sabato 31 dicembre 2016

La storia di Mireille. Una storia di speranza. Di Marco Furfaro.

Mireille ha 33 anni, viene dal Congo, è una rifugiata politica, ma non ha ancora una casa né lavoro. La sua bimba, Diana Lucia, ha compiuto 3 anni due giorni prima della notte di Natale. Mireille è appena stata dimessa dall'ospedale dove era ricoverata, ma non riesce a trovare un letto per lei e la bimba.

Gira i centri per stranieri e i conventi, chiama i servizi sociali del comune di Roma. Nessuno ha un posto letto. Si arrende. Fa freddo, la temperatura è vicina allo zero. Avvolge la piccola e si sdraia sotto al colonnato di San Pietro provando a riposare. Le vedono alcune suore. Chiamano i carabinieri. Arrivano due giovani ragazzi del sud di stanza a Roma: Andrea, napoletano, e Salvatore, brindisino.

La piccola è molta infreddolita, così le fanno salire sulla gazzella e cercano un posto letto. Non lo trovano. Decidono di portarle in albergo. «La signora è nostra ospite». Andrea e Salvatore pagano di tasca loro una camera matrimoniale per Mireille e Lucia. Poi corrono fuori a comprare pannolini, latte in polvere, biscotti da sbriciolare nel biberon, un ovetto di cioccolata e una cena per la mamma.

Mireille si commuove. «Grazie, questo è il regalo di compleanno più bello che mia figlia poteva ricevere. Gli angeli esistono e siete voi». «Abbiamo fatto solo il nostro dovere, signora». Spero che il nostro dovere, per l'anno che verrà, sarà avere la stessa cura verso gli altri che hanno avuto questi due ragazzi. I migliori auspici di uno splendido 2017 volevo darveli con questa storia. Perché la cosa più bella che possiamo augurarci è che torni a vincere la speranza. Buon anno nuovo a tutte e tutti.

Di Marco Furfaro

Portavoce nazionale “Laicità e diritti.”

Il destino è solo nelle nostre mani. di Pier Franco Devias

Se ne va un anno molto importante. Un anno che ha segnato, dopo un lungo periodo di lavoro, la nascita di Libe.r.u., il partito della sinistra indipendentista. Un partito che basa i valori della lotta di liberazione nazionale sulla difesa dei diritti dei lavoratori e di chi il lavoro lo cerca, sulla lotta contro le discriminazioni etniche, razziali, di genere e orientamento sessuale, sul rispetto dell'ambiente, sul diritto di tutti ad avere una casa dignitosa, una mobilità al passo coi tempi, un’istruzione e una sanità adeguata e gratuita, nella consapevolezza che non ci basti costruire solo un nuovo Stato: vogliamo una Repubblica di cittadini liberi, rispettati e uguali.

Tanta è ancora la strada da fare e siamo ancora all'inizio, ma è grande la nostra determinazione e la nostra volontà di costruire un futuro prospero e dignitoso per la nostra Sardigna martoriata, impoverita, colonizzata, spopolata, inquinata, ingannata.

Portiamo alta la nostra bandiera camminando sulle macerie di questo disastro, con i giovani che vanno via, con gli anziani che concludono la loro esistenza nella disperazione e nella solitudine, con i paesi abbandonati, con la miseria, col crollo delle nascite, col boom dei tumori.

Quella che un tempo fu la culla di grandiose civiltà oggi è ridotta a campo di tiro per gli eserciti dell’Impero, discarica e inceneritore di rifiuti altrui, mercato di strada per speculatori e mafiosi di tutto il mondo, importatrice di cibo ed esportatrice di affamati…

Possiamo forse lasciare che il destino di questa nostra amata terra sia nelle mani di professori servizievoli ed obbedienti anche ai più umilianti comandi stranieri? Possiamo pensare che l’alternativa possa venire da un’opposizione il cui massimo rappresentante è un tizio che passa il tempo a farsi selfie, esibendo i muscoletti come un adolescente spiritoso? Il nostro destino è solo nelle nostre mani. Solo noi possiamo salvare il nostro Paese, nessun altro. Perciò auguro a tutti i patrioti e a tutto il popolo sardo che quello che sta per iniziare sia un grande anno di lotta e di riscatto. Viva la lotta d’indipendenza! Lunga vita Patrioti”


Di Pier Franco Devias

venerdì 30 dicembre 2016

Convention Social Cosplay Befana Day



Venerdì 06 Gennaio 2017 dalle ore 0:30 alle ore 3:30
Parco San Michele, Via Giovanni Cinquini, Cagliari.


