LA
NUOVA
Intervista
a Salvini : «Stop alla riforma sanitaria Ok a metano e 4 corsie» Il ministro
degli Interni da domani nell'isola per una due giorni elettorale E anticipa
alcuni temi: «Il centrodestra deve cambiare facce. Solinas mi piace»
di Luca Rojch
SASSARI
Una macchina da voti. E da consensi.
Matteo Salvini plana sull'isola con la consapevolezza di avere rovesciato anche
in Sardegna i rapporti di forza nel centrodestra. La sua Lega ora contende la
leadership a Forza Italia. Dovrebbe annunciare il nome del candidato
governatore.
Ma lui nega «sono venuto per
ascoltare e al massimo dare qualche consiglio». Subito mette i paletti agli
alleati «i partiti si rinnovino, basta con le solite facce». Ma se sui nomi
resta cauto, sulle emergenze ci mette tutto l'ottimismo della volontà. Tre
battute per risolvere la questione Sassari-Alghero a quattro corsie: «Ne parlo tra
mezz'ora in consiglio dei ministri». Sul metanodotto: «Per me si deve fare e
basta». La Continuità territoriale aerea e marittima è già sul tavolo del
governo: «La studiamo insieme a Savona. Così come è non
può andare». E boccia anche la
riforma sanitaria della Regione: «È sbagliato accentrare tutto».
Ministro, su Google la parola più ricercata
dagli italiani in questi giorni è spread, ha superato la parola Salvini. Un
segnale che la preoccupa? (Ride) «Cedo il podio, nella convinzione che se
corrisponde all'economia reale calerà. Perché come hanno detto anche dalla
associazione bancaria italiana l'economia nel nostro Paese è sana. In questo
momento lo spread non corrisponde alla vita vera. All'economia reale. Quindi
spero che la speculazione finisca il prima possibile».
L'Ue minaccia l'avvio della
procedura di infrazione contro l'Italia nel caso che la Finanziaria non venga cambiata.
«Sarebbe sbagliato, punitivo e ingeneroso. Anche perché l'Ue ha applaudito le
ultime 5 manovre economiche, Gentiloni, Renzi, Letta, Monti che hanno fatto
male all'Italia e agli italiani. Non vedo perché dovrebbe intervenire su una
manovra che si propone di rimettere al centro il lavoro. Spero che ci pensino
bene».
In queste ore ci sono un po' di
frizioni nella coalizione di governo. Mi riferisco al decreto Sicurezza. «Di
Maio mi ha assicurato che quasi tutti gli emendamenti di quel gruppo di
deputati sono stati ritirati. In ballo ci sono aspetti fondamentali come la
sicurezza, l'immigrazione, e la mafia. Per l'Italia sono temi pesanti. Il
decreto il 3 dicembre diventerà legge».
L'altro punto di disaccordo mi
sembra legato ai termovalorizzatori. «Io bado alla sostanza e non alla forma.
Se il presidente del Consiglio e il ministro dell'Ambiente mi dicono che hanno
soluzioni alternative per risolvere il problema io non sono un tifoso dei
termovalorizzatori. Se ci sono soluzioni alternative festeggio, l'importante è
che non rivediamo i cumuli di immondizia ai margini delle strade come 10 anni
fa. In tutta Europa, faccio l'esempio della Danimarca che spesso è citato come
paese green e ne ha diversi, tra già fatti e in progettazione ci sono 40 termovalorizzatori.
Ma se abbiamo una via italiana che prevede altro io sono contento lo stesso».
Anche in Sardegna ci sono opere
ritenute essenziali e già finanziate che vengono contestate, come il metanodotto.
