martedì 31 ottobre 2017

10 Novembre. Cielo Nero - debutto 10, 11, 12 novembre


Organizzato da cada die teatro
10 Novembre – 13 Novembre
Cada die teatro, Via Italia 63 Cagliari

CADA DIE TEATRO
Cielo Nero 
di Francesco Niccolini e Pierpaolo Piludu
con Pierpaolo Piludu
voci bimbi registrate Luca Pisano e Ousseynou Seck
disegno luci Giovanni Schirru
sonorizzazione Matteo Sanna
organizzazione Barbara Mascia
regia Mauro Mou
una produzione Cada Die Teatro

Un viaggio lungo venticinque anni, dove si torna da una guerra e si parte per un'altra, ci si innamora e si fa a botte, si gioca, si ride e si fa l'amore: insomma si diventa adulti, si soffre di gelosia e solitudine, si seppelliscono i propri cari e una città bellissima e amata diventa un cumulo di macerie.

Efisio e Antioco Mereu sono gemelli, e questo racconto li accompagna dai sei ai trent'anni. Due gemelli che più gemelli di così non si può: si scambiano alle interrogazioni, e pure le ragazze, si scambiano. Eppure sono diversissimi, nei pensieri e nei destini: Efisio è un buono, riflessivo, incapace di prendere grandi decisioni, studia filosofia, fa il pittore. Antioco è l'opposto: studiare non gli piace, preferisce il lavoro fisico.

Il primo è indifferente al fascismo che si avvicina, il secondo è anarchico e antifascista nell'animo e quando scoppia la guerra viene spedito sul fronte peggiore che ci sia, la Russia. Efisio invece, finisce in Marina, al sicuro, sul lungo mare di Cagliari. Fino al '43, quando i bombardieri americani
riducono in polvere buona parte della città.
Efisio e Antioco, protagonisti controvoglia di una storia tr agica infinitamente più grande di loro, sono testimoni della rovina di quegli anni, della follia dell'Italia fascista e del delirio collettivo di cui si ammalò il popolo italiano.

Al termine della replica di domenica si terrà l'incontro 
ARMATI DI PAROLE, raccontare la guerra
Una riflessione sul percorso teatrale e antropologico portato avanti in questi anni dal Cada Die Teatro, e in particolare da Pierpaolo Piludu, sui bombardamenti di Cagliari del '43.
Coordinati da Giancarlo Biffi, interverranno Gianni Filippini, Mauro Mou, Francesco Niccolini, Lorenzo Pavolini, Pierpaolo Piludu, Walter Porcedda sul teatro come opportunità di riflet tere, commuovere, indignare, o mostrare i dolori che generano tutte le guerre


Rassegna stampa 31 Ottobre 2017

La Nuova Sardegna

La Regione alla tv algerina: «Irregolari saranno rinchiusi»

Il messaggio è forte e chiaro: gli immigrati in arrivo dall'Algeria verranno detenuti nel Cpr di Macomer e poi saranno rimpatriati. Per fare in modo che la comunicazione raggiunga anche i diretti interessati, l'assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu, ha rilasciato una lunga intervista ai reporter della televisione algerina all-news Ennahar Tv in cui spiega quale sarà l'accoglienza riservata agli algerini che sbarcheranno nell'isola: «A tutti questi ragazzi deve essere chiaro che dalle prossime settimane, o dai prossimi mesi, quando sarà aperto il centro per il rimpatrio verranno rinchiusi nel Cpr di Macomer.  Verrà rispettata la condizione umana ma sarà comunque una situazione di detenzione. Poi, come prevede l'accordo che stiamo stipulando con il governo algerino, verranno rimpatriati in tempi brevi».

Spanu, quindi, spiega quanto possa essere inutile mettere a repentaglio la vita per provare un viaggio che non porterà ad alcun risultato: «Attraversare il mare con queste piccole barche diventa un rischio che speriamo non corrano più – aggiunge Spanu -. Anche perché c'è l'importante questione degli accordi che speriamo eviti la possibilità che i ragazzi arrivino in queste condizioni e poi perché siamo aperti alla possibilità di realizzare azioni di sostengo in collaborazione con il governo algerino».

L'apertura del centro di permanenza e rimpatrio a Macomer metterà fine al corto circuito che permetteva gli immigrati in arrivo dall'Algeria, una volta superati i controlli sanitari, di ricevere il decreto di espulsione da completare con mezzi propri entro sette giorni. Un lasso di tempo che concedeva agli algerini di imbarcarsi verso Civitavecchia per poi fare perdere le proprie tracce durante un viaggio che, generalmente, li conduceva verso i paesi del Nord Europa. (c.z.)


La nuova legge elettorale cambia i collegi dell'isola
Decisione entro novembre. Alla Camera sei uninominali e tre proporzionali
Al Senato saranno assegnati tre seggi col maggioritario e cinque con le liste

CAGLIARI
La legge elettorale c'è, è il Rosatellum 2.0 delle mille polemiche, i
collegi non ancora. Dopo le otto fiducie al Senato, il governo
Gentiloni dovrebbe decidere la mappa entro novembre. Per la Sardegna,
che dovrà eleggere otto senatori e 17 deputati, c'è un'ipotesi molto
probabile su come sarà divisa la regione fra collegi uninominali, con
il sistema maggioritario, cioè quello in cui il candidato più votato
vince, e quelli plurinominali in cui i partiti o le coalizioni
presenteranno liste bloccate, senza preferenze, con i seggi assegnati
in base però ai voti raccolti su base nazionale.Camera.  La Sardegna,
stando al modello più probabile, dovrebbe essere divisa in sei collegi
uninominali e tre collegi proporzionali. Nel primo caso, la mappa
dovrebbe essere questa: Sassari-Alghero-Porto Torres, Olbia-Ozieri,
Oristano-Medio Campidano, Nuoro-Ogliastra, Sulcis-Provincia del Sud o
ex Provincia di Cagliari e infine Cagliari città metropolitana.

