e mezzo di euro al mese, e
se ne pagano 310 (ai consiglieri
non più in carica o ai loro eredi).
Tra questi, per dire, ci sono
quelli a onorevoli che hanno
esercitato la loro funzione in un passato
remotissimo, quelli a mogli e figli
di consiglieri defunti da tempo, a
condannati, le baby pensioni di
Claudia Lombardo (che ha iniziato a
percepire l'assegno di oltre 5000
euro netti al mese a 41 anni, dopo
quattro legislature, come da
regolamento) e Andrea Biancareddu
(entrato nel mondo della “terza età”
a 47 anni) e poi ci sono un'altra
settantina di politici in lista
d'attesa.
LE PROPOSTE Lo avevano giurato che
ci avrebbero messo mano in un modo
o nell'altro, erano state presentate
quattro proposte di legge per
rimediare a storture e anacronistici
atti amministrativi, poi, visto
che il problema era diffuso in tutta
Italia, a ottobre 2014 la
Conferenza dei presidenti delle
assemblee legislative delle regioni e
delle province autonome stabilì una
serie di misure minime sul diritto
all'assegno vitalizio per “aiutare”
le assemblee a districarsi nella
palude e a legiferare. Dunque, il
presidente del Consiglio Gianfranco
Ganau, rientrando da Roma, aveva
annunciato che da quel momento in poi
si sarebbe lavorato a una proposta
unificata, a una perfetta sintesi
di tutte le istanze. Nel frattempo
ben dieci Regioni hanno seguito
quelle indicazioni e attuato veri e
propri tagli lineari, dal 6% agli
assegni inferiori ai 1500 euro al
15% agli importi superiori ai 6000
euro lordi. Lo hanno fatto
Lombardia, Friuli, Marche, Lazio, Piemonte,
Toscana, Trentino, Val d'Aosta,
Veneto e Puglia. Dunque, si poteva
fare benissimo, ma in Sardegna non è
accaduto niente del genere.
LA COMMISSIONE Oggi, forse con un
pizzico di ironia, Agus dice: «Mi
auguro che, finalmente, i capigruppo
chiudano quel discorso avviato
tre anni e mezzo fa e presentino
formalmente la proposta di legge più
condivisa possibile. In quel caso la
commissione la discuterebbe e la
consegnerebbe all'aula con effetto
immediato. La normativa regionale
necessita di un intervento: il
Consiglio regionale nella scorsa
legislatura ha regolamentato il
futuro, cancellando giustamente i
vitalizi a partire da questa
legislatura, ma ha ignorato il passato,
cioè i vitalizi maturati sino a quel
momento la cui regolamentazione
non è mutata di una virgola. Ecco
perché oggi quasi il 20 per cento
del bilancio regionale se ne va col
pagamento di questo istituto».
LA LEGGE RICHETTI Aggiunge Agus: «Se
dovesse perdurare l'impasse sono
pronto, insieme ad altri colleghi, a
presentare e ad adeguare al
nostro ordinamento una proposta di
legge basata sul modello Richetti
che introduca il ricalcolo dei
vitalizi, anche per i consiglieri
cessati dal mandato, attraverso
l'applicazione del metodo del calcolo
contributivo oggi in vigore per i
lavoratori dipendenti. Sarebbe una
norma di grande giustizia e
porterebbe a un sicuro taglio della
spesa».
IL “BUCO” Intanto i consiglieri si
preoccupano per il buco nella loro
situazione previdenziale: con i
vitalizi sono stati eliminati i
versamenti e in tanti chiedono «non
certo il ripristino dei
privilegi», sottolinea Gianmario
Tendas (Pd) ma «soltanto di essere
equiparati a tutti gli altri
lavoratori».
Cristina Cossu
Tendas
(Pd): adesso si apra una riflessione profonda. Ganau:
valuteremo
la fattibilità «Anche noi vogliamo i contributi»
L'altra sera in Aula il ghiaccio lo
ha rotto Giorgio Oppi (Udc): «Un
problema di grande rilevanza è
quello sui contributi dei consiglieri,
ci sono colleghi fortemente
penalizzati, che quando ritornano al
proprio posto di lavoro di fatto
perdono cinque anni di incremento di
retribuzione, di anzianità,
eccetera. Serve una leggina che prevede
con riferimenti specifici quello che
viene applicato alla Camera dei
deputati e consente di poter
superare questa difficoltà».