NOTA STAMPA
Le associazioni Aloe Felice, Templari in Sardegna, L'Altra Cagliari e in collaborazione con il Castello di San Michele, organizzano il 6 gennaio 2017, nel parco e castillo di San Miguel, la
“2a CONVENTION COSPLAY BEFANA DAY" dalle ore 9.30 alle ore 12.30.
La rievocazione culturale tematica, vedrà i partecipanti vestiti con abiti inerenti la befana, la megera, la bruxia, la strega, le janas, la stria, la bambina senza testa, la donna attraverso i secoli, nonchè rendere il giusto riconoscimento e vestirsi con gli abiti della castellana Violante Carroz.

Siete i benvenuti a ripercorrere con i vostri abiti e costumi, la saga e l’epopea filmica del " SIGNORE DEGLI ANELLI".
Indossate un costume di Frodo, di elfo, di bruxio, del mago Gandalf, di Golum, del maghetto, del confratello nero, dell'appestato, del monatto, de su buginu, il boia, il fantasma.

I figuranti, guidati dal "Gran Maestro" Costantino Mazzanobile, per la gioia di bimbi e famiglie, sfileranno nel parco del castello fino ad arrivare al mitico e tetro castello di Donna Violante Carroz, la Sanguinaria. Si evocheranno le gesta della Sanguinaria, i morti, i folli, i ristretti della peste nera. Poi, fuori del maniero, fumigazione degli astanti, con il tizzone del buon auspicio... e contro il malocchio, la cughurra nera. Poi sfilata dei cosplayer, lungo i viali del parco....Siete i benvenutiiiieee, in particolare i bimbi e le famiglie.
Tichet castello di San Michele: 2 euro, da i sette anni in poi.

RADUNO ALLE ORE 9.30, ALL’INGRESSO del parco di via Cinquini. Poi condivisione all'anfiteatro del parco. Alle ore 10.15, sfilata dei cosplayer al castello. Poi sfilata per i viali, del castello-


FINE EVENTO ALLE ORE 12.30.
INFO: 340.360.23.65 - redazioneap@gmail.com – fb: associazione aloe felice
Ringraziandovi, vi porgo cordiali

Youtg.net intervista a Cristiano Scardella a 31 dalla morte del fratello Aldo accusato ingiustamente di omicidio









Studente universitario della Facoltà di Economia e Commercio di Cagliari,[3] fu arrestato il 29 dicembre 1985, alcuni giorni dopo essere stato interrogato in merito ad un caso di omicidio verificatosi la sera del 23 dicembre precedente nell'esercizio commerciale Bevimarket, supermercato specializzato nella vendita di bibite di proprietà di Giovanni Battista Pinna; l'imprenditore era rimasto ucciso all'interno del suo negozio durante le operazioni di chiusura della cassa da alcuni colpi di arma da fuoco esplosi da due o tre rapinatori che, coperti da tre passamontagna, fuggirono proprio in direzione di una strada che poteva portare nella via dove abitava Scardella (in realtà quella strada poteva portare anche in altre zone), Aldo Scardella fu indagato poiché uno dei passamontagna utilizzati durante la rapina fu trovato in un giardino condominiale a due palazzi in cui abitava


Lo studente fu arrestato nonostante l'esito negativo di una perquisizione avvenuta all'alba del 26 dicembre 1985, giorno in cui fu anche sottoposto ad un interrogatorio. Non servì a scagionarlo nemmeno l'esito negativo della perizia sul passamontagna rinvenuto, che non fu in nessun modo associato all'accusato, né la prova del guanto di paraffina. Scardella fu così arrestato poiché "esistono sufficienti indizi di colpevolezza a carico dell’imputato per poter affermare che Aldo Scardella sia colpevole"] In realtà a parere del difensore e dei familiari vi erano solo sospetti, non indizi.


Inizialmente rinchiuso nel carcere di Buoncammino di Cagliari, nei giorni successivi fu trasferito in regime di isolamento nel carcere di Oristano; i parenti per dieci giorni furono tenuti all'oscuro della località nella quale era stato portato il ragazzo e per sette giorni gli fu impedito di nominare un legale. Durante la sua detenzione non ebbe mai la possibilità di incontrare il suo avvocato, Gianfranco Anedda, mentre i familiari poterono incontrarlo per la prima volta dopo quattro mesi, il 10 aprile 1986, quando fu trasferito nuovamente nel carcere della sua città natale.

