(30 luglio 1975) Il leader sindacale dei camionisti
americani Jimmy Hoffa scompare in circostanze misteriose nei pressi di Detroit.
Hoffa nacque a Brazil, nell'Indiana, figlio di un povero minatore di carbone. Hoffa
si trasferì a Lake Orion nel Michigan per lavorare in un negozio all'ingrosso. Si
fece presto notare come street fighter (lottatore di strada), nelle risse
contro gli altri gestori. Cominciò a riorganizzare la sezione locale della
International Brotherhood of Teamsters (IBT), occupandosi, insieme ad altri
membri della IBT, di una vasta area nei pressi di Detroit. Come
leader sindacale fu sconvolto dal maltrattamento subito dai suoi lavoratori. Nel 1933, all'età di 20 anni, aiutò
ad organizzare il primo sciopero dei c.d. “swampers”, i lavoratori che
commercializzavano fragole.
In seguito, grazie anche ad i suoi rapporti
con la mafia, divenne leader della
International Brotherhood of Teamsters. Sotto la sua guida gli
Autotrasportatori diventarono il più grande e il più potente sindacato
americano, con circa 1,5 milioni d’iscritti. Lo diventarono quasi dal nulla e per la maggior
parte grazie alle capacità organizzative di Hoffa, che divenne rapidamente un
personaggio molto conosciuto (e discusso) negli Stati Uniti. Le proteste del
sindacato da lui diretto erano famose per la loro durezza: intorno al
comportamento di Hoffa circolarono a lungo voci insistenti che lo descrivevano
in modo tutt’altro che irreprensibile nei suoi rapporti con i politici e gli
industriali.
L'unione degli autotrasportatori cominciò ad ampliarsi ai
camionisti e pompieri, inizialmente in tutti gli stati medio-occidentali e poi
su tutto il territorio nazionale. Hoffa diventò presidente
del sindacato nel 1957, quando il suo predecessore, Dave Beck, fu condannato
per accuse di corruzione. Hoffa lavorò per espandere l'unione e nel 1964 riuscì a portare a termine
il progetto di unire i sindacati degli autotrasportatori del nord degli Stati
Uniti in un unico sindacato.
Hoffa si spinse poi a
tentare di espanderlo ai lavoratori delle linee aeree e ad altri mezzi di
trasporto. Il presidente John F.
Kennedy ed il suo successore Lyndon B. Johnson fecero entrambi pressione su
Hoffa, così come Robert F. Kennedy (quello che da “noi” sarebbe considerato
come il ministro della giustizia), tentando d’investigare le sue attività e
disgregare il sindacato, che intanto continuava a crescere. I
Kennedy in particolare erano sicuri che Hoffa si fosse impossessato di molto
denaro sindacale; l'AFL-CIO, un
sindacato che aveva espulso gli autotrasportatori negli anni Cinquanta, aiutò i
democratici nelle loro investigazioni.
A uccidere Jimmy Hoffa fu probabilmente Frank Sheeran,
mafioso e amico di Hoffa, morto nel 2003 a 83 anni. Questa è la teoria di Fox
Eric Shawn, che già nel 2004 ebbe un ruolo determinante nel lanciare
un’inchiesta. A suo dire le prove sarebbero evidenti. Seguendo le istruzioni
date dallo stesso Frank Sheeran – che uccise il suo caro amico Hoffa con due
colpi alla testa – Shawn, insieme a un team forense, si diresse nella casa in
Michigan, in cui Sheeran disse di aver ucciso Hoffa.
Grazie al Luminol, la scientifica scoprì macchie di sangue
vecchie di anni, che corrispondevano alle stesse nel racconto di Sheeran, che
aveva finalmente confessato nel tentativo di un’assoluzione prima di morire. Il
corpo di Hoffa non è mai stato ritrovato. Suo figlio James P. Hoffa è l'attuale presidente del
sindacato degli autotrasportatori
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