venerdì 7 luglio 2017

Rassegna Stampa 07 luglio 2017



Unione Sarda

Urbanistica, nuova proposta da sinistra
Sdp rompe con la linea Erriu

C'è un nuovo disegno di legge urbanistica in Consiglio regionale: si tratta di una proposta scritta con il supporto tecnico dell'architetto Alan Batzella, che porta la firma del gruppo Art. 1 Sdp, stravolge il testo della Giunta e si affianca in commissione Governo del Territorio a quello presentato da una parte del Pd.

«La nostra ambizione è quella di discutere questa legge in commissione, il nostro disegno mira a qualificare il territorio e il paesaggio della Sardegna in un nuovo quadro di regole, restituendo ai Comuni un ruolo centrale in materia di pianificazione», ha spiegato ieri il vicepresidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai. Tante novità. La pianificazione operativa spetta in toto ai Comuni, mentre la Regione mantiene solo la funzione legislativa generale; i Comuni non vengono considerati tutti alla stessa stregua, ne vengono infatti identificate sei classi, tre delle quali, quelli con popolazione inferiore a 4.000 abitanti (295 su 377) potranno usufruire di procedure semplificate.

La proposta prevede anche il divieto delle lottizzazioni per le seconde case vacanze e l'incremento volumetrico passa dal 25% della proposta Erriu al 10% nella fascia di salvaguardia dei 300 metri dal mare. Inoltre, potranno essere fatti interventi solo per migliorare le condizioni strutturali e ricettive e sulla base di un piano con il quale si deve dimostrare che l'ampliamento è legato alla destagionalizzazione. Il piano casa è definitivamente superato, e arriva anche lo stop alle grandi strutture di vendita come i centri commerciali.

Ro. Mu.

Carbonia
Consigliere non allineato in casa Cinque Stelle

Ormai è palese: nel gruppo di maggioranza M5S un consigliere non è più
“allineato”. Due settimane fa il no a una variazione di bilancio, idem
tre giorni fa al passaggio da Equitalia all'Agenzia Entrate e
l'astensione a un'altra variazione contabile. È Mauro Careddu, uno dei
16 (sindaco compreso) aventi diritto al voto, il cui dissenso inizia a
preoccupare i Cinque stelle: «Voterò in libertà - dice - la Giunta si
riveda il programma perché ad esempio nel caso Equitalia siamo
distanti dalle promesse in campagna elettorale».

I numeri dei Cinque
stelle in Consiglio tengono, ma il capogruppo Manolo Cossu ammette che
lo scenario è spiacevole: «Su questioni etiche tutti hanno libertà, ma
la posizione per certi versi anarchica di Careddu è un problema
aperto: tenterò ancora una mediazione, ma se la situazione dovesse
davvero rivelarsi insanabile il consigliere si assuma le proprie
responsabilità, se necessario anche dimettendosi». (a. s.)

ALGHERO. Bruno resta senza numeri ma promette di andare avanti
L'addio dell'assessora: il sindaco appeso all'Udc

L'Udc, mentre il suo leader viene travolto da una tempesta
giudiziaria, abbandona la maggioranza guidata da Mario Bruno. Nessuna
sostituzione: il vicesindaco dimissionario, Antonello Usai, non può
essere rimpiazzato come se niente fosse. Meglio andare in modalità
stand-by fino a quando non sarà fatta chiarezza in merito
all'inchiesta sulla gara per la gestione del campo di Maria Pia.

ADDIO ROSA Ieri mattina l'assessore in quota al partito della
scudocrociato, Marisa Castellini, ha restituito la delega ai Servizi
sociali. Un gesto che rappresenta un atto di fedeltà nei confronti di
Usai e guai grossi, invece, per il sindaco di Alghero rimasto senza
numeri. «Assicureremo l'appoggio esterno con senso di responsabilità,
sui punti programmatici convergenti, avendo come unico obiettivo il
bene della collettività», si legge in una nota dei consiglieri
comunali Alessandro Loi e Donatella Marino e firmata dal direttivo
cittadino Nina Ansini e Lelle Salvatore. Proprio quest'ultimo sembrava
dovesse prendere il posto di Usai nell'esecutivo, ma così non sarà.

