La Nuova
Liberi
e uguali Caos anche a sinistra e Piras ora rischia
Anche Liberi e Uguali ha i suoi di
problemi e riguardano sempre le liste. Per il capolista nel proporzionale alla
Camera di Cagliari e i candidati in alcuni collegi uninominali le tre anime del
movimento - Mdp, Civatiani e Sinistra italiana - non avrebbero trovato ancora
un accordo sui nomi. Tanto che la commissione elettorale di Roma avrebbe intimato:
«Se non decidete entro oggi, saremo noi a decidere il capolista e gli altri
candidati».
Se cosi fosse, stando alle notizie che
rimbalzano dalla coordinamento del gruppo capeggiato dal presidente del Senato
Pietro Grasso, potrebbe esserci più di un paracadutato imposto dalla penisola.
Uno di sicuro, nel collegio di Cagliari, fino a cancellare le aspirazioni del
deputato uscente Michele Piras potrebbe essere dirottato nell'uninominale Cagliari
o Nuoro, del consigliere regionale Eugenio Lai, dell'assessore comunale Yuri
Marcialis (Mdp) e di Thomas Castangia, portavoce in Sardegna dei Civatiani. A
questo punto l'unica candidata sarda sicura nel proporzionale per la Camera
dovrebbe essere l'avvocatessa di Ozieri Antonella Chirigoni, indicata dal
gruppo di Mdp in Consiglio regionale come capolista nel collegio proporzionale Sassari-Olbia-Nuoro.
Sono date in risalita anche le
quotazioni di Salvatore Multinu, sassarese e iscritto a Sinistra italiana, come
capofila della lista regionale di Liberi e Uguali per il Senato. Il motivo
della contesa interna è presto detto: stando ai sondaggi, in cui LeU è
accreditata del 6-7 per cento, un seggio alla Camera dovrebbe ottenerlo proprio
nel proporzionale al Centronord o in quello del Centrosud e per questo la
bagarre è ancora in corso dentro la Sinistra a trazione Grasso. (ua)
Unione
Sarda
L'INTERVISTA.
Il segretario Cucca e il nodo-candidature: «Fase difficile»
Pd, i
posti non bastano: «Qualcuno rimarrà deluso»
Una campagna elettorale «durissima e
con posizioni molto aggressive»,
la certezza che la scelta dei
candidati «scontenterà qualcuno» e il
rammarico per non essere riusciti a
chiudere l'accordo con il Psd'Az,
anche se «la porta è sempre aperta».
Il segretario regionale del Pd
Giuseppe Luigi Cucca si prepara ad
affrontare l'ultimo miglio prima
delle elezioni politiche, senza
sentirsi in posizione blindata: «Mi
rimetto alle decisioni che verranno
assunte a Roma».
IL CONFRONTO Intanto nel Pd continua
il confronto della commissione
formata dalle tre aree per chiudere
l'accordo sulle liste. La riunione
di ieri pomeriggio non è stata
risolutiva e le posizioni sono ancora
distanti. Si tratta di capire in che
modo assegnare i tre posti sicuri
(i primi nei due listini della
Camera e quello del Senato). Stasera ci
sarà una nuova riunione per arrivare
a una proposta: i soriani non
vorrebbero una lista di nomi ampia e
generica, che lasciasse alla
segreteria romana la scelta che
conta davvero, ossia le posizioni.
Per il resto, è quasi sicura la
candidatura del senatore uscente,
Luciano Uras che, privo di un
simbolo, correrà nel collegio
uninominale di Cagliari per la
Camera. Qualche problema potrebbero
averlo le donne che rischiano di
giocare un ruolo secondario in questa
tornata elettorale, come la deputata
uscente Romina Mura che potrebbe
essere sacrificata per gli equilibri
di corrente.
Come sarà la campagna elettorale del
Partito democratico?
«Il più possibile fra la gente. Sono
sicuro che ci sarà l'impegno di
tutti, non solo dei candidati, per
coinvolgere e stare a contatto con
gli elettori».
È difficile gestire le ambizioni per
le candidature?
«Molto, anche se a mia memoria si
tratta del momento più difficile in
ogni tornata elettorale. Sono sicuro
che quando saranno fatte le
scelte tutti saremo legati da un
intento comune, che è cercare di fare
un grande risultato».
Però qualche malumore ci sarà, visto
che i posti sicuri non sono
molti, stando ai sondaggi.