Durante la sua permanenza all'interno della sua cella d'isolamento gli fu impedito di avere qualsiasi contatto con gli altri detenuti, o anche semplicemente di partecipare alla messa Pasquale del carcere.

Scardella fu trovato morto per impiccagione nella sua cella il 2 luglio 1986, dopo 185 giorni di prigionia dichiarandosi innocente in un biglietto: "Vi chiedo perdono, se mi trovo in questa situazione lo devo solo a me stesso, ho deciso di farla finita. Perdonatemi per i guai che ho causato. Muoio innocente."

I risultati dell'autopsia rivelarono la presenza di metadone nel corpo del defunto, nonostante le cartelle cliniche del carcere non prescrivessero alcuna terapia per lui.[5] Inoltre, nel referto autoptico fecero figurare dosaggi e quantità di una terapia metadonica inesistente. (wikipedia)

giovedì 29 dicembre 2016

Cineman! Fritz Lang, M - Il mostro di Dusseldorf


Venerdì 30 Dicembre, dalle ore 18:00 alle ore 21:00
Museo Ciusa, Piazza Santa Margherita della neve, Nuoro
Secondo appuntamento della rassegna "I misteri di un'anima - Espressionismo tedesco nel cinema", a cura di Francesco Pirisi, per il CINEMAN, piattaforma per il cinema d’autore concepita come un laboratorio permanente per la conoscenza ed il confronto. 

ORE 18: proiezione del film di Fritz Lang, "M - Il mostro di Dusseldorf", 1931, introdotto dal critico cinematografico Alessandro Stellino.  A seguire degustazione Colle Nivera, Cantina Colle Nivera.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti

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I Misteri di un'Anima - Espressionismo Tedesco nel Cinema 

La rassegna si articola in quattro proiezioni. Le prime tre sono dedicate ai classici del cinema espressionista tedesco: "Nosferatu" di Friedrich W. Murnau, "M-Il mostro di Dusseldorf" di Fritz Lang, "Il gabinetto del Dottor Caligari" di Robert Wiene, film che trasformano radicalmente l’immaginario cinematografico ripensando il set come luogo di visioni allucinate, come territorio in cui si realizzano incubi e paure e l’uomo deve fare i conti col proprio inconscio. La deformazione scenografica, l'uso di prospettive alterate, la tendenza ad attribuire tratti biomorfi all'inanimato, sono il risultato del trasferimento di moduli desunti dalla pittura, così come il forte contrasto di luce e ombra, di bianco e nero, trova fonti di riferimento nelle esperienze figurative, in particolare nel campo della grafica. Interni angusti e opprimenti, l'universo delle macchine, la strada - temi e soggetti indagati in pittura - trovano una diffusione così ampia da costituirsi quasi a 'icone' del cinema espressionista tedesco. 

La ricerca condotta a partire dai primi del Novecento da artisti come Ernst Ludwig Kirchner, Otto Müeller, Emil Nolde, Franz Marc e Alexej von Jawlensky – le cui opere sono visibili al MAN fino al 05.02.2017 - aveva infatti cambiato profondamente il modo di fare arte,influenzando anche le altre discipline, dalla letteratura al teatro alla musica e trovando una grande corrispondenza nel cinema degli albori. La realtà oggettiva non esiste più ma esiste solo il modo soggettivo e visionario con cui è percepita.


Un singolo dettaglio può corrispondere all’insieme, le gerarchie e le proporzioni non sono rispettate, i colori sono antinaturalistici. L’uomo acquista una centralità che risponde alla precisa esigenza di manifestare le proprie pulsioni interiori, liberandole dai condizionamenti della cultura di massa, affrontando i limiti dello sviluppo individuale sotto le pressioni di una società frammentata. Queste tematiche, rese nei primi film in rassegna con mezzi pioneristici, sono ancora oggi di estrema attualità. Proprio in virtù di questa consapevolezza il quarto appuntamento prevede la proiezione di un film recente che indaga gli stessi temi: "Il cigno nero" di Darren Aronofsky.

Istat: segnali di ripresa, ma in un paese nella palude della recessione.

