(09 gennaio 1950) Gravi scontri tra polizia e manifestanti
durante lo sciopero contro la chiusura delle Fonderie Riunite a Modena causano
la morte di sei operai ed il ferimento di centinaia di persone. Fondate nel
1938, le Fonderie Riunite erano un'azienda di proprietà dell'industriale Adolfo
Orsi, proprietario anche della Maserati. Subito dopo le elezioni politiche del
18 aprile 1948, Adolfo Orsi decise tre giorni di serrata della fonderia,
chiedendo l'intervento della forze di polizia per sopprimere la protesta
degli operai.
Alla fine 1949 Orsi licenziò tutti i suoi 560 dipendenti, al
fine di poter riassumere altri operai non politicizzati (ovvero non iscritti né
al sindacato né ai partiti), questo per avere maggior forza contrattuale e soprattutto
espellere il sindacato dalle sue fabbriche. Il piano industriale di Orsi
prevedeva inoltre di diminuire i premi di produzione e discriminare le donne
(ad esempio, eliminando la stanza dove le operaie potevano allattare i figli dovevano
per forza portare in fabbrica, non potendosi permettere delle badanti.)
Scrive Eliseo Ferrari, all’epoca segretario provinciale
della FIOM di Modena: “In fondo a via Ciro Menotti, all’incrocio con via Paolo
Ferrari e via Montegrappa, uscendo da una porta dove si era riparato, Renzo
Bersani attraversava la strada e piedi senza correre; un graduato s’inginocchiò
sulla strada, lontano circa 150 metri, prese la mira e lo fucilò secco senza
scampo di fronte a centinaia, migliaia di testimoni. Non fu uno scontro tra
manifestanti e poliziotti come si tenta oggi di far credere, tentando di dividere
al cinquanta per cento le responsabilità dell’eccidio.»
Modena non fu un fatto isolato. In quegli anni iniziava una
repressione anti operaia feroce e sanguinosa (nel 1948 furono uccisi 17
lavoratori in conflitti di lavoro, centinaia feriti e 14.573 arrestati). Il
sindacato fu cacciato da moltissime aziende, oppure ridotto ai minimi termini
ed i sindacalisti vilmente emarginati con metodi che oggi sarebbero definiti di
“Mobbing”. Inoltre, al fine di indebolire ulteriormente i sindacati
s’introdusse una maggiore disparità salariale, legando massicciamente la
retribuzione operaia alla produzione. Infine, si cominciò a chiedere la
collaborazione delle forze dell'ordine per impedire forme di protesta come
picchetti o altre manifestazioni: in appena due anni la polizia era dovuta
intervenire 181 volte per sedare conflittualità sul posto di lavoro.
La dirigenza della Cgil, del Pci e del Psi, intanto, fu
piegata a più miti consigli in merito alla logica del profitto padronale ed
allo sfruttamento degli operai.
Dopo quella dura sconfitta che dal ’48 si protrasse per tutti gli anni Cinquanta la classe operaia riprese l’iniziativa all’inizio degli anni Sessanta. Dall’Autunno caldo sino agli anni 80’, i cittadini si organizzarono in squadre di pronto intervento, per evitare che l’eccidio delle Fonderie Riunite potesse ripetersi.
Di
Vincenzo Maria D’Ascanio
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