venerdì 14 luglio 2017

Rassegna stampa 14 Luglio 2017


Unione Sarda

Uil, l'inchiesta arriva a Cagliari Già indagato il cassiere infedele Aperto il fascicolo per frode informatica: si acquisiscono gli atti legati ai bonifici esteri.

Silenzio, fino a nuovo ordine. È il diktat imposto dai vertici nazionali della Uil dopo l'autosospensione della segretaria Francesca Ticca e della tesoriera Angela Lobrano. Nessun commento, nessun documento, in questa fase delicata dopo lo scandalo dei 76 mila euro raccolti dagli iscritti sardi del sindacato a favore delle popolazioni colpite dal ciclone Cleopatra nel novembre 2013, e finiti sul conto di una finanziaria svizzera.

INCHIESTA A CAGLIARI Nel frattempo, una tranche dell'inchiesta sui bonifici esteri partiti dai conti della Uil, con denaro transitato pure nei conti di Francesca Ticca e di Angela Lobrano, è finita sul tavolo del sostituto Andrea Massidda della Dda di Cagliari. Nel fascicolo, aperto a marzo, al momento c'è un solo indagato: l'ex vice direttore del Banco di Sardegna di Villanova Monteleone Achille Antonio Cadeddu (marito della tesoriera Uil). Il reato ipotizzato è la frode informatica, punibile con pene che variano da sei mesi a tre anni di carcere.

LA DENUNCIA Gli investigatori della polizia giudiziaria sono al lavoro per acquisire elementi utili in grado di definire un quadro più preciso della vicenda per la quale, comunque, si sta muovendo da mesi la Procura di Sassari sollecitata dall'esposto di Giuseppe Cuccurese, direttore generale dell'istituto di credito. Nel dossier, la ricostruzione puntuale di dieci bonifici su estero eseguiti da Cadeddu con movimenti sul conto “Uil Sardegna - Emergenze 2013” contenente 76 mila euro che gli iscritti al sindacato avevano donato per il dopo alluvione. Soldi che non sono mai andati ai destinatari ma, nel novembre dello scorso anno, alla “Premier Relations ltd”, una company londinese con sede a Ginevra.

STATUTO Intanto, nel sindacato vige la linea del silenzio. Nessun commento neanche dopo il malumore manifestato dall'imposizione del reggente Andrea Lai, fedelissimo di Francesca Ticca, come segretario pro-tempore in attesa del congresso previsto per il prossimo anno (il tesoriere invece arriverà dalla Penisola). E quanti avevano protestato, sostenendo che il compito di indicare il sostituto di Ticca fosse prerogativa del direttivo regionale, ieri mattina hanno
appunto seguito la linea del silenzio. «Lo statuto, che non prevede reggenze se non per particolari e gravi condizioni fisiche, è stato ignorato e calpestato», aveva commentato mercoledì sera un iscritto.

LA BUFERA La segretaria si è autosospesa dalla carica nel tardo pomeriggio di mercoledì, dopo un lungo colloquio coi dirigenti arrivati da Roma per fare una verifica sui conti del sindacato sardo.
Già nella riunione convocata il giorno prima la linea più intransigente era intenzionata a chiedere le dimissioni, ma Francesca Ticca aveva fatto sapere che non intendeva farsi da parte. Poi l'incontro coi dirigenti romani, e l'annuncio dell'autosospensione.

Vito Fiori

Ora manca anche l'assessore ai Trasporti

La guida dei Trasporti è vacante, anche se il gallurese Carlo Careddu,
esponente del Pd dell'area Cabras-Fadda, si prepara ad assumere le
redini dell'assessorato. Nelle prossime ore il presidente Pigliaru
firmerà il decreto per ufficializzare la sostituzione di Massimo
Deiana.