Istat: smog e clima allarmano italiani, al Sud problema rifiuti

(AGI) - Roma, 29 dic. - Inquinamento dell'aria, cambiamenti climatici, smaltimento dei rifuti. Sono i problemi ambientali che maggiormente hanno allarmato gli italiani nel 2015, secondo quanto risulta all'Istat. Nel suo 'Annuario statistico 2016' l'istituto evidenzia che il 48,2% dei cittadini e' preoccupato per l'inquinamento; il 44,2% per il cambiamento del clima; il 43,4% per i rifiuti. Quest'ultima percentuale sale notevolmente in Campania (57,8% dei residenti) dato che qui nella 'terra dei fuochi', piu' che in altre regioni, il problema della spazzatura viene percepito come di difficile soluzione.

Nel 2015, puntualizza l'Istat, "i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono l'inquinamento dell'aria (38,0%), il traffico (37,9%), la difficolta' di parcheggio (37,2%), la sporcizia nelle strade (33,0%), la difficolta' di collegamento con i mezzi pubblici (32,9%), il rumore (31,5%) e la qualita' dell'acqua di rubinetto (29,9%)".

In ultima posizione l'irregolarita' nell'erogazione dell'acqua, che costituisce un problema solo per il 9,4% delle famiglie ma e' particolarmente sentito in Calabria e Sicilia dove e' segnalato rispettivamente dal 37,5% e dal 29,3% delle famiglie, mentre in Sardegna ritorna ai livelli del 2014 con il 13,4% delle famiglie che lamentano questo problema. Nelle Isole si registra anche la percentuale piu' alta di famiglie che dichiarano di non fidarsi della qualita' dell'acqua di rubinetto (58,6%).

I parametri meteoclimatici, rileva ancora l'Istat, rilevano che il 2015 e' stato un anno ancora piu' caldo del 2014 che gia' aveva registrato valori di temperatura record rispetto agli ultimi 50 anni. Dal punto di vista delle piogge, invece, l'anno e' stato caratterizzato da precipitazioni molto scarse, soprattutto nei mesi autunnali e invernali. (AGI)

Istat: 70% italiani si sente in buona salute, donne svantaggiate

(AGI) - Roma, 29 dic. - Sempre buono lo stato di salute percepito dalla popolazione italiana, ma le donne sono svantaggiate. La fotografia scattata dall'Annuario Statistico Italiano 2016 indica che, nell'anno che sta per concludersi, il 70,1% della popolazione ha fornito un giudizio positivo del proprio stato di salute (valore stabile rispetto a un anno prima), piu' elevato fra gli uomini (73,9%) che fra le donne (66,4%).

A parita' di eta', gia' dai 45 anni le donne appaiono svantaggiate: nella fascia di eta' 45-54 anni il 73,7% degli uomini si considera in buona salute contro il 69,1% delle coetanee, ma le differenze maggiori si hanno tra i 60 e i 64 anni (58,3% contro 49,7%) e i 75 anni e oltre (28,7% contro 20,9%). Tra le regioni italiane le situazioni migliori si rilevano a Bolzano (84,5%), Trento (78,5%) ed Emilia-Romagna (73,5%), le peggiori in Calabria (62,1%) e Sardegna (63,0%).

Sul fronte delle patologie croniche, il 39,1% dei residenti dichiara di essere affetto da almeno una fra le 15 considerate, valore in lieve aumento rispetto al 2015 (+0,8 punti percentuali). Le malattie o condizioni croniche piu' diffuse sono l'ipertensione (17,4%), l'artrosi/artrite (15,9%), le malattie allergiche (10,7%), l'osteoporosi (7,6%), la bronchite cronica e l'asma bronchiale (5,8%) e il diabete (5,3%). (AGI)

Istat:Italia sempre più vecchia,top in Ue con Germania

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - L'Italia è sempre più un Paese di anziani. Al 31 dicembre 2015 ogni 100 giovani c'erano 161,4 over65, rispetto ai 157,7 dell'anno precedente. Per quanto riguarda il confronto con gli altri Paesi europei, secondo gli ultimi dati disponibili (dicembre 2014), l'Italia era al secondo posto nel processo di invecchiamento della popolazione, preceduta solo dalla Germania. E' quanto si legge nell'Annuario dell'Istat per il 2016.

Sul territorio - informa l'Istat - è la Liguria la regione con l'indice di vecchiaia più alto (246,5 anziani ogni 100 giovani) mentre quella con il valore più basso è la Campania (117,3%) ma in entrambi i casi i valori sono in aumento rispetto all'anno precedente. Sempre in calo le nascite: nel 2016 i nati sono scesi sotto quota 500mila, a 485.780 unità. La differenza tra nascite e morti è stata pari a -161.791 unità, il che ha comportato un calo della popolazione residente che a fine 2015 si attestava a quota 60.665.551 persone. Il numero dei morti nel 2015 è cresciuto (49.207 in più rispetto all'anno precedente) e la speranza di vita, dopo anni di crescita costante, ha subito una battuta d'arresto, passando da 80,3 a 80,1 anni per gli uomini e da 85,0 a 84,7 per le donne.(ANSA).