«Premetto che allo stato attuale i
sondaggi non li guardo. È normale
che ci siano degli scontenti, ma
ripeto: in base alla mia esperienza,
sono sicuro che tutti contribuiranno
per fare campagna elettorale».
Sempre con il bilancino delle
correnti in mano.
«Si pone una questione di
rappresentanza ed è cosa nota che i posti
sicuri siano davvero pochi. Per
questo serve l'impegno convinto di
tutti».
Pensa di avere in tasca un biglietto
sicuro per Roma?
«Assolutamente no».
Solitamente al segretario regionale
spetta un posto blindato.
«Sì, c'è questa regola, ma la
valutazione va fatta anche su altri
elementi. In ogni caso mi rimetto
alle decisioni che verranno assunte
a Roma».
Quindi il sigillo finale spetta alla
direzione nazionale?
«È una questione di regolamento, che
prevede l'approvazione delle candidature».
A livello nazionale le correnti
(Renzi-Orlando-Emiliano) non
corrispondono a quelle regionali.
Può creare un problema?
«No. Però è per questo motivo che
serve un dialogo costante con la
segreteria romana per far quadrare i
conti, tenendo presente anche la
corretta rappresentanza di genere».
Teme il Movimento 5 Stelle?
«Continuo a considerarlo un
movimento populista e demagogico che parla
alla pancia della gente per esaltare
il malcontento. Francamente non
mi fa paura, perché noi siamo
concreti, loro populisti».
Le dispiace non essere riuscito a
chiudere l'accordo con il Psd'Az?
«Devo dire di sì. Soprattutto perché
i temi che propongono loro sono
quelli che il Pd sardo ha sempre
avuto nel proprio programma. Si è
persa un'occasione molto favorevole
per affrontare un percorso comune,
anche in vista dei prossimi
appuntamenti elettorali».
Dunque, più che una distanza
politica hanno pesato le regole del Rosatellum?
«Forse sì, la scelta è stata dettata
dal sistema elettorale. Non penso
sia un problema politico visto che
sulle questioni programmatiche
siamo molto più vicini noi rispetto
alla Lega».
Però alla fine i sardisti hanno
fatto l'alleanza con il Carroccio.
«Un partito che ha dimostrato, al di
là del momento attuale, di non
avere a cuore i problemi della
Sardegna».
Ha parlato dei prossimi appuntamenti
elettorali. Per le Regionali
tenterete di trovare una nuova
alleanza?
«Per mia formazione personale non
chiudo mai la porta a nessuno.
Soprattutto quando si intende
portare avanti un progetto per il bene
dell'Isola».
Qualche problema c'è stato anche con
il Partito dei sardi. Come sono i rapporti?
«Ottimi. Continuiamo in un dialogo
approfondito e io personalmente mi
confronto con loro al di là delle
discussioni. Ho grande rispetto per
questo partito e, nonostante possa
non condividere tutte le loro idee,
nutro una grande stima per il
segretario Maninchedda, al quale
riconosco una grande preparazione».
Anche con loro l'appuntamento è per
le Regionali?
«Lo spero».
Matteo Sau
La
Nuova
Il Pd non
trova l'intesa Roma deciderà i capilista
CAGLIARILa ciambella di salvataggio
per il Pd sardo, ancora diviso
sulle candidature, potrebbe arrivare
a sorpresa da dove meno te lo
aspetti: Roma. Da quella segreteria
nazionale che sabato ha lanciato
l'ultimatum: «Siamo agli sgoccioli,
dovete decidere in fretta». Il
salvagente dell'ultim'ora dovrebbe
essere questo: per i collegi
uninominali la Sardegna dovrà
indicare nove nomi secchi, mentre nel
proporzionale «da Cagliari ci
aspettiamo una rosa di possibili
capilista e candidati», e su come
poi schierarli in lista ci
penserebbe, senza possibilità di
appello, la direzione romana. Se
passasse questa tesi, il Pd sardo
riuscirebbe all'improvviso e
finalmente a tirarsi fuori dal
pantano in cui è finito alla vigilia
del Politiche di marzo.