Ed è proprio l'ex assessore a cercare di smorzare le polemiche legate
alle sue dimissioni, in occasione dell'ultima riunione di Giunta. «Io
ho detto che sarebbe stata l'ultima mia riunione», racconta Deiana,
«il presidente avrebbe gradito la mia presenza ancora qualche giorno
per impostare un nuovo bando e lo capisco ma io devo prendere servizio
nel mio nuovo ruolo». Il fallimento del bando sulla continuità
territoriale è solo una sfortunata coincidenza e nessuno pensi di
attribuire alle dimissioni alla prima data utile l'idea dell'abbandono
di una barca in tempesta. «La mia nomina è stata fatta da diverso
tempo, sarei potuto andare via già da giorni, ma abbiamo aspettato che
venissero aperte le buste».

Resta il fatto che al timone dell'assessorato, dopo il flop del bando
sulla continuità territoriale, non è rimasto nessuno. A Villa Devoto
l'addio immediato di Deiana ha lasciato l'amaro in bocca e l'invito
del presidente Pigliaru era comunque legato alla patata bollente
dell'incertezza sui cieli sardi. Un nuovo bando deve essere riscritto
per cercare di porre rimedio a una situazione sempre più complicata ed
è per questo che il governatore avrebbe preferito tenere Deiana ancora
per qualche giorno. (m. s.)

SASSARI. Sebastiano Sannitu e Luca Tamponi accusati di pressioni su un
avvocato di Sassari
Minacce per un terreno all'asta
Tre arrestati e tre indagati fra cui anche l'ex assessore regionale

Era cominciata con due buste recapitate a un avvocato: in una alcuni
proiettili, nell'altra altri proiettili e un pezzo di miccia
detonante. E fin da subito le attenzioni degli investigatori si erano
indirizzate al settore delle aste giudiziarie in Gallura.
MANETTE Ieri mattina in tre sono finiti agli arresti domiciliari,
ritenuti responsabili, a vario titolo, di minaccia aggravata,
detenzione abusiva di munizioni e materia esplodente, tentata
estorsione e turbata libertà degli incanti.

Antonio Stefano Casu, 53enne, piccolo proprietario terriero di
Berchidda, Sebastiano Sannitu, 61enne, politico di lungo corso, a
lungo sindaco di Berchidda e ex assessore tecnico regionale, e
l'avvocato Luca Tamponi, del Foro di Tempio Pausania, in concorso con
altre tre persone, dal dicembre 2016 e fino allo scorso aprile,
avrebbero «compiuto una vera e propria escalation di minacce e
intimidazioni di vario genere nei confronti di un avvocato di Sassari,
al fine di costringerlo a cedere un terreno agricolo da lui acquistato
nel corso di un'asta presso il Tribunale di Tempio Pausania nonché ad
astenersi dal partecipare a un'ulteriore vendita giudiziaria in cui
era stato bandito un altro lotto del medesimo appezzamento». Queste le
contestazioni.

ASTE E VELENI Tutto è partito da un terreno finito all'asta a cui era
seguita una serie di intimidazioni, fino a quando la vittima,
l'avvocato Alessandro Gosmino, aveva deciso di andare dai carabinieri.
In caserma aveva raccontato di aver ricevuto a casa due lettere
anonime contenenti, rispettivamente, una alcune cartucce calibro 9
parabellum, l'altra alcune cartucce calibro 12 e uno spezzone di
miccia detonante. Il lavoro degli investigatori aveva portato dritto
al Tribunale di Tempio. Lo studio legale sassarese preso di mira,
infatti, operava in diversi settori, ma aveva una lunga serie di
incarichi nel territorio di competenza del Tribunale di Tempio, in
particolare nel settore delle esecuzioni immobiliari e delle aste
giudiziarie.

LA PISTA In un primo momento i militari hanno seguito altre piste,
relative ad altre aste. Fino a quando non hanno puntato dritto su
Casu. Il suo era il caso di un uomo disperato e quindi esasperato, per
la casa dove viveva, in un posto sperduto, finita all'asta.
PROTAGONISTI Gli arrestati, secondo l'avvocato Nino Cuccureddu
(difensore di Sannitu) sarebbero protagonisti di una semplice
intercessione, lungi dall'essere una minaccia, velata e non. «Il
tentativo di aiuto a una povera persona, che aveva perso tutto, è
stato equivocato», dice l'avvocato Cuccureddu. «In tanti hanno cercato
di aiutare il piccolo proprietario terriero, offrendosi persino per
ricomprare l'appezzamento. E in tanti sono finiti nei guai. Il mio
assistito si è semplicemente preso a cuore il caso di un uomo rimasto
senza terra e senza casa».

