giovedì 31 gennaio 2019

06 Febbraio. Dalla definizione di Sacro all’archeologia del Sacro



Organizzato da Sardegna Sacra
Mercoledì 06 Febbraio 2019 dalle ore 20:00 alle 21:30
Associazione Maest’ Aale
Via Sam Lucifero 65, Caglari
Biglietti: sardegnasacra.it
Il sacro nella Sardegna Preistorica

Seminari di Archeologia a cura di Ilaria Montis, archeologa – 1° incontro

Mercoledì 6 Febbraio
Associazione Culturale Maestr’Ale
Via San Lucifero 65, Cagliari
Ore 20.00

Informazioni e iscrizioni: http://bit.ly/archsacro1

In questo primo seminario introdurremo i metodi che utilizzeremo durante l’intero ciclo di seminari. Inzieremo quindi con il definire il “sacro”, e come possiamo parlare di “sacro” riferendoci a culture antichissime e molto distanti da noi.

Parleremo poi di archeologia, e infine di archeologia del sacro, ovvero indagare il sacro coi metodi dell’archeologia.
Quando si parla di “sacro” c’è una gran confusione. La Confusione nasce in primo luogo dai pregiudizi culturali che abbiamo ereditato, e di cui la maggior parte delle persone sono scarsamente consapevoli.

Di conseguenza c’è un’incapacità quasi generalizzata di considerare con distacco i nostri stessi condizionamenti culturali. Questi, sono come dei paraocchi che ci impediscono di avere un approccio neutrale e oggettivo a realtà e società differenti dalla nostra, sia nel passato, sia nel presente.

Il primo esperimento che faremo è quindi proprio questo: provare a spogliarci dei nostri condizionanti culturali per considerare in modo più oggettivo possibile le società antiche e i loro aspetti culturali.

Prima di parlare di “sacro” nell’antichità dobbiamo poi definire cosa intendiamo per sacro. Definiremo quindi questo concetto in modo da avere un’idea il più possibile chiara ma soprattutto condivisa.

Saremo infine pronti per parlare di archeologia, di cui illustreremo i metodi, sia in generale, sia nel caso specifico che riguarda l’indagine di aspetti immateriali delle società antiche.

Infatti anche gli aspetti immateriali, come ad esempio le credenze, si riflettono sulle azioni, lasciando quindi, almeno in parte, tracce e resti materiali, indagabili quindi con il metodo archeologico.

Infine affiancando ai metodi dell’archeologia quelli di altre discipline come l’antropologia e la storia delle religioni, possiamo provare a dire qualcosa in più, per interpretare correttamente i resti materiali e associarli ai sistemi di credenze del mondo preistorico.

Informazioni e iscrizioni: http://bit.ly/archsacro1


01 Marzo. Concorso letterario racconti dalla Sardegna 2019



Organizzato da Historica Edizioni
Venerdì 01 marzo 2019, Cagliari

Historica edizioni (www.historicaedizioni.com) in collaborazione con il sito Cultora (www.cultora.it) indice la seconda edizione del concorso “Racconti dalla Sardegna”.

UNICA SEZIONE: NARRATIVA – Si accettano racconti a tema libero che non superino le 8 cartelle dattiloscritte (1 cart. = 30 righe di 60 battute per un totale di circa 14mila battute spazi inclusi). Sono ammesse eccezioni se gli elaborati superano di poco il limite prefisso. Ogni autore può inviare al massimo un racconto.

TESTI – I testi devono essere in lingua italiana e inediti. Possono partecipare autori italiani e stranieri. Possono partecipare testi già premiati in altri concorsi.

COME INVIARE I RACCONTI – I concorrenti devono inviare il racconto in formato word, con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono e nome del Concorso, al seguente indirizzo mail: raccontisardegna@gmail.com

CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE – La partecipazione è gratuita e aperta a tutte le persone residenti in Sardegna.

TERMINI DI INVIO – Inviare gli elaborati via mail entro e non oltre il 1 marzo 2019.

DESIGNAZIONE DEI VINCITORI – Agli autori selezionati verrà inviata una mail con il responso.