Un'opera già finanziata, ma che i 5 Stelle non vogliono.«Io in linea di
principio sono favorevole a più infrastrutture, a più collegamenti, perché
l'Italia e le sue imprese hanno bisogno di andare avanti. So che la Regione ha
dato il suo via libera e il suo sostegno. È antistorico che la Sardegna sia
l'unica regione in Italia a non avere il metano. Mi faccio carico di parlarne con
i colleghi al governo. Da autonomista ritengo che debbano essere i territori a
decidere su alcune scelte che li riguardano come sanità e infrastrutture. Io
come nel caso di Tap e Pedemontana ritengo che l'Italia debba avere più energia
e pagarla di meno. Soprattutto per un'isola come la Sardegna».
L'altro nodo sulle infrastrutture di
cui si parla proprio in questi giorni è l'ultimo lotto della Sassari-Alghero che
due ministeri vorrebbero realizzare a due corsie e non più a quattro. «La
strada l'ho fatta più volte. Mi sembra un non senso farla a due corsie. È
chiaro che c'è un governo in cui andiamo d'accordo su quasi tutto, ma su
qualcosa abbiamo visioni diverse. Ripeto i tassi di disoccupazione che ci sono
in Sardegna meritano una attenzione eccezionale. Non parliamo di due corsie a
Brescia o Roma. La Sardegna deve essere bella non solo per il turista che
arriva ad agosto, ma anche per chi ci lavora a novembre. E quindi quattro
corsie sono meglio di due. Tra mezzora ne parlerò in Consiglio dei ministri.
Poi ho un sardo doc come Paolo Savona con cui spesso e volentieri parliamo della
Sardegna e mi dà consigli e mi indica persone di valore. Il primo sardo lo ho
affianco nel consiglio dei ministri».
Domani e dopo sarà in Sardegna.
Anche nell'isola si moltiplicano i sostenitori della Lega, molti arrivano da
altri partiti di centrodestra. Come si spiega questo successo? «Finalmente
mancavo da molto tempo. Non vengo a far miracoli o da messia. Vengo ad
ascoltare e a incontrare le persone. Poi le scelte per le elezioni regionali le
faranno i sardi. Non è che arriva Salvini a Cagliari e decide chi è il
candidato governatore e quale è il programma. Io vengo ad ascoltare. Poi se mi
chiederanno un parere alla fine lo darò. Ma la scelta sarà esclusivamente sarda
e io vengo in punta di piedi. Il successo sono convinto sia legato al fatto che
manteniamo gli impegni presi. Nel mio piccolo mi preoccupo di sicurezza, di
lotta alla mafia, di lotta alla droga al racket all'abusivismo abbiamo
raggiunto in 5 mesi risultati molto positivi. In Sardegna abbiamo più che
dimezzato gli arrivi dei barchini e delle barche rispetto all'anno scorso».
Insomma non verrà a dire chi sarà il
candidato governatore del centrodestra? «No. Non verrò a imporre o a incoronare
nessuno».
Mi dica almeno cosa pensa di
Christian Solinas. «L'ho conosciuto, l'ho apprezzato e lo stimo per il lavoro
che ha fatto prima in Sardegna e da qualche mese a Roma sempre in difesa degli
interessi dei sardi. È una persona in gamba che ha grande esperienza. Ci sono
anche altre persone in gamba che si fanno avanti e quindi che vinca il
migliore. Uno non arriva da Milano a imporre nomi. Rispetto le scelte che arrivano
dai territori».
In Sardegna la Lega si presenta con
Forza Italia, e con una coalizione di centrodestra. «Si, ma basta che sia un
centrodestra rinnovato. Io mi occupo delle liste della Lega, ma tutti devono
capire che i tempi sono cambiati e dobbiamo guardare avanti e non riproporre le
stesse facce e gli stessi progetti. È importante che tutti facciano uno sforzo
di rinnovamento».
In molti sostengono che dopo le
Regionali e le Europee il centrodestra si ricompatterà e finirà il governo
gialloverde. «Io ho firmato un accordo che dura 5 anni e farò tutto quello che
dipende da me perché si arrivi ad esaurire il contratto. Non si fa tutto in 5 mesi.