Tre arrestati e sei indagati, a margine
persino un alto prelato, che avrebbe tentato una intercessione nello
stesso modo, e con gli stessi toni, per una questione di umanità.
IPOTESI Gli investigatori non la pensano così: Casu avrebbe da subito
pressato pesantemente l'avvocato sassarese, prima telefonicamente, poi
con l'invio di veri e propri emissari, «con il compito preciso di
intimorire l'interessato». Alcuni interlocutori avrebbero sottolineato
l'opportunità di accettare le loro offerte per non incorrere in guai
seri e per non mettersi contro persone “non raccomandabili”.
«Gli indagati sono riusciti a far desistere la vittima dal partecipare
all'acquisto di ulteriori lotti di terreno banditi all'asta e avevano
avviato una trattativa per “svendere” quello già acquistato», dicono
gli investigatori. L'avvocato Luca Tamponi si dice «sorpreso e
amareggiato», completamente estraneo ai fatti contestatigli,
«infondati e inverosimili». E ora aspetta di essere ascoltato.
Patrizia Canu

Uil, l'inchiesta arriva a Cagliari Già indagato il cassiere infedele
Aperto il fascicolo per frode informatica: si acquisiscono gli atti
legati ai bonifici esteri

Silenzio, fino a nuovo ordine. È il diktat imposto dai vertici
nazionali della Uil dopo l'autosospensione della segretaria Francesca
Ticca e della tesoriera Angela Lobrano. Nessun commento, nessun
documento, in questa fase delicata dopo lo scandalo dei 76 mila euro
raccolti dagli iscritti sardi del sindacato a favore delle popolazioni
colpite dal ciclone Cleopatra nel novembre 2013, e finiti sul conto di
una finanziaria svizzera.

INCHIESTA A CAGLIARI Nel frattempo, una tranche dell'inchiesta sui
bonifici esteri partiti dai conti della Uil, con denaro transitato
pure nei conti di Francesca Ticca e di Angela Lobrano, è finita sul
tavolo del sostituto Andrea Massidda della Dda di Cagliari. Nel
fascicolo, aperto a marzo, al momento c'è un solo indagato: l'ex vice
direttore del Banco di Sardegna di Villanova Monteleone Achille
Antonio Cadeddu (marito della tesoriera Uil). Il reato ipotizzato è la
frode informatica, punibile con pene che variano da sei mesi a tre
anni di carcere.

LA DENUNCIA Gli investigatori della polizia giudiziaria sono al lavoro
per acquisire elementi utili in grado di definire un quadro più
preciso della vicenda per la quale, comunque, si sta muovendo da mesi
la Procura di Sassari sollecitata dall'esposto di Giuseppe Cuccurese,
direttore generale dell'istituto di credito. Nel dossier, la
ricostruzione puntuale di dieci bonifici su estero eseguiti da Cadeddu
con movimenti sul conto “Uil Sardegna - Emergenze 2013” contenente 76
mila euro che gli iscritti al sindacato avevano donato per il dopo
alluvione. Soldi che non sono mai andati ai destinatari ma, nel
novembre dello scorso anno, alla “Premier Relations ltd”, una company
londinese con sede a Ginevra.