Si discute dei versamenti dei
contributi previdenziali per i
consiglieri (a carico del Consiglio
regionale) aboliti in Sardegna
quando sono stati cancellati i
vitalizi futuri. L'eventualità di
stipulare una pensione integrativa
privata sembra non venga
contemplata.
Spiega Gianmario Tendas (Pd): «L'Ufficio
dei Questori deve aprire
subito una riflessione profonda. Lo
status del consigliere regionale
tra la quattordicesima e la
quindicesima legislatura è stato
modificato, e crediamo sia stata una
scelta virtuosa finalizzata
all'abolizione dei vitalizi. Poi c'è
un altro aspetto, legato al
dimezzamento dell'indennità dei
consiglieri, e pure questo ci sta
bene, portare lo status degli
amministratori a una situazione più
sobria, ma quello su cui non sono
d'accordo è che non esistano più i
contributi previdenziali, che invece
devono essere né più e né meno
uguali a quelli degli altri
lavoratori».
Anche Roberto Desini (Partito
dei Sardi) è sulla stessa lunghezza
d'onda: «Dobbiamo avere la
possibilità, come tutti i lavoratori
dipendenti, di regolarizzare
l'aspetto contributivo, perché se i
più fortunati ritorneranno su
questi banchi altri ritorneranno
alla vita di tutti i giorni, e non ci
può essere una vacatio di cinque
anni nella contribuzione».
Taglia corto il presidente
Gianfranco Ganau: «È allo studio di un
gruppo di consiglieri la proposta
relativa ai contributi
pensionistici. Una volta
formalizzata, valuteremo con gli uffici la
fattibilità». (cr. co.)
Lombardia
Liberi e
Uguali dice no a Gori «Sì a Rosati»
MILANO C'è il primo strappo tra
Liberi e Uguali e il Pd. L'assemblea
della formazione guidata dall'ex
presidente del Senato Piero Grasso ha
detto no a Giorgio Gori ed ha
annunciato che correrà da sola con
Onorio Rosati per la presidenza
della Regione Lombardia. Una standing
ovation dell'assemblea lombarda ha
accolto la proposta del nome di
Onorio Rosati fatta dal capogruppo
alla Camera di Mdp-LeU Francesco
Laforgia.
«Siamo dalla parte giusta quando
fuori da qui diremo che Liberi e
Uguali presenta la sua proposta per
le politiche e per le regionali.
Non diremo che andremo da soli e non
ci faremo dire che usciamo dal
centrosinistra perché il
centrosinistra non esiste senza la sinistra»,
ha affermato. «Abbiamo bisogno di un
volto nuovo e penso che Rosati
per il suo impegno nella politica e
nel sindacato e perché è una brava
persona sia la persona giusta».
Intanto l'assemblea del Lazio sta
verificando la possibilità di
accordarsi col presidente della
Regione Zingaretti ed ha proposto di
dare a Grasso il mandato per
verificare le condizioni di un'intesa.
La
Nuova
Psd'Az,
il giorno della scelta M5s, 340 aspiranti deputati
CAGLIARI
È il giorno delle grandi scelte.
Oggi pomeriggio, a Oristano, il
Psd'Az deciderà se scendere in campo
col centrosinistra o col
centrodestra nelle elezioni
politiche di marzo. Davanti al Consiglio
nazionale del partito, il segretario
Christian Solinas farà l'elenco
delle richieste presentate in
ciascuno dei due tavoli e soprattutto
dirà quali sono state le proposte
arrivate da una colazione e
dall'altra. Si sa che i sardisti
hanno posto alcune condizioni
stringenti: dal riconoscimento
politico e culturale della loro storia
centenaria a una riforma profonda
dello Statuto speciale, nei primi
100 giorni della nuova legislatura,
fino a maggiori competenze per la
Sardegna su ambiente, trasporti ed
entrate. Per poi chiedere infine
l'elezione certa di almeno un
parlamentare.
Si sa anche questo: ognuno
dei due poli una prima risposta l'ha
data e ora spetterà al Psd'Az
decidere. Non soltanto sull'oggi, le
elezioni di marzo, ma anche sul
domani: le Regionali del 2019. Una
scelta in un senso o nell'altro
potrebbe lasciare infatti un segno
indelebile anche sulle future
alleanze, considerando che in
Consiglio regionale, il Psd'Az è
all'opposizione, ha perso con il
centrodestra le elezioni del 2014, e
da allora non è stato certo tenero
con la giunta Pigliaru. Ma di
contro, nelle Comunali del 2016 a
Cagliari, si è alleato con il
centrosinistra e contribuito alla
conferma e vittoria al primo turno
del sindaco Massimo Zedda. Lo stesso
è accaduto, negli anni, in altri
Comuni importanti.
