venerdì 30 marzo 2018

08 Aprile. Villagrande. Presentazione Libro “Appunti sul mistero”



Organizza “Sa Babbaiola”
Domenica 08 Aprile 2018
Ore 17:30 Centro Civico
Villagrande Strisaili,
Centro di aggregazione sociale
Via Cesare battisti n. 9

Presentazione del libro
“Appunti sul mistero”

Interverranno:
Federica Cabras
Alessandra Merlini

Andrea Governi
Autore dell’opera

Saranno proiettati filmati su:
Archeologia proibita.
Il codice della Bibbia.
I nuraghi nel mondo.
I misteri della pittura rinascimentale.
Altri argomenti presenti nel libro.



“Appunti sul mistero” ci guiderà tra i grandi enigmi dell’umanità, concepiti sin dai suoi albori. Da dove veniamo, chi ci ha creato, quale destino ci attende dopo la morte? L’autore cercherà le risposte nella storia, quella ufficiale e non, passando da Sodoma per arrivare sino al mito di Atlantide, elencando le inspiegabili scoperte come la pietra tombale di Palanche (in copertina), o le misteriose strutture del tutto simili ai nuraghi, presenti nella Scozia. Cosa voleva dirci realmente Nostradamus? Quali sono le origini del popolo sardo? Le Piramidi egizie erano solo immense tombe, oppure avevano un altro, ignoto scopo? La Bibbia contiene davvero un codice? Quali e quante verità ci sono tenute nascoste? Andrea Governi, attraverso l’analisi degli scritti di Isacco Newton, Platone o Gustav Jung, ma non solo, ci prenderà per mano, conducendoci con semplicità e rigore negli insondabili labirinti della nostra comune storia.

Andrea Governi nasce a Cagliari il 10 luglio 1977. Ha frequentato il liceo classico Dettori, dunque ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. E‘ giornalista pubblicista. A tutt'oggi lavora presso un importante ente umanitario. Coltiva la passione per il mistero, per la storia e per la storia delle religioni. "Appunti sul mistero" è la sua prima opera.

Temi trattati con filmati:

Archeologia segreta.
I misteri della pittura rinascimentale.
Il triangolo delle Bermuda.
Gli uomini ritornati dall’aldià.
I segreti del Vaticano.
I nuraghi presenti nel mondo.
Il codice della Bibbia.

Parteciperà:
Andrea Governi
Autore dell’opera

Proietteremo un filmato che illustrerà l’opera ed i diversi argomenti, a seguire dibattito aperto con la partecipazione di Andrea Governi, Autore dell’opera


Riferimenti:

Breve presentazione video

https://www.youtube.com/watch?v=f9sV5wpxcgQ

Blog del libro:

https://appuntisulmisterosababbaiola.blogspot.it/

Pagina personale dell’autore

https://www.facebook.com/Andrea-Governi-299172453937423/


INDICE:

CAPITOLO PRIMO - VITA DOPO LA MORTE
- Il Ponte con l’aldilà
- Chico e la posta dall’aldilà
- Paranormale o normale?
- Le tortuose vie per l’aldilà
- Il fantasma e lo psicologo
- Altre vite
- Gesù-
- La medium Sylvia Browne e l’aldilà
- Ovunque fantasmi
- La Psicologia e la Parapsicologia si incontrano
- Microtubuli vettori per l’aldilà
- Che cosa succede quando si muore
- Il Paradiso esiste, ci sono stato
- Un soffio d’eternità
- La morte condivisa

CAPITOLO SECONDO. ALIENI, UFO E OGGETTI VOLANTI.
- La struttura misteriosa del Mar baltico
- Amy ed i fratelli dell’infinito
- Impronte degli Dei
- Comete emissarie del destino
- Triangoli multidimensionali
- Il mistero di Caronia
- Genesi alternative
- Maria Vergine
- Robert Dean e gli Ufo
- Tombe di Alieni
- L’uomo un animale addomesticato da Dio?
- Demoni o extraterrestri?
- Vaticano e Ufo
- Angeli o alieni?
- Armi del passato o del futuro?


