lunedì 7 gennaio 2019

Anziani ma non solo: la necessità di creare spazi d’incontro. Di Marco Zurru.



Mi spiace cominciare l'anno con questa notizia. Questa casa ha accolto la mia prima esperienza lavorativa. Sono passati quasi 30 anni, ma lo ricordo come fosse ieri. La cooperativa che gestiva il servizio non riusciva a venire a capo di alcuni problemi organizzativi. 
Chiamarono Pippo Puggioni per chiedere aiuto e Pippo mi inviò in loco, un zurruappenalaureato con molta voglia di fare.

Il quotidiano era drammatico. Entrato in struttura capii al volo alcuni nodi da sciogliere. Gli anziani, annoiati e stanchi del niente, erano seduti in una stanza, con spalle alle pareti e una piccola tivù accesa. Insomma, a tipo "Qualcuno volò sul nido del cuculo". Una tristezza infinita. Feci due settimane di ascolto delle loro storie di vita, individuai alcuni elemnti ancora capaci di mobilità e attività fisica.

Tra questi alcuni che sapevano, eccome se lo sapevano, lavorare la terra. Chiesi aiuto ai servizi sociali del Comune, all'assessore e al sindaco che mai, dico mai, mi hanno negato ascolto e supporto. Portammo terra buona a sufficienza per cingere un orto sul perimetro della struttura, comprammo sementi e, da lì al naturale tempo della Natura, molto della cucina della struttura visse in piena e goduriosa autonomia.

Non era solo faccenda di autonomia alimentare, era faccenda di rivitalizzare energie sopite ma mai defunte in quelle straordinarie persone. Poi c'era la distanza della struttura dal paese e il senso di solitudine. Uno spazio vuoto tra paese e anziani, uno spazio di vita da colmare. E allora mi inventai un ponte, un ponte vivo, di viva quotidianità: un campo da bocce.

La progettazione la fece un amico architetto di Casteddu, il comune ci mise materiali, attrezzature e autorizzazione, il Servizio Civile Internazionale mi acconsentì un campo in loco: oltre 20 ragazzi stranieri, coordinati dal mio amico architetto e dai tecnici del comune, in poco più di 20 gg, costruirono il campo da bocce.

Un campo frequentato dagli anziani della struttura e dagli anziani e meno anziani del paese. Bisogna legarle le cose, con fantasia e determinazione. E quella fu una delle esperienze lavorative più feconde e belle della mia prima esperienza professionale. Buona fine e buon inizio anziani di Villacidro, ve lo meritate.

Marco Zurru


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