mercoledì 8 gennaio 2020

Dichiarazione di Claudia Zuncheddu pubblicato su “Unione Sarda” del 08-01-2020



«I rischi per la salute sono elevatissimi tanto che la Comunità scientifica internazionale sostiene la richiesta di moratoria che Isde, avanza da tempo invocando il principio di precauzione». Claudia Zuncheddu, ex consigliera regionale indipendentista, presidente dell’Associazione medici per l’ambiente ISDE Cagliari, è in prima linea contro la sperimentazione del 5G.

«In Italia, seppur i limiti vigenti sull’esposizione dei cittadini a campi elettromagnetici siano stati tra i più cautelativi a livello internazionale, oggi non sono più adeguati a tutelare la salute umana», spiega la presidente dell’Isde Cagliari. «Dagli studi a disposizione, gli effetti biologici dei campi elettromagnetici sono di certo dannosi per la salute perché interferiscono sulla conformazione delle proteine e gli effetti sul patrimonio genetico sono alla base di patologie cancerogene e non cancerogene.


Sugli effetti delle micro-onde 5G, ben più preoccupanti, non abbiamo studi epidemiologici», ammette, «ma dalle sperimentazioni sia su linee cellulari che su animali, emergono effetti biologici incompatibili con la salute umana. L’esposizione alle radiofrequenze è un rischio per ogni forma di vita. Basti pensare che agiscono su api, uccelli e addirittura sui batteri rendendoli resistenti agli antibiotici».

Non solo: «I campi elettromagnetici, al di là del pericoloso 5G, non ancora sperimentato, sono stati già classificati possibili cancerogeni (2B). La casistica su glioblastomi (tra i tumori cerebrali più aggressivi) e neurinomi è elevatissima. Producono inoltre nell’uomo alterazioni del ritmo cardiaco, disturbi neuro-comportamentali, alterazioni neurologiche, alterazioni spermatiche, disturbi metabolici e endocrini».


Le colpe della politica. Per Zuncheddu «è grave che in mancanza di autorizzazione da parte dei ministeri competenti, a partire da quello della salute, la sperimentazione del 5G sia programmata ufficialmente su circa 4 milioni di cittadini in Italia. In Sardegna sono numerose le denunce sull’insorgenza crescente di antenne 5G in prossimità di scuole, di centri abitati, luoghi di lavoro, addirittura su siti archeologici».


Ma la politica non sembra sensibile all’argomento. «Al documento di Isde inviato a luglio del 2019 ai gruppi consiliari e alla Giunta regionale, alle amministrazioni dell’area Metropolitana, all’Arpas, ai parlamentari eletti in Sardegna, a tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta», si rammarica aggiungendo che il tema richiede studio, approfondimenti e assunzione di responsabilità da parte della classe politica sarda. «Preoccupa il silenzio sia per la non conoscenza del tema su cui sono chiamati a decidere, sia per le relazioni di interesse finanziario tra governi e i colossi della telefonia». (f. ma.)


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