Questo benedetto Paese ha dato i natali alle più grandi
menti artistiche e scientifiche della storia dell’umanità. Dante, Leonardo,
Raffaello, Caravaggio, Michelangelo… (mi fermo ché mica posso fare l’elenco
sterminato…) erano italiani. Galileo, Meucci, Marconi, Volta, Fermi, Rubbia…
(mi fermo ché mica posso fare l’elenco sterminato…) erano italiani. Gli
occhiali, la banca, il pianoforte, il violino, la pila, il telefono, il motore
a scoppio, la radio, l’elicottero, la plastica, il microchip… (mi fermo ché
mica posso fare l’elenco sterminato…) sono invenzioni italiane.
Taccio (per brevità) di poeti, santi e navigatori, ma anche
di statisti, giuristi, economisti, stilisti e (soprattutto) imprenditori
(Olivetti, Ferrari, Pirelli, Barilla, Del Vecchio, Ferrero…) Ma Dante,
Michelangelo o Gallileo possono anche apparire (e lo sono in effetti) lontani
nel tempo, il 1945 e l’uscita dalla guerra, devastati e in miseria (materiale e
morale), invece, non è così lontano. E cosa era riuscito a diventare questo
Paese da quel 1945 sino all'alba del nuovo millennio?
Un Paese con un livello di benessere inimmaginabile, una
potenza economica e industriale che faceva gridare al miracolo. Gli ultimi 18
anni (tutto il nuovo millennio) hanno segnato una regressione. Drammatica
ancorché oggettiva, testimoniata da tutti gli indicatori, palpabile nei numeri
impietosi (non cresciamo da un ventennio).
Qui ci sarebbe da aprire un trattato su responsabilità e
miopie politiche, imprenditoriali, sindacali e giornalistiche). La regressione
economica si porta dietro la regressione politica, sociale e culturale. Non è
un automatismo ma è una probabilità (alta tra l’altro). E’ possibile che oggi
siamo come appariamo? Una cosa è certa: se è così, se siamo come sembriamo, se
i “social” - dove impera il plauso (sic!) al Sindaco (io il termine “Sindaca”
manco morto…) di Giave o l’indignazione per le bioshoppers o gli inni a “Le
Iene” che vaneggiano di “un pericoloso esperimento nucleare sul Gran Sasso
tenuto nascosto” o le bufale di ogni sorta condivise orgogliosamente da menti
(si fa per dire) annebbiate, digiune di buon senso e orfane di qualsiasi
lettura salutare - sono lo specchio di cosa è diventato questo Paese…
Se davvero è così… Be’, allora… ce lo meritiamo tutto il
Sindaco di Giave, ci meritiamo le polemiche sulle bioshoppers, le bufale, le
panzane, i no vax, i “metodi stamina”, le scie chimiche e le “vannamarchi” e
anche ciò che potrebbe venir fuori dalle urne fra due mesi esatti. A proposito,
visto l’andazzo e i sondaggi (per quel che valgono) a me non sembra si profili
un “De Gasperi” all'orizzonte che ci accompagni fuori dal nostro “1945”. Se
così è, se siamo realmente come appariamo, ci meritiamo tutto questo perché non
siamo stati degni di cotanto genitore. Non siamo stati degni di aver avuto il
privilegio di essere nati italiani.
Di Carlo Lai
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