lunedì 3 dicembre 2018

11 Dicembre, L'avvoltoio. Regia Cesar Brie


Sardegna Teatro, Cagliari
Martedì 11 Dicembre 2018, dalle ore 21:00 alle ore 22:15
Sardegna teatro

Un'inchiesta sui poligoni militari in Sardegna e sulle ragioni di chi manifesta contro di essi

L'AVVOLTOIO
Testo e indagine di Anna Rita Signore
Regia Cesar Brie
Assistente alla regia: Anna Rita Signore
Con Emilia AgnesaAgnese FoisDaniel DwerryhouseValentino ManniasMarta Proietti Orzella, Luca Spanu, Luigi Tontoranelli
Musica: Luca Spanu
Costumi: Adriana Geraldo
Scene: Sabrina Cuccu
Luci: Loïc François Hamelin
Tecnico di compagnia: Vito Settanni
produzione Sardegna teatro

«Un ringraziamento particolare al Procuratore Domenico Fiordalisi e al suo lavoro ostinato, difficile, scomodo. Senza la sua inchiesta sui veleni del Poligono, L’Avvoltoio non sarebbe nato.»

"Premio Franco Enriquez 2018" per una comunicazione e un'arte di impegno sociale e civile"
"Premio alla drammaturgia" conferito a L'Avvoltoio dalla SIAD-Società Italiana Autori Drammatici: «Premio speciale Claudia Poggiani, all’interno del Premio Calcante 2014»

Note sul lavoro

«Dentro l‘Italia c’è una grande terra isolata, con poca gente e poche città. Ettari e ettari, quasi spopolati, abitati da gente tenace, ma incapace di realizzare iniziative comuni. Mangime per politici».

Questo sprezzante stigma della CIA sulla Sardegna scoperchia la scena de L’Avvoltoio, regia di César Brie e produzione Sardegna Teatro, che prende le mosse dal testo di Anna Rita Signore, - «Premio speciale Claudia Poggiani alla Drammaturgia», all’interno del Premio Calcante 2014 - nato a partire dalla sua indagine documentaria.

Il focus è sul più grande poligono militare d’Europa in Sardegna; il testo procede come un’inchiesta giornalistica che condensa dati di biografia personale e collettiva; lo spettacolo assurge a opera poetica in cui le azioni sono cucite insieme nella trama della commedia umana.

Se lo scopo della medicina è la salute, lo scopo del teatro è la felicità – dice Aristotele - e César Brie, mentre sovrappone un contenuto di denuncia, ossia fatti di un’attualità stringente – tuttora irrisolti – a una regia puntuale, in cui le differenti personalità attorali compongono una polifonia corale, punta lo sguardo sulle capacità precipue del teatro di farsi luogo di poesia e coscienza, lotta e incanto.

In una scena in cui ciascun oggetto ha una pregnanza evocativa, come dalla lezione kantoriana, i protagonisti titillano una crudeltà che schiude alla pietà e, dirigendo le fila di una danza macabra, rovistano tra le macerie dei disastri dell’umano sull’umano, cercandovi una traccia di sacralità universale.

L’avvoltoio è un’allegoria visiva, inscena un’intimità che ha peso sociale perché, demolendo gli idoli, scava nella facoltà di fare il bene.

Teatro Massimo
11/20/21/22 dicembre ore 21
15/23 dicembre ore 19
16 dicembre ore 17

info@sardegnateatro.it | 800609162
http://www.sardegnateatro.it/spettacolo/l%E2%80%99avvoltoio


Solinas - «Alle Regionali vinceremo Noi ascoltiamo il popolo». Il candidato governatore del centrodestra punta sull'alleanza con la Lega: «Siamo federalisti. Priorità al turismo e ai trasporti per far ripartire l'isola»




di Luca Rojch
SASSARI

Sereno, quasi sornione. Christian Solinas non ha paura della vertigine del comando. Il candidato governatore per il centrodestra sembra avere già le idee chiare. Parla da leader senza timore di prendere posizioni nette. Non ha paura di definire il nuovo Psd'Az un partito populista. Vede una grande identità di ideali e valori tra sardisti e Lega. Ha un'idea di sviluppo economico che passa dal turismo e che funzionerà da antidoto anche contro lo spopolamento.