Istat: numero Comuni sotto quota 8 mila, meno di 50 anni fa

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Il numero dei Comuni italiani è sceso sotto quota ottomila. Ad aprile 2016 erano esattamente 7.999, "un numero inferiore a quello rilevato dal censimento del 1961". E' quanto si legge nell'Annuario 2016 dell'Istat. L'istituto di statistica calcola che 7 Comuni italiani su 10 hanno una popolazione inferiore a cinquemila abitanti. "Questa frammentazione amministrativa – rileva l'Istat - è comunque in via di riduzione per effetto della politica di contenimento della spesa pubblica che sta incidendo sul numero dei Comuni".(ANSA).

Istat: cresce livello istruzione ma calano iscritti a scuola

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Continua, per il quinto anno consecutivo, il calo degli iscritti al sistema scolastico: lo rende noto l'Istat nell'Annuario Statistico Italiano 2016, dal quale emerge però anche che il livello di istruzione degli italiani è in crescita. Nell'anno scolastico 2014/2015 gli studenti iscritti nei vari corsi scolastici sono stati 8.885.802, 34.426 in meno rispetto al precedente anno; un calo che riguarda le scuole dell'infanzia (-26.845), le primarie (-6.575) e le secondarie di primo grado (-22.037), mentre invece aumentano gli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado (+21.031). La diminuzione, secondo l'Istat, è principalmente dovuta al calo demografico delle nuove generazioni, non sufficientemente compensato dalla crescente presenza nelle scuole italiane di alunni con cittadinanza straniera, che ammontano a 814.208 (9,2% degli iscritti).

E sono le scuole del Nord e del Centro ad accogliere il maggior numero di studenti stranieri. Il tasso di scolarità si attesta ormai da qualche anno intorno al 100% per la scuola primaria e secondaria di primo grado, al 93,1% per quella di secondo grado. Il tasso di partecipazione al sistema formativo nel suo complesso risulta invece pari al 98,8%. Il livello di istruzione della popolazione italiana si è costantemente innalzato nel corso del tempo.

Nel 2015 oltre tre persone su 10 hanno una qualifica o diploma d'istruzione secondaria superiore (35,6%), valore stabile rispetto al 2014, mentre cresce dal 12,7 al 13,1% la percentuale di chi possiede un titolo universitario. (ANSA).

Istat: sempre meno i diplomati che proseguono all'università Ma tra chi va avanti le ragazze sono più numerose dei maschi

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Prosegue il calo degli studenti che dopo il diploma scelgono di proseguire gli studi all'università, ma tra coloro che vanno avanti sono più numerose le femmine. E' quanto emerge dall'Annuario Statistico Italiano 2016 dell'Istat. Il passaggio dalla scuola secondaria all'università diminuisce ancora rispetto all'anno accademico 2013/2014 (-0,6%): sono poco meno della metà (49,1%) i diplomati nel 2014 che si sono iscritti all'università per l'anno accademico 2014/2015, con i valori più alti in Molise (58,1%) e Abruzzo (54,6%). E si conferma la maggiore propensione delle ragazze a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria: le diplomate che si iscrivono all'università sono 55 su 100 contro appena 44 ragazzi.

Nell'anno accademico 2014/15 gli studenti sono stati 1.652.592, in ulteriore flessione rispetto all'anno precedente (-1,5%). Continuano a calare gli iscritti ai corsi triennali e a crescere le iscrizioni ai corsi magistrati a ciclo unico. Gli studenti che hanno conseguito un titolo universitario nel 2014 sono stati 304.608, 2.377 in più rispetto all'anno precedente. Negli ultimi anni le donne rappresentano la maggioranza degli iscritti in tutte le tipologie di corso e il loro percorso di studi è generalmente più brillante: nell'anno solare 2014 il 39,9% delle 25enni ha conseguito per la prima volta un titolo universitario contro il 25,8% di uomini e il 23,5% una laurea magistrale contro il 15,1% di maschi.