CAPITOLO TERZO. ARCHEOLOGIA PROIBITA.
- Archeologia proibita parte prima
- Archeologia proibita parte seconda
- Archeologia proibita parte terza
- Archeologia proibita parte quarta

CAPITOLO QUARTO. UNA STORIA DIVERSA
- La civiltà Sarda
- Storia. La consapevolezza senza tempo
- Hatshepsut e il mistero della donna che fu re
- Remote wieing
- La Principessa del Giappone e la quinta dimensione
- I fondali marini del Giappone
- Fossili cibernetici
- Altre verità
- Biglino e l’altra genesi
- Egitto una storia diversa
- Sodoma e Gomorra distrutte da un ordigno nucleare?
- Gli Javeah e gli Ebrei

CAPITOLO QUINTO. I MISTERI Di ATLANTIDE, DEL TRIANGOLO DELLE BERMUDA E DELLA TERRA CAVA
- Atlantide e la frontiera tra scienza e mito
- Atlantide. Una storia diversa
- La Sardegna è Atlantide? Altre ipotesi
- La Terra Cava
- La scoperta del mondo sotterraneo
- Città sotterranee
- Il Triangolo delle Bermuda
CAPITOLO SESTO. ALTRI MISTERI.
- Il Cronovisore
- La malattia non convenzionale
- La Sindrome degli Antenati
- Trapianto d’organi ma non solo
- Pozzi Sacri non solo in Sardegna.


CAPITOLO SETTIMO. LE PROFEZIE.
- Le Profezie
- Nuove date per la fine del mondo
- Giugno non più giugno
- Nostradamus
- I Presidenti Americani tra profezie e malefici
- I Profeti del passato
- Segreti sulla nostra fine
- Il papato e le profezie
- Profezie scientifiche
- “ L’ultima Profezia” di Zacheria Sitchin
- Profezie a confronto
- L’Islam e le sue profezie
- Il Buddhismo e le sue profezie
- Profezie mariane
- Le profezie di Baba Vanga
- Il Codice della Bibbia


giovedì 29 marzo 2018

Per salvare la Sardegna servono scelte coraggiose. Non chi ci da sempre ragione. Di Pier Franco Devias




La mia giornata stamattina è iniziata con tziu Frantziscu che è passato a scambiare due chiacchiere e a parlare delle elezioni.  "Pier Frà, intè custu contu: Prima quando c'erano opinioni diverse sulle cose non si andava dai giudici, si cercava una persona e ognuno andava e gli spiegava la sua versione per avere il parere.

Un giorno questi due tipi di paese che avevano un contenzioso si rivolgono a questo tziu Bobore. Va il primo, gli spiega la questione e tziu Bobore gli dice: as resone tue. Poi va il secondo, gli da la sua versione e tziu Bobore gli dice: as resone tue.

A quel punto il figlio, che aveva assistito, gli dice al padre:
- O bà, ma azes dau resone a unu e a s'ateru. Si unu at resone, s'ateru depet aer tortu.  E tziu Bobore gli dice: eh, fizu mè, tue puru as resone.

Questo per dire che la gente purtroppo pensava che fosse saggio solo perchè le dava ragione. E quindi dando ragione a tutti faceva contenti tutti, ma in realtà faceva danno alla giustizia. 
Lo stesso stanno facendo i politici oggi: qualsiasi follia pretendiamo ci danno ragione, danno ragione a tutti, anche se stiamo distruggendo il mondo. Tu vuoi che ti promettano una cosa impossibile? E loro te la promettono, anche se sanno che è impossibile. 

Loro danno ragione a tutti i nostri capricci e assecondando la nostra stupidità e quindi noi siamo contenti e li votiamo, e in questo modo loro si costruiscono il loro futuro. Però così il futuro lo stiamo togliendo ai nostri figli, perchè dovranno pagare le scelte che noi stiamo facendo oggi. Anzichè pensare al domani siamo contenti perchè ci danno la ragione degli scemi. A noi per salvare la Sardegna ci servono politici che abbiano il coraggio di fare le scelte necessarie, non di approvare qualsiasi porcheria pur di avere il voto!" Ah, la saggezza popolare.