Ciascun collegio eleggerà un deputato, quindi sei, e il seggio sarà
assegnato al candidato vincitore nelle singole sfide. Gli altri 11,
visto che in tutto sono 17, saranno eletti con il sistema
proporzionale in tre macro-collegi: Nord (Sassari-Olbia), Centro
(Oristano-Nuoro-Ogliastra) e Sud (Cagliari-Sulcis Iglesiente), con i
Comuni del Medio Campidano che sarebbero assegnati quasi in parti
uguale al Centro e al Sud. Nel maggioritario, sei collegi, i partiti
cercheranno di coalizzarsi il più possibile per ridurre al massimo il
numero degli avversari. Nel proporzionale, tre collegi, al contrario
punteranno a presentare il simbolo per essere forti singolarmente al
momento della divisione dei seggi a livello nazionale.

Va detto che le liste bloccate varieranno da un minimo di due a massimo quattro
candidati. Poi ci sono da mettere nel conto le soglie di sbarramento:
3 per cento per i partiti, 10 nel caso delle coalizioni, soglie che
però dovranno essere superate su tutto il territorio nazionale. C'è
anche un terzo sbarramento: le liste all'interno delle coalizioni che
non supereranno l'uno per cento non parteciperanno alla ripartizione
dei seggi col sistema proporzionale e quindi di fatto i loro voti
finiranno dispersi Senato. La Sardegna dovrebbe essere divisa in tre
macro collegi uninominali, saranno gli stessi della Camera per il
sistema maggioritario, e in un unico collegio regionale
plurinominale-proporzionale con la presentazione di liste bloccate.
Nel primo caso, quello dei collegi uninominali, saranno eletti tre
senatori, uno rispettivamente al Nord, Centro e Sud. Saranno invece
cinque quelli scelti nell'unico collegio regionale.

Anche per Palazzo
Madama i partiti dei due poli storici, escluso quindi il Movimento
Cinque Stelle, cercheranno il più possibile di aggregarsi in
coalizione nei collegi uninominali, mentre in quello plurinominale o
delle liste si presenteranno con i simboli per essere più forti nel
momento in cui saranno ripartiti i seggi. Fra una trentina di giorni
sarà il governo a decidere quale sarà la mappa ufficiale della
Sardegna e degli altri collegi regionali, con la possibile apertura
dei seggi nel 2018 fra l'ultima settimana di febbraio e la prima di
marzo.

Le proiezioni - Con il 30 per cento la vittoria è sicura

Le chiamano proiezioni e sono il confronto fra le ultime politiche,
quelle del 2013, con quanto - a parità di voti - potrebbe accadere nel
2018. Ma c'è anche chi il raffronto pare lo voglia fare con le Europee
del 2014. La differenza non è di poco conto: nel 2013, in Sardegna, il
Movimento Cinque Stelle balzò in testa alla classifica, col 29,7 per
cento contro il 29,4 del centrosinistra. Un anno più tardi, alle
Europee, ci fu il controsorpasso col 38,7 per cento a favore del Pd e
poco più del 30 conquistato dal Movimento. Quindi, le proiezioni sono
un'incognita a cominciare proprio dal punto di partenza scelto per il
confronto. Stando però alle previsioni, qualunque coalizione o partito
che in Sardegna, nel 2018, riuscisse a superare la soglia del 30 per
cento dei voti o ad andarci abbastanza vicino vincerebbe in tutti i
sei collegi uninominali della Camera ed eleggerebbe 5 deputati col
proporzionale. Gli sconfitti, a quel punto, dovrebbero dividersi i
restanti 6 (3 o 4 al secondo classificato, 2 o 3 al terzo) previsti
ancora dalla quota proporzionale.

Al Senato, chi dovesse raggiungere
la soglia del 30 conquisterebbe tutti i 3 collegi uninominali e 2
seggi nel proporzionale, mentre gli sconfitti dovrebbero dividersi i
restanti 3 (2 al secondo classificato, 1 al terzo) del collegio
regionale.

NUORO - Il Pd ritrova l'unità ma esplode il caso Forma
L'elezione di Montixi nel circolo cittadino ha sancito la pace tra le
varie anime Duro post della segretaria provinciale uscente che sarà sostituita da
Maria Sedda

Questi i 54 componenti eletti nell'assemblea provinciale collegati
all'unico segretario designato, Maria Sedda che da domenica prossima
dovrebbe sostituire l'attuale segretaria. Giuseppe Ciccolini, Roberto
Deriu, Valentino Carta, Francesca Zidda, Riccardo Corosu, Natascia
Demurtas, Francesco Manca, Alessia Urrai, Mario Angioi, M.Letizia
Marongiu, Michele Cotzia, Lidia Porcheddu, Enrico Piroddi, Tania
Corrias, Antonio Cambedda, Arianna Pala, Tonino Rocca, Tatiana Isoni,
Mario Patteri, Francarosa Contu, Nicola Porcu, Graziella Lupinu,
Peppino Mureddu, M.Antonietta Corrias, Luigi Zurru, Antonietta Cossu,
Luca Deiana, Chiara Soro, Antonio Falchi, Anna Deriu, Antonio Mura,
M.Teresa Nieddu, Antonello Delogu, Alba Galante, Tore Fenu, Gonaria
Delogu, Francesco Licheri, Maria Gambioli, Tonino Loi, Franca Piga,
Gabriella Musina, Francesco Putzu, Andrea Pusci, Umberto Puggioni,
Vincenzo Floris, Giulia Delogu, Marco Cerina, Antonio Sedda,
Costantino Tidu, Romina Cambedda, Orazio Culeddu e Andrea Fadda.
NUOROProfilo basso e toni concilianti. I