AVANTI TUTTA «Rispetto, capisco, ma siamo stati chiamati ad
amministrare. Siamo al lavoro come non mai, stanno arrivando i
risultati e altri arriveranno ancora. Andiamo avanti insieme», il
commento del primo cittadino che non ha alcuna intenzione di mollare,
a dispetto degli avversari politici che sperano adesso di vederlo
gettare la spugna. «Mi hanno insegnato a fare di ogni ostacolo una
pedana di lancio per migliorare la vita della città», la risposta di
Bruno che ieri sera ha incontrato la maggioranza.

UDC ASSENTE L'Udc non si è presentato. «A Marisa Castellini ribadisco
il mio grazie più sentito per il lavoro svolto - aggiunge il sindaco -
con efficacia, professionalità e grandissima disponibilità».
L'opposizione, intanto, che vorrebbe staccare la spina
all'Amministrazione targata Bruno, ha invitato l'Udc a decidere, una
volta per tutte, se intende stare dentro o fuori la maggioranza. «Esca
dell'ambiguità – commenta Michele Pais di Forza Italia - e lo faccia
sapere in maniera chiara ed inequivocabile». I democratici puntano il
dito contro il primo cittadino. «Potrei dire l'avevamo detto. Da
quando – spiega il consigliere Enrico Daga - in maniera del tutto
irresponsabile, il sindaco fece un macello nel Pd e fece la corte,
fino a convincere l'Udc, a sostenerlo».
Caterina Fiori

La Nuova

A presentarla il gruppo di Articolo 1-Mdp: «Più spazio ai Comuni,
conoscono meglio il territorio»
Urbanistica, c'è una nuova proposta di legge

CAGLIARIIl terzo incomodo è arrivato: l'urbanistica, qui intesa come
proposta di legge, non è più solo una questione interna al Pd, fra
l'assessore Cristiano Erriu e i consiglieri regionali della corrente
Soru. Da 24 ore sul tavolo del Consiglio c'è anche quella presentata
da Articolo 1-Mdp, che fa parte della maggioranza di centrosinistra, A
scriverla è stato l'architetto Alan Batzella, ex presidente del Wwf. A
sostenerla, in commissione, saranno Luca Pizzuto, Eugenio Lai, Daniele
Cocco e Paolo Zedda. Rispetto alla bozza della giunta, le novità sono
molte. Prima di tutto questa: «È una proposta che detta le regole ma
lascia ai Comuni la possibilità di governare il territorio», ha detto
l'architetto. Con Lai che ha aggiunto: «Vogliamo discutere la nostra
proposta in commissione, confrontarla con le altre e trovare i punti
d'incontro». Anche se Batzella ha detto: «Fosse per me riscriverei
gran parte della bozza della giunta.

L'altra è inguardabile».
Premialità. Fatto salvo il Piano paesaggistico, secondo Mdp nella
fascia dei 300 metri dal mare gli alberghi potranno aumentare la
volumetria del 10 per cento e non del 25 come previsto dalle altre
proposte. Il premio è sempre destinato a migliorare l'offerta
turistica, ma allo stesso tempo saranno stringenti i confini delle
relazioni tecniche a sostegno del progetto.Divieti. A essere bandite
sono altre seconde case, mentre è incentivata la trasformazione delle
esistenti in villaggi turistici. Azzerata la possibilità di costruire
centri commerciali, annullati i Piani casa e cancellati i progetti di
grande interesse sociale ed economico.In campagna. A decidere quanto
potrà essere costruito saranno i Comuni e non la Regione. C'è però la
possibilità che a chiedere la licenza siano anche agli agricoltori
part time. Tra l'altro ci sarà una nuova Banca della terra: dovrà
censire gli appezzamenti incolti.Crediti di cubatura. Saranno quelli
messi a disposizioni di chi ha subito un esproprio per pubblica
utilità. Non riceverà indennizzi in denaro, ma crediti che potrà
utilizzare altrove o vendere.

La filosofia. Quella alla base della
terza proposta è molto articolata. A cominciare dal suddivisione,
sempre attraverso le lettere dell'alfabeto, delle aree omogenee.
Sparisce la F-turistica, accorpata alla B-completamento e
C-espansione. La F resterà solo in questi casi: campeggi, zone ex
minerarie e «aree non vincolate in cui potranno essere realizzati
villaggi turistici». Cambia anche la classificazione dei Comuni. A
fare la differenza saranno il numero di residenti, l'estensione delle
spiagge e l'impatto turistico secondo una rivisitazione del decreto
Floris del 1983. Per i Comuni più piccoli, sotto i 4mila abitanti,
sono 295 su 377, è prevista prima di tutto una procedura urbanistica
molto snella.