Nel 2015 lavora il 45,9% dei diplomati del 2011 di scuola secondaria di secondo grado, il 63% dei diplomati degli istituti professionali e il 58,5% di quelli degli istituti tecnici; gli uomini (50,1%) più delle donne (41,6%). L'occupazione tra i laureati risulta più alta: nel 2015, a 4 anni dalla laurea, lavora il 72,8% dei laureati di primo livello e l'83,1% dei laureati di secondo livello. Per i dottori di ricerca invece si registra quasi la piena occupazione: lavora il 91,5% di chi ha conseguito il titolo nel 2010 e il 93,3% di chi lo ha ottenuto nel 2008. (ANSA).

Istat:meno omicidi e rapine,ma cresce percezione criminalità Al minimo storico delitti di mafia

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Omicidi volontari in calo, in particolare quelli di mafia, così come le rapine. Ma a dispetto dei numeri, tra la popolazione italiana cresce la percezione del rischio criminalità. E' la fotografia scattata dall'annuario 2016 dell'Istat, con un'avvertenza: i dati sui reati si riferiscono al 2014, mentre le opinioni delle famiglie sono state raccolte nell'anno in corso. Nel 2014 sono stati 2.812.936 (circa 46 ogni mille abitanti) i delitti denunciati dalle forze di polizia alla magistratura (-2,7% rispetto al 2013).

E se gli omicidi volontari consumati sono scesi del 5,4%, una contrazione più significativa (-13,5%) l'hanno avuta quelli mafiosi, che nel decennio 2004-2014 hanno raggiunto il loro minimo. In calo anche le violenze sessuali denunciate (-5,1%), lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione (-6%). Tra i reati contro il patrimonio scendono le rapine (-10,3%), mentre aumentano i furti (+1,2%) e soprattutto le estorsioni (+19,4%).

Nell'anno che volge al termine il 38,9% delle famiglie avverte la criminalità come un problema presente nella zona in cui vice (30% nel 2014). Un fenomeno che ha sua punta massima in Lazio ,dove una famiglia su due (il 50%) percepisce tale rischio, seguito da Veneto (45,7%), Emilia Romagna (45,5%) e Lombardia (44,3%); quest'ultima era al primo posto nel 2014. In quinta posizione la Campania, come nel 2014, ma la quota di famiglie è ben superiore (43,5% contro 33,3%). (ANSA).

Istat: meno condannati e detenuti, 3 reclusi su 10 lavorano. In carcere 1 su 3 è di cittadinanza straniera.

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Continua il calo dei condannati iscritti nel casellario giudiziario e dei detenuti. L'anno scorso – segnala l'annuario Istat 2016- i primi sono stati 314.550, in diminuzione del 10% rispetto al 2013 e del 3,1% rispetto al 2014. Mentre i secondi si sono attestati a 52.164, oltre 10 mila in meno rispetto al 2013. Quasi un detenuto su tre è di cittadinanza straniera (33,2%), con forti differenze però tra le varie aree del Paese: a Nord i non italiani sono il 46,9%, al Centro il 42,6% e solo il 17% nel Mezzogiorno.

Sale invece al 29,8% ( tradotto in numeri 3 su 10) la quota di detenuti che svolgono un'attività lavorativa, nella maggior parte dei casi alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria (84,6% dei detenuti lavoranti). Lo scorso anno è proseguita anche la discesa dell'indice di affollamento delle carceri, da 108 nel 2014 a 105,2%. Malgrado però un notevole miglioramento solo 8 regioni e una sola provincia autonoma (Trento) hanno un indice di affollamento inferiore a 100. In Puglia si conferma il maggior sovraffollamento (131 detenuti per 100 posti letto regolamentari). (ANSA).

Istat: per cultura 2016 in ripresa, ma sempre meno lettori Musei e cinema più affollati, tanti però non partecipano

(ANSA)- ROMA, 29 DIC - Musei e siti archeologici sempre più affollati, mentre riprende la spesa per il cinema, il teatro, i concerti, fatta esclusione per la musica classica. Nel 2016, registra l'Istat nell'annuario statistico, prosegue in Italia l'aumento della partecipazione culturale, che raggiunge quasi il livello massimo registrato nell'ultimo decennio. Ma nella fotografia del Belpaese restano comunque, insieme alle luci, diverse ombre. Guardando adesempio all'editoria, dove la quota di lettori riprende a diminuire, anche se più per i quotidiani (-3,2 punti percentuali) che per i libri (-1,5 punti percentuali). E tenendo conto soprattutto delle percentuali di 'non partecipazione', con il 18,6% degli italiani che nel 2016 non ha svolto nessuna attività culturale, il 67% che non è mai entrato in un museo, il 73,2% che non ha visitato un sito archeologico, quasi l'80 per cento che in 12 mesi non è mai andato a teatro, il 54,7% che non ha letto nemmeno un quotidiano nell'arco di una settimana. Complessivamente la spesa degli italiani per cultura e tempo libero rimane stabile, pari a poco meno del 7 per cento dell'insieme dei consumi.