l Partito democratico riparte
così dopo le interruzioni di percorso che l'hanno relegato
all'opposizione a Nuoro città e fatto perdere numerosi Comuni del
territorio. E per dare un segnale forte sul nuovo percorso, orientato
a ritrovare i tanti consensi persi, si è scelto di seguire la strada
dell'umiltà, lasciando da parte i proclami di un tempo e, soprattutto,
evitando quelle lotte intestine che hanno portato alle cocenti, e per
certi versi inattese, sconfitte elettorali. Una pace siglata prima a
livello regionale con l'elezione del segretario Giuseppe Luigi Cucca
che, da nuorese, ha giustamente preteso che anche nella sua città le
polemiche e i toni forti dei contrasti degli ultimi due anni venissero
messi da parte. Per riprendere quel cammino che in passato aveva fatto
di Nuoro una sorta di laboratorio politico al quale guardavano tutti
con invidia, ma che si è dissolto a causa delle solite invidie
politiche legate alle candidature e per le polemiche legate
soprattutto all'assegnazione delle poltrone più prestigiose. Polemiche
che hanno esasperato l'elettorato che ha punito il Pd sia in città,
sia nel territorio.

La conferma è arrivata dal segretario cittadino
uscente Francesco Manca, che ha vissuto tutta l'epopea del Partito
democratico dai fasti iniziali fino alle lotte intestine che hanno poi
portato alle sconfitte elettorali.Nonostante le apparenze, la
ritrovata serenità sembra soltanto di facciata visto che al congresso
di Nuoro non era presente la segretaria provinciale uscente Daniela
Forma, consigliera regionale del Pd. Un'assenza che non è passata
inosservata, anche se il suo nome non è mai stato pronunciato. Il
fantasma della segretaria è aleggiato sulla sala soprattutto quando è
emerso chiaramente che non è più nelle grazie del partito nuorese
visto che il suo posto, tra un settimana o al massimo dieci giorni,
sarà preso da Maria Sedda, 74 anni, ex sindaco di Ottana.

Daniela Forma
ha evitato accuratamente tutte le polemiche, ma ieri sera ha deciso di
uscire dal suo isolamento. Forse dopo essere venuta a conoscenza del
fatto che era già stata destituita e al suo posto già nominata
un'altra persona. «Purtroppo sta diventando sempre più imbarazzante
militare nel Partito Democratico, particolarmente a livello locale e
regionale - ha scritto Daniela Forma sul suo profilo Facebook -. Non
certamente per l'ampio portato valoriale ed ideologico che consente, a
chi proviene da esperienze popolari, progressiste e
socialdemocratiche, di sentirsi a casa propria bensì per la modalità
di gestione di un partito in cui è sempre più difficile respirare aria
buona, aria di casa. Un partito, locale e regionale, che
apparentemente fa di tutto per lanciare all'esterno messaggi di unità,
ma che di fatto non si impegna certo per garantire libertà di
pensiero, condivisione e partecipazione - ha sottolineato la
consigliera regionale -.

Quanti tesserati e militanti del Pd della
Federazione nuorese si sono accorti in questo mese di ottobre che
eravamo nella fase congressuale? Quanti sono stati informati delle
scadenze congressuali, delle numerose proroghe, del calendario dei
congressi dei Circoli e delle linee programmatiche che
caratterizzeranno il nuovo corso del Partito democratico nuorese?
Quanti sono stati contattati e convocati regolarmente per partecipare
ai Congressi e quanti ancora si stanno chiedendo se è andata perduta
solo la loro convocazione? Beh, non siete soli - ha sottolineato
Daniela Forma -. Da consigliera regionale del Pd e segretaria
provinciale uscente ho denunciato al responsabile organizzativo
regionale l'assenza di trasparenza e di informazione nella gestione
congressuale della federazione nuorese, chiedendo un supplemento di
attenzione. Ma dal Pd regionale non ci si è scomposti di una virgola».
(plp)

Florinas Il Pd elegge il direttivo e attacca il sindaco
FLORINAS

Il congresso del circolo del Pd "Antonio Gramsci" di Florinas ha
rinnovato nei giorni scorsi il direttivo, eletto il segretario e
designato i delegati al congresso provinciale. Riconfermata come
segretaria Marcella Mulas mentre il nuovo direttivo è stato rinnovato
e ampliato. Dopo aver discusso temi nazionali e regionali si sono
affrontati anche temi locali e il nuovo direttivo e tutti gli iscritti
del circolo hanno unanimemente e fortemente criticato l'operato della
nuova amministrazione comunale guidata da Enrico Lobino partire dalla
«deprecabile vicenda della copiatura delle linee programmatiche del
Comune di Pisticci per proseguire con il mancato avvio di diversi
progetti lasciati pronti e di alcuni già appaltati dalla precedente
amministrazione e che avrebbero dovuto essere già in fase di
esecuzione ma di cui non si ha alcun segnale, come ad esempio il
sistema di video sorveglianza.

