giovedì 29 novembre 2018

«No alle destre, ma lontani dal centrosinistra» Dopo una vita nella Fiom Giorgio Cremaschi è passato alla politica e ha aderito a Potere al popolo


Unione Sarda

«No alle destre, ma lontani dal centrosinistra»
Dopo una vita nella Fiom Giorgio Cremaschi è passato alla politica e ha aderito a Potere al popolo

Un socialismo reale, per restituire dignità a quelle idee di giustizia ed equità che nessuno più associa alla parola sinistra. Giorgio Cremaschi, dopo una vita nel sindacato, ha trovato in Potere al Popolo la sua casa politica. In dote porta passione, esperienza e una spiccata autoironia, come quando si definisce il nonno del nuovo soggetto, di cui è portavoce con la giovane Viola Garofalo.

Venerdì e sabato sarà in Sardegna (terra dei parenti della moglie e delle sue vacanze nel Sinis): interverrà in via Doberdò a una conferenza su Karl Marx e, il giorno dopo, a due iniziative del partito. Sulle Regionali precisa: «Non siamo un'organizzazione verticistica, per l'Isola decideranno i nostri iscritti nel territorio. In generale, non ci identifichiamo con nessuno schieramento in campo. Siamo contro il centrodestra, ma da posizione totalmente diversa dal centrosinistra, che è la causa del trionfo di Salvini».

Come vede la candidatura di Massimo Zedda? «Non lo conosco. Ma vale lo stesso principio, non possiamo identificarci con lui o il vecchio centrosinistra riciclato. Come la favola “I vestiti nuovi dell'imperatore”: non basta un finto cambio d'abiti, il Re è nudo. Il ceto politico che ha combinato questo disastro cerca il leader più presentabile per continuare a fare ciò che ha fatto finora. Con noi non attacca».

Che fine ha fatto la sinistra? «Il 36% di Salvini è figlio diretto del 40% di Renzi di qualche anno fa. Noi siamo contro il governo gialloverde, ma tutto nasce da 20 anni di politiche economiche e sociali di destra del centrosinistra. Alla fine gli italiani hanno preferito gli originali».

Giallo, verde, sempre meno rosso in questa stagione. La politica è come la moda? «Sinistra è un termine molto logorato e oggi ha cambiato significato. C'è stato un ribaltamento delle parole: “riforma” negli anni '70 significava uguaglianza sociale e diritti, oggi tagli alla spesa pubblica, flessibilità nel lavoro. Essere di sinistra ha assunto un significato negativo in Italia. Nonostante in passato, a prescindere dalle opinioni, la sinistra fosse considerata una delle leve fondamentali per il miglioramento della vita delle persone più povere».

Spesso l'opinione pubblica identifica la sinistra e i comunisti con Renzi e il Pd. Perché? «Per due ragioni convergenti. Salvini sta riorganizzando la destra con un'ideologia ancora più reazionaria, e una falsificazione della realtà: l'italiano medio ritiene che da 30 anni governi la sinistra, in realtà hanno governato a metà centrodestra e centrosinistra. Il fallimento della sinistra renziana fa credere che tutto il male viene da ciò che è stato fatto dalla sinistra. E questo fa rialzare la testa anche ai fascisti».

Cosa significa, in pratica, Potere al popolo? «Da un lato giustizia sociale, uguaglianza, mettere in discussione un sistema dominato dal privato, dal mercato e dalla competitività, con uno basato sui beni comuni e sul pubblico. Dall'altro, ricostruire un potere democratico che ora c'è solo in apparenza. Il popolo può solo scegliere i suoi capi, incensarli e consumarli rapidamente. Una finta democrazia in cui il popolo può applaudire o tirare le monetine quando si stanca.
 
Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca


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