Di Pier Franco Devias


06 Aprile. Catalogna - Cose che possiamo imparare dal procès catalano



Venerdì 06 Aprile dalle ore 18:00 alle ore 20:00
Search – Sede Espositiva Archivio Storico
Largo Carlo Felice 2, Cagliari

Cose che possiamo imparare dal procés catalano

Conversazione con Stefano Puddu Crespellani
Modera e incalza Nicolò Migheli
Conclude Anthony Muroni

***
Quanto sta accadendo in Catalogna, e come sta accadendo, ci riguarda da vicino e riguarda l'intera Europa

***

Stefano Puddu Crespellani vive a Barcellona da più di venti anni, testimone direttore e appassionato narratore del procès.

"Alcune amiche e amici che apprezzano la Catalogna e i catalani, e non trovano corretta l’immagine che ne viene data dai media italiani in questa fase cruciale del conflitto con la Spagna, mi hanno chiesto di raccontare questa realtà con parole mie e spiegare meglio quello che sta succedendo. Ci provo." (SPC)

La conversazione verrà animata da Nicolò Migheli

"Ora non è più l’indipendenza della Catalogna all’ordine del giorno, è la democrazia stessa in una parte dell’Unione. Si può trattare una regione importante come delinquente? Si possono umiliare profondamente oltre due milioni di cittadini catalani ed europei che pacificamente hanno espresso un voto? Su questo si gioca il futuro dell’Unione. La classe politica di cui disponiamo è fatta di tutto, fuorché di statisti che abbiano uno sguardo che vada oltre le contingenze elettorali." (NM)

Trarrà le conclusioni, anche per riportarle alla nostra azione politica, Anthony Muroni

"Finché non sarà libero e rimesso al suo legittimo posto, alla guida del suo governo, non smetterò un solo giorno di dedicare un pensiero al presidente Puigdemont e alla causa catalana" (AM)


Rassegna stampa 29 Marzo 2018


La Nuova Sardegna

Lega-M5S, lite sul governo  Ma al Senato è patto anti-Pd Nessun questore ai Dem, renziani infuriati. E Salvini sfida Di Maio

Non cala la tensione tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio e la partita per costruire una maggioranza di governo si intreccia con quella per gli uffici di presidenza di Camera e Senato. Ieri a Palazzo Madama i grillini hanno consumato lo strappo col Pd, lasciando alla sola Anna Rossomando una vicepresidenza e escludendo i dem dal lotto dei questori. E ora il Pd minaccia di disertare gli incontri indetti per oggi dai Cinquestelle per la trattativa sul governo.

LO STRAPPO Tutto come da copione per i vice della presidente Elisabetta Casellati: oltre alla candidata del Pd vengono eletti Roberto Calderoli (Lega), Ignazio La Russa (FdI) e Paola Taverna (M5S). I Dem invece non entrano nella partita dei questori, a cui pure puntavano dato che, a sovrintendere collegialmente alla polizia, ai servizi del Senato e al cerimoniale, predispongono il progetto di bilancio e il conto consuntivo del palazzo.

Ma nella votazione se li spartiscono grillini e centrodestra: i primi piazzano Laura Bottici, mentre la Lega Paolo Arrigoni e la cosiddetta quarta gamba, Noi con l'Italia, ottiene Antonio De Poli. E così sui segretari d'aula, con Tosato e Nisini (Lega), Giro e Carbone (FI). Del Movimento 5 Stelle Castaldi, Montevecchi, Puglia e Pisani.

LE REAZIONI «Un fatto gravissimo», denuncia il capogruppo dem Andrea Marcucci, «per la prima volta nella storia repubblicana l'opposizione parlamentare non avrà accesso al funzionamento della macchina del Senato». «Quando lo facevamo noi era spartizione, ora che lo fanno loro è volontà popolare», ironizza Matteo Renzi. Si unisce alla protesta il reggente Maurizio Martina, e dalla Camera si fa sentire molto duramente anche il neo deputato sardo Gavino Manca: «Mai vista una simile indecenza. Una spartizione pura e semplice: chi vorrebbe rappresentare il nuovo in realtà mostra solo un'assurda fame di poltrone».