Una forte presa di posizione nei
confronti dell'amministrazione comunale è stata quella relativa alla
programmazione e realizzazione del festival letterario "Florinas in
Giallo". «Il festival è stato, nelle sette edizioni passate, il fiore
all'occhiello della precedente amministrazione - si legge nel
documento che il circolo Pd ha diffuso in paese - perché si è distinto
per qualità di progetto nel novero dei festival letterari che si
tengono in Sardegna. Per questo viene puntualmente finanziato dalla
Regione e ha permesso al nostro paese di diventare meta di tantissimi
cultori ed estimatori della letteratura di genere e di venire
associato ad un evento di respiro internazionale. Nelle precedenti
edizioni "Florinas in Giallo" ha ospitato i più illustri nomi del
panorama letterario nazionale e internazionale fra i quali Carlo
Lucarelli e Giorgio Faletti.

Il programma che è stato presentato
nell'edizione appena conclusa ha di fatto modificato e trasformato
l'idea progettuale per la quale l'amministrazione uscente aveva
ottenuto ancora una volta il finanziamento regionale, non ha
rispettato i parametri di qualità e di presenze di scrittori e autori
che un festival letterario deve garantire, in favore di appuntamenti
totalmente incoerenti con il progetto, slegati fra loro e soprattutto
non attinenti ad un festival di letteratura».Mauro Tedde

alghero - Bruno: «Non sconfesserò quanto fatto fino a oggi»
Il sindaco dimissionario: pronto a discutere di tutto ma difendo la
mia credibilità Dopo oltre due anni la trattativa con il Pd sembra essere a un passo
dal lieto fine

di Gian Mario Sias
ALGHEROMario Bruno sta per uscire dalle corde. Il sindaco di Alghero
non molla l'osso. E alla fine, dopo oltre due anni, la trattativa col
Pd è a un passo dal lieto finale. Si tratta di definire i dettagli di
un accordo che accontenti tutti: il Pd regionale e quello provinciale,
che vogliono pacificare definitivamente le due anime algheresi del
partito dopo lo scontro senza esclusione di colpi che dura dalle
amministrative del 2014; il sindaco, che non vuole abdicare; la
maggioranza dei democratici algheresi, disposti al massimo ad
assicurargli l'appoggio esterno. Programmatico, come si dice ora. «Fai
quello che puoi con quello che hai, nel posto in cui sei». Da qualche
giorno sulla pagina facebook di Bruno campeggia una frase attribuita a
Teddy Roosevelt: tutto sommato, gli calza a pennello. L'insegnamento
del presidente statunitense deve averlo metabolizzato da ragazzino: ha
sempre saputo arrangiarsi, traendo il massimo dalle situazioni.

Anche quando la sua ascesa politica ha rischiato di stopparsi
all'improvviso, ha fatto quello che ha potuto, ossia candidarsi, con
quello che aveva, i suoi più fedeli sostenitori e una coalizione
eterogenea, nel posto in cui si trovava: Alghero, dato che le strade
per Cagliari e Roma erano sbarrate. E in questi tre anni abbondanti
alla guida del Comune di Alghero non si contano le volte in cui si è
trovato all'angolo. Senza grandi spazi di manovra, senza troppe
risorse, a iniziare dalle truppe consiliari, e senza potersi muovere
dal fortino di Sant'Anna, poi trasferito a Porta Terra. L'ultimo colpo
ad alzo zero da via Mazzini è arrivato pochi giorni fa, con un
documento firmato dal direttivo cittadino per ribadire poche cose, ma
essenziali. Tipo che «non entriamo in maggioranza ma non ci sottraiamo
alle responsabilità verso una città che necessita di essere governata
e mettiamo a disposizione della città il nostro peso».

Ancora. «Le dimissioni del sindaco formalizzano il fallimento del suo progetto
politico e del suo programma amministrativo, cui ci siamo opposti, ma
riconosciamo la necessità di ricostruire il centrosinistra e ci
adopereremo attivamente». E ancora. «Nessun esponente del Pd assumerà
incarichi nell'amministrazione comunale, delle partecipate o di altri
enti, ma il partito elaborerà in tempi brevissimi una serie di punti
programmatici in alternativa a quelli purtroppo deficitari del
progetto Bruno». Domenica mattina Bruno ha affidato ai social una
sorta di avvertimento. «Al momento non ci sono purtroppo assolutamente
le condizioni per ritirare le dimissioni. E mi dispiace», aveva
scritto su facebook. Poi ieri il sindaco incontra le segreterie
provinciale e cittadina del partito e corregge il tiro quel tanto che
basta per far capire che il messaggio è arrivato.

«Non ci sono le
condizioni ma si intravede qualche barlume», ammette Bruno.
Infastidito dall'idea che il Pd non voglia andare oltre l'appoggio
programmatico, il primo cittadino rifiuta «di accettare che il
giudizio del partito, nella sua interezza, rispetto all'attività di
governo della città sia così duro - dice - non lo posso accettare,
sono pronto a discutere di tutto, ad ammettere qualche errore che
sicuramente c'è stato, a rivedere insieme il programma, anche se nel
solco di una pianificazione strategica che detta il nostro
indirizzo».Va bene tutto, insomma, «ma non esageriamo, non intendo
sconfessare quanto fatto finora - ribadisce - sia perché ritengo che
si sia seminato molto e che ora ci sia da raccogliere i frutti, sia
perché ne va della mia credibilità». Oggi, intanto, il confronto
dovrebbe allargarsi al resto della coalizione. Domani l'accordo e il
ritiro delle dimissioni


