Unione
Sarda
Via
libera alle trivelle, ed è polemica
Il
presidente della Puglia pronto a impugnare le nuove autorizzazioni La base dei
5 Stelle accusa Di Maio.
La
replica: scelte precedenti
ROMA Sono di nuovo le trivelle a far
infuriare attivisti a 5Stelle ed ambientalisti. Stavolta però il Movimento è al
governo. La base pentastellata si è sentita tradita quando ha letto, sul sito
del ministero di Luigi Di Maio, il Bollettino degli idrocarburi che prorogava
diverse concessioni, avversate con forza quando i grillini ancora non erano al
potere. Potranno essere prelevate risorse a Bagnacavallo, in provincia di
Ravenna, e nella vicina San Potito. A Sud, tre permessi di ricerca in mare: due
a Santa Maria di Leuca, l'altro a Crotone. Tutto a opera del ministero dello
Sviluppo economico, guidato del capo politico del Movimento fondato da Beppe Grillo.
Ricerche di idrocarburi «Queste
“ricerche di idrocarburi” (non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal
Governo precedente e in particolare dal ministero dell'Ambiente del ministro
Galletti che aveva dato una valutazione di impatto ambientale favorevole. A
dicembre, un funzionario del mio ministero ha semplicemente sancito quello che
aveva deciso il vecchio Governo.
Non poteva fare altrimenti, se no
avrebbe commesso un reato. Quando il Pd ha dato l'ignobile parere favorevole un
anno e mezzo fa, nessun giornale aveva messo la notizia in prima pagina. Ora
che il Mise ha ratificato quello che il Pd aveva deciso, è diventata una notizia».
Replica così su Facebook il
vicepremier. Accuse ai predecessori. Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa
respinge le accuse e punta il dito contro il suo predecessore. L'ok del Mise è
un «compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero
dell'Ambiente del precedente governo». La colpa deve essere data a «cosiddetta
sinistra amica dell'ambiente», mentre «noi siamo e resteremo contro le trivelle»
e «quello che potevamo bloccare abbiamo bloccato». È promette che non firmerà
alcuna trivellazione.
Pure il penta stellato Davide
Crippa, sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, sostiene che le
autorizzazioni concesse siano «la conseguenza obbligata, per legge,
dell'ennesima scelta assurda ereditata dal passato governo». L'esecutivo aveva
due alternative: bloccare le autorizzazioni, ma «con forte rischi di
impugnazione e non ottenendo alcun risultato», oppure «lavorare per una
proposta normativa», inserendo all'interno del decreto legge “Semplificazioni”
un emendamento per bloccare 40 permessi pendenti.
I Verdi al contrattacco. Ma in
realtà, almeno a sentire i Verdi, si starebbe «arrampicando sugli specchi». Il
leader degli ecologisti, Angelo Bonelli, ricorda che gli uffici del dicastero
dell'Ambiente hanno dato pareri positivi non solo per le trivellazioni in
Adriatico, ma anche alla Shell nell'area dell'entroterra del parco di
Lagonegrese, in Basilicata. Si tratta di 347 km quadrati dove si potrà
effettuare ricerca sismica attraverso geofoni attivati da cariche esplosive.
REGIONALI.
Putzolu: sogno un Consiglio composto da 30 donne e 30 uomini
Doppia
preferenza, caccia al ticket
Intese
tra candidati dei due sessi per sfruttare la legge elettorale
La doppia preferenza di genere
esordisce alle elezioni regionali sarde
e cambia le strategie della campagna
elettorale. La formula del
ticket, ossia l'abbinamento
donna-uomo, potrebbe essere utilizzata dai
candidati per cercare l'effetto
traino.
Infatti, con la possibilità per
l'elettore di esprimere due
preferenze, entrambi i candidati
“promuovono” il proprio partner
elettorale nella speranza di un
travaso di voti dall'uno all'altra.
Non tutti i partiti, però, sono
sicuri dell'efficacia di questo
sistema, almeno nella sua
applicazione più rigida che consiste
addirittura nel santino elettorale
doppio.
La strategia
Nel Partito democratico qualcosa si
muove e non è escluso che qualche
abbinamento possa esserci. Se
l'assessora al Turismo, Barbara
Argiolas, dovesse candidarsi,
potrebbe unire le forze con Gigi
Ruggeri, esponente della stessa
corrente. Mentre Cesare Moriconi (area
Fadda) potrebbe andare in accoppiata
con Rita Polo (vicina a Marco
Espa), permettendo a entrambi di
aumentare il proprio potenziale di
voti.