STATUTO Intanto, nel sindacato vige la linea del silenzio. Nessun
commento neanche dopo il malumore manifestato dall'imposizione del
reggente Andrea Lai, fedelissimo di Francesca Ticca, come segretario
pro-tempore in attesa del congresso previsto per il prossimo anno (il
tesoriere invece arriverà dalla Penisola). E quanti avevano
protestato, sostenendo che il compito di indicare il sostituto di
Ticca fosse prerogativa del direttivo regionale, ieri mattina hanno
appunto seguito la linea del silenzio. «Lo statuto, che non prevede
reggenze se non per particolari e gravi condizioni fisiche, è stato
ignorato e calpestato», aveva commentato mercoledì sera un iscritto.
LA BUFERA La segretaria si è autosospesa dalla carica nel tardo
pomeriggio di mercoledì, dopo un lungo colloquio coi dirigenti
arrivati da Roma per fare una verifica sui conti del sindacato sardo.
Già nella riunione convocata il giorno prima la linea più
intransigente era intenzionata a chiedere le dimissioni, ma Francesca
Ticca aveva fatto sapere che non intendeva farsi da parte. Poi
l'incontro coi dirigenti romani, e l'annuncio dell'autosospensione.
Vito Fiori

Ma in cassa ne entrano 100
Lo Stato vuole 124 milioni dalle Province

Versare allo Stato più di quanto si incassa. È il paradosso che vivono
le Province sarde e la Città metropolitana di Cagliari sempre più al
collasso e in difficoltà nel garantire i servizi. Una situazione
denunciata dai presidenti delle commissioni Bilancio e Autonomia,
Franco Sabatini (Pd) e Francesco Agus (Cp). Nel 2017 nelle casse di
questi enti locali entreranno 100,7 milioni di euro che derivano dal
gettito delle assicurazioni automobilistiche e dalle tasse sui
passaggi di proprietà. Ma lo Stato accampa crediti per 124 milioni, ai
quali si aggiungono i tagli di ulteriori 44,9 milioni per un totale di
una richiesta che sfiora i 170 milioni. Un salasso che le Province non
possono sopportare, anche perché dopo la bocciatura del referendum
sulla riforma costituzionale che le avrebbe abolite, sono chiamate a
garantire diversi servizi.

«Bisogna rilanciare una nuova trattativa
con lo Stato», sottolineano Agus e Sabatini, «il 2017 sarà l'anno nero
delle Province». A tappare i buchi ci sono i soldi che arrivano dal
Fondo unico per gli enti locali che garantiscono 66,5 milioni di euro
all'anno, sufficienti per «l'ordinaria amministrazione come il
pagamento degli stipendi», ai quali si aggiungono finanziamenti mirati
per attività come le disinfestazioni o la manutenzione delle scuole
finanziate col progetto Iscola. Una battaglia che «deve essere
condotta con un'unica cabina di regia», spiegano i due consiglieri
regionali. Una di queste è riuscire a diminuire la quota di
accantonamenti che la Regione deve garantire allo Stato che dai 268
milioni del 2012 è arrivata a 684 di quest'anno. (m. s.)

Il Partito dei sardi annuncia battaglia sulla riforma - «Miglioriamo
la rete ospedaliera»

Non si placano le tensioni in maggioranza sulla riorganizzazione della
rete ospedaliera dell'Isola. Ieri pomeriggio sono scaduti i termini
per la presentazione degli emendamenti, in fase di valutazione da
parte degli uffici del Consiglio regionale. Gli esponenti del Partito
dei sardi presentano l'elenco delle richieste, contenute in circa 40
emendamenti, scritti per «migliorare una riforma rispetto a quella
insoddisfacente della Giunta», spiega il capogruppo Gianfranco Congiu.
Ma a preoccupare gli indipendentisti c'è anche l'ipotesi che il
dibattito slitti a settembre, anche perché significherebbe far
scrivere a Moirano gli atti aziendali senza la rete varata dal
Consiglio. Particolare attenzione è stata riposta sugli ospedali di
zona disagiata, così come gli emendamenti presentati dall'esponente
del Pd, Piero Comandini.

AREUS Il consigliere regionale del Pd, Roberto Deriu, attacca la
Giunta sull'Areus: «Non capisco perché l'unica azienda sanitaria con
sede a Nuoro sia ancora senza direttore generale». Una lacuna che
stride con il fatto che «uno dei nodi essenziali delle riforme
approvate dal Consiglio sia proprio l'emergenza urgenza». Protesta
intanto il vice presidente della commissione Sanità, Edoardo Tocco
(Fi) sulla chiusura della chirurgia plastica al Brotzu. (m. s.)