Salvini ammicca a M5s Berlusconi lo provoca
Il leader di Forza Italia organizza un comizio a Catania prima di
quello della Lega Di Maio respinge tutte le l'ipotesi di alleanza: «Cerca solo di
rifarsi una verginità»

di Cristina Ferrulli
ROMADopo la Sicilia, anche la Lombardia. Passano i mesi, ma saltano le
intese e si riducono le possibilità di un'alleanza con gli ex Dem in
vista delle politiche. Sul Pirellone non si è raggiunta l'intesa sulle
primarie con Mdp e il Pd ha deciso di candidare Giorgio Gori. E non
lascerà certo strascichi positivi l'esito del voto siciliano. È
proprio in chiave siciliana, a detta dei più, che Matteo Renzi, prima
di volare a Chicago al summit della Obama foundation, è tornato a
lanciare il ddl Richetti sui vitalizi degli ex parlamentari.
«Approviamolo subito e così com'è», è il pressing del leader Dem. Un
invito che coglie di sorpresa i senatori del Pd.

«Il ddl così com'è
non può essere approvato dopo le critiche dei costituzionalisti nelle
audizioni», spiegano al Senato aggiungendo che resta il problema dei
maldipancia interni, guidati dall'ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti.
Malumori che si sommano ai numeri molto ridotti della maggioranza dopo
l'addio di Mdp. Una vera e proprio emergenza che ha spinto il
capogruppo Luigi Zanda ad inviare una lettera ultimativa a tutti i
suoi senatori: «La maggioranza è molto esigua, da qui a fine
legislatura non saranno tollerate assenze in aula, dall'inizio alla
fine delle sedute». Se sul fronte parlamentare è chiusa ogni chance di
pace con Mdp, anche sulle intese elettorali non si vedono grandi
margini. E la rottura al tavolo lombardo fa capire le distanze: sul
sindaco di Bergamo sembra che Bersani non avesse escluso convergenze
ma il tavolo è saltato sulla data delle primarie il 3 dicembre. «Serve
coinvolgere tutti i cittadini lombardi - dice Mdp - in un confronto
che non sia una semplice conta».

A questo punto Gori sarà il candidato
del Pd e di chi lo sostiene senza primarie. Primarie di coalizione
che, a quanto spiegano ai vertici del Nazareno, sono escluse anche in
vista delle politiche. Dopo le elezioni in Sicilia, dove l'intesa è
stata raggiunta con Ap ma non con Mdp e Cp, Renzi è vuole tornare alla
carica per allargare la coalizione a sinistra, pur non facendosi
grandi illusioni sugli ex Dem. Il dialogo sarà aperto con Campo
Progressista di Giuliano Pisapia e i Verdi che a loro volta hanno
avviato un confronto con i Radicali di Emma Bonino come dimostra la
partecipazione al congresso radicale a Roma.Michele
EspositowAGRIGENTOGiocarsi il tutto per tutto in Sicilia, poi si
vedrà. Matteo Salvini gioca i suoi jolly nell'ultima settimana di
campagna per le Regionali, inaugura un tour in treno nella Sicilia
profonda, incontra imprenditori, militanti, politici locali un tempo
legati alla destra.

E, in chiave governo, esclude a priori le larghe
intese con il Pd tentando il M5s. «Mai un'alleanza con Renzi, Alfano e
la sinistra, chiamerei Grillo», sottolinea il leader leghista trovando
il secco no del M5s: «Renzi, Berlusconi e Salvini sono tutti nostri
avversari», scandisce Luigi Di Maio. Ma, a tenere banco, è anche la
tenuta della coalizione di centrodestra. Silvio Berlusconi e Salvini
condurranno una campagna di fatto parallela nell'Isola. L'ex Cavaliere
sarà a Palermo mercoledì e il giorno dei morti si presenterà, un po' a
sorpresa, a Catania, alle Ciminiere. Con una postilla: per quel giorno
è previsto il comizio finale di Salvini proprio in piazza nella città
etnea, appena un'ora e mezza dopo il comizio del leader di Fi, in
programma alle 18. Salvini apprende la notizia nel corso del suo tour
da Trapani a Palermo.

«Ma che facciamo, due comizi separati? Se c'è
una piazza comune è meglio», sottolinea, per poi comunicare suoi dubbi
al candidato unitario Nello Musumeci, con il quale si dice disponibile
a spostare di mezz'ora il suo comizio. Ma, almeno per ora, la piazza
comune non ci sarà. Fonti vicine a Berlusconi confermano che Fi «andrà
da sola» come da programma: mercoledì al Politeama di Palermo, poi a
Catania. E chissà se la mossa di Berlusconi non sia in qualche modo
legata alle frecciate che in queste ore manda Salvini sul tema degli
impresentabili. «Fossi in Fi avrei detto tanti no», spiega il leader
leghista che attacca: «A noi i voti dei mafiosi fanno schifo».
Salvini, nel frattempo, guarda anche all'elettorato grillino
presentando la Lega come formazione «trasparente» più del M5s («a
Bagheria hanno 22 indagati», sottolinea) ma con, alle spalle, le
«buone gestioni del Nord».