E si fa trasportare dall'onda anti commissione Ue quando parla di un modello di continuità territoriale molto lontano dalle prescrizioni di Bruxelles. Solinas è già salito sul ring della campagna elettorale. Senatore 30 anni dopo Mario Melis potrebbe diventare Presidente della giunta regionale un sardista, che effetto le fa? «Ha un valore simbolico enorme per i sardisti e per i sardi. È il compimento del progetto politico che i reduci della Brigata Sassari avevano elaborato al rientro dalla prima guerra mondiale.  Quest'anno cadono i 100 anni e credo che non ci sia modo migliore per celebrarli. Dobbiamo rendere concreto il desiderio di governare la Sardegna come riscatto sociale e culturale che questi uomini avevano. Desiderio che è di grande attualità».

Nella sua coalizione c'è ancora chi va alla ricerca di altri candidati governatore. «Noi guardiamo principalmente alle cose da fare per i sardi. Siamo concentrati su questi temi e intorno alle cose concrete si costruirà il consenso sulla persona. In testa alle priorità abbiamo i bisogni della gente. Del resto non mi interesso».

Qualcuno la accusa di avere stravolto l'identità del Psd'Az, di averlo portato a destra in un abbraccio innaturale con la Lega. «Non è così. Questa linea politica ha avuto l'obiettivo di ripristinare l'identità del partito. Ha cancellato alcune mistificazioni che in passato c'erano state. Il Psd'Az nasce federalista, con un'idea di libertà di fondo che si trova anche nello statuto della Lega. Per noi il Carroccio è un partner politico e culturale naturale. Se si legge lo statuto della Lega si scopre che per larga parte è la trascrizione di quello del Psd'Az. Ci sono valori condivisi e sovrapponibili. E non sono io a dirlo, ma la storia. La prima volta che Umberto Bossi venne eletto e che la Lega comparì in parlamento durante la prima repubblica gli venne data una stanza da dividere con il senatore del Psd'Az Carlo Sanna. Il nostro parlamentare diede a Bossi copia dello statuto e altri documenti che parlavano di federalismo e autonomia. Bossi strutturò la Lega di allora proprio sulla base di quei testi. E in tutti questi decenni i contatti sono stati continui e strettissimi, a partire da Miglio e tanti altri leghisti. Convergenze che non diedero mai vita ad accordi organici. In passato proprio l'accordo di Mario Melis con i comunisti portò a un'enorme perdita di consensi del Psd'Az e alla mancata attuazione di temi chiave del sardismo».

Ma la Lega di oggi forse è qualcosa di diverso. È per esempio un partito populista. Lei si rispecchia nelle posizioni populiste? «Ci si deve mettere d'accordo su cosa si intende con la parola populismo. Se significa interpretare con azioni politiche le esigenze e le sensibilità dei cittadini e dare risposte alle loro esigenze quotidiane allora siamo populisti. Io credo che uno dei problemi maggiori della politica di questi anni sia stato imporre alla gente una agenda politica che marciava su binari diversi rispetto alle reali esigenze del popolo. La gente chiedeva lavoro e sicurezza e possibilità di non fare migrare i propri figli, ma farli restare in Sardegna. L'agenda politica va connotata in modo diverso senza più preoccuparsi di temi come i vincoli dell'Europa e lo ius soli. I temi da affrontare sono altri. E più in generale non si può governare a dispetto dei sardi. La politica deve avere la sensibilità di comprendere i bisogni della gente e tradurli in azione pratica».

Ma perché non siete riusciti a mettere insieme tutto l'universo indipendentista? «Beh nella nostra coalizione ci sono Fortza Paris, Unione dei Sardi e i Riformatori sardi. Sono presenti le istanze di matrice identitaria. Credo che sia più una questione di temi. Fino a quando non si troverà la capacità di anteporre gli interessi dei sardi e le loro battaglie autonomiste rispetto alle divisioni di destra e sinistra la gente continuerà a dividersi. Ma questi sono schemi che non ci appartengono».