Tant'è, musei e siti archeologici statali, - complici forse le promozioni e le campagne pubblicitarie lanciate dal Mibact - sono in ascesa, con 43 milioni di visitatori nel 2015 contro i 41 del 2014. Nel 2016 - registra l'Istat - il 31 per cento degli italiani con più di sei anni ha detto di aver visitato nell'arco dell'anno almeno un museo. Una percentuale che si abbassa un po' per siti archeologici e monumenti (25%). E che vede in testa ragazzini (11-17 anni) e giovani (18-19 anni). Il cinema si conferma l'intrattenimento vincente: nel 2016 oltre la metà della popolazione al di sopra dei sei anni (52,2%) è stato almeno una volta a vedere un film, contro il 21% per cento della popolazione che ha frequentato almeno un concerto (per la musica classica la percentuale scende all'8%), il 20% che è andato al teatro e oltre il 25% che ha assistito ad un evento sportivo.

Ma se guardare la tv è in assoluto l'attività ricreativa che coinvolge di più gli italiani (il 92,2% degli italiani la guarda e tra questi l'86,7% lo fa tutti i giorni) l'abitudine alla lettura dei quotidiani coinvolge meno della metà della popolazione (43,9% li legge almeno una volta alla settimana). E la percentuale scende ancora di più per i libri, dove gli italiani che hanno letto qualcosa negli ultimi 12 mesi sono il 40,5%, con un notevole divario tra Nord e Sud del Paese. 

In pratica quasi 6 italiani su 10 non hanno letto neppure un libro in 12 mesi (i maschi non lettori sono il 64,5%) la percentuale più alta al Sud, con il 70,7%. Cresce invece l'uso del computer ma soprattutto il ricorso alla rete che nel 2016 è aumentato del 2,9% rispetto al 2015. In questo caso, segnalano dall'Istat, continuano ad aumentare i lettori forti (sia tra le donne sia tra gli uomini) con le persone che dichiarano di usare la rete tutti i giorni, che passano dal 40,3% del 2015 al 44,6% del 2016. In parallelo diminuiscono coloro che dichiarano di non aver mai usato Internet: da 38,0 a 34,9.

Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca

continua...





Yoga contro Ansia e Stress


Sabato 14 Gennaio 2017 dalle ore 9:00 alle ore 11:00
Palestra A.S.D. Relax Fitness, 
Via Pindemonte 57, Quartu S. Elena.

CLASSE SPECIALE:
LEZIONE TEMATICA DI KUNDALINI YOGA- 2°APPUNTAMENTO

Cari amici, dopo il primo incontro Tematico di "Yoga contro la Rabbia" ci affacciamo ad un nuovo tema " Ansia e Stress".
Ansia e Stress sono strettamente correlati, diffatto l’ansia è una emozione naturale e si genera in risposta allo stress il quale ci anticipa una percezione di un pericolo imminente prima ancora che sia manifesto, spingendoci a cercare di identificarlo per darci il modo di affrontarlo nella maniera più adeguata, oppure ci spinge ad evitarlo e di darci alla fuga...

Appuntamento speciale, sabato 14 Gennaio, che ci consente di capire ed accettare la presenza dell’ansia, ascoltarla, e cercare di decifrare il messaggio che porta con sé, osservarvando l'emozione senza giudizio imparariamo ad agire insieme a lei finché si abbasserà ad un livello confortevole.

COMBATTIAMO ANSIA E STRESS PER VIVERE UNA VITA SERENA.
L'incontro verrà aperto da una breve introduzione, lavoro pratico con la classe yoga mirata, tecniche di respiro e meditazione che ci supportano nella gestione delle emozioni.

La lezione si svolgerà presso Palestra A.S.D. Relax Fitness a Quartu s.e. in via Pindemonte 57, avrà inizio alle ore 9:00 ed il termine è previsto per le ore 11:00 circa.