«Rispondo ai milioni delle primarie, non ai capicorrente»
Il ministro: «Da soli si perde». Ma poi vota il documento
Alleanze, è scontroRenzi a muso duro Franceschini critico
di Serenella Mattera

ROMA«Non passerò i prossimi mesi a parlare di coalizioni. Caro Andrea,
capisco che tu voglia aiutare Pisapia ma io voglio aiutare il Pd».
Alle sette di sera, dopo oltre tre ore di discussione in direzione,
Matteo Renzi replica così al leader della sinistra Dem, Andrea
Orlando. Il segretario prova così a chiudere il discorso: nella lunga
campagna che porterà alle politiche parlerà di «cose concrete», non di
alleanze. E chiude la porta anche alla richiesta di maggiore ascolto
che gli viene da Dario Franceschini, che gli rinfaccia che «da soli si
perde». «Avere una coalizione imposta oggi è un grande regalo al
centrodestra», replica a muso duro Renzi.

Continua dunque lo scontro
sulle alleanze, ma non è una rottura. Franceschini alla fine vota la
relazione del segretario: il sì della maggioranza è unanime, la
minoranza non partecipa al voto. È appena il precampionato della lunga
corsa alle urne. La partita vera, sottolinea Renzi, si apre a
settembre. Ancora non si capisce, osserva con un messaggio di sfida al
Cavaliere, se Berlusconi starà «con i populisti» alla Salvini «o con i
popolari». Ma il Pd, che è «sotto attacco perché diga al populismo»,
deve parlare «non solo al popolo di centrosinistra» ma anche «al
popolo di fuori, che decide di volta in volta chi votare». Il
segretario parla per la prima volta non in streaming: si discute a
porte chiuse, spiegano i suoi, per dirsele in maniera franca ed
evitare che qualcuno usi il podio della direzione come palcoscenico
personale e amplificatore di divisioni.

Matteo Orfini a inizio
dibattito invita a evitare anche tweet e post su Facebook. I più si
attengono, qualcuno si lamenta. Sui social spuntano foto e note di
colore, come la «millennial» Arianna Furi che in mattinata ha fatto la
maturità. C'è anche Paolo Gentiloni, che posa in un selfie con alcune
parlamentari, ma come sempre da quando è premier decide di non
intervenire. Gianni Cuperlo, grande escluso dalla direzione, è stato
invitato, ma senza diritto di parola e su Facebook usa l'autoironia:
«Sapete se la meditazione orientale fa miracoli?». Renzi centra il suo
discorso sui temi europei: bisogna porre «il veto sul fiscal compact»
nei trattati e non dare più soldi al bilancio europeo se gli altri
Paesi chiudono i porti. E ancora: lo ius soli, il lavoro, le «mamme».

Di questo, sottolinea, bisogna parlare. «Se parliamo di alleanze i
cittadini non si accorgono che abbiamo investito 4,7 miliardi sulla
scuola», attacca. E affronta a muso duro chi lo ha criticato dopo la
sconfitta alle amministrative: «Io rispondo ai due milioni delle
primarie, non ai capicorrente. Non mi interessano le candidature, il
futuro vostro o mio, ma il futuro del Pd. A Genova abbiamo perso con
una coalizione ampia». Franceschini ascolta, poi interviene con
altrettanta durezza. Bene i programmi, ma non si può eludere il tema
alleanze: «Sono tra i 350 residuati bellici che ne parlano perché
siamo un po' lontani dal poter vincere da soli. Serve la forza del
leader ma anche le alleanze».

Dirlo, sottolinea, non è «complotto»: il
partito deve discuterne. «Ma Repubblica è una sede di partito?»,
replica puntuto Renzi, con riferimento all'intervista del ministro
dopo le amministrative. Orlando prova a giocare di sponda con
Franceschini: «Nelle zone rosse alle amministrative abbiamo subito le
sconfitte più cocenti, ora dobbiamo aiutare lo sforzo unitario di
Pisapia, che non è Ferrero, e di chi a sinistra non ha posto un veto
antirenziano». Renzi, però, tira dritto: «Non voglio alleanze con
Berlusconi ma non chiedetemi di rinunciare alle mie idee».