Il retroscena dell'operazione
salvezza è
facile da spiegare: la scelta su chi
dovrà guidare le due liste alla
Camera e una al Senato, è il motivo
del contendere a Cagliari,
passerebbe tutta nelle mani della
segreteria nazionale, cancellando
nei fatti qualsiasi possibilità di
veto anticipato e reciproco da
parte delle tre correnti isolane:
renziani, popolari-rifromisti
dell'area Cabra-Fadda e
soriani.Fimata nera. La direttiva romana
sarebbe stata salutata come una «via
d'uscita eccellente» da gran
parte della commissione elettorale
sarda, che anche dalla seconda
riunione invece è uscita con un
nulla di fatto. Perché è «impossibile
trovare la quadra e accontentare
tutti», è sto il commento amaro
all'uscita dal vertice.
A questo punto, nel pomeriggio di
oggi, i
sette commissari - non si sa se a
maggioranza o all'unanimità -
potrebbero aggrapparsi al salvagente
lanciato da Roma, uscire indenni
o quasi dall'ultima faida e permettere
al partito di lanciare una
campagna elettorale in cui, stando
ai sondaggi, il centrosinistra
partirebbe in svantaggio.Tavolo
infinito. Ancora una volta, nella sede
regionale del Pd, si sono dati
appuntamento il segretario Giuseppe
Luigi Cucca, Pietro Morittu e Cesare
Moriconi, area Cabras-Fadda,
Sebastiano Mazzone e Siro Marrocu
del gruppo renziani-ex Diesse,
Renato Soru e Salvatore Sanna per la
corrente dell'ex governatore. La
discussione sarebbe stata accesa
tanto da far dire a Soru, durante una
pausa, «Se tutte le aree non avranno
un loro capolista - è scritto in
un lancio dell'agenzia Dire -
l'accordo potrebbe essere impossibile».
Lo è diventata ancor di più, accesa,
quando, come ha lasciato
intendere Marrocu ci sarebbe stata
questa svolta. La maggioranza
uscita vittoriosa dal congresso in
Sardegna - renziani, ex Ds e
popolari-riformisti - ha ribadito
che «il segretario regionale (cioè
Cucca) va lasciato fuori, com'è
prassi, dal conteggio e gli va
garantito un posto sicuro». Questa
decisione avrebbe scaldato come non
mai il confronto fra i commissari,
conclusosi infatti con un rinvio a
oggi.Un solo peso. Oltre alla
ciambella lanciata, la direzione
nazionale avrebbe ricordato anche
questo al Pd sardo: «L'equilibrio
fra le correnti dovrà essere trovato
a livello nazionale, dove le
componenti sono quelle capeggiate da
Renzi, dal ministro Orlando e da
Emiliano, non regione per regione».
Ed è stato questo il secondo
avviso arrivato ai naviganti, i dem
sardi, invece ancora nella
tempesta. (ua
Unione
Sarda
E alla
fine deciderà Silvio
La
mancata intesa con i centristi può liberare Cagliari per Alessandra Zedda
Nell'Isola
Forza Italia attende il verdetto di Berlusconi
Non c'è spazio per i centristi nei
collegi uninominali della Sardegna
in area centrodestra. Visto il
ridotto numero di candidature a livello
nazionale, i vertici di Noi con
l'Italia avrebbero deciso di non
sprecare energie nell'Isola, per
impiegarle invece dove è più forte:
Sicilia, Veneto, Puglia, Lazio,
Lombardia.
E così saranno Forza Italia,
Fratelli d'Italia e Lega-Psd'Az a
spartirsi i nove maggioritari della
Sardegna. Fermo restando che gli
azzurri potrebbero anche riservare
posti a esponenti di Udc o
Riformatori (il deputato uscente
Pier Paolo Vargiu , il capogruppo
consiliare Attilio Dedoni ).
LE IPOTESI Senza i centristi,
quindi, Forza Italia avrebbe diritto a
quattro collegi. Le ipotesi non sono
poche. A Cagliari per la Camera
correrebbe Alessandra Zedda , mentre
Ugo Cappellacci potrebbe scendere
in campo anche nell'uninominale del
Sulcis, con Giuseppe Fasolino a
Olbia ed Emilio Floris nel
maggioritario Cagliari-Carbonia per il
Senato.
Fratelli d'Italia, sempre secondo le
percentuali stabilite a livello
nazionale, potrebbe avere
candidature in due o tre collegi: Oristano e
Nuoro per la Camera, Sassari-Olbia
per il Senato. Tre oppure due
collegi per la Lega che si presenta
con il Partito sardo d'Azione.
Ecco le ipotesi: Cagliari-Carbonia e
Sassari-Olbia per il Senato e
Sassari per la Camera. Ma
quest'ultimo potrebbe anche andare a Forza
Italia con l'ex sindaco di Alghero
Marco Tedde in corsa.