Farete una lista unica con la Lega? «Con la Lega abbiamo una condivisione ampia. Ora valutiamo quale sia l'assetto migliore per dare più forza alla coalizione e per rappresentare valori e ideali»

Ci sarà anche una Lista presidente. «Abbiamo tante persone in questo momento che mi chiedono di potere mettersi in gioco con noi. Questo mi onora. Mi chiedono di fare una lista del presidente in cui possano confluire. Ne faranno parte esponenti della società civile, politici, professionisti, uomini di cultura».

Cosa farà nei primi 100 giorni da governatore? «Questo dei 100 giorni è un po' un tormentone. Dal primo giorno il massimo impegno sarà rivolto a restituire ai sardi il senso di una visione del governo della Sardegna. Agiremo da subito sulla sanità. Basta alle liste d'attesa, basta parametri calati dall'alto. Serve una vera continuità territoriale, la zona franca e poi la riscrittura dello Statuto sardo che dia strumenti di autogoverno nuovi ed efficienti. Serve una legge che difenda e valorizzi la lingua sarda e voglio la regionalizzazione delle soprintendenze».

Ma a quali modelli di sviluppo pensa? «Credo si debba pensare alla cultura e al turismo che può creare. Dobbiamo mettere a sistema gli 8mila nuraghi, i tesori di Monte Prama, Monte D'Accoddi, i pozzi sacri. E con loro anche i beni materiali e immateriali come il canto a tenore o la immensa ricchezza dell'agroalimentare. In questo modo si crea una destinazione Sardegna e si può accrescere il numero di visitatori. Dobbiamo importare turisti, consumatori del nostro ben vivere per rilanciare la filiera produttiva con la nostra regia. C'è un dato importante che arriva dalla Organizzazione mondiale del turismo. Dice che nel 2020 ci saranno 2 miliardi di turisti, la metà di loro è in Europa. La Sardegna è a due ore e mezzo di aereo dalla maggiori capitali europee. Ecco che diventiamo centrali. Dobbiamo superare la stagionalità e puntare su cultura ed enogastronomia. Dobbiamo superare il turismo dei non luoghi. Degli hotel a 7 stelle sparsi nel mondo, tutti bellissimi, ma tutti uguali. Dobbiamo vendere la nostra unicità. Questa diventerà la ricetta contro l'emigrazione e lo spopolamento. I nostri paesi dell'interno diventeranno il nostro punto di forza e non più un anello debole».

Resta il nodo dei trasporti. «Dobbiamo ripensare la continuità territoriale. Per prima cosa quella interna. Servono più treni e più pullman, collegamenti migliori con i paesi e riduzione dei tempi di percorrenza».

E su quella aerea? «È evidente l'emergenza. Il modello che polarizza tutto su Roma e Milano non funziona. Congestiona il traffico. È necessaria una continuità territoriale anche con altre città medie dell'Italia come Bologna, Napoli, Torino, Firenze, Verona. Quindi più rotte e più frequenze. A questo si deve sommare il valore aggiunto delle low cost. E si deve rivitalizzare l'aeroporto di Alghero. È l'esempio del fallimento delle politiche trasportistiche della Regione. Uno scalo con flussi importanti che è stato desertificato. A questo si deve aggiungere una nuova valutazione per l'aeroporto di Tortolì, che con il porto di Arbatax funzionano da porta dell'Ogliastra. Sono stati abbandonati. È un errore».

Resta la continuità marittima. «La Regione deve rivendicare la sua competenza di decidere sulla continuità marittima. Gli deve essere data dallo Stato per dare certezza ai passeggeri e alle merci. Le navi sono le nostre autostrade, il traffico merci deve essere pensato a lungo termine. Ecco perché risorse e strategie devono essere nelle mani della Sardegna. Si deve conservare la concorrenza, ma non si può dimenticare che in determinati periodi dell'anno è antieconomico far viaggiare le navi. Ecco perché il sistema di continuità deve essere studiato a fondo per mantenere la garanzia del servizio pubblico».