GLI SVILUPPI La polemica potrebbe incidere sugli incontri chiesti per oggi dal M5S a tutti i partiti. Lega, Leu e Forza Italia ci saranno, FdI no perché bolla i 5Stelle come «inaffidabili». Ora il timore è che anche il Pd respinga l'invito. L'asse M5S-centrodestra sulle nomine non significa però che sarà facile creare una maggioranza di governo, come dimostra il nuovo scambio di battute tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Col primo che esclude di andare a Palazzo Chigi solo per cambiare la legge elettorale («per quello trovino qualcun altro») e su Di Maio chiede: «Da solo dove va? Voglio vederlo trovare 90 voti», quelli che gli mancano per avere la maggioranza alla Camera.

Secca la replica del capo politico dei Cinquestelle: «Salvini dice che gli bastano 50 voti. Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd in accordo con Berlusconi? Auguri!». Tirato per la giacca il Pd replica con Matteo Orfini: i dem saranno all'opposizione, non ci sarà nessun governo con i voti dei democratici.



Unione Sarda

C'è vita dopo la politica: cosa fanno gli ex parlamentari - Uras nello
staff di Pigliaru, Pes e Sanna insegnanti. E Piras scrive un noir

In una mattina di primavera a metà settimana l'ex senatore Luciano
Uras sta lavando i piatti. Libero ormai da impegni istituzionali (è
stato sconfitto il 4 marzo dallo skipper del Movimento Cinque Stelle)
risponde al telefono dopo parecchi squilli, da casa sua, dalla cucina
per la precisione, contento e fiducioso - così dice - per il futuro
che lo aspetta. «Cosa farò adesso? Bé, torno al mio lavoro di
funzionario regionale, sarò nello staff del presidente, sto per andare
a vedere il mio nuovo ufficio».

C'è chi l'ha presa sportivamente, chi invece si sta ancora rodendo il
fegato per la rabbia, chi ha già superato la botta e con una sana dose
di realismo ha preso atto che la vita continua, chi si è ritirato a
meditare e scrivere. Comunque, tutti i parlamentari non riconfermati
continueranno con la politica, «quella a contatto con la gente».
Sottolineano i giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo in uno
dei loro libri-inchiesta che «che la Casta, una volta che sei dentro,
ti permette di campare per sempre.

Un po' in Parlamento, un po' nei
consigli di amministrazione, un po' ai vertici delle municipalizzate,
un po' nelle segreterie. Basta un po' di elasticità». Vedremo cosa
faranno i “nostri” per sbarcare il lunario e/o mantenere il potere.
Per adesso, tutti raccontano di un'esistenza che più normale non si
può.

Luciano Uras , 63 anni, viene eletto per la prima volta nel 2004
consigliere regionale tra le fila di Rifondazione comunista e poi di
nuovo nel 2009. Alle Politiche del 2013 diventa senatore di Sinistra
ecologia e libertà, in seguito aderisce a Campo progressista e alle
scorse Politiche rappresenta la coalizione di centrosinistra
nell'uninominale alla Camera a Cagliari.

«Sono un funzionario
regionale, ero in aspettativa, sono andato via quando dirigevo
l'Agenzia del lavoro, ora tornerò alla mia vecchia professione, sarò
in presidenza, Pigliaru potrà fare affidamento sulle mie competenze.
Lo stipendio? Circa 2400 euro. Il vitalizio? Dal Consiglio inizierò a
percepirlo da aprile; dal Parlamento a ottobre 2019, quando compirò 65
anni. Inoltre, sto contribuendo a ricostruire la base organizzativa di
Campo progressista, puntando soprattutto sulle donne».

Ignazio Angioni , 50 anni, Pd, anche lui ex inquilino di Palazzo
Madama (per una legislatura) è tornato a fare quello che faceva prima,
il dirigente della Lega delle cooperative; così come Giampiero Scanu ,
64 anni, Pd, tre legislature - da deputato e da senatore - e due anni
al Governo da sottosegretario, che ha ripreso a fare il dirigente
dell'Inps, a Roma, ma «dal primo agosto andrò in pensione e me ne
andrò al mare, a Olbia. Se mi manca il Parlamento? Sì, se uno vuole lì
lavora, e a me piaceva lavorare».

