sabato 1 dicembre 2018

Un sistema in cui è difficile non sporcarsi le mani. Di Maurizio Onnis.




Un sindaco ha come primo comandamento il bene del suo paese, che spesso deve cercare anche a scapito delle convinzioni personali. Intendo dire che è difficile stare dentro il sistema senza sporcarsi, perché il sistema si regge ancora in buona parte su parentele, conoscenze, amici degli amici, appoggi e favori.

Proprio perciò le prossime settimane diranno con precisione, a chi sa valutare, di quale stoffa sono fatti i primi cittadini. La tentazione di accaparrarsi i candidati presidenti per un pranzo, un’inaugurazione, la visita a un rudere da ristrutturare, è fortissima. È la base della relazione individuale che poi permetterà, al momento giusto, di saltare la fila a Cagliari.

La tentazione di stringere legami interessati con i colonnelli dei candidati presidenti e con i papabili al consiglio regionale è ancora più forte.  Si spera di scommettere sul cavallo vincente e di trovare un protettore capace per il territorio. Ovviamente, un protettore che s’impegna a dare, dopo, solo se prima riceve voti.

Siccome la realtà è sfumata e scegliere è doloroso, non mi sento di condannare a priori. Però che questa sistema non ci ha resi più ricchi e felici bisogna dirlo. Che questo sistema va rovesciato se vogliamo diventare adulti, anche. E che bisogna resistere, pure. Resistere, con grazia, ma resistere. L’indipendenza nostra e delle nostre comunità comincia da qua.

Di Maurizio Onnis

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