Chi sarà il vostro avversario principale i 5 Stelle, il centrosinistra, o il Partito dei sardi? «In verità non ci occuperemo degli altri candidati. Noi stiamo tra la gente ascoltiamo i loro bisogni e sentiamo le loro aspettative. Faremo le nostre proposte e saranno i sardi a decidere».

I sondaggi danno Lega e Psd'Az insieme oltre il 20 per cento. «Non guardo i sondaggi. L'unico sondaggio che vedo è quello della gente che mi ferma per strada. Le persone che incontro mi fanno capire che c'è tanta condivisione per il nostro progetto».

Ma se dovesse perdere le elezioni resterà al senato o farà il consigliere regionale di opposizione? Non mi pongo questo problema. Vinceremo noi».

Il perimetro della coalizione è delineato o c'è spazio per altre forze? «Il perimetro è stato determinato al tavolo a cui non ho partecipato. Credo che la coalizione abbia una maturità sufficiente per creare programmi condivisi».

Come sono i rapporti con Forza Italia? «Sono di cordialità».

Cosa pensa di Massimo Zedda? «Conosco Massimo Zedda da ragazzo, siamo anche coetanei».

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Federico Marini
skype: federico1970ca


sabato 1 dicembre 2018

Un sistema in cui è difficile non sporcarsi le mani. Di Maurizio Onnis.




Un sindaco ha come primo comandamento il bene del suo paese, che spesso deve cercare anche a scapito delle convinzioni personali. Intendo dire che è difficile stare dentro il sistema senza sporcarsi, perché il sistema si regge ancora in buona parte su parentele, conoscenze, amici degli amici, appoggi e favori.

Proprio perciò le prossime settimane diranno con precisione, a chi sa valutare, di quale stoffa sono fatti i primi cittadini. La tentazione di accaparrarsi i candidati presidenti per un pranzo, un’inaugurazione, la visita a un rudere da ristrutturare, è fortissima. È la base della relazione individuale che poi permetterà, al momento giusto, di saltare la fila a Cagliari.

La tentazione di stringere legami interessati con i colonnelli dei candidati presidenti e con i papabili al consiglio regionale è ancora più forte.  Si spera di scommettere sul cavallo vincente e di trovare un protettore capace per il territorio. Ovviamente, un protettore che s’impegna a dare, dopo, solo se prima riceve voti.

Siccome la realtà è sfumata e scegliere è doloroso, non mi sento di condannare a priori. Però che questa sistema non ci ha resi più ricchi e felici bisogna dirlo. Che questo sistema va rovesciato se vogliamo diventare adulti, anche. E che bisogna resistere, pure. Resistere, con grazia, ma resistere. L’indipendenza nostra e delle nostre comunità comincia da qua.

Di Maurizio Onnis

05 Dicembre. Sardegna: sguardi e passaggi dell'Autonomia speciale



Mercoledì 05 Dicembre 2018 dalle ore 10:00 alle ore 13:00
Cineteatro Nanni Loy
Regione Autonoma della Sardegna
Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari

SARDEGNA: SGUARDI E PASSAGGI DELL’AUTONOMIA SPECIALE
Un film ritrovato che racconta i primi trent’anni dell’Autonomia

Mercoledì 5 dicembre 2018, ore 10
Cineteatro Nanni Loy - Ersu, Via Trentino 15 - Cagliari

Saluti:
Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari
Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna
Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale della Sardegna
Alberto Jannuzzelli, Presidente della Società Umanitaria
Giuseppe Dessena, assessore regionale alla Cultura

Proiezione del film

AUTONOMIA TRENTANNI (1978)
di Silvano Reina, Manlio Brigaglia, Sergio Atzeni, Guido Costa
presentazione del film e del primo restauro digitale della Cineteca Sarda
a cura di Luca Portas e Cristina Secci
Introduzione di Antonello Zanda

Il significato dell’Autonomia oggi

Interventi:

Pietrino Soddu
Presidente della Regione nel 1978

Luca Lecis, professore associato di Storia contemporanea (Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio, Unica):
IL DIBATTITO AUTONOMISTICO E LA NASCITA DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