Poi c'è un altro aspetto: pochi mesi
fa i sardisti
hanno stretto un patto con il
movimento La Base e Fortza Paris, quindi
bene o male anche con loro dovrà
discutere con chi schierarsi a marzo.
Ipotizzare ora chi fra i due poli ha
maggiori possibilità di avere il
Psd'Az al proprio fianco è un
azzardo e forse sostenere che entrambi
hanno un 50 per cento di possibilità
non è sbagliato. Il dibattito
all'interno del Consiglio nazionale
sarà quindi decisivo.Cinque
stelle. In attese delle
Parlamentarie, non ancora fissate dal
direttorio nazionale, si sa che gli
autocandidati sardi sono stati 340
e quindi il voto on line si
trasformerà in un'autentica battaglia. Al
di là delle liste che saranno scelte
dagli iscritti del Movimento, si
sa - come annunciato dal referente
regionale per le Parlamentarie, il
sindaco di Assemini Mario Puddu -
che a febbraio arriveranno
nell'isola, in date diverse però, il
candidato premier Luigi Di Maio e
l'ormai ex deputato Alessandro Di
Battista.
Che, va ricordato, non si
ripresenterà perché è diventato
padre poche settimane fa, ma non per
questo diserterà la campagna
elettorale.Pd e centrosinistra. Continua
a essere in una sorta di limbo il
Pd, non a caso è stata rinviata la
direzione regionale, in attesa di
conoscere le decisioni del Psd'Az.
Ma soprattutto sembra essere ancora
alla ricerca di un equilibrio
stabile fra le componenti interne,
renziani, popolari-riformisti e
soriani, sulle candidature. I posti
sicuri sono pochi, mentre gli
aspiranti candidati continuano ad
aumentare di giorno in giorno. Nella
coalizione hanno fatto un passo
avanti i Centristi per l'Europa di
Pierferdinando Casini, che si
presenteranno nella coalizione «Civica
popolare». A Cagliari c'è stata un
riunione:
il coordinatore regionale
Federico Ibba dovrebbe essere il
capolista nel collegio proporzionale
Centro-sud per la Camera. Un altro
sicuro candidato è Bruno Lacu,
coordinatore provinciale dei
centristi ad Oristano. Nei prossimi
giorni, per decidere le candidature
del Centro-nord è stata convocata
un'assemblea ad Ozieri. Della
coalizione farà parte anche il Psi, che
si presenterà con la lista
«Insieme». La segreteria regionale ha
avanzato due proposte: la
candidatura di un socialista in un collegio
uninominale sardo e «un vertice
della coalizione che ha vinto le
elezioni regionali nel 2014, per
decidere assieme le alleanze e non,
com'è avvenuto finora, solo in
incontri bilaterali».Forza Italia e
centrodestra.
Anche il partito di Berlusconi è in
attesa delle scelte
dei sardisti, anche se al suo
interno è sempre più chiara la mappa
delle candidature. Per esempio il
coordinatore Ugo Cappellacci
vorrebbe candidarsi sia nel collegio
proporzionale
Cagliari-Sulcis-Oristano per la
Camera, ma anche in uno dei sei
uninominali in palio sempre per
Montecitorio. Però qualche problema
interno c'è e, come sempre, sarà
Berlusconi a dire l'ultima parola.
Pare invece che i Riformatori e
l'Udc, insieme nella lista «Noi con
l'Italia», abbiano quasi deciso come
dividersi le candidature che
Forza Italia avrebbe riservato ai
centristi alleati. Infine Fdi, ha
sciolto gli ultimi nodi in Sardegna,
ma aspetta di sapere se potrà
contare o meno anche sulla presenza
di un sardo - il deputato uscente
Bruno Murgia? - in un collegio della
penisola. (ua)
Cultura Zedda,
Articolo 1: bene la lingua sarda nel contratto Rai
CAGLIARI
Bene la lingua sarda nel contratto
di servizio Rai. Paolo Zedda,
consigliere regionale di Sdp
Articolo 1, plaude a quello che definisce
un risultato storico per la
Sardegna. «Il contratto di servizio Rai
che disciplinerà l'attività della
concessionaria del servizio pubblico
radiotelevisivo per i prossimi 5
anni - dice - è anche lo strumento di
attuazione della Convenzione firmata
a luglio che, tra l'altro,
fissava precisi obblighi in capo
all'emittente pubblica in materia di
minoranze linguistiche e si rileva
di estrema importanza e delicatezza
per la dignità e la vitalità del
sardo.