SELARGIUS. Ora si attende la giunta: «Prima le consultazioni»
Inizia l'era Concu Ieri la seduta d'insediamento del Consiglio

Prima fila riservata e platea al completo. Anzi, di più, tanto che i
posti in Municipio non bastano per tutti. E già questa è una notizia,
considerando che forse non si era mai visto così affollato. La prima
seduta di Consiglio di ieri fa il pienone, e dà inizio ufficialmente
alla nuova era di Selargius. Sotto la guida di Gigi Concu.
L'INSEDIAMENTO Presiede il Consiglio Omar Zaher, il consigliere più
votato della lista Pd che ha preso il maggior numero di preferenza. «È
davvero emozionante aprire i lavori del Consiglio». Appello di rito,
con 24 presenti la seduta è valida. La parola passa al sindaco. «È per
me un grande onore e una grande emozione assumere solennemente, con il
giuramento, il ruolo di sindaco», premette Concu. «Ho parlato in
quest'Aula da assessore e da vicesindaco, nelle due Giunte presiedute
da Gian Franco Cappai, che saluto e abbraccio», sottolinea. «Ma oggi,
essere qui, e parlare da sindaco, è un'altra cosa: bellissima ed
emozionante. Tanto da non farmi pensare, almeno per oggi, al carico di
responsabilità che mi attende».

LA GIUNTA Ancora nessuna nomina, l'esecutivo resta tutto da formare.
Ma già dalla prossima settimana qualche poltrona potrebbe riempirsi.
«Oggi non parleremo delle linee di programma di governo del paese, lo
faremo in una prossima seduta di Consiglio», continua Concu. «Le linee
programmatiche, ossia il dettagliato programma di governo della nuova
amministrazione, arriveranno in quest'aula, a conclusione di un'ampia
consultazione sociale e politica, e con il supporto di tutti i dati di
bilancio e delle verifiche che stiamo già operando con gli uffici»,
sottolinea. «Ma posso senz'altro dire che il programma di coalizione,
proprio per come è stato costruito e articolato, rappresenta già in
partenza una più che credibile agenda di governo».

EX SINDACI Prima fila riservata, presenti ex consiglieri, ex assessori
ed ex sindaci. Non poteva mancare Gian Franco Cappai, che dopo dieci
anni da sindaco ha chiuso con la seconda legislatura. Presente anche
Efisio Aste e l'ex assessore regionale ed ex consigliere Mariano
Contu. All'ordine del giorno tre soli punti: la proclamazione dei
consiglieri eletti, il giuramento del primo cittadino e la nomina
della commissione elettorale. Tra new entry e vecchie facce tra i
banchi di maggioranza e opposizione, i lavori di piazza Cellarium sono
pronti a ripartire.
Sara Marci

ALGHERO. Pari opportunità
Dopo le defezioni Il Comune resta senza quote rosa

La giunta di Mario Bruno non rispetta le quote rosa e buona parte
della commissione Pari Opportunità, istituita di recente, sollecita il
sindaco a correre immediatamente ai ripari, chiedendo alla propria
presidente di prendere una posizione netta.
«Dall'analisi della situazione politica algherese si evince che, dalle
dimissioni della dottoressa Esposito e dell'assessore Castellini, il
Comune si trova attualmente sprovvisto delle quota rosa,
obbligatorie», scrivono in una nota Alessandra Mura, Pasqualina
Bardino, Giovanna Caria, Paola Correddu e Giulia Dessole. Le quote
rosa sono previste dal regolamento, «ma a prescindere dalla legge,
sono sempre state una risorsa fondamentale – precisano - non solo per
il comune di Alghero ma per tutte le amministrazioni dotate di figure
politiche femminili».
L'altro ieri Mario Bruno ha affidato le deleghe rimaste orfane
all'assessore Ornella Piras, l'unica donna sopravvissuta
nell'esecutivo.