Salvatore Cubeddu, sociologo, direttore della Fondazione Sardinia:
LA CRISI DELLA PRIMA AUTONOMIA

Gianluca Scroccu, ricercatore di Storia contemporanea (Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio, Unica):
LE SINISTRE TRA PRIMA E SECONDA RINASCITA

Davide Costa e Luciano Uras
RICORDO DI GUIDO COSTA

Proiezione del film - edizione restaurata


La conquista della nostra Autonomia settant'anni fa ha consentito di esprimere e rappresentare le istanze dei sardi e dar voce alle specificità che ne sono emerse nella sua storia. Dopo secoli di dominazioni, la nascita dell’autonomia è stata accolta come non come un traguardo raggiunto, ma come una tappa di un percorso ancora carico di aspettative e speranze.

I passaggi sono stati sottolineati e discussi in diversi momenti di questo percorso e lo stesso sguardo analitico dei sardi nei confronti della propria storia autonomistica ha conosciuto consapevolezze diverse. Il convegno “Sardegna: sguardi e passaggi dell’autonomia speciale” si inserisce nell’ambito del dibattito che si è sviluppato nella ricorrenza del 70° anniversario dell’entrata in vigore , dell’Autonomia e muove dall’occasione del ritrovamento, questo maggio 2018, di un filmato del 1978 che racconta il 30° anniversario dell’Autonomia.

Il documentario, intitolato “Autonomia trentanni”, riunisce filmati d’archivio e interviste ai rappresentanti delle istituzioni e del mondo politico e sindacale degli anni Settanta, tra i quali Pietrino Soddu, Andrea Raggio, Efisio Corrias, Sebastiano Dessanay. Giannetto Lai e Villio Atzori.

Il film, realizzato in pellicola 35mm, appartiene al Fondo nominale Guido Costa, che aveva realizzato il documentario con la collaborazione, per quanto riguarda il testo di commento, di Manlio Brigaglia, Sergio Atzeni e Silvano Reina. Il 5 dicembre si vuole ricordare l’autonomia della Regione con la presentazione del film, restaurato digitalmente dalla Cineteca Sarda.


NOTE SUL RESTAURO IN 4K:

La pellicola, un positivo 35mm fortemente virato in rosso e affetto da sindrome acetica, è stata depositata dagli eredi di Guido Costa presso la Cineteca Sarda, la quale si è occupata nei suoi laboratori di ogni singola fase del restauro.

Dopo una prima ispezione del supporto, si è passati al suo recupero fisico tramite lavatura a secco, resa possibile da un particolare macchinario sviluppato in collaborazione con la C.I.R. di Roma, e alla sua scansione in 4K. Successivamente la color correction ha permesso di recuperare il colore ormai completamente degradato e ha poi consentito il restauro digitale finale, tramite l’utilizzo del software di ultima generazione e leader nel settore, il Diamant-Film Restoration.

In quest’ultima fase macchie, polvere e graffiature presenti nella pellicola sono state completamente rimosse, avendo sempre riguardo dell’aspetto filologico del film, trattandosi di un documentario composto da interviste inedite ma contemporanee alla realizzazione del film, risalente al 1978, e da vari filmati d’archivio in bianco e nero.

Il lavoro, che ha impegnato la Cineteca Sarda per quasi un anno, ha permesso il recupero totale del film, unica copia ormai esistente e di cui non si aveva alcuna notizia, almeno fino a oggi.


Rosa Parks e la lotta per i diritti i civili nell’America segregazionista. Di Vincenzo Maria D’Ascanio.



“Rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future”. Martin Luther King, parlando del gesto compiuto da Rosa Parks)

(01 Dicembre 1955) A Montgomery, in Alabama, l’afroamericana Rosa Parks (Tuskegee 1913-Detroit 2005) si rifiuta di cedere il posto sull'autobus ad un uomo bianco. Rosa e’ arrestata e condannata per aver violato le leggi di segregazione razziale della città. Il gesto della donna innesca un boicottaggio dei mezzi pubblici che dura ben 381 giorni. La protesta, guidata da Martin Luther King, porta la Corte Suprema ad abolire le discriminazioni sugli autobus. 