Anche perché la partita sarà tutta tra
Musumeci e Cancelleri. E dalle parti del M5s lo sanno. «Salvini cerca
di rifarsi una verginità politica ammiccando ancora a un'alleanza»,
attacca Di Maio mentre Grillo pubblica un video in cui il referente
palermitano della lista Noi con Salvini, Francesco Vozza, sottolinea:
«Vedo tanto schifo in questa coalizione. Sono davvero impresentabili».
Parole che Vozza poi smentisce spiegando che la sua intervista è stata
tagliata.Schermaglie, malintesi che inevitabilmente si ripercuoteranno
nel post-voto in Sicilia, dove il sodalizio Salvini-Berlusconi
continua a mostrare crepe. «Antonio Tajani sarebbe un ottimo premier,
Gentiloni è un gentiluomo e dinamico», sono le parole con cui
Berlusconi non riduce le distanze con la Lega mentre Salvini, nel suo
tour di 9 ore tra treno e autobus, non lesina attacchi, proprio dalla
sua città natale, al leader di Ap Angelino Alfano: «Se fossi siciliano
mi vergognerei di lui». «Salvini vuole il Sud e il governo con Grillo,
è un estremista e nuddu si pighia, se non s'assumighià», replica
Alfano.


Diciassette indagati per il furto di Dna
Avvisi di garanzia al cda, al genetista Pirastu e ad alcuni sindaci ogliastrini
Tra le ipotesi di reato peculato e abuso d'ufficio per violazione della privacy

di Giusy Ferreli
LANUSEI
Sarà in Ogliastra il primo banco di prova per la complessa
legislazione in materia di protezione del patrimonio genetico. È qui
che si indaga sulla misteriosa sparizione dei campioni biologici dalla
biobanca di Perdasdefogu, sede del parco Genos: per questa vicenda la
procura della Repubblica di Lanusei ha notificato 17 avvisi di
garanzia e chiesto la proroga delle indagini, autorizzata dal gip. Tra
gli indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di furto aggravato,
peculato, abuso d'ufficio, falsità materiale commessa da pubblico
ufficiale in atti pubblici, ci sono i componenti del consiglio
d'amministrazione e presidenti del Parco genetico ogliastrino e di
SharDna e amministratori comunali. Nella lista c'è Pier Giorgio Lorrai
della Scarl (società cooperativa a responsabilità limitata) che ha
gestito il parco Genos e il genetista Mario Pirastu, per anni a capo
della società di ricerca entrata in possesso di oltre 250mila campioni
biologici donati da 14mila ogliastrini.

Ci sono il sindaco di Talana,
Franco Tegas, e il suo vice Ercole Perino, Mariano Carta, attuale
primo cittadino di Perdasdefogu, e il suo predecessore Valter
Mura.L'inchiesta. Il caso, il primo che affronta la spinosa e
complessa problematica dell'utilizzo del Dna umano, parte dalla
misteriosa sparizione delle provette e dei campioni biologici che, dal
punto di vista giudiziario, prende le mosse dalla denuncia presentata
nell'estate del 2016 da una dipendente del laboratorio, Debora
Parracciani. L'inchiesta ben presto si è allargata a quello che sembra
un caso di violazione delle norme sulla privacy. Il ruolo di Pirastu.
Figura importante di una storia dai contorni per certi versi surreale
è Pirastu, genetista di origini ogliastrine che per primo, sul finire
degli anni '90 intravide la possibilità di mettere a frutto la
particolarità delle popolazioni che risiedono in una sorta di enclave
genetica. Fu lui, dopo il crac del San Raffaele, che aveva acquistato
la società Shardna, e dopo l'acquisizione all'asta fallimentare da
parte della multinazionale inglese Tiziana Life Sciences, a trasferire
25mila provette dai freezer di Perdasdefogu in un ospedale di Cagliari.

Al San Giovanni di Dio i campioni biologici rimasero sino a
maggio quando, su disposizione del procuratore Biagio Mazzeo,
tornarono scortati dai carabinieri di Jerzu nel laboratorio
ogliastrino. E tuttora sono lì ancora sotto sequestro. Il fatto di
aver trasferito e utilizzato i laboratori del San Giovanni di Dio (con
relativo consumo di energia elettrica per il funzionamento dei
freezer) senza che i vertici dell'azienda sapessero nulla è una delle
tante circostanze al centro dell'inchiesta della Procura ogliastrina.

Se la giurisprudenza in materia di furto e peculato è particolarmente
abbondante, quella che riguarda l'utilizzo del genoma è decisamente
scarsa.I sindaci indagati. I primi cittadini avrebbero consentito
arbitrariamente l'acceso ai dati anagrafici relativi ai volontari del
progetto di ricerca sul genoma e gli amministratori delle due società
(in alcuni casi le due figure si sovrappongono) sono stati indagati
per la presunta violazione del decreto legislativo del 2003 e della
legge del 1996. Norme di cui probabilmente gli amministratori comunali
non erano a conoscenza. Privacy violata. Nel momento in cui il
progetto partì i ricercatori di Shardna e del Parco genetico andarono
in giro per i comuni ogliastrini alla ricerca di volontari che
donassero il loro Dna in nome della ricerca scientifica.

Alla stessa maniera (se illecitamente saranno i futuri sviluppi giudiziari a
chiarirlo) i ricercatori chiesero i dati anagrafici dei donatori agli
uffici comunali. E ciò che viene contestato è il fatto che anche
l'accesso ai dati anagrafi sia subordinato al nulla osta degli
interessati. Analoga richiesta e relativa autorizzazione, questa volta
da parte del garante della privacy, occorrerebbe per la creazione
delle banche dati, dati che possono essere incrociati e manipolati. Un
rischio che il decreto legislativo del 2003 intende
scongiurare.

