(18 gennaio 1976) In via Maderno a Milano la polizia arresta
Renato Curcio, considerato il leader dell'organizzazione terroristica delle
Brigate Rosse. Curcio era evaso nel febbraio '75 durante un'azione
organizzata dalla moglie Margherita Cagol, nome di battaglia “Mara”, (che morì durante una sparatoria con i Carabinieri.)
Renato Curcio (Monterotondo, 23 settembre 1941) è un ex
terrorista, editore e sociologo italiano, famoso per essere, come detto, tra i fondatori delle
Brigate Rosse, il gruppo terroristico più numeroso e violento degli anni di
piombo. Nasce da una relazione extraconiugale tra la madre Jolanda Curcio,
giovane ragazza pugliese emigrata a Roma, e Renato Zampa, fratello del noto
regista cinematografico Luigi Zampa.
Formatosi intellettualmente e politicamente all'Università
di Trento, e nelle lotte del Movimento Studentesco, nel 1969 fondò il “Collettivo
Politico Metropolitano.” Entrato a far parte della rivista d’ispirazione
marxista-leninista "Lavoro Politico", ha modo di esprimere opinioni
distanti dalla lotta armata. Il ripensamento sul tema della violenza arriva
dopo gli scontri di Avola del 02 dicembre 1968: nell'occasione la polizia sparò
sui braccianti uccidendone due, e continuando a sparare ad altezza d'uomo per 25
minuti.
Nel mese del novembre 1969 siamo nel pieno
della rivoluzione studentesca: Renato Curcio partecipa all'ormai famoso
Convegno di Chiavari presso l'Hotel Stella Maris. Qui, dopo un acceso
dibattito, vengono gettate le basi per l'avvio della lotta armata in Italia, a
cui prende parte anche un nucleo di appartenenti al Collettivo politico
metropolitano di Milano.
L'anno successivo vengono fondate le Brigate Rosse: è il
mese di maggio del 1970 quando nel quartiere di Lorenteggio, a Milano, appaiono
i primi volantini con la stella a cinque punte. La prima azione avviene il 17
settembre 1970, quando il gruppo fa saltare in aria il garage di Giuseppe
Leoni, dirigente dell'azienda SIT Siemens.
SIT Siemens, Pirelli, Alfa Romeo sono le prime industrie
dove il partito armato s’insedia tra i lavoratori, molti dei quali collaborano
con le BR senza tuttavia prendere parte alle azioni più sanguinose. In seguito,
con la morte di Mara Cagol e con la carcerazione dei leader Curcio e
Franceschini, la direzione del movimento passò in mano ad esponenti della
cosiddetta "ala militarista" il cui leader era Mario Moretti, che porterà
il gruppo in seno alla triste stagione degli omicidi e dei ferimenti che
l'Italia conoscerà dalla seconda metà degli anni '70, tra cui anche il sequestro e l'uccisione del Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro.
Pur non avendo mai teorizzato la violenza, Renato Curcio non
si è mai pentito delle sue scelte, ma ha duramente criticato numerose decisioni
delle Brigate Rosse, soprattutto successive al suo arresto. Negli anni '90 è
stato quindi scarcerato con quattro anni di anticipo.
Da allora è tornato all'attività di sociologo nella
cooperativa editoriale e sociale “Sensibili alle foglie”, da lui fondata, che
si occupa di tematiche legate alla disabilità, immigrazione e diritti nelle
carceri. Inoltre, la cooperativa opera interessanti studi nel campo delle nuove
forme di controllo sociale nella società di massa. Appena ottenuta la
semilibertà 7 aprile 1993, l'allora direttore de Il Giorno, Paolo Liguori, gli
offrì un posto da giornalista ma lui declinò l'offerta perché prematura.
Vincenzo Maria D'Ascanio
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