L'AREA
IDENTITARIA. Andrea Murgia: lo Stato ci avvelena da decenni, ora basta Autodeterminatzione
punta sulla cultura e la lotta alle servitù
Una sola lista in ciascuno degli
otto collegi, ma anche senza la moltiplicazione degli elenchi serve molto
lavoro per chiudere il cerchio: Autodeterminatzione, come tutti gli altri
schieramenti in corsa per le Regionali, in questi giorni ha diradato gli
incontri pubblici per concentrarsi sulla scelta dei candidati. Ma presto ripartirà
la campagna elettorale della coalizione che candida Andrea Murgia alla presidenza della
Regione, e unisce varie sigle del mondo indipendentista e identitario.
«Le liste sono quasi chiuse»,
conferma Pier Franco Devias, leader di Liberu, «presto ufficializzeremo i nomi
dei candidati, crediamo di avere una bella squadra, determinata, e con tante
buone idee». Lo stesso Devias dovrebbe essere in campo, così come Lucia Chessa
e il consigliere regionale uscente dei Rossomori Emilio Usula.
Per quanto riguarda i temi, quelli
più forti sono noti: anzitutto l'energia, con la proposta sulle “case passive”
(edifici ad altissima efficienza energetica) già anticipata da Murgia, e poi
trasporti, agricoltura e allevamento, scuola, sanità. «In più - aggiunge Devias
- noi abbiamo anche messo in campo un progetto su una questione che le altre
forze politiche trascurano: la riorganizzazione generale della gestione dei beni
archeologici, legata anche alla fruizione turistica grazie alla novità del
Sardigna Pass».
Ovviamente resta alta l'attenzione
anche sul fronte delle servitù militari, oggetto di una riflessione che Andrea
Murgia ha pubblicato su Facebook: «Pensate a quanto sono spettacolari le dune
di Porto Pino», ha scritto a commento di una foto della località marina nella costa sud occidentale dell'Isola,
«quanto sarebbe stato bello e ricco quel litorale, 30 chilometri di spiagge con
sabbia bianca e finissima, anfratti, scogli, mare limpido. Un paradiso in terra
che per quasi la sua totale estensione ci è negato.
Un patrimonio di tutti, inaccessibile. A causa dell'occupazione militare
nell'Isola questo non
è possibile».
E lo stesso avviene, prosegue il
candidato, per le spiagge di Quirra, o le grotte di Is Angurtidorgius nel territorio
di Perdasdefogu, «ulteriore testimonianza del patrimonio speleologico sardo che
non è possibile valorizzare», e altri siti ancora: «In Sardegna ci ritroviamo
con migliaia di ettari di terreno che necessitano di un'ingente bonifica. E
intanto sulla nostra Isola si continua a sparare.
Si sparano missili che contengono
metalli pesanti dannosi per la nostra salute. E noi continuiamo ad ammalarci.
Quando ci sarà data la possibilità di ridiscutere la
qualità e la quantità di questa occupazione?», chiede il candidato, e «di
sapere cosa si usa, quando si usa, perché si usa? Lo Stato italiano - conclude
- ci ha avvelenato per decenni: è ora di dire basta».
Articolo
tratto dalla Nuova Sardegna del 15. 01. 2019
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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
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