In Piazza Matteotti conobbi Fabiana, durante
uno degli innumerevoli pomeriggi in cui attendevo la corriera per ritornare al
paese. S'era avvicinata per chiedermi una sigaretta, poi un tale le s’avvicinò
per domandarle dell’altro, così seppi del suo antico mestiere. Si trattava
semplicemente di una lucciola, che aveva la sua zona di competenza proprio in
quella Piazza…
Ogni volta che ritornavo al paese, ed ogni
volta che andavo ad accompagnare od attendere qualche amico, scambiavo quattro
chiacchiere con quella bella ragazza, e lentamente scoprì alcuni episodi della
sua scioccante esistenza. Fabiana proveniva da un paesino del cagliaritano, ed
era scappata di casa perché stritolata da una dose insopportabile di noia. No,
non era scappata da un genitore violento, oppure da un partner pazzo ed
alcolizzato: la noia e soltanto la noia era stata l’unica ragione del suo
allontanamento.
Ad
appena diciotto anni il suo primo fidanzato l’aveva convinta a seguirlo nel
capoluogo, suggerendole che le avrebbe procurato “il necessario”. Tutto andò
abbastanza bene sino a quando questo famoso “lui” non era ripiombato nel
suo vizio: quello dell’eroina. Scriteriato, aveva pensato bene di trascinare
anche la bella ma corruttibile Fabiana nella sua tragica avventura. Dopo appena
un anno e tre mesi dalla loro “fuga” lui morì d’overdose nell’androne di un
palazzo in costruzione, e lei rimase sola come una barchetta abbandonata sulla
spiaggia dopo una tempesta, anche perché il padre l’aveva minacciata in tutti i
modi possibili ed immaginabili.
Tuttavia Fabiana doveva raggranellare i soldi
per la propria dose giornaliera: così il marciapiede divenne la sua unica
possibilità poiché, come sosteneva il suo defunto fidanzato, l’eroina non costa
quanto un pugno di caramelle … I clienti erano contenti della sue pelle bianca,
delle sue gambe sottili e dei suoi modi di fare tanto gentili quanto discreti,
lontani anni luce dalle angherie delle mogli e dei rispettivi capoufficio.
Quando attendevo la solita corriera parlavamo,
discutevamo e contestavamo (lei sosteneva un’eccentrica ideologia
anarco/sindacalista), sino a quando qualche auto non s’accostava per portarla
chissà dove. Fabiana aveva ventuno anni, il giorno in cui la vidi andarsene per
non ricomparire mai più … Il suo corpo fu ritrovato dopo una settimana,
abbandonato come un sacco d’immondizia presso lo stagno di S. Gilla.
Il responsabile del suo assassinio non fu mai
trovato, ed il motivo della sua morte resta oscuro come un enigma babilonese.
Oggi mi piace immaginarla in una bella casetta nel regno dei morti, lontana
dalla droga e dalla strada, finalmente felice nel preparare il pranzo per il
suo scapestrato fidanzato…
Vincenzo Maria D’Ascanio.
http://www.vincenzomariadascanio.flazio.com/
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