Finalmente la malattia è finita, è rimasto solo l’ascesso
ben contenuto dagli antibiotici. Lunedì metterò la parola fine al controverso
rapporto tra me e questo morale. Peccato, ho una storia d’amore con ogni mio
singolo dente, ma quando un rapporto ti fa soffrire troppo, meglio dare un
taglio secco e guardare avanti. Da diverso tempo non soffrivo di mal di denti,
forse sei anni. I denti che mi fanno soffrire sono sempre gli ultimi, i
dentisti hanno sempre la risposta più sensata: sono quelli più difficili da
pulire. Non lo so, facevo acrobazie giusto per pulire quel dente, ma nulla da
fare: posso dire che si è suicidato, tra dentifricio, collutorio e cose varie,
non poteva finire così. Mi sono comprato anche lo spazzolino elettrico, ma è
stato un gesto dettato dalla disperazione: penso che il mio molare, si stessa
già vedendo con un’altra.
Come da tutte le situazioni che mi accadono nella vita,
anche da questa ho tratto i miei insegnamenti. Per esempio, mi sono ricordato
di quanto sia indissolubile il rapporto tra dolore fisico, mentale e
spirituale. Un dolore fisico è capace di farti vedere il mondo in altre
prospettive, come ragni neri pensieri negativi si arrampicano nel tuo cervello
(spleen) e ti fanno mettere in discussione tutto, i progetti della tua vita, i
rapporti umani ed addirittura i più importanti rapporti affettivi. Vorresti
ridurre in macerie le poche cose che hai costruito, rompere amicizie decennali,
dare libero sfogo alla tua parte criminale, quella che fai finta di non avere,
ma che sai di possedere, ma di cui non parli agli altri, e come scriveva Dostoevskij,
non sei pronto a rivelarla nemmeno a te stesso. Insomma, tutto ti passa nella
mente, anche situazioni (e mondo paralleli) che appartenevano alla tua
infanzia.
Per questo, ora che sto bene, posso ringraziare chi mi è stato
vicino. Chi lo è stato, lo sa, e non parlo di vicinanza fisica, parlo anche di
una telefonata, di un messaggio, e soprattutto chi ti presta gli antidolorifici all'improvviso, perché si sono persone che sono delle farmacie ambulanti, e mi
domanderò sempre perché una persona debba portare cose se gli antibiotici per l’ascesso,
senza sapere che ne avevo bisogno.
Soprattutto, ringrazio tutti i medici. Quando hai un dolore
forte, che ti sta punzecchiando ogni singolo neurone, t’inginocchieresti
dinanzi a chi ha inventato ogni antidolorifico, soprattutto quelli più potenti.
Naturalmente, e questo lo dico ai più golosi, occorre farne il dovuto uso, ma
quale sensazione può essere paragonata ad un dolore lancinante che
improvvisamente finisce? Solo la riconciliazione con una donna che amavi alla
follia, e ti persona le tue mancanza, è capace di farti provare la stessa
sensazione. E’ come nuotare in un pozzo, al buio, col cuore che urla, solo lei può
farti respirare dicendoti: “Senza di te non so stare, dimentichiamo tutto e
riproviamoci…”
Dietro ogni scoperta scientifica (sull’amore continueremo,
invece, ad interrogarci senza risposta) ci sono persone che hanno sacrificato l’esistenza.
In una piccola pastiglia ecco un concentrato di genio, studio, applicazione,
chissà, forse amore (mi piace pensarla così, ma di questo come di altre mille
cose, non posso essere sicuro). Prendendo una piccola pastiglia in mano,
dovremmo renderci conto che ci sono anni di studio, che partono da lontano,
come può capitare per la costruzione di una macchina. Oggi le auto le vediamo
così, sfrecciare o nelle nostre città, ma prima di esse, quanta applicazione,
quanto genio (e parlo da un cinquantino agli apparecchi che vanno sulla luna)
Per questo posso dire, senza pensarci troppo, grazie alla scienza.
Vincenzo Maria D’Ascanio.
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