PREMI – I racconti vincitori verranno pubblicati da Historica edizioni in un libro che sarà in vendita nelle librerie sarde (con distribuzione Libro.co), sul sito di Historica, alle principali fiere della piccola e media Editoria cui parteciperà l’editore e sui principali book-stores online. Agli autori selezionati e inseriti nella raccolta verrà consegnato un attestato di partecipazione in occasione dell’evento di premiazione che si terrà in luogo e data che verranno comunicate in un secondo momento.

DIRITTI D’AUTORE – I diritti dei racconti rimangono di proprietà dei singoli Autori.

INFORMAZIONI – Per informazioni scrivere a: raccontisardegna@gmail.com



Il vero nodo sarà la nuova rete ospedaliera


Unione Sarda

IL CASO. A metà del guado
Ma il vero nodo sarà la nuova rete ospedaliera

Non sarà soltanto l'Asl unica a impegnare il prossimo governo regionale. La riforma sanitaria avviata nell'attuale legislatura non è ancora totalmente applicata, specie la parte sulla rete ospedaliera e le cure territoriali. Nel primo caso, dopo il sì del Consiglio regionale, il nuovo assetto ha tardato a entrare a regime, tanto che ancora devono essere completati i passaggi per adeguare le strutture alla nuova classificazione, ottenuta dopo la riforma. Infatti, il principio che ha guidato la nuova mappa delle cure in Sardegna è quello di dare vita a una rete formata da strutture ad alta specializzazione e altre con funzioni o livelli inferiori.

Cagliari e Sassari hanno ottenuto i due poli di secondo livello, reclamato anche da Nuoro che inizialmente aveva ottenuto un primo livello rinforzato con reparti ad alta specializzazione. A stabilire questo criterio sono i parametri di popolazione di riferimento, previsti anche dal Decreto ministeriale 70. Il Consiglio regionale (così come previsto dal documento del governo) ha derogato, concedendo ad alcune strutture qualche funzione e applicando qualche deroga.

C'è ancora da portare a termine il rapporto con il ministero della Salute che ha sollevato dubbi su alcune scelte fatte dal Consiglio regionale, anche se la ministra, Giulia Grillo, ha assicurato che non ci sarà nessuna chiusura di ospedali. L'assessore alla Sanità Luigi Arru ha comunque inviato le controdeduzioni della Regione. Alla rete ospedaliera dovrà essere affiancata quella delle cure territoriali che permetteranno alla popolazione dei centri più periferici di accettare con minor preoccupazione l'assenza di reparti negli ospedali del territorio. Il passaggio in Consiglio regionale non è stato semplice, anche perché la rete ospedaliera ha dovuto fare i conti con le proteste da parte dei territori. (m. s.)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


mercoledì 30 gennaio 2019

4 Febbraio (inizio) Neroteatro-Laboratorio Teatrale



Organizzato da di Gruppo Teatrale GOZER Project
Lunedì 04 Febbraio 2019 dalle ore 17:00 alle ore 20:00
Via Argentiera 14 Cagliari

Esiste fra alchimia e teatro una non dissimile identità d'essenza. Entrambe hanno in comune la volontà di trasformazione mediante il perfezionamento.

Lo scopo degli Alchimisti era quello di trasmutare il piombo, in rappresentanza della impurità della materia e di tutto ciò che è negativo e deteriorabile, in oro, il materiale perfetto e incorruttibile, perché durevole nel tempo.

Lo scopo del laboratorio NEROTEATRO è il medesimo, ovvero l'eliminazione dalle scorie del quotidiano e dalle catene del giudizio, per giungere alla "verità scenica",
tramite la ricerca libera da ogni sovrastruttura.
La differenza, tra alchimia e teatro, in questo caso, sta nel materiale utilizzato. A teatro si utilizza quello Umano.

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Su cosa lavoreremo?***
Nell'ottica in cui il corpo stesso è visto come laboratorio alchemico, la ricerca della Verità toccherà i tre stadi fondamentali di liberazione, con lo scopo di una e maggiore conoscenza di sé;
- L'opera al nero, Nigredo, in cui il corpo muore, imputridisce, si dissolve.
- L'opera al bianco, Albedo, è il momento della purificazione. Lo spirito si eleva.
- L'opera al rosso, Rubedo, tutto si ricompone. Il cerchio si chiude.