Un ragionamento che può funzionare
nei collegi in cui ci sono più
seggi a disposizione, perché in
altri contesti la situazione è
diversa. Rossella Pinna, consigliera
uscente e candidata del Medio
Campidano, ammette che «in certi
casi la formula ha funzionato». Lei
personalmente non applicherà
rigidamente il ticket con un candidato,
ma «ricorderò costantemente ai
cittadini la possibilità di esprimere
due preferenze per una donna e un
uomo».
I dubbi
La consigliera regionale di Forza
Italia, Alessandra Zedda, riconosce
che la formula del ticket è
«un'opportunità soprattutto per chi si
candida per la prima volta, perché
si condivide l'esperienza».
L'esponente azzurra non farà
abbinamenti, ma «ricorderò che si può
dare anche un'altra preferenza a un
candidato». L'utilizzo del ticket,
inoltre, non deve «relegare le donne
soltanto a portatrici di voti»,
spiega Zedda, «per questo preferisco
un ragionamento di lista
ricordando a tutti la doppia
preferenza».
Liberi tutti
Ci sono poi alcune forze che
preferiscono superare l'abbinamento,
lasciare ogni candidato libero. È il
caso di Campo progressista:
«Rinunciamo alla formula del
ticket», dice Francesco Agus, «puntiamo a
un sostegno di lista e soprattutto a
far eleggere donne».
Sulla stessa linea anche Sardegna
20Venti, che inviterà i propri
candidati a gestire singolarmente la
corsa alle elezioni. «Si tratta
di una competizione tra candidati»,
dice Stefano Tunis, «la doppia
preferenza di genere è un'opzione
per gli elettori e non per i
candidati». Dunque, non tutti
utilizzeranno questo metodo per
presentarsi alle elezioni, anche
perché non sempre il numero dei voti
viene comunque raddoppiato.
L'obiettivo
In questo contesto, bisogna fare in
modo che le donne, a prescindere
dalla formula del ticket, siano
tutelate e votate perché c'è il
rischio che vengano ridotte a
portatrici d'acqua. La pensa così la
Consigliera di parità, Tiziana
Putzolu: «Bisogna ricordare che le
donne vanno votate, anche se non
sono nomi noti della politica.
Un'esortazione che va fatta a tutti,
uomini e donne». Per quanto
riguarda invece l'effetto della
doppia preferenza di genere, Putzolu
non nasconde l'ambizione che il
Consiglio regionale «possa essere
composto da 30 donne e 30 uomini,
visto che rappresentiamo la metà
della popolazione».
Matteo Sau
Adinolfi:
nostri militanti nelle liste di Sardi liberi per sostenere
zona
franca e reddito di maternità
Il Popolo
della famiglia sta con Pili «La Sardegna riparta dalle culle»
«Se non riparte dalle culle, la
Sardegna muore»: uno slogan che
starebbe bene in bocca al Popolo
della famiglia. E infatti. A
pronunciarlo è Mario Adinolfi,
fondatore del movimento nato nel 2016
per difendere i «valori tradizionali
non negoziabili»: sostegno alla
natalità, diritto alla vita
(compreso il no all'aborto), contrasto a
leggi come il biotestamento e le
unioni civili. A sorpresa Adinolfi
schiera il Pdf alle Regionali sarde,
e lo schiera con Sardi liberi, la
coalizione tra Unidos, Progres ed ex
sardisti guidata da Mauro Pili.
«Siamo all'opposizione del governo
Lega-5Stelle e molto distanti dal
centrosinistra», spiega l'ex
deputato del Pd: «Pili per noi è una
buona alternativa».
Perché proprio con Pili?
«Con Mauro siamo stati insieme in
Parlamento, c'è stima reciproca e
un'affinità generazionale e
valoriale. L'accordo con lui completa la
nostra riflessione sulla Sardegna
anche in relazione alla dimensione
europea».
Sotto quale aspetto?
«Già alle Politiche la nostra
battaglia verteva sulla zona franca, una
chance sprecata che è il simbolo del
rapporto irrisolto con l'Ue».
Presenterete una lista?
«No, la legge elettorale penalizza
chi corre con più liste. Saremo
presenti con due ticket, un uomo e
una donna, soprattutto nei collegi
di Cagliari e Nuoro».
Chi saranno i candidati?
«Stiamo ancora decidendo».
Magari lei, per testimonianza?