Per esempio dobbiamo ancora ridurre le accise sulla benzina, arrivare a quota
41 sulle pensioni. La tassa al 15 per cento non solo per le partite iva. Sono contento
perché già in manovra c'è la tassa al 15 per cento per le partite iva, la quota
100 per mezzo milione di italiani. Ma voglio andare avanti. Non mi interessano
sondaggi ed elogi. Ho firmato un impegno e lo voglio mantenere».
Ci sono temi su cui c'è grande
attesa nell'isola, come i trasporti. «Sulla Continuità territoriale con Paolo
Savona ci stiamo già lavorando. C'è il ruolo dell'Europa che deve essere
analizzato. Dobbiamo riportare la Sardegna per lo meno a parità di trattamento
con le altre regioni. La Sardegna ha avuto meno investimenti per le ferrovie,
meno investimenti per le infrastrutture. Si è lasciato per scelte del passato,
anche di giunte regionali del Pd, che fossero i privati a decidere su aerei e traghetti.
Si deve fare in modo che prevalga sempre l'interesse pubblico».
Lei quindi parla di un unico modello
di continuità sia marittima che aerea? «Se lo Stato decide non è possibile che
dia decine di milioni di euro di contributi a un privato che poi taglia i collegamenti.
La situazione della continuità aerea è più complicata. Ho visto i bilanci di
alcune aziende, là sicuramente si può gestire meglio tutta la situazione».
So che è critico anche con la
riforma del sistema sanitario fatta dalla Regione. «Sulla sanità hanno fatto un
piano di tagli che ha cancellato aziende e servizi. Gli ultimi che mi hanno
chiamato lo hanno fatto da Tempio. Ora senza promettere miracoli credo si
debbano garantire i servizi essenziali. Soprattutto visti i collegamenti che ci
sono in alcune zone della Sardegna. Per me è sbagliato centralizzare tutto in
una terra di autonomia. È vero che esiste una norma nazionale che indica quanti
presidi ci devono essere in un territorio e quanti abitanti devono servire, ma
esistono deroghe applicate in altre regioni. Se ci sono zone montuose o
difficilmente raggiungibili non puoi utilizzare
gli stessi standard di Milano».
L'altra grande emergenza è il
lavoro. «È il problema numero uno. Non c'è un solo intervento da fare, ma una
serie. Nella manovra abbiamo previsto la flat tax per le partite iva, la
detassazione per le start up dei giovani. Un tema che mi sta molto a cuore è
quello dell'agricoltura e della pesca che è europeo, e anche le normative sulla
suinicoltura. Sono tutte normative che danneggiano l'Italia e la Sardegna in
particolare. Vanno ridiscusse a Bruxelles. Il superamento della legge Fornero
libererà mezzo milione di posti di lavoro e si apriranno nuove prospettive».
C'è una grande frizione anche sulla questione
della libertà di stampa. «Faccio il giornalista di mestiere, anche se sono in
aspettativa. Ho grande rispetto per i colleghi, in particolare quelli dei
giornali e delle tv locali. Mentre secondo me dare finanziamenti alle televisioni
alle radio e ai giornalini nazionali può essere un di più, perché hanno altri
mezzi per vivere bene, a livello locale senza contributi c'è una parte di
informazione che sparisce».
Il rapper sardo Salmo, che da anni
sbriciola record di vendite, ha detto che chi lo ascolta non può votare per
lei. C'è rimasto male? Ha mai sentito una canzone di Salmo? «Non lo conoscevo, ho ascoltato
qualche pezzo dopo le sue parole. Uno non può dire se votate Salvini
distruggete i miei cd. Se lo dice non dimostra grande apertura mentale. Ho
ascoltato alcuni pezzi, anche se non è il mio genere. Io preferisco Vasco e De
Andrè. Però lo ho ascoltato con curiosità. Per me la musica non dovrebbe avere
barriere ideologiche. Mi spiace per lui se pensa così. Si perde qualcosa».
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