Ombre oscure, da qui il nome NEROTEATRO, si inseguiranno in uno scenario dapprima decadente, in un sempre più aulico confronto di anime frementi. Anime in cerca di un corpo, fatto di sangue e muscoli guizzanti. Fino al tempo della inesorabile fine, coincidente con un sempre nuovo inizio. Come un serpente che si morde la coda, l'Uroboro, simbolo alchemico per eccellenza.

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Cosa aspettarsi dal laboratorio?***
In questo percorso, il laboratorio NEROTEATRO, vuole spogliarsi di ogni agio alla ricerca di una sobria essenzialità. Per dar modo ad ogni partecipante di trovare conforto nella propria forza interiore, allontanandosi da ogni effimera protezione esterna.
Il riferimento al Teatro alchemico di Antonin Artaud, è voluto e cercato; la pratica teatrale diventa strumento e fine di trasformazione, interiore ed esteriore.

***A chi è rivolto?***
Il laboratorio NEROTEATRO è rivolto a persone motivate, dai 14 ai 108 anni, pronte a mettersi in gioco.

***Obiettivo di NEROTEATRO***
Lo scopo del laboratorio è quello di divenire atleti del cuore, atleti delle emozioni. Allenarsi ad essere spontanei!

È previsto un esito scenico frutto del lavoro svolto, che non sarà però obbligatorio.

***Dove e Quando si svolgerà?***
NEROTEATRO si svolgerà tutti i LUNEDÌ a partire dal 4 FEBBRAIO 2019 DALLE 17.00 ALLE 20.30 in via Argentiera 14
LE PRIME DUE LEZIONI SONO GRATUITE!! :)
Per maggiori Info; laboratorio.neroteatro@gmail.com
340/ 5652269 (sms e Whatsapp)



Imparare su sardu in sardu. Di Francesco Casula.




Deo pesso chi sa limba sarda (cun s’istoria, sa literadura, s’arte, su teatru, sa cultura sarda) depet intrare in sas iscolas comente materia curriculare, obrigatoria pro totus, duncas aintro de s’orariu iscolasticu normale. No comente isseperu de carchi mastru e professore de bona voluntade. Ma tocat a crarire luego chi no bastat a imparare su sardu, no bastat a insegnare su sardu. Tocat a imparare in sardu, tocat a insegnare in sardu.

Comente narant e sustenint sos linguistas e sos istudiosos de glottodidattica, sa limba veiculare depet esser sa limba chi si cheret imparare e insegnare. In ateras paraulas non podimus pensare de insegnare su sardu in Italianu. E mancu de impreare su sardu sceti pro insegnare su sardu etotu o sa literadura e s’istoria sarda. Amento a custu proprositu su chi at iscritu unu linguista italianu de balore, mannu e famaud, Renzo Titone:

”L’insegnamento della lingua come materia a sé, non produce effetti significativi, se la lingua non è usata come strumento di insegnamento di altre materie e come mezzo per l’espletamento delle attività ordinarie, ossia come mezzo di comunicazione nelle situazioni di vita”. E Ite cheret narrer “come mezzo di comunicazione nelle situazioni di vita”? Cheret narrer chi non bastat a imparare una limba: tocat a l’impreare, semper. In calesisiat ocasione. Ca si una borta imparada una limba no s’impreat, est comente chi siat una limba morta. Comente sutzdit oe a su latinu o a su grecu.

Duncas est de importu mannu a imparare su sardu ma una borta imparadu b’at bisonzu de s’impreu sotziale: de l’allegare in sos ufitzios, in sos logos de su traballu, in sa bida de cada die comente in sas occasione ufitziales. E no tocat solu a la faeddare ma puru a l’iscriere: peri in sos medios modernos comente in Facebook. E a la leghere: in sos libros e in sos giornales. Ma peri in sa publicidade e in sa toponomastica. E a l’ascurtare in sa radio, in sa televisione e in Internet.