LE SCELTE DI SILVIO Fin qui
l'effetto “assenza centristi”. Per il
resto, cioè per i posti blindati, su
Forza Italia alla fine sarà
Silvio Berlusconi a pronunciarsi, e
non è detto che lo faccia prima
del termine del 29 gennaio fissato
per la presentazione delle liste.
Ricapitolando: è ormai sicuro che
capolista nel collegio proporzionale
sud Sardegna per la Camera sarà l'ex
presidente della Regione,Ugo
Cappellacci , al nord dovrebbe
essere candidato il capogruppo in
Consiglio regionale, Pietro Pittalis
. Capolista nel collegio unico
proporzionale per il Senato
l'uscente Emilio Floris .
In Forza Italia resta il nodo Paolo
Vella , parlamentare non sardo ma
eletto nell'Isola, che potrebbe
essere indicato o “imposto” dal
Cavaliere come secondo in uno dei
due collegi proporzionali per la
Camera. In quello del nord è
possibile la candidatura del sindaco di
Ollolai ed ex consigliere regionale
della Base, Efisio Arbau , che non
avrebbe garantito l'intesa del Psd'Az
(con cui è alleato) con la Lega
di Matteo Salvini .
RIFORMATORI E UDC Nei collegi
proporzionali c'è però ancora posto per
i centristi. La scelta sui capilista
potrebbe ricadere nel Sud sul
deputato uscente Pier Paolo Vargiu
eletto nel 2013 con Scelta civica
di Monti, e nel collegio 2 Nord
Sardegna sul coordinatore regionale
dei Riformatori, Pietrino Fois . Al
collegio unico per il Senato,
invece, potrebbe essere designato il
leader storico dell'Udc, Giorgio
Oppi .
Roberto Murgia
Candidature:
gli ultimi nodi
M5S, una
rosa di trenta nomi per l'uninominale
Archiviate le parlamentarie,
bisognerà attendere fino a sabato, forse
domenica, per conoscere i nomi dei
candidati M5S nei nove collegi
uninominali - tre per il Senato e
sei per la Camera - dell'Isola. Nove
nomi che non passeranno per il voto
online, a differenza dei dodici
candidati nel proporzionale. A
sceglierli, su indicazione regionale ma
anche dopo autonomo invio del
curriculum, sarà lo staff del candidato
premier Luigi Di Maio, tra una rosa
di circa trenta papabili
provenienti dalla società civile, e
in particolare dal mondo
dell'imprenditoria, dello sport,
della cultura e della legge.
C'è molta attesa anche da parte dei
diretti avversari nei collegi
maggioritari: il Movimento
Cinquestelle è favorito ovunque in
Sardegna, e anche per questo
conoscere i nomi dei grillini può fare la
differenza. Alla convention di
Pescara Di Maio ha annunciato che i
nomi scelti online per il
proporzionale «saranno affiancati da 300
persone che, nelle sfide dirette, faranno
tremare i polsi agli
avversari». La ricerca continua e,
ha detto Di Maio, «saranno nomi in
grado di aumentare i consensi».
Quindi, rivolgendosi ai più
ortodossi,
ha detto: «Accoglieteli, sono
persone che vogliono darci una mano».
Intanto, il giorno dopo gli esiti
delle parlamentarie, il responsabile
della campagna elettorale per la
Sardegna, Mario Puddu, esprime
soddisfazione: «È stata una scelta
democratica, abbiamo chiesto ai
nostri elettori di dare un loro
ordine a questa lista di candidati,
visto che la scellerata legge
elettorale non consente di esprimere le
preferenze». (ro. mu.)
La Lega
regala il Senato al Psd'Az
Due
collegi e Solinas capolista nel proporzionale
Si profila una candidatura nel
listino unico del Senato per il
segretario del Psd'Az Christian
Solinas. In vista dell'accordo
ufficiale con la Lega, che verrà
celebrato domani mattina a Cagliari
con la visita del segretario del
Carroccio, Matteo Salvini, comincia a
delinearsi la geografia per le
prossime Politiche.