Rosa Parks e’ considerata la madre del movimento dei diritti civili americani, un simolo, per tutte le generazioni presenti e future. Nella sua biografia scriverà: "Molti dissero che quel giorno non mi alzai perchè ero stanca. Ma non è vero. Ero invece stanca di cedere."

Negli Stati Uniti (sopratutto in quelli del sud) la segregazione razziale era un sistema rigido, che costringeva i neri separati dai bianchi in qualsiasi luogo pubblico, anche sui mezzi di trasporto. Relegava i neri in scuole di livello inferiore, li escludeva da molte occupazioni e prevedeva salari più bassi.

 Soprattutto ogni Stato federale elaborava stratagemmi legali per impedire ai neri di registrarsi per votare. La situazione era di certo assai più grave al Sud, dove la schiavitù dei neri era stata il pilastro portante di un’economia prevalentemente fondata sull’agricoltura (ed in particolare sulle piantagioni). Dopo la guerra civile, con la vittoria del nord abolizionista, la schiavitù fu abolita, ma so negli anni ’70 del ventesimo secolo fu estirpata dalla cultura nord americana (anche se alcuni retaggi, restano tutt’oggi).

Furono le cosiddette leggi Jim Crow dei singoli stati – emanate tra il 1876 e il 1965 – a creare di fatto una spregevole segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno posizione di “separati ma uguali” per i neri americani e per i membri di alcuni gruppi razziali diversi dai bianchi. Anche nell’esercito venne applicata la segregazione razziale, che fu dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema nel 1954, con la sentenza Brown v. Board of Education. Ma le leggi Jim Crow furono abrogate soltanto dal Civil Rights Act del 1964 e dal Voting Rights Act del 1965

Il 5 dicembre, giorno del processo, in un’affollata assemblea tenuta in una chiesa, fu Martin Luther King (nobel per la pace) a sottolineare la reputazione di buona cittadina di Rosa Parks). Una rispettabilità inattaccabile, quella più compatibile con la definizione della femminilità nel dopoguerra, in cui la maggior parte degli afroamericani tentavano di aderire ai valori della società dominante per ritagliarsi uno spazio personale e professionale anche nel mondo segregato del sud (questa linea politica era allora osteggiata da Malcom x, che non chiedeva l'integrazione come il pastore protestante M.L. King, per aderire a posizioni oltranziste e di contrapposizione violenta allo status quo. Le posizioni di Malcom x chiedevano la separazione di neri e bianchi, sino a quando i neri d’America non sarebbero potuti ritornare nella loro patria, ovvero l’Africa)

Sebbene non fosse una leader del movimento per i diritti civili, la figura di Rosa Parks divenne un simbolo importantissimo per gli attivisti e, di conseguenza, fu mal vista dagli ambienti segregazionisti bianchi contrari alla protesta nera. Ricevette numerose minacce di morte e, non riuscendo più a trovare lavoro, decise di trasferirsi a Detroit, nel Michigan, all'inizio degli anni sessanta, dove ricominciò a lavorare come sarta. 

Successivamente, dal 1965 al 1988 fu assunta come segretaria per il membro del Congresso John Conyers. Nel febbraio del 1987 Parks fondò il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Developmentinsieme a Elaine Eason Steele in onore del marito Raymond Parks. Nel 1999 ottenne la Medaglia d'oro del Congresso. Morì a Detroit per cause naturali il 24 ottobre 2005, all'età di 92 anni.

Vincenzo Maria D’Ascanio


Zedda tesse l'alleanza: primi sì dai Rossomori. Il gruppo di Cagliari si schiera col sindaco. Oggi il Pd si riunisce a Tramatza. Dialogo Progres-Unidos.


La Nuova

Zedda tesse l'alleanza: primi sì dai Rossomori.
Il gruppo di Cagliari si schiera col sindaco. Oggi il Pd si riunisce a
Tramatza. Dialogo Progres-Unidos.