Da totu su chi apo naradu resurtat chi tenimus a in antis de faghere una rivolutzione manna de aberu: s’imparu de su sardu depet serbire pro mudare sa vida, sa sotziedade sarda, sa comunicazione, dae monolingue e monoculturale in bilingue e pluriculturale. Proite totu custu? Ca su biadu de Cicitu Masala naraiat (e deo so de acordu): a unu populu che li podes moere totu e sighit a bivere ma si che li moes sa limba si nche morit. Sigomente nois cherimus galu bivere, no podimus permitere chi sa limba nostra – chi cheret narrere s’istoria, sa tzivilidade, sas righinas, sas traditziones sardas – si nche morgiat.

Di Francesco Casula.

Vincere può non bastare per avere la maggioranza: rischio "anatra zoppa"


La Nuova

Si profila una sfida a tre ma c'è l'incognita "premio" Solinas, Zedda e Desogus si contendono la vittoria, gli altri 4 sono molto indietro Ma vincere può non bastare per avere la maggioranza: rischio "anatra zoppa"

di Umberto Aime

CAGLIARI

Il sondaggio della Swg per la Nuova Sardegna lascia spazio a pochi dubbi: saranno solo tre candidati su sette a contendersi il posto di presidente della Regione. Con Christian Solinas del centrodestra in vantaggio su Massimo Zedda dei Progressisti, però dato in rimonta. Alle loro spalle, Francesco Desogus dei Cinque stelle, molto più indietro gli altri.

Ma solo vincere potrebbe non bastare al futuro governatore. Per vivere cinque anni tranquilli, fino al 2024, dovrà conquistare anche uno dei due premi di maggioranza in palio il 24 febbraio. Quello più ambito gli darebbe un distacco di ben dodici consiglieri sull'opposizione, 36 contro 24. Quello di consolazione, la metà, sei, e un più fragile 33 a 27.

Comunque uno e l'altro rappresentano, se ottenuti, quel margine di sicurezza che permetterebbe al presidente eletto di non essere impallinato dal Consiglio regionale e, ancora meno, dalla coalizione che l'ha sostenuto nei seggi. O almeno così dovrebbe essere sulla carta.

Ricordato che comunque le Regionali sono di fatto delle presidenziali e quindi è il governatore a tenere in pugno l'Aula - se si dimette lui, ad andare a casa in automatico sono anche tutti i consiglieri regionali - il sondaggio Swg rivela che fra i due possibili premi di maggioranza è molto probabile che alla fine scatti solo quello di consolazione.

Prima ipotesi. Stando alle intenzioni di voto dichiarate dal campione degli elettori intervistati da Swg, nessuno dei tre papabili dovrebbe superare la soglia del 40 per cento dei voti validi ottenuti dai candidati alla presidenza. Solinas è accreditato di una percentuale che oscilla fra 33 e 37 punti, Zedda 29-33 e Desogus 22-26. Se il risultato finale fosse questo, l'eletto potrà contare solo su sei consiglieri in più.

Perché nella legge del 2013 c'è scritto: «Se la percentuale ottenuta dal candidato proclamato vincitore è compresa tra il 25 e il 40 per cento dei voti validi, il premio di maggioranza sarà del 55 per cento». E il 55 per cento di sessanta consiglieri dà infatti questo risultato: 33 seggi alla maggioranza, 27 all'opposizione.

Con uno scarto di sei che comunque dovrebbe essere una garanzia salvo l'autodistruzione in aula della coalizione al governo. Ma a quel punto il passo successivo sarebbe di sicuro questo: le dimissioni immediate del governatore, sfiduciato da chi lo ha eletto, e fine anticipata della legislatura.

Seconda ipotesi. Stando sempre al sondaggio, è questa quella più improbabile. Per ottenere il premio di maggioranza più ambito, che dà diritto al super bonus, cioè 12 consiglieri di vantaggio, il vincitore dovrebbe superare la soglia del 40 per cento dei voti validi. Ma l'ultima indagine preelettorale dimostra che i candidati nelle prime tre posizioni del sondaggio sono molto lontani da quella soglia.

Solinas dal 40,1 per cento è lontano tre punti se il confronto è con la previsione più ottimistica (il 37), Zedda di sette e Desogus addirittura di 14. Quindi è molto improbabile che riescano a conquistare il premio di prima fascia: dovranno accontentarsi del secondo.