Francesco Sanna , 52 anni, Pd, eletto consigliere regionale con la
Margherita nel 2004 poi, prima senatore e dopo deputato, riprenderà a
fare l'avvocato, «mi occupo di imprese soprattutto, il mio studio avrà
come base Iglesias, con la politica continuo come cittadino e
dirigente del partito, la politica non può essere una carriera
professionale, oggi è importante avere una professione “robusta”, in
modo da non dover dipendere dalla remunerazione dell'attività politica
e poter uscire di scena in maniera elegante, senza recriminazioni e
senza cercare ossessivamente campo d'atterraggio».

Caterina Pes , 57 anni, dieci in Parlamento, spiega: «Come sto? Bene,
mi sto riappropriando di ritmi umani. Ovviamente la passione per la
politica e la militanza vanno avanti. Riprenderò a insegnare al liceo
classico di Oristano, filosofia e storia, e intanto proseguo con un
master in filosofia contemporanea e logica, all'Università Tor
Vergata».

Anche Giovanna Sanna , 57 anni, ex sindaca di Florinas ed ex deputata,
tornerà a insegnare, matematica e scienze a Sassari, la sconfitta,
spiega, «fa parte del gioco, nulla resta immutato, io continuerò a
fare politica nel Pd, uno dei pochi partiti rimasti».
Roberto Capelli , 61 anni, dichiara di essere «in pensione dal
Consiglio regionale», cioè dal mese prossimo avrà il vitalizio e
spiega che si sta «godendo la famiglia e un periodo di riflessione».

Ancora: «Mi sto occupando del Centro Democratico a livello
nazionale».Mauro Pili , 51 anni, dopo dodici anni a Montecitorio
avverte: «Devo seguire il mio movimento, Unidos, e le numerose
battaglie in corso. Ora sono impegnato nella class action contro
Abbanoa, dopo Pasqua inizierò un tour dell'Isola, 10 comuni al giorno.
A settembre deciderò cosa fare».

Roberto Cotti , ex senatore del M5S non ricandidato, prima insegnava
economia del turismo in corsi regionali. «Non ho ancora trovato
qualcosa da fare, male che vada ci sarà il reddito di cittadinanza».
Michele Piras , 46 anni, ex Sel, ex Mdp, spiega che si sta rilassando.
«Sono tornato al mio paese, Borore, e a quattro mani con un amico sto
scrivendo un noir politico. È un esercizio utile per razionalizzare,
per indagare sul collasso della sinistra e capire cosa si può fare per
la ricostruzione».

Silvio Lai , già senatore e segretario regionale del Pd, non è in vena
di chiacchiere: «Cosa farò? Scusa, non ho voglia di rispondere».
Cristina Cossu


La Nuova

Lega-Psd'Az, Solinas eletto vice capogruppo al Senato
SASSARI

Christian Solinas vice presidente del gruppo della Lega al Senato.
Gruppo che si chiamerà Lega-Psd'Az. Al vertice del gruppo dei 58
senatori leghisti è stato eletto per acclamazione Gian Marco
Centinaio. Solinas sarà il suo numero due. Una scelta che va a
rafforzare il legame tra il partito di Salvini e i sardisti guidati da
Solinas. Un accordo che era stato accolto con molte perplessità
nell'isola, anche dalla stessa base sardista, ma che invece è stato
premiato dagli elettori.

Il 4 marzo il tandem Lega-Psd'az ha superato
quota 10 per cento. Un risultato che neanche i più ottimisti avevano
messo in conto. E alla luce di questo accordo si fa sempre più strada
la possibilità che i due partiti possano presentarsi insieme anche
alle regionali del 2019. L'elezione di Christian Solinas al Senato -
che nonostante fosse candidato anche in un seggio blindato in
Lombardia è stato eletto in Sardegna - segna il ritorno dei sardisti
in Parlamento dopo 22 anni di assenza.