Al termine condivideremo del tè yogico e biscottini con tutti voi

Il contributo per partecipare al singolo incontro è di 10€.
E' obbligatoria la prenotazione in quanto i posti sono limitati. Inviate un messaggio privato col vostro nominativo ed un recapito telefonico a Yoga by La Tribù di Ganesh per prenotare il vostro posto!!!

Vi aspettiamo


Sat Nam

mercoledì 28 dicembre 2016

Quando il cittadino è chiamato a votare? Riflessioni di un Sindaco democratico.

Il 28 novembre, un mese fa esatto, era un lunedì. Quella sera abbiamo tenuto in biblioteca un incontro pubblico. Tema: la scuola. Più precisamente: davanti alla prospettiva che nel giro di due o tre anni le nostre medie chiudessero, io e il sindaco di Ussaramanna ci siamo fatti venire un’idea, da sottoporre alle famiglie. L’idea era che la scuola media di Ussaramanna e la scuola media di Villanovaforru si mettessero insieme per rimanere aperte entrambe, ad anni alterni, un anno loro e un anno noi.

L’idea era già stata approvata dall’ufficio scolastico regionale e, sabato 26 novembre, dalle famiglie di Ussaramanna. La sera di lunedì 28, invece, madri e padri di Villanovaforru hanno bocciato la proposta. Su un piatto della bilancia c’era la possibilità di tenere aperta la scuola, che significa vita. Sull’altro piatto c’era il fastidio, nell’anno “no”, di vedere i figli viaggiare fino a Ussaramanna, tre chilometri più lontano di Lunamatrona, dove i ragazzi dovranno comunque andare quando la nostra scuola media sarà chiusa per mancanza di alunni.

Il mio pensierino post natalizio riguarda quindi una domanda delicata ma impossibile da evitare: quanta libertà di decisione bisogna lasciare alla “gente” in faccende in cui l’interesse individuale cozza con l’interesse collettivo? Nei giorni successivi a quella riunione, ho raccontato l’episodio ad altri sindaci e amministratori comunali. E da tutti, senza eccezioni, sono stato rimproverato per aver fatto votare i miei compaesani. A quanto pare, non si fa.

La tesi che gira è questa: tu sei sindaco e vedi le cose dall’alto, come a nessuno dei cittadini è consentito, e devi scegliere per loro, soprattutto quando sono in ballo questioni che toccano molto da vicino interessi particolari. Perché nessuno, dicono, è davvero capace di cedere all’interesse generale: al momento giusto, tutti difenderanno il proprio tornaconto e se tu, sindaco, non scegli per loro, il paese rimarrà sempre molto lontano dalla strada giusta. Autodeterminazione: dove ho già sentito questa parola? E cosa diavolo significa?

Significa che la mia gente va bene quando la pensa come me e se invece subodoro, anche solo da lontano, che non la pensa come me devo informarla, parlarci, discuterci, ma non farla votare? Bisogna capire bene cos’è in gioco qui. Non è in gioco il prestigio del sindaco: non m’importa nulla. Non è in gioco la volontà del sindaco d’imporre ad ogni costo il proprio punto di vista: non servirebbe a niente. È certamente in gioco la capacità di fare comunità: fare tanta comunità da spingere il cittadino a sacrificare il proprio interesse personale per quello collettivo. E questa maturazione può arrivare solo crescendo tutti assieme.

Decidendo tutti assieme, sbagliando tutti assieme ed eventualmente, il giorno in cui saremo diventati grandi, prendendo tutti assieme la decisione migliore, quella che gioverà all’intero paese. Utopia? Può darsi, ma solo se qualcuno mi dimostra che uomini e donne di Villanovaforru sono davvero incapaci di ragionare in termini collettivi. Impossibile. È più facile, per me, dimostrare che questa gente è da sempre abituata a subire scelte compiute da altri.

La questione della scuola tornerà a galla. Riproporrò l’argomento nei prossimi mesi. Non c’è motivo perché la nostra scuola media chiuda, se può rimanere aperta senza nuocere a nessuno. Mi confronterò con le “mamme della scuola” e con chi non ha figli in età scolare ma interesse, ugualmente, a mantenere il paese vivo.

E chiederò di nuovo un voto, in assemblea pubblica, a costo di vedere ancora bocciata la proposta. Andremo alla conta, su questa come su altre faccende capitali, perché nessuna decisione imposta dall’alto farà davvero crescere Villanovaforru: un popolo addomesticato non ci serve. Il paese crescerà solo se i suoi abitanti lo vorranno. E questa è autodeterminazione vera.

Di Maurizio Onnis

Sindaco di Villanovaforru