Per quanto riguarda i collegi
uninominali, il tavolo nazionale della
coalizione di centrodestra ha
stabilito che in Sardegna alla Lega
spettano tre collegi. I sardisti
sembrano destinati ad averne due al
Senato, quello del nord e quello del
centro dell'Isola. Il terzo
collegio che spetta alla Lega sarà
uno dei sei della Camera, anche se
ancora non è deciso quale: l'unica
cosa certa è che il candidato sarà
stabilito dal partito di Salvini.
Insieme ai collegi cominciano a
circolare anche le prime indiscrezioni
sui nomi dei sardisti che potrebbero
essere scelti per i due collegi
del Senato. Per quello del centro
(nei territori di Oristano e Nuoro)
si fa il nome dell'avvocato nuorese
Lorenzo Palermo, segretario
sardista dal 1995 al 1997. In corsa
ci sarebbe anche un altro ex
segretario, Efisio Trincas. Si fanno
inoltre i nomi della segretaria
della sezione di Oristano, Angela
Loi, e Amalia Collu di Guspini. Per
quanto riguarda il nord Sardegna,
potrebbe rientrare nei giochi l'ex
presidente del partito, Giacomo
Sanna. (m. s.)
Liste,
inizia la caccia alle firme
La sfida
del “Progetto Autodeterminatzione”
Il Progetto Autodeterminatzione ha
iniziato la raccolta di firme per
presentare le liste alle elezioni.
Un passaggio necessario per
partecipare alla competizione
elettorale con una formazione unicamente
composta da forze sarde e che ha
fatto della non alleanza con i
partiti italiani la sua stella
polare. Contestualmente alla raccolta
delle firme, il Progetto
autodeterminatzione lavora alle liste e
soprattutto al programma che verrà
presentato nei prossimi giorni.
Cominciano però a delinearsi alcuni
princìpi di base che puntano
innanzitutto sulla riforma dello
Statuto sardo che punti al
federalismo interno. Il rapporto tra
le aree urbane e quelle interne
dovrà contare su forme di autogoverno
in grado di superare
l'organizzazione degli Enti locali e
della Regione. Per questo motivo
il Progetto Autodeterminatzione ha
nel programma il rafforzamento dei
Comuni e delle forme di autogoverno
locale.
Tutte azioni che tendono a
snellire la burocrazia regionale per
dare vita a una struttura
diffusa: si pensa, infatti, a
smantellare il modello centralistico
prediligendo la presenza degli
uffici urbanistici e della
programmazione regionale nei Comuni.
Azioni finalizzate a un passaggio
dalla burocrazia regionale a una
struttura diffusa che abbia il
compito di coordinare e sostenere
l'autogoverno nelle comunità locali.
(m. s.)
Centrodestra,
niente collegi per i moderati
La
decisione presa dai vertici nazionali: malumori nell'isola. Peru
con la
Lega-Psd'Az? Lui smentisce
CAGLIARI La Sardegna è stata messa
da parte dai centristi alleati con
Forza Italia, Lega ed Fdi. Con solo
13 o al massimo 20 collegi
uninominali su 232 a disposizione in
tutta Italia, la direzione
nazionale della lista «Noi con
l'Italia», la micro alleanza fra
Raffaele Fitto e l'Udc, ha deciso di
non sprecare una delle cartucce
fra Cagliari, Sassari o Oristano. Ma
siccome le possibilità di
eleggere un candidato
all'uninominale in Sardegna sarebbero minime -
stando ai sondaggi - «Noi con
l'Italia» s'è presa il sicuro e ha
guardato altrove: in Sicilia,
Puglia, Lazio e Veneto.
Con il risultato
che i centristi sardi, dai
Riformatori all'Udc, non saranno presenti
in nessuno dei nove collegi sardi
del maggioritario, sei alla Camera e
tre al Senato. È una delusione per i
moderati, che erano sicuri di
vedersi assegnati almeno due posti,
forti del 13 per cento abbondante
conquistato insieme nelle Regionali
del 2014. Invece non avranno nulla
e dovranno accontentarsi di
presentare le liste (lo faranno?) nei tre
collegi proporzionali: due alla
Camera e uno al Senato. Con la
possibilità di piazzare un
parlamentare appesa solo grazie agli
eventuali resti nazionali e
regionali, a meno che il centrodestra in
Sardegna non superi la soglia del 30
per cento. La nuova mappa. Fuori
dalla partita i centristi, la
ripartizione dei nove collegi
uninominali dovrebbe essere questa:
quattro a Forza Italia, tre o due
all'accoppiata Lega-Ps'Az, due o tre
a Fratelli d'Italia. Ancora più
nel dettaglio: alla Camera Ugo
Cappellacci, capolista nel
proporzionale Centrosud, potrebbe
candidarsi nel Sulcis, Alessandra
Zedda, seconda nel listino
plurinominale, in quello di Cagliari,
Pietro Pittalis a Nuoro ma potrebbe
sempre lui un possibile capolista
nel proporzionale del Centronord e
il sicuro Giuseppe Fasolino in
Gallura. C'è un'altra possibilità in
alternativa a una delle quattro:
la candidatura del consigliere
regionale Marco Tedde nell'uninominale
Sassari-Olbia per il Senato.