Si è dimessa anche Marisa Castellini, ultima assessora dello scudocrociato
Mario Bruno: «Andremo avanti, chi vorrà sfiduciarci dovrà farlo alla
luce del sole»L'Udc si sfila dalla giunta
e vara l'appoggio esterno

di Gian Mario SiaswALGHEROLa zampata del vecchio leone è un colpo da
maestro. Tre righe di comunicato firmato Udc per divincolarsi,
azzoppare la giunta e far sentire di nuovo al sindaco il fiato sul
collo. Dopo il mese più difficile della sua esistenza, non solo dal
punto di vista politico, Antonello Usai si riprende la scena. Il
veterano della politica algherese ha messo in mora Mario Bruno. Da qui
alla fine del mandato, che arrivi subito o alla sua scadenza naturale,
il sindaco dovrà sottostare al ricatto - politico, si intende - di un
partito che da ieri non è più organico alla maggioranza. Alla faccia
del principio grillino secondo cui "uno vale uno", da ieri Alessandro
Loi e Donatella Marino valgono più di tutti. I due consiglieri
comunali dell'Udc hanno sottoscritto con Lelle Salvatore e Nina Ansini
il documento dello scudocrociato con cui si certifica che Antonello
Usai è saldamente alla guida del partito e ha in mano le redini del
governo cittadino.

Due notti fa, al termine di un confronto nel chiuso
della propria sede e di un faccia a faccia con il sindaco, l'Udc ha
annunciato che «a seguito di attenta riflessione al proprio interno
sulla situazione politica cittadina, garantisce l'appoggio esterno al
sindaco per il governo della città, con l'intenzione di confrontarsi,
con senso di responsabilità, su punti programmatici convergenti,
avendo come unico obiettivo il bene della collettività». Niente nomi
di assessori, si deciderà il da farsi di pratica in pratica, in via
Columbano, in aula, davanti a tutti.

E ieri mattina, puntuali, sono
arrivate anche le dimissioni dell'assessore dei Servizi sociali,
Marisa Castellini, anche lei indicata dall'Udc nel maggio del 2016,
insieme ad Antonello Usai. Riassunto delle puntate precedenti: prima
di finire nei guai per la vicenda del campo sportivo, Antonello Usai
era intenzionato a "staccare la spina" dell'amministrazione Bruno
all'indomani di Rally Italia Sardegna. Tutto quel che è successo l'ha
indotto a rallentare, perché non si dicesse che la vera causa della
fine di Bruno fossero i suoi guai giudiziari. Ma né lui né il partito
hanno gradito troppo il pressing su Alessandro Loi e Donatella Marino
per arrivare subito all'indicazione di un nome per la carica di
assessore e vicesindaco. D'altro canto i due consiglieri, che in
maggioranza si trovano bene, hanno premuto per non far finire in
anticipo il mandato.

La soluzione di ieri è un compromesso che rimette
l'Udc e il suo leader al centro dello scacchiere e lascia Bruno sulla
graticola. Per niente intimorito, ieri il sindaco ha incontrato i suoi
e poi la coalizione. Alla fine l'Udc non si è presentato, facendo
sapere di non essere interessato a parlare di questioni strettamente
politiche, ma di voler partecipare alle riunioni di maggioranza solo
quando si entrerà nel merito di questioni cogenti per l'attività di
governo. La coalizione ha deciso di andare avanti e di presentare
entro la fine del mese il rendiconto finanziario. Sarà quella la sede
per rendere pubblico anche il dibattito politico. «Rispetto, capisco,
ma siamo stati chiamati ad amministrare, siamo al lavoro come non mai,
stanno arrivando i risultati e altri arriveranno ancora, andiamo
avanti», dice Mario Bruno. «Grazie a Marisa Castellini per il lavoro
svolto - aggiunge - andiamo avanti finché avremo i numeri in
consiglio». Chi lo vuole sfiduciare, lo dovrà fare alla luce del sole.
Per ora l'Udc si accontenta di tenerlo sotto scacco.

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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