Prescrizione per 36. Sono indagini serrate e difficili,
quelle che i carabinieri di Jerzu coordinate dal capitano Giuseppe
Merola, hanno effettuato in questi mesi tra le sedi del laboratorio
ogliastrino del Parco, la sede del Cnr di Pula e l'ospedale
cagliaritano. I militari, subito dopo la denuncia avevano segnalato
all'autorità giudiziaria 53 persone. La posizione per 36 di queste
persone è stata stralciata per la prescrizione dei reati che sarebbero
stati commessi dal 2000 al 2009. Le indagini sono destinate ad andare
avanti ancora per sei mesi e dovranno fare chiarezza sulla gestione
della biobanca e dell'archivio composto dai registri sullo stato di
salute di ogni donatore e dalla ricostruzione degli alberi genealogici
dal 1700 a oggi.


L'ex presidente ipotizza la nullità della nomina, ma Arru replica:
assurdo, tutto in regola

Areus, prime nubi sul manager
Cappellacci: «Non ha i requisiti»


Prime nubi sulla nomina di Giorgio Lenzotti alla guida dell'Areus.
Secondo il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci,
l'indicazione «potrebbe essere nulla per la mancanza di titoli
necessari, indicati dalla stessa Giunta nel bando». L'esponente
azzurro presenterà un'interrogazione in Consiglio regionale per avere
chiarimenti. Lenzotti non ha ancora preso servizio, lo farà nei
prossimi giorni, ma già la sua figura professionale subisce gli
attacchi. In attesa che dimostri sul campo l'investitura, è
l'assessore alla Sanità, Luigi Arru, a difendere la scelta della
Giunta: «È una figura assolutamente autorevole che possiede i
requisiti necessari per guidare l'Areus».

LE NUBI Eppure per l'ex governatore Cappellacci qualcosa non quadra
nella scelta del manager 64enne. «A suscitare forti perplessità sono
le dichiarazioni dell'assessore, che vagheggia una fumosa distinzione
tra una figura manageriale e una professionale», sottolinea
Cappellacci. Da qui i forti dubbi sul merito di una scelta
«arbitraria, fondata su un criterio tanto vago da prestarsi a
interpretazioni politiche spinte».

Secondo il coordinatore di Forza Italia, il curriculum di Lenzotti
mancherebbe di titoli come «l'esperienza nella gestione delle
maxiemergenze, ossia situazioni di allerta, eventi calamitosi o
catastrofici». Cappellacci tira le somme: il frutto di questa scelta
è, dice, «la zuffa politica tra opposte correnti del Partito
democratico».

«SCELTA GIUSTA» L'assessore Arru rimanda al mittente tutte le accuse
e, dopo aver ribadito «le grandi capacità di Lenzotti», si sofferma
sull'aspetto manageriale delle scelta. «L'Areus è un'azienda che dovrà
governare diverse componenti, non solo il 118. Il nuovo manager dovrà
gestire anche altri aspetti come l'attivazione del Numero unico delle
emergenze e il trasporto di organi per i trapianti».

Serviva una persona in grado di coordinare tutti questi rami e per
Arru «la scelta giusta è stata fatta». Per quanto riguarda
l'esperienza, l'assessore ricorda che Lenzotti ha un curriculum di
tutto rispetto, tanto che «era stato scelto per la gestione delle
emergenze in occasione del G8 che si sarebbe dovuto tenere alla
Maddalena».

IL BENVENUTO L'avvio della nuova Azienda è comunque una necessità per
il mondo sanitario isolano. Lo dimostrano gli auspici che arrivano
dagli operatori del settore. I vertici del Simeu (Società italiana di
medicina di emergenza e urgenza), oltre a rivolgere i tradizionali
auguri di buon lavoro al neo direttore generale, chiedono «occasioni
di confronto e collaborazione formale», sottolinea Corrado Casula,
componente del direttivo. L'obiettivo è riuscire a «contribuire
all'implementazione di un sistema che, a partire da quanto già
positivamente definito sulla componente territoriale, è solo abbozzato
su quella ospedaliera».
M. S.

Aerei, braccio di ferro con l'Ue
Via agli incontri con la Commissione. Ad Alghero Alitalia aumenta la
capienza nel weekend Bruxelles: la continuità è da ridurre.
La Regione: sarà rinforzata

La base di partenza è l'attuale continuità, quella che con tutti i
suoi difetti - soprattutto alla voce dei posti a disposizione -
garantisce comunque ai sardi un piede nella Penisola: «Ma il modello
attuale deve essere necessariamente rinforzato», spiega l'assessore
Carlo Careddu, che la prossima settimana volerà a Bruxelles per
incontrare i rappresentanti della Commissione europea. L'Ue, che ha
già bocciato il sistema disegnato dalla Regione ai tempi del
predecessore di Careddu, Massimo Deiana, va in direzione opposta: il
servizio ipotizzato costa 51 milioni di euro all'anno (204 milioni nel
quadriennio 2017-2021), troppi soldi, che rischiano di creare
squilibri nel mercato del trasporto aereo. Per la continuità attuale
servono invece 44 milioni di euro all'anno.

I PUNTI Posti totali, frequenze giornaliere e tariffa unica. Sono
questi tre i punti principali della trattativa tra la Regione e la
Commissione europea. Per quanto riguarda i biglietti a disposizione,
ora il decreto ministeriale garantisce 2,4 milioni di posti all'anno,
più i soliti incrementi di Pasqua, Natale e Ferragosto. La nuova
continuità, abortita qualche settimana fa, prevedeva di partire con
4,5 milioni di posti all'anno nel 2017 e arrivare nel 2021 a quota 5,1
milioni. Bruxelles chiede una diminuzione.

Stesso discorso per le
frequenze: ora sul Cagliari-Roma si arriva a un picco di 10 voli al
giorno ad agosto, mentre la Regione avrebbe voluto spingersi fino a 21
voli quotidiani. Infine la tariffa unica: assicurarla a tutti, sardi e
turisti, per 10 mesi all'anno, potrebbe essere considerato un aiuto al
turismo, piuttosto che una garanzia per la mobilità di chi abita
nell'Isola.