Terza ipotesi. La legge elettorale prevede anche che il premio di maggioranza non sia assegnato in due casi: se la percentuale dei voti validi del vincitore non supera il 25 per cento e se va oltre il 60 per cento. Esclusa a priori la vittoria a mani basse di uno dei tre candidati, la partita è ancora apertissima, non può essere esclusa l'altra. Nel caso di un testa a testa fra i tre candidati oggi in testa, la percentuale potrebbe scendere sotto la soglia del 25 e quindi, come prevede la legge, il premio non scatterebbe.

Se così fosse, i seggi sarebbero assegnati attraverso un complicato sistema proporzionale puro. Sistema che può essere riassunto così: stabilito il quorum, cioè i voti necessari per un quoziente intero, i seggi sarebbero distribuiti in base alle preferenze ottenute dai singoli partiti, sono 24 quelli in corsa alle Regionali, e al di là della vittoria del candidato presidente che sostenevano.

È un'ipotesi di scuola e lascerebbe aperta la possibilità di un presidente della Regione senza maggioranza, o meglio ancora si materializzerebbe il cosiddetto governo ballerino o dell'anatra zoppa. Con un'intera legislatura in balia di accordi trasversali a seconda delle circostanze e delle convenienze del momento. Sarebbe un disastro.

L'unico confronto. È possibile solo quello con le elezioni del 2014, fino al 2009 la legge elettorale era diversa, vinte da Francesco Pigliaru, centrosinistra, con il 42,45 per cento dei voti. E infatti scattò il premio di maggioranza più alto: 36 seggi alla maggioranza, 24 all'opposizione. Grazie a questo largo margine di vantaggio, nella XV legislatura, il governatore uscente non ha avuto quasi mai problemi.

Pigliaru ha retto bene sia il ribaltone che c'è stato con l'entrata e uscita di consiglieri, una decina, imposte dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Ma ha retto bene anche allo strappo dei Rossomori, che facevano parte della maggioranza ma poi, seppure con un solo consigliere, sono passati all'opposizione. Ma soprattutto non è stato scalfito dalle fibrillazioni e dai mal di pancia che ci sono stati eccome nel centrosinistra dal 2014 in poi.

Articolo tratto dalla Nuova Sardegna del 30 Gennaio 2019

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Federico Marini
skype: federico1970ca



martedì 29 gennaio 2019

Vita ed opera di Edgar Allan Poe



"Ma il corvo, appollaiato solitario
sul placido busto, profferì solamente
quest'unica parola, come
se la sua anima in quest'unica parola
avesse effusa. Niente di nuovo egli pronunziò
 - nessuna penna egli agitò –
finché in tono appena più forte 
di un murmure, io dissi: 
«Altri amici mi hanno già abbandonato,
domani anch'esso mi lascerà, 
come le mie speranze, 
che mi hanno già abbandonato ».
Allora, l'uccello disse: «Mai più».

(Della poesia "Il corvo" di E. A. Poe)


(29 Gennaio 1845) per la prima volta, sul giornale "New York Evening Mirror" è pubblicata la poesia "Il corvo" di Edgar Allan Poe. La poesia è famosa per la sua musicalità e l'atmosfera sovrannaturale: narra la cupa vicenda di un amante ancora in pena per la sua amata appena defunta, che, mentre medita su un grande volume, a mezzanotte "con grande strepitio d'ali" riceve la visita di un corvo che non farà altro che ripetere monotonamente "Nevermore" (Mai più), tracciando, nelle ultime strofe, l'apice del dolore nell'amante.

Edgar Allan Poe nasca a Boston nel 1849. Rimasto orfano all'età di due anni di entrambi i genitori, fu adottato da John Allan, mercante di tabacco di Richmond, Virginia, e da sua moglie Francis. Dopo un lungo soggiorno (1815-20) in Inghilterra e in Scozia, proseguì gli studî a Richmond, componendo le prime poesie d'ispirazione romantica... In seguito agli screzî col padre adottivo si recò a Boston, dove si arruola nell'esercito. Due anni dopo si trasferì a Baltimora, presso la zia paterna (madre di Virginia Clemm che Poe sposerà, appena quattordicenne, nel 1836), pubblicando il lungo poema Al Aaraaf (1829), ed entrò nell'Accademia militare di West Point (1831), da cui venne espulso dopo pochi mesi per negligenza e insubordinazione.