Fdi avrebbe chiesto di correre
invece nel
maggioritario di Oristano per la
Camera e in quello del Nord Sardegna
destinazione Palazzo Madama.
L'eventuale terzo potrebbe essere Nuoro
per la Camera ma Forza Italia
avrebbe posto il verto. La Lega-Psd'Az i
suoi tre, sono più probabili di due,
li vorrebbe negli uninominali per
il Senato Cagliari-Sulcis, con
possibile candidato il segretario
sardista Christian Solinas, e
Sassari-Olbia, dove la casella però
sarebbe ancora vuota. Il terzo
collegio potrebbe essere quello
maggioritario di Sassari per la
Camera.
Caso Peru. È circolata anche
l'ipotesi della discesa in campo del
consigliere regionale Antonello
Peru, in quota Lega e non Forza
Italia, con cui è stato eletto nelle
Regionali del 2014. Notizia smentita
con decisione dal consigliere.
«Io sono disponibile alla
candidatura solo con Forza Italia. Mai avuto
contatti con la Lega. Sono solo andato
con altri consiglieri di
centrodestra ad ascoltare Zaia a
Cagliari, ma di certo non penso a una
candidatura nella Lega». (ua)
Entro
domenica anche i nomi di chi andrà all'uninominale. Resta il caso Cotti
Ecco
l'esercito dei 5 Stelle pronto a prendere il Palazzo
di Umberto Aime
CAGLIARI
Più della metà dei candidati dei
Cinque stelle hanno il via libera
dalle Parlametarie, sono i 12 che
scenderanno in campo nei tre collegi
proporzionale per la Camera e il
Senato. Restano i 9 dell'uninominale:
sei in corsa per Montecitorio e tre
senatori. A nominarli fra sabato e
domenica, come per le altre regioni,
sarà lo staff di Lugi Di Maio.
Che li dovrà scegliere all'interno
della rosa che ha ricevuto nei
giorni scorsi dal referente
regionale Mario Puddu, i nomi dovrebbero
essere una trentina, o fra le
autocandidature arrivate la settimana
scorsa all'indirizzo mail della
piattaforma Rousseau. Non ci sono
indiscrezioni sui possibili
candidati al di là del solito e generico
«saranno tutti rappresentanti della
società civile». Il day after. Il
giorno dopo la pubblicazione del
risultato delle Parlamentarie alcuni
misteri non sono stati svelati.
Non si sa ancora quanti iscritti
abbiano votato in Sardegna nella due
giorni on line della scorsa
settimana e neanche quante siano le
preferenze raccolte dai singoli
candidati, considerando che ogni
elettore poteva esprimere sei voti
fra Camera e Senato. «Sono numeri -
fanno sapere dal coordinamento - a
disposizione dello staff politico.
Hanno detto che ce li manderanno
presto». Soddisfazione. Il referente
in Sardegna per le Parlamentarie
ha una certezza: «È stata una grande
prova di democrazia - ribadisce
Puddu -. Sono stati i nostri
iscritti a decidere anche l'ordine delle
candidature nelle tre liste
proporzionali». Quindi, è un altro
passaggio della dichiarazione,
«neanche un nome è stato calato
dall'alto e nulla ha deciso chissà
quale entità estratta». I
supplenti. È stato chiarito invece
il ruolo che avranno i candidati
supplenti. Prima di tutto sono i
quattro autocandidati classificatasi
dal quinto all'ottavo posto nelle
Parlamentarie.
«Potremmo dire - è la
spiegazione di Mario Puddu - che
sono in panchina in attesa degli
eventi». Quali potrebbero essere gli
eventi? Questi: nel presentare il
curriculum allo staff nazionale un
candidato poi eletto potrebbe aver
omesso qualche particolare del suo
passato politico e alla fine essere
escluso perché «incompatibile col
codice etico del Movimento», o uno
dei vincitori potrebbe rinunciare
per motivi personali alla
candidatura prima della presentazione
delle liste. Per sostituirlo, in
un caso o nell'altro, non saranno
necessarie nuove Parlamentarie.
Entreranno quelli oggi seduti in
panchina «A Roma - prosegue Puddu - è
già in corso l'ultima verifica su
tutti gli autocandidati eletti e
solo dopo questo passaggio le liste
saranno ufficiali e pronte per
essere depositate». Caso Cotti.
La presenza all'assemblea di Pescara
del senatore escluso dalle Primarie
non è un giallo per il Movimento.
«Roberto Cotti - dicono dallo staff
- è un nostro attivista. Come
parlamentare era suo diritto
esserci». Potrebbe essere recuperato fra
i 9 candidati nei collegi
uninominali? Non c'è una risposta ufficiale:
«È improbabile. A meno che la sua
esclusione - i motivi restano
misteriosi - non sia dovuta a un
nostro errore tecnico».
Sì del
commissario distrettuale del Psd'Az e assessore comunale
dell'Ambiente
Giuliano Sanna
Il
segretario cittadino Bassu: «Salvini ha condiviso le nostre
istanze».
Carta e Tola sono contrari
Il Psd'Az
barbaricino benedice l'accordo con la Lega Nord
di Francesco Pirisi
NUOROGli eredi di Emilio Lussu e
Alberto da Giussano possono fare un
pezzo di strada insieme perché
coincidono alcuni obiettivi. Questo il
motivo di fondo che ha portato il
Psd'Az a chiudere l'accordo con la
Lega per le elezioni politiche del 4
marzo. Lo spiegano i dirigenti
nuoresi del partito. A iniziare dal
commissario distrettuale (e
assessore dell'Ambiente nel Comune
capoluogo) Giuliano Sanna, per
andare a Tonino Bassu, segretario
della sezione cittadina. Sanna: «Si
tratta di un'intesa politica su una
piattaforma di 10 punti, che il
partito di Salvini ha accolto e
garantito rispetto alla loro
realizzazione».
«Temi che fanno parte della storia
di rivendicazione
del sardismo: dall'accrescimento dei
margini di autonomia al
bilinguismo, dalla fiscalità di
vantaggio alla continuità
territoriale. Collegato e funzionale
al raggiungimento di questi
aspetti - aggiunge l'assessore Sanna
- c'è il patto per inserire nelle
liste, a iniziare dai collegi
uninominali, alcuni nostri esponenti,
con la possibilità di tornare a
essere rappresentati nel parlamento
italiano».L'accordo come l'unica
strada data. Come ha stabilito il
consiglio nazionale, convocato a
Villagrande Strisaili, lo scorso
dicembre. Vi hanno presenziato i
leader isolani di molti dei partiti
politici che saranno in campo per
l'elezione del nuovo parlamento.
Coalizioni e partiti poi rincontrati
dal segretario nazionale Cristian
Solinas, per verificare la
possibilità di un'alleanze, a partire dal
Pd a Forza Italia e sino alla Lega,
alla fine quella preferita.
Non senza qualche malumore interno,
rispetto alla scelta pro-Lega, come è
emerso dalle dichiarazioni nei
giorni scorsi di due esponenti del
Nuorese, il consigliere regionale
Angelo Carta e Roberto Tola, sindaco
di Posada. Tonino Bassu ritorna ai
motivi di fondo: «Il confronto con
le altre forze politiche è stato sui
punti programmatici decisi a
Villagrande, e non sulle ideologie o
la storia di un partito piuttosto
che di un altro».«La Lega ha
condiviso le nostre istanze. Altra cosa:
c'è la garanzia che non metterà
bocca sui nomi da candidare nei
collegi uninominali e nel
proporzionale».Sull'armonia tra le parti e
dunque sull'opportunità ideale della
decisione del Psd'Az, ancora
Bassu: «Io distinguo due aspetti.
Nella rivendicazione politica, con i
leghisti abbiamo temi comuni, qual è
quello dell'autonomia e del
federalismo. Bisogna anche dargli
atto di avere sempre inteso l'Europa
prima di tutto come
un'organizzazione di popoli, di nazioni. Certo ci
sono molte differenze, a iniziare da
quelle del percorso storico per
andare a un'ideologia in diverse
parti non condivisibile».Stesso tasto
che tocca Giuliano Sanna: «Ogni
fatto va guardato in maniera
oggettiva. Anche perché la politica
non si fa col fegato, ma con la
testa. Qui sono in gioco questioni
che attengono alla felicità del
popolo sardo, che non possono essere
rese concrete senza passare
attraverso il pettine di Roma».