Il testo trasmesso pochi mesi
fa alla Commissione vigilanza
risultava piuttosto ambiguo e
contraddittorio rispetto agli
indirizzi forniti sul punto dal relativo
documento d'indirizzo, che prevedeva
la produzione e distribuzione di
trasmissioni radiofoniche e
televisive in limba. Anche grazie alle
pressioni esercitate in modo
unitario dal mondo politico sardo, dal
Consiglio regionale e dal
consigliere Rai Franco Siddi, la Commissione
di vigilanza ha doverosamente
proposto, mediante apposito emendamento,
l'inserimento esplicito della lingua
sarda. Un processo rispetto al
quale la Regione dovrà farsi trovare
pronta, in quanto chiamata dal
contratto a un'intesa per la
definizione delle modalità operative con
la quale i nuovi obblighi saranno
tradotti in iniziative concrete da
parte della Rai. Un risultato
storico per la lingua sarda - conclude
Zedda - e un passo concreto in
direzione di una sua co-ufficilità con
la lingua italiana».
Civica
popolare, in corsa Satta
Il
segretario dell'Upc responsabile regionale del movimento della Lorenzin
SASSARI
Anche la Civica popolare punta a una
candidatura nei collegi
uninominali. La lista guidata dalla
ministra della Salute, Beatrice
Lorenzin, alleata del Pd, ha scelto
come responsabile regionale il
segretario dell'Upc, Antonio Satta.
Ed è proprio lui, già assessore
regionale Dc e deputato ai tempi
dell'Unione di Prodi e oggi sindaco
di Padru, tra i padri della
provincia di Olbia Tempio, che potrebbe
correre nel collegio della Gallura.
Ancora non c'è nulla di certo, in
questi giorni si stanno svolgendo
varie trattative tra Pd e alleati
sulla geografia regionale della
coalizione.
Ed è proprio in questo
tavolo che la Civica popolare chiede
un posto nei collegi uninominali.
La lista capeggiata dalla ministro
ha al suo interno cinque simboli:
c'è l'Italia dei valori orfana di Di
Pietro, ci sono i Centristi per
l'Europa di Casini, il movimento di
De Mita, l'Alternativa popolare di
Lorenzin e Cicchitto. E l'Unione,
che unisce la Democrazia solidale di
Lorenzo Dallai e l'Upc di Antonio
Satta, che qualche giorno fa ha
partecipato a Roma alla
presentazione della lista. Un raggruppamento
di partiti di centro che guardano a
sinistra. Sicura la presenza della
lista nel proporzionale sia alla
Camera che al Senato.
Per Montecitorio al centro nord il
nome più gettonato è Satta. Che, però,
potrebbe essere anche in corsa
all'uninominale nel collegio di Olbia.
Per lo stesso collegio nel
centrosinistra si fanno anche i nomi degli
assessori regionali Carlo Careddu e
Pier Luigi Caria e del consigliere
regionale Giuseppe Meloni. Centristi
per l'Europa. Nel centro sud,
invece, la lista per la Camera
dovrebbe essere guidata da Federico
Ibba, leader regionale dei Centristi
per l'Europa di Casini. Proprio
ieri la formazione guidata a livello
nazionale dall'ex presidente
della Camera si è riunita a Cagliari
per selezionare le candidature
della lista Civica Popolare.
In questa prima fase sono stati
selezionati alcuni curriculum di
donne e uomini scelti tra
professionisti e amministratori
locali che potrebbero correre come
candidati nel collegio proporzionale
del Sud Sardegna che comprende le
province di Cagliari, Medio
Campidano, Oristano e Sulcis. In
particolare sono emersi i nomi di
un'avvocatessa e esponente politico
di Oristano e di una donna medico di
Carbonia, oltre che quello di
Bruno Lacu, coordinatore provinciale
dei centristi a Oristano. C'è
stata poi la richiesta da parte dei
referenti e amministratori locali
di una candidatura come capolista di
Ibba, al quale è stato dato
mandato di avviare le consultazioni
anche con partiti dell'area di
ispirazione europeista e
socialdemocratica, come +Europa e i
socialisti che non si riconoscono
nel Psi. All'inizio della prossima
settimana si terrà una riunione dei
Centristi delle province del Nord
per decidere quali nomi candidare a
Sassari, Olbia e Nuoro. (al.pi.)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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