Arriva o non arriva? Arriverà, ma si fa aspettare. Come una star, il«garante nazionale» del Pd sardo lascia tutti in attesa di sé: avevanodetto che la segreteria nazionale lo avrebbe scelto entro la settimanascorsa, ma niente. La personalità super partes, incaricata - secondoil trattato di Tramatza del 19 settembre - di rimettere ordine tra lecorrenti sarde in bisticcio, non è stata individuata.È possibile che se ne parli nei prossimi giorni a Roma, in un incontrotra qualche esponente del vertice nazionale (forse Luca Lotti) e iparlamentari sardi. Ma resta fermo che la scelta sarà solo dellasegreteria centrale: la consultazione può servire a condividere unidentikit, non certo - chiariscono quelli che lavorano all'ipotesi - aporre veti sui nomi.PROBLEMI STATUTARI L'idea del vertice è nata in Sardegna, peraccelerare la nomina del garante. Slittata anche perché i verticinazionali stanno consultando la commissione di garanzia per capirecome accogliere le richieste arrivate dall'assemblea regionale diTramatza. Lo statuto del Pd prevede il commissariamento, non questastrana figura di garante che entra in campo senza che decadano gliorganismi collettivi (assemblea e direzione).Qualche giorno di ritardo non cambia molto, ma inizia ad allarmarequalcuno. Chi ha a cuore il referendum pretende che il partitorecuperi una “testa” per organizzare le iniziative in vista del voto,finora episodiche. Chi vuole che si rispetti la tabella di marciaverso il congresso di febbraio teme che possa slittare l'interaprocedura. La prossima data-limite a cui tutti guardano è il 10ottobre, giorno della direzione nazionale Dem. Ci si aspetta che ilgarante venga scelto prima di allora. «Io sono fiduciosa che la nominaarrivi entro questa settimana», dice la presidente dell'assemblearegionale Giannarita Mele, che tiene i contatti ufficiali con Roma.«Poi convocheremo direzione e assemblea». Ci sarà anche da definirel'organismo paritetico che affiancherà il garante: non è ancora chiarose lo voterà l'assemblea. «Un'approvazione negli organismi ci dovràessere, per dare una forma di legittimazione alla commissione»,prosegue Mele. Magari non si voteranno i singoli componenti ma unpacchetto chiuso, da approvare o bocciare.LA GIUNTA L'arrivo del garante, per il deputato Francesco Sanna,aiuterà il partito a gestire non solo il referendum, ma anche ilresto: «Anzitutto il rilancio programmatico della Giunta regionale. Ilpresidente Pigliaru ha giustamente messo sul tavolo le proposte per laseconda metà della legislatura, e serve una riflessione che puòconcludersi anche con l'aggiornamento della squadra. Ma non puòesserci rilancio senza un Pd che abbia recuperato la sua pienaagibilità». Infine, conclude il deputato, «il garante dovrà avviare lafase verso il congresso».Giuseppe Meloni
CITTÀ METROPOLITANA. Alle 12 presentazione delle liste, duellocentrosinistra-centrodestraConsiglio, sfida tra i big dei partiti per la conquista della maggioranza L'appuntamento è per oggi a mezzogiorno a palazzo Regio, sede dellaCittà metropolitana: partiti e coalizioni dovranno presentare le listeper l'elezione - domenica 23 ottobre - del nuovo Consigliometropolitano, passo fondamentale per l'avvio politico eamministrativo del nuovo ente. Dagli attuali 40 componenti si passeràa 14: formeranno, con il sindaco metropolitano Massimo Zedda (caricaattribuita al capo della Giunta del Comune capoluogo), i pilastridell'organismo che rappresenta 430 mila abitanti di 17 Comuni. Al votodel 23 ottobre non sono chiamati i cittadini ma i consiglieri deiComuni membri della Città metropolitana. Una prossima legge regionale,sulla base dello Statuto approvato dal Consiglio uscente, consentiràalla popolazione metropolitana l'elezione diretta del sindaco.IL VOTO Il passaggio a 14 membri (da eleggere con il voto ponderato,che attribuisce un peso superiore ai Comuni maggiori per popolazione)riduce le ambizioni di diversi centri di avere propri esponenti inConsiglio. Saranno due, pertanto, gli schieramenti maggiori acontendersi la maggioranza: centrosinistra e centrodestra.LA SCELTA Nel centrosinistra, rispetto al “modello Comune Cagliari”(coalizione tra Pd, partiti di sinistra più Psd'Az e Rossomori) cisarà una differenziazione: Rossomori e sardisti alleati, fuori dalgruppo-guida. L'obiettivo: eleggere, da soli, due consiglieri.Traguardo ambizioso, tenuto conto che un consigliere, con il votoponderato, dovrebbe mettere insieme oltre 5 mila preferenze. La sceltafatta (oltre quella dai risvolti politici, che potrebbe preludere adaltre decisioni in ambito regionale) potrebbe avere piùrealisticamente una banale motivazione aritmetica: fuori dal listonedel centrosinistra, Rossomori e sardisti avrebbero più possibilità disuccesso.CENTROSINISTRA I nomi che comporranno la lista del centrosinistrasaranno quelli da eleggere: Francesco Lilliu (segretario provincialedel partito), Fabrizio Rodin (capogruppo Pd a palazzo Bacaredda),Walter Piscedda (consigliere regionale Pd, ex sindaco di Elmas),Fabrizio Marcello (presidente della commissione Patrimonio, MichelaMura (capogruppo Pd nel Consiglio comunale Sestu). Candidature mirate,espressione - sarebbe la logica alla base delle scelte fatte - deiterritori: Rodin e Marcello per Cagliari-Pirri, Mura per Sestu eMonserrato, Piscedda per Elmas e Assemini, Lilliu per Selargius,Quartucciu e Quartu. Sulla composizione della lista resistevano fino aieri alcune legittime incertezze, dovute alle possibilità di inserireDavide Carta, Rita Polo e Barbara Pusceddu. Il centrosinistra punta avincere piazzando 8 o 9 consiglieri (contro i 5 o 6 del centrodestra).CENTRODESTRA Stefano Tunis, coordinatore cittadino di Forza Italia, hafaticato a lungo per comporre la lista del centrodestra, fino a ieriancora da definire. «Sarà una lista unica», anticipa Tunis, «con ForzaItalia, Riformatori Sardi, Udc, Fratelli d'Italia, assieme araggruppamenti civici». La missione: «Rappresentare chi non condivideil modello politico a guida Pd che governa Cagliari». Anche ilcentrodestra non proporrà riempilista ma nomi sicuri di entrare tra i14 dell'Assemblea. Tra i nomi in lista Stefano Schirru (capogruppo diForza Italia in Consiglio comunale), Antonello Floris (Fratellid'Italia), Federico Ibba (Udc), Davide Galantuomo (Quartu). Dovrebbeesserci anche l'ex senatore azzurro Piergiorgio Massidda. La meta delcentrodestra: «Raggiungere il 30 per cento dei voti e conquistare 4seggi». Annunciate anche una lista Sel e una del M5S.Pietro Picciau
La Nuova Oggi la maggioranza decide i vertici delle commissioni. In aulaPigliaru presenta il Patto col GovernoConsiglio, ecco il valzer dei sei presidenti CAGLIARI Solo lo Statuto poteva aver la forza di anticipare ad oggi ilavori del Consiglio regionale. Altrimenti anche questa settimana,come tutte le altre, sarebbe cominciata domani. Sarà così un lunedìpieno fra appuntamenti politici e un ordine del giorno corposo perl’Aula. Capigruppo. I presidenti dei gruppi di maggioranza siriuniranno nel primo pomeriggio per decidere l’assetto delle seicommissioni. Il regolamento impone che a metà legislatura debbaesserci la staffetta. Il Pd oggi governa quattro commissioni conFranco Sabatini (Bilancio ed espressione della corrente renziani-exdiesse), Luigi Lotto (Attività produttive, soriano), Antonio Solinas(Territorio e urbanistica, area Cabras-Fadda) e Gavino Manca (Culturae lavoro, renziano). Quella Autonomia e riforme è presieduta daFrancesco Agus (Sel), mentre alla Sanità c’è Raimondo Perra (Psi). Neinumeri l’assetto dovrebbe rimanere lo stesso, con il Pd che peròvorrebbe la Sanità con in corsa Gigi Ruggeri (soriano) e RossellaPinna (ex ds). In cambio sarebbe disposto a cedere una delle attualiquattro. Sui nomi dei nuovi presidenti la partita è invece tuttaaperta. I Dem proporranno la riconferma di Sabatini e Manca, mentreSolinas e Lotto potrebbero lasciare per poi entrare nella girandoladegli assessori (in quel caso dovrebbero dimettersi dal Consiglio)della giunta Pigliaru post rimpasto. Ma le nuove presidenze dicommissione, nello stesso partito, s’intrecciano con altri incarichipesanti: la nomina del capogruppo e quella del direttorio, saràformato almeno da quattro, uno per corrente, che affiancherà ilgarante del partito in arrivo questa settimana da Roma. Gli equilibri.Il puzzle non è facile da risolvere. L’attuale capogruppo PietroCocco, soriano, potrebbe essere riconfermato per evitare altri strappiinterni. Oppure cedere il posto a un consigliere della corrente diminoranza (renziani ed ex ds) ma non certo a un popolare-riformista.L’area Cabras-Fadda ha sì il numero più alto di consiglieri nelgruppo, otto, ma è già forte col presidente del Consiglio GianfrancoGanau ed è difficile che ottenga anche il capogruppo. Agli altripartiti di maggioranza andranno di sicuro due presidenze – Agus èstato blindato da Sel, Perra (Psi) è in forse – una delle duevicepresidenze dell’aula – Sel vorrebbe la riconferma di Eugenio Lai –e anche due posti su tre dei questori, che tra l’altro si occupano delbilancio del Consiglio. In mezzo a questo mare ci sono la verificapolitica cominciata nei giorni scorsi, con al centro il dossier sullecose da fare presentato da Pigliaru, e le frizioni fra i partiti dimaggioranza. L’ultimo siluro è arrivato dai Rossomori. Il presidenteGesuino Muledda è stato critico con la Giunta per alcune esternazionitroppo neoliberiste dell’assessore al Bilancio Raffaele Paci sulfuturo dei piccoli Comuni. La seduta. All’ordine del giorno ci sono lecomunicazioni del presidente della Regione sul Patto (la dotazione èintorno ai 3 miliardi) firmato a luglio con il Governo. È un argomentocaldo su cui il centrodestra ha annunciato un dibattito serrato con«molti dubbi ancora da chiarire su come saranno utilizzati i fondi».
Federico Mariniskype: federico1970ca
domenica 2 ottobre 2016
PD; arriva il commissariamento?
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