«No, saranno attivisti locali.
Vogliamo dare un sostegno forte a Sardi
liberi ed essere determinanti per
superare la soglia di sbarramento».
Determinanti? Addirittura?
«Beh, in Sardegna abbiamo raccolto
6mila voti alle Politiche,
sfiorando il 10% in alcuni Comuni.
Il nostro è un elettorato compatto
e molto orientato. Alle Comunali di
Cagliari eravamo appena nati e
superammo subito l'1%».
Non è contraddittorio, per voi,
aderire a un'alleanza sostanzialmente
indipendentista?
«No. Pensiamo che la Sardegna debba
rafforzare di molto la sua
autonomia, e che l'Europa dei popoli
si basi su forti radici
identitarie, come quella sarda».
Zona franca a parte, qual è per lei
la prima esigenza dell'Isola?
«I veri drammi sono la gente che va
via e la natalità troppo bassa. Le
statistiche dicono che i Paesi che
non fanno figli non producono più
neanche ricchezza. La Sardegna deve
ripartire dalle culle».
Come mai tanto interesse per questa
regione?
«Mi legano alla vostra terra le
ragioni amicali, il tanto tempo che ci
ho trascorso, il fatto di essere
stato un piccolo allievo e un grande
amico di Cossiga. Ma è anche vero
che il Pdf ha raccolto da subito
molto favore in Sardegna. C'è una
militanza numerosa, e sincera: noi
non possiamo certo fare politica
promettendo poltrone, o posti di
lavoro, o raccomandazioni con questo
o quell'assessore».
I vostri valori sembrano affini a
quelli del centrodestra, perché non
vi alleate con loro?
«Il centrodestra sventola i rosari
in campagna elettorale, sostiene i
nostri valori con le chiacchiere, ma
quando ha in mano le leve del
potere non fa niente per le famiglie.
La manovra nazionale
distribuisce mance, in continuità
con i governi Renzi e Gentiloni».
Cosa dovrebbe fare, invece?
«La nostra proposta è il reddito di
maternità: mille euro al mese per
ogni mamma nei primi 8 anni di vita
del figlio».
Lo proponete anche per la Regione
sarda?
«Intanto è una nostra campagna
nazionale, raccoglieremo entro il 9
aprile 50mila firme a sostegno della
proposta. Ma mettiamo l'idea
anche a disposizione di Sardi
liberi».
Del reddito di cittadinanza invece
che cosa pensa?
«Ha costi pesanti ed è illusorio,
perché non raggiungerà 6 milioni di
italiani come si dice. Ma
soprattutto è una misura assistenziale,
deresponsabilizza i beneficiari».
In Sardegna è attivo il Reddito
d'inclusione sociale: non va bene
neppure quello?
«Non sono contrario a interventi
immediati sulle situazioni di massima
povertà: ma le politiche veramente
efficaci devono favorire
l'occupazione e in particolare
l'impresa familiare». (g. m.)
ALGHERO.
Giusy Piccone e Matteo Tedde vanno con Zedda
Cambio di
casacca per due consiglieri
Dalla lista Per Alghero a Campo
Progressista. I due consiglieri
comunali di maggioranza, Giusy
Piccone e Matteo Tedde, hanno
ufficializzato l'adesione al
movimento che fa capo al sindaco di
Cagliari, Massimo Zedda, in corsa
per la carica di presidente alla
Regione.
In una conferenza stampa nella sala
rossa del municipio, Piccone e
Tedde, insieme al coordinatore
provinciale di Campo Progressista
Gianfranco Satta, hanno spiegato che
nulla cambierà negli equilibri di
maggioranza e che nulla hanno da
chiedere. «Abbiamo trovato una casa
dove occuparci principalmente dei
diritti delle persone», ha detto
Piccone. «È un passaggio
fondamentale per cercare di ricostituire
l'area di sinistra che oggi manca»,
ha aggiunto Tedde.
Giusy Piccone, inoltre, è stata
candidata per il consiglio regionale.
Proveniente dalla lista Pd, poi
passata nella squadra di Mario Bruno
con una civica, la presidente della
commissione Bilancio intende
portare avanti tutti quei temi che
le stanno a cuore, dalla lotta per
i diritti di genere, alla
multiculturalità, fino alla battaglia contro
la azzardopatia, argomento di cui la
consigliera si è occupata molto
da vicino negli ultimi due anni e
che ad Alghero sta già dando i primi
tangibili risultati. (c. fi.)
-----------------
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento