I processi di pace richiedono piccoli passi, architetture
complesse, dosaggi minuziosi di presenze e assenze all'interno di un equilibrio
diplomatico mobile, in cui contano anche i dettagli di protocollo e
cerimoniale. Ad esempio nel 1648 la famosa Pace di Westfalia, che concluse la
Guerra dei Trent'Anni, fu firmata addirittura simultaneamente in due città
diverse per facilitare la combinazione degli accordi fra nemici che dovevano
considerare il peso di ogni gesto.
I plenipotenziari, quando avanzavano nella stanza verso il
centro, si muovevano guardinghi stando attenti che nessuno raggiungesse il
tavolo prima degli altri. Sembra oggi un dettaglio ridicolo, ma faceva parte
dell'equilibrio su cui si costruiva una nuova stagione del diritto
internazionale.
Nel valutare i risultati della conferenza di Palermo sulla
Libia in molti sembrano dimenticare che non esistono in diplomazia gli exploit
che risolvono tutto di colpo. Perciò possiamo dire con molta lucidità che la
conferenza è stata molto positiva, un vero passo in avanti, guardingo anche
questo come quelli di 370 anni fa, verso il tavolo che firmerà la pace.
Di sicuro è assurdo il modo in cui diversi giornaloni
italiani tentano di nascondere o sminuire la notizia. Una buona notizia che
scelgono di non riconoscere.
Di
Pino Cabras
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