Unione
Sarda
«No alle
destre, ma lontani dal centrosinistra»
Dopo una
vita nella Fiom Giorgio Cremaschi è passato alla politica e ha
aderito a Potere al popolo
Un socialismo reale, per restituire
dignità a quelle idee di giustizia ed equità che nessuno più associa alla
parola sinistra. Giorgio Cremaschi, dopo una vita nel sindacato, ha trovato in
Potere al Popolo la sua casa politica. In dote porta passione, esperienza e una
spiccata autoironia, come quando si definisce il nonno del nuovo soggetto, di
cui è portavoce con la giovane Viola Garofalo.
Venerdì e sabato sarà in Sardegna
(terra dei parenti della moglie e delle sue vacanze nel Sinis): interverrà in
via Doberdò a una conferenza su Karl Marx e, il giorno dopo, a due iniziative
del partito. Sulle Regionali precisa: «Non siamo un'organizzazione verticistica,
per l'Isola decideranno i nostri iscritti nel territorio. In generale, non ci
identifichiamo con nessuno schieramento in campo. Siamo contro il centrodestra,
ma da posizione totalmente diversa dal centrosinistra, che è la causa del
trionfo di Salvini».
Come
vede la candidatura di Massimo Zedda? «Non lo conosco. Ma vale lo stesso
principio, non possiamo identificarci con lui o il vecchio
centrosinistra riciclato. Come la favola “I vestiti nuovi
dell'imperatore”: non basta un finto cambio d'abiti, il Re è nudo. Il
ceto politico che ha combinato questo disastro cerca il leader più
presentabile per continuare a fare ciò che ha fatto finora. Con noi
non attacca».
Che
fine ha fatto la sinistra? «Il 36% di Salvini è figlio diretto
del 40% di Renzi di qualche anno fa. Noi siamo contro il
governo gialloverde, ma tutto nasce da 20 anni di politiche economiche e
sociali di destra del centrosinistra. Alla fine gli italiani hanno
preferito gli originali».
Giallo,
verde, sempre meno rosso in questa stagione. La politica è come la moda? «Sinistra è un termine molto
logorato e oggi ha cambiato significato. C'è stato un ribaltamento
delle parole: “riforma” negli anni '70 significava uguaglianza
sociale e diritti, oggi tagli alla spesa pubblica, flessibilità nel
lavoro. Essere di sinistra ha assunto un significato negativo in
Italia. Nonostante in passato, a prescindere dalle opinioni, la sinistra
fosse considerata una delle leve fondamentali per il
miglioramento della vita delle persone più povere».
Spesso
l'opinione pubblica identifica la sinistra e i comunisti con Renzi e il Pd.
Perché? «Per due ragioni convergenti. Salvini sta riorganizzando la destra con un'ideologia ancora più reazionaria, e una falsificazione della realtà: l'italiano medio ritiene che da 30 anni governi la sinistra, in realtà hanno governato a metà centrodestra e centrosinistra. Il fallimento della sinistra renziana fa credere che tutto il male viene da ciò che è stato fatto dalla sinistra. E questo fa rialzare la testa anche ai fascisti».
Cosa
significa, in pratica, Potere al popolo? «Da un lato giustizia sociale,
uguaglianza, mettere in discussione un sistema dominato dal
privato, dal mercato e dalla competitività, con uno basato sui beni comuni e
sul pubblico. Dall'altro, ricostruire un potere democratico che ora
c'è solo in apparenza. Il popolo può solo scegliere i suoi capi,
incensarli e consumarli rapidamente. Una finta democrazia in cui il popolo
può applaudire o tirare le monetine quando si stanca.
Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
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