L'ASSESSORE «Alla fine della settimana prossima è previsto un nuovo
incontro a Bruxelles con la direzione generale Concorrenza della
Commissione europea», spiega Careddu. «L'obiettivo è quello di
giungere alla condivisione di un percorso, pur senza rinunciare al
necessario rafforzamento del servizio, per soddisfare le esigenze
specifiche della Sardegna. In questa battaglia la Regione continuerà a
fare la sua parte sino in fondo».

I tempi: per varare la nuova
continuità c'è tempo fino al 9 giugno, quando scadranno le proroghe
appena firmate dal ministero delle Infrastrutture. Per rispettare i
termini, i bandi dovranno essere pronti per l'inizio del 2018.
POSTI IN PIÙ AD ALGHERO Intanto Alitalia ha aggiunto posti nel
prossimo fine settimana sulle tratte della continuità territoriale ad
Alghero. Da qualche giorno le prenotazioni viaggiavano sul filo del
tutto esaurito. Per il ponte di Ognissanti sono state potenziate le
capienze dei collegamenti con Roma e Milano. «Ottenuta la proroga
della continuità sino a giugno anche su Olbia e su Alghero, stiamo
monitorando quotidianamente l'efficienza del servizio soprattutto in
occasione dei periodi festivi», precisa l'assessore dei Trasporti.

«Per i giorni caldi del prossimo fine settimana», conclude Careddu,
«abbiamo chiesto alle compagnie di incrementare le capienze con nuovi
voli e upgrade laddove fosse necessario per garantire il diritto alla
mobilità per tutti i sardi».
M. R.

Pigliaru e Piras nella capitale inglese per promuovere l'export delle imprese
Il carasau in vetrina a Londra

VEDI LA FOTO
La Sardegna sbarca a Londra al “Real Italian Wine and Food”, una fiera
dedicata alla promozione dei prodotti italiani nel Regno Unito. Ad
accompagnare le eccellenze del settore agroalimentare sardo ci sono il
presidente della Regione Francesco Pigliaru e l'assessora
dell'Industria Maria Grazia Piras, che stanno partecipando alle
iniziative in programma in questi giorni, nelle quali pasta, pane
carasau, bottarga, salumi, formaggi e vini isolani hanno un posto
speciale.

Gli eventi organizzati dalla Regione insieme all'Ice (l'agenzia
italiana per la promozione all'estero delle imprese) hanno l'obiettivo
di favorire lo sbarco delle aziende isolane nei mercati esteri.
LA DELEGAZIONE A Londra in questi giorni ci sono ben ventisette
aziende delle diverse filiere produttive che hanno già partecipato
alle azioni previste dal programma e che ora hanno l'opportunità di
perfezionare le loro strategie di export incontrando gli operatori del
mercato britannico.

IL SEMINARIO Ieri poi, al Westminster Kingsway College, il presidente
Pigliaru e l'assessora Piras, accompagnati dal direttore dell'agenzia
Ice Roberto Luongo, hanno partecipato a una serie di incontri dedicati
alle opportunità offerte dal mercato dei prodotti agro-alimentari e
delle bevande nel Regno Unito. «La nostra capacità di entrare nei
mercati esteri con i prodotti dell'agroalimentare è cresciuta, ma
siamo ancora troppo indietro. Stiamo lavorando con grande impegno sul
potenziale straordinario che possediamo e occasioni come questa sono
preziose», ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru
intervenendo in apertura del seminario.

CARBONIA. Il M5S attacca: «Solo demagogia pre campagna elettorale»
Rimborsi agli assessori, via alle verifiche

Come annunciato nei giorni scorsi il Comune ha avviato le verifiche
sulla presunta illegittimità dei rimborsi chiesti dagli assessori non
residenti a Carbonia e intanto il Movimento Cinque Stelle, un una
lunga nota, difende gli amministratori a spada tratta.
Giunta e funzionari comunali hanno infatti iniziato i primi
accertamenti dopo la polemica sollevata la settimana scorsa dai
consiglieri di opposizione che, adducendo alcuni pronunciamenti di
varie Corte dei conti, ritengono illegittimi ed eccessive le istanze
di rimborso avanzate in particolare dagli assessori Mauro Manca, Gian
Luca Lai e Sabrina Sabiu. Una riunione tecnica fra esecutivo e
funzionari ha consentito ieri di cominciare ad analizzare una
questione delicata che potrebbe sfociare anche nella richiesta di
parere alla Corte dei conti.

«Verificheremo ogni aspetto e ci
procureremo altri pronunciamenti - ha sottolineato il sindaco Paola
Massidda - senza però scordare che i rimborsi sono stati sinora
erogati legittimamente». Posizione condivisa in un documento dei
Cinque stelle di Carbonia che esprimono solidarietà agli assessori:
«Vittimi di attacchi indegni, è iniziata con giochi sporchi e slogan
demagogici la campagna per le politiche 2018 e le regionali 2019». In
attesa di capire se l'entità dei rimborsi è interamente o meno dovuta,
c'è chi ha deciso di riappropriarsi (dopo avervi rinunciato un anno
fa) del gettone di presenza. È il consigliere M5S Mauro Uccheddu:
«Dopo un anno in cui devolvevo il gettone al fondo povertà, ho deciso
di percepirlo per acquistare attrezzature e quanto necessario alle
pulizie nei rioni». (a. s.)

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Federico Marini

skype: federico1970ca