Al 1835 risale il suo ingresso nel giornalismo, presso il Southern literary messenger, attività destinata a rimanere la sua maggiore fonte di sostentamento. Nel 1838 pubblicò il suo unico romanzo, "La storia di Arthur Gordon Pym", fantastica ricostruzione di un avventuroso viaggio al polo Sud, mentre apparivano su riviste alcuni dei suoi più famosi racconti, tra cui "I delitti della via Morgue” (1841), "Il pendolo" (1842) L'anno successivo la sua produzione si arricchì di una seconda raccolta di racconti, "Tales by Edgar A. Poe".

Nel 1846, il suo giornale fallì. In condizioni di estrema povertà Poe si trasferì in un cottage a Fordham, New York, in quello che oggi è il Bronx. Qui la moglie Virginia vi morì il 30 gennaio 1847. Poe fu costretto ad utilizzare il corredo nuziale come sudario. La notte fu colto da una profonda disperazione, che lo condussero ad abusare di alcol ed oppiacei.

Il 3 ottobre 1849 lo scrittore fu ritrovato delirante per le strade di Baltimora, "in grande difficoltà", secondo l'uomo che lo trovò, Joseph W. Walker. Fu portato all'ospedale Washington College, dove morì domenica 7 ottobre 1849, alle cinque del mattino. Poe non rimase mai sufficientemente lucido per spiegare come si fosse trovato in tali gravi condizioni, né come mai indossasse vestiti che non erano i propri. In base ai suoi sintomi, la morte dello scrittore è da imputare alla rabbia, anche se le congetture sulla sua morte furono notevoli.

Ron Paul: "Dobbiamo lasciare in pace il Venezuela!"

Ron Paul, un ex parlamentare statunitense più volte candidato alle primarie presidenziali repubblicane con lusinghieri risultati, ha sempre tenacemente combattuto con indipendenza di giudizio le terribili guerre imperiali scatenate dalle ultime amministrazioni USA. Si può dire che con un lungo lavoro egemonico durato molti anni, Ron Paul ha portato in dote a Trump un bacino di voti decisivo per fare di un outsider un presidente. Da nemico dei neoconservatori, Paul è ovviamente contrariato dall'ordine del giorno accettato da Trump in tema di Venezuela

E' davvero curioso notare come questo influente anziano esponente della destra libertaria americana si distanzi dai vecchi arnesi della Guerra Fredda con assoluta lucidità, mentre 
in Italia un pezzo della vecchia sinistra si mette docilmente sotto l'ala dei neocon, che dettano interamente l'agenda di questa crisi internazionale. Ecco cosa dice Ron Paul:

«
È tragicamente comico che il presidente Trump abbia nominato il pregiudicato Elliot Abrams come il suo punto di riferimento per "ripristinare la democrazia" in Venezuela. Abrams ha svolto un ruolo chiave nel caso Iran-Contra e ha continuato a essere uno dei principali artefici della disastrosa invasione americana dell'Iraq nel 2003. Il suo ruolo nell'aiutare a promuovere l'orribile violenza in America Latina negli anni '80 dovrebbe squalificarlo per sempre dal ricoprire ancora cariche pubbliche.

Invece di questo maldestro colpo di stato, una politica migliore per il Venezuela negli ultimi 20 anni sarebbe stata il confronto commercialeSe crediamo veramente nella superiorità di un sistema di libero mercato, dobbiamo anche credere che possiamo solo dare l'esempio, anziché imporre il nostro sistema sugli altri.
Appena quattro mesi fa il presidente Trump ha dichiarato all'ONU: "Rispetto il diritto di ogni nazione presente in questa sala di perseguire i propri costumi, credenze e tradizioni.

Gli Stati Uniti non vi diranno come vivere, lavorare o praticare un culto. Vi chiediamo soltanto di rispettare in cambio la nostra sovranità". Purtroppo sembra che queste fossero solo parole vuote. Sappiamo dagli esempi di Iraq, Libia, Siria, ecc. che tutto questo non finirà bene per il presidente Trump. Né per gli Stati Uniti. Dobbiamo lasciar stare in pace il Venezuela!»

Di Pino Cabras