Altri punti di contatto con la Lega
li
trova Giovanni Piras, agronomo,
originario di Lula, mezzo secolo con
il distintivo dei quattro mori sulla
giacca. «Abbiamo diversi
obiettivi in comune e lo conferma
anche il fatto che quando sono nati
come partito hanno preso a prestito
alcuni princìpi del nostro
statuto, scritto nel 1921, con la
fondazione del Psd'Az. Per le
alleanze alle politiche di marzo, il
Pd e Forza Italia offrivano anche
di più in termini di seggi, ma non
ne hanno voluto sentire di mettere
nell'agenda la lingua sarda, la zona
franca, e via via le altre
istanze fondamentali per lo sviluppo
della Sardegna».
La
segretaria Lidia Fancello condivide l'invito lanciato dalla
dirigente
della Cgil
«Basta
"cagliaricentrismo" e candidati con programmi chiari per il
territorio»
Il
Psd'Az: per la Gallura pronti alla mobilitazione
OLBIA
La diagnosi tracciata dalla
segretaria generale della Cgil
territoriale Luisa Di Lorenzo trova
subito riscontro e condivisione
nel Psd'Az di Olbia. Anzi, la
segretaria della sezione, Lidia
Fancello, rilancia e fa un ulteriore
passo avanti: «La tendenza
"cagliaricentrica" che va
dalla sanità alla portualità è ormai cosa
nota e noi siamo pronti a
raccogliere il suo invito ad una grande
mobilitazione di massa, suggeriamo
trasversale a tutte le forze
politiche, per difendere i diritti
della Gallura».Lo scenario
del'occupazione e della salute
dell'economia locale descritti dalla
dirigente della Cgil descrivono il
«degrado generale» del territorio,
una situazione che, nell'analisi
anche del Psd'Az chiede reazioni
politiche e impegni chiari e rapidi.
«La sua analisi puntuale e precisa
e il suo appello - osserva Lidia
Fancello rivolgendosi alla Di Lorenzo
- , corrisponde esattamente a ciò
che la nostra sezione ha più volte
denunciato: un territorio in
crescita economica e demografica a
dispetto di tutto, ma che subisce
periodicamente scippi di potere
politico ed economico». Tra le
ragioni più forti della tendenza al
declino, il
"cagliaricentrismo", di cui si avverte la presenza nei
settori più importanti dell'economia
locale. Da qui l'esponente
sardista propone un riferimento
preciso al clima elettorale. «Questi
sono tempi di campagna elettorale
purtroppo - dice la Fancello -,
tuttavia riteniamo che chi opera in
politica abbia il dovere di non
dimenticarsi mai l'obbligo di
mettersi a disposizione della propria
gente e della propria città, sempre».
Quindi un richiamo all'autonomia
decisionale del territorio: «Noi non
aspetteremo che arrivi qualcuno
da fuori a risolverci i problemi:
noi gli olbiesi conosciamo il nostro
territorio e sappiamo esattamente
dove agire e non sarà una campagna
elettorale a farci dimenticare le
buone prassi della sinergia doverosa
che deve intercorrere fra politica,
associazionismo e volontariato».
Anzi, incalza la Fancello, «potrebbe
essere questa l'occasione per
mettere davvero alle strette tutti
coloro che si candideranno nel
collegio gallurese, facendo
sottoscrivere loro impegni precisi a
favore del nostro territorio: la
portualità, la sanità, la sicurezza
idrogeologica, la viabilità interna
della Gallura che pare essere
diventata tabù e tutti quei servizi
doverosi e necessari a una
comunità numericamente rilevante
come quella del nord est della
Sardegna».
Quindi sarebbe assolutamente
legittimo «chiedere che i
candidati a Camera e Senato,
esibiscano un programma preciso per la
Gallura, costiera e interna, ma
soprattutto sarebbe opportuno
sorvegliare, da parte di tutte le
forze politiche, che una volta
seduti nelle comodissime poltrone
romane, ai nostri deputati non gli
si accorci la memoria, come spesso
accade quando i problemi della
Sardegna sono all'ordine del
giorno». (gpm)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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