SASSARI.

Massimo Zedda continua a tessere la sua tela. Il sindaco di Cagliari porta avanti una serie di negoziati per allargare l'alleanza dei progressisti. Dalla sua ha già diversi partiti, movimenti, tanti sindaci, ma è consapevole che per essere competitivo ha bisogno della coalizione più ampia possibile. Sottotraccia Zedda porta avanti il dialogo con il Partito dei sardi, ma anche con Autodeterminatzione.

Dove il partito leader sono i Rossomori, che però a Cagliari fanno parte della maggioranza di Zedda. E infatti proprio dai Rossomori cagliaritani ieri è arrivato il primo endorsement a favore del sindaco.

Come racconta Sardiniapost, il consigliere comunale Filippo Petrucci ha dichiarato che alle regionali non sosterrà Andrea Murgia, candidato di Autodeterminatzione, ma appunto Zedda. Anzi, l'auspicio suo e del suo gruppo è che tra le due coalizioni possano trovare una convergenza per battere la destra e i 5 stelle.

Pd. Oggi alle 9.30 a Tramatza si svolgerà una conferenza programmatica sotto la guida del segretario Emanuele Cani. L'obiettivo è raccogliere materiale per la realizzazione del programma di governo attraverso una campagna di ascolto a cui Cani ha dato avvio quando si è insediato al timone del partito. Sarà presente il governatore Francesco Pigliaru, mentre difficilmente potrà esserci Zedda.

Indipendentisti. Continua il percorso politico di Progres - Progetu Repùblica de Sardigna verso la costruzione della Convergenza Nazionale. Proprio con questo obiettivo in questi giorni c'è stato un incontro tra il leader di Unidos Mauro Pili e una delegazione di Progres.

«Nell'incontro - si legge in una nota - si è discusso dello scenario politico sardo alquanto avvilente per chi si impegna per difendere i diritti dei sardi e per affermare il benessere della nostra Nazione. Il progetto di una seria alternativa di governo per la Nazione sarda dovrebbe esprimere un candidato e una coalizione non solo sardi ma che non abbiano paura di rilanciare la vera sfida politica per il futuro prossimo della Sardegna: l'allargamento degli spazi di sovranità e il graduale affrancamento dallo Stato italiano».(al.pi.)


#FacciamociSentire. Testimonianze importanti. Di Sara Giada Gerini.

#FacciamociSentire è farsi sentire spesso, non avere paura dei giudizi nonostante molti non comprendano situazioni di disagi e I social di oggi sono uno strumento importante per unire le forze, per incoraggiare, per far si che la sordità diventi una condizione meno grave di quello che si pensa. Una situazione da affrontare con serenità, i giusti mezzi, le parole giuste.

Spesso invece arrivano frasi come pugnalate, medici con poco tatto, diagnosi come questa: "Vostra figlia è sorda da entrambe le orecchie NON al 100% MA comunque DEVE essere protesizzata immediatamente affinché possa NON perdere nulla del linguaggio"

Traduzione: Non è messa tanto male ma senza protesi diventa muta.
E' evidente che serve umanità quando si vuole comunicare una diagnosi cosi seria.

"Un impatto devastante" , racconta Valeria N Genova
Bastava un più umano: "Sua figlia, ha un deficit uditivo, con le protesi acustiche la bambina può sentire e insieme fare un percorso di logopedia per la riabilitazione al linguaggio, andrà bene. Le soluzioni sono tante. Stia serena." Qui cambia molto... ci sono modi e modi.

Se non fosse per la resilienza e la forza di questa donna coraggiosa, lei non sarebbe qui a raccontare la sua sofferenza di mamma che mette in discussione anche se stessa.

Perché se non accetti tua figlia non accetti te stessa.

La perfezione sta dentro di noi... fuori dobbiamo costruirla...dopo la sofferenza c'è la felicità. "La felicità è un percorso non un obiettivo" ha detto qualcuno e la storia di Valeria é un percorso di felicità finalizzato all' amore.

Insieme 
#FacciamociSentire sempre

Di Sara Giada Gerini