«Non farò il suo ministro. Voglio vederlo trovare 90 voti»
Delrio chiude ai pentastellati: «Non siamo a disposizione»
La sfida di Salvini Crisi con Di Maio
di Serenella Mattera

ROMA«Oggi ci siamo scritti e vedrò Di Maio prima delle consultazioni
ma dire «io io io» non è il miglior modo di dialogare. Gli servono 90
voti. Da solo dove va?», dice Matteo Salvini. «Vuole fare il governo
con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!»,
ribatte Luigi Di Maio. Prosegue così la schermaglia tra i due
protagonisti della partita per il governo. Sullo sfondo, il nodo di
chi sarà il premier: «Non farò il ministro di Di Maio», dice Salvini.
Ma il capo M5s su Palazzo Chigi non sembra transigere. E un possibile
nome terzo, non si vede all'orizzonte.

Le consultazioni al Quirinale
inizieranno mercoledì 4 marzo. Ma il primo giro rischia di andare a
vuoto. Perché la via di un'intesa giallo-verde è irta di ostacoli, a
partire dalla volontà di Salvini di includere Forza Italia. Il M5s
prova a rilanciare la propria iniziativa convocando già per domani un
incontro «sui programmi» dei capigruppo di tutti i partiti. Ma il Pd,
corteggiato dai grillini e agitato dalle sue divisioni, si tira fuori:
«Non avranno i nostri voti», dice Matteo Renzi.

Anche Salvini prova a
spingere sull'acceleratore: «O parte un governo o si va subito al
voto. Non ci sto a tirare a campare, discutere per un anno di legge
elettorale sarebbe devastante». Il leader della Lega assicura che il
centrodestra è «granitico», anche se al primo giro di consultazioni
ognuno si presenterà per proprio conto. E aggiunge che con il M5s «c'è
un dialogo»: un governo è possibile. I Cinque stelle proseguono in
realtà un corteggiamento sotto traccia al Pd. Ma Salvini, che fa
sapere che non accetterebbe un incarico «al buio» senza avere prima un
accordo, mostra di non crederci: «Voglio veder Di Maio trovare 90 voti
in giro che si convincono...».

Il leader della Lega esclude un
esecutivo con i Dem, ma assicura che M5s non ha l'esclusiva dei
contatti: «Sento tutti i pezzi del Pd». L'accenno di Salvini ai
«pezzi» del Pd non è casuale, perché dietro l'unità sulla linea
dell'opposizione, il partito democratico sembra diviso in due, tra
renziani e orfiniani che rifiutano ogni dialogo e il correntone
«governista» che non vuole l'Aventino. Ma per consentire a un governo
M5s di nascere servirebbero un centinaio di voti e tutti i
parlamentari Dem dovrebbero dire sì alla fiducia, mentre per un
esecutivo del centrodestra basterebbe il sostegno esterno di una
cinquantina di deputati Pd.

Ecco perché Di Maio alla provocazione di
Salvini risponde: «Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di
Renzi? Auguri!». «I voti del Pd non sono a disposizione. Decidiamo
noi», replica il capogruppo Graziano Delrio. E nel giorno in cui i Dem
lamentano di essere stati tagliati fuori da M5s e Lega dagli incarichi
negli uffici di presidenza di Camera e Senato, tutto il partito tiene
la linea. «Opposizione», ripete come un mantra Matteo Renzi, che
sottoscrive le parole di Matteo Orfini, che a Di Maio su Twitter
risponde: «Scusate se interrompo il corteggiamento, ma il Pd starà
all'opposizione». In serata, infine, è il reggente Maurizio Martina a
tirare per ora fuori il partito, rispondendo picche all'invito dei
capigruppo M5s a un confronto sui programmi: «Non parteciperemo,
attendiamo con rispetto le consultazioni del Quirinale».

Lo fanno «per
ripicca», ribattono i capogruppo M5s Giulia Grillo e Danilo Toninelli,
che stamani riceveranno i presidenti dei gruppi Fi e Lega. I Cinque
stelle sperano di dipanare la matassa governo a partire dai programmi.
L'incontro difficilmente sarà risolutivo ma l'assenza del Pd al tavolo
potrebbe indicare la via maestra: un accordo M5s-centrodestra.

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Federico Marini
skype: federico1970ca