Ma alle componenti della commissione Pari Opportunità
questo gesto non basta e incalzano la loro presidente, Speranza
Piredda, perché si faccia sentire con il primo cittadino. È stato
fatto tanto per avere una commissione che promuove la parità, «e
sarebbe giusto che l'Amministrazione lavorasse – dicono - tenendo per
mano un organismo politico che fornisca un supporto tecnico
scientifico nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche
deliberate dal consiglio e della giunta comunale». Diversamente
sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti delle pari opportunità
di cui la commissione, nata a marzo, si fa garante. (c. fi.)

La Nuova

I prezzi da Alghero e Olbia per i residenti, 200 euro di media in
estate per i turisti
Zero offerte per Cagliari: M5S chiede la convocazione al Senato di
Enac e Pigliaru

I voli per Roma e Milano:
tariffe da 125 a 140 euro

CAGLIARILa nuova continuità territoriale 2017-2021 entrerà a regime il
9 novembre negli aeroporti di Olbia e Alghero. Non in quello di
Cagliari, snobbato invece dalla compagnie aeree nell'ultimo bando. Con
il Movimento Cinque stelle che ha chiesto la convocazione urgente al
Senato dell'Enac, l'ente che gestisce i voli, e del governatore
Pigliaru, per capire «come sia potuto accadere il pasticcio». In
attesa di sapere come la Regione rimedierà al guaio della Ct1 zoppa,
quali saranno i benefici per chi viaggerà con Meridiana da e per Olbia
e con Blue Air da e per Alghero? I capisaldi del ragionamento sono
quattro: numero dei voli giornalieri, frequenza, posti a disposizione
e tariffe stavolta tasse comprese.Alghero. Da e per Roma-Fiumicino i
voli giornalieri di Blue Air - sempre che vinca la gara - dovranno
essere minimo tre a novembre e 7 in estate nella stagione 2017-2018.

Per entrare ancora più nel dettaglio: nei mesi invernali i voli
settimanali obbligatori dovranno essere 23, con una media di tre al
giorno, oppure 27 o 29, a seconda dei mesi, in primavera e quindi
almeno 4 giornalieri. Dai 36 ai 40 settimanali in estate, quindi 5- 7
voli giornalieri, mentre in autunno 23-36 settimanali e dunque 3 o 5
giornalieri. Una precisazione però è necessaria. Le stagioni
aeronautiche non sono quattro ma due: l'invernale comincia a fine
ottobre e l'estiva il primo aprile, quindi i 12 mesi del calendario
vanno incastrati nelle due fasce previste dalle compagnie aeree. Poi
le partenze: la mattina dalle 7 alle 7.30 da Alghero e dalle 8.30 alle
9.30 da Roma, nel pomeriggio dalle 13 alle 14.30 dal Riviera del
corallo e dalle 13.30 alle 15.30 da Fiumicino e infine la serale dalle
19.30 alle 21 da Alghero e dalle 19.30 ed entro le 22 da Roma.

All'interno di queste tre fasce Blue Air dovrà inserire il numero di
voli previsti al contratto per ciascun mese. Terzo caposaldo: la
capienza, Dovrà essere di 522 posti giornalieri a novembre, è il
minimo previsto, e di 1.218 sempre giornalieri a giugno, luglio e
agosto. Infine le tariffe. Tasse aeroportuali comprese, il biglietto
di andata e ritorno da Roma costerà 124,96 euro e varrà per 10 mesi. A
luglio e ad agosto aumenterà invece fino a un massimo di 190,9 euro ma
solo per i non residenti, mentre i sardi d'estate continueranno a
pagare 124 euro e spiccioli. Sull'Alghero-Linate e viceversa i
biglietti di andata e ritorno costeranno 136,24 euro, mentre per i non
i residenti 204,24 da luglio ad agosto.

Le frequenze saranno da un
minimo di 2 voli giornalieri a novembre a 5 sempre giornalieri da
luglio ad agosto. Se invece il parametro è sulla settimana la forbice
sarà fra 13 in inverno e 33 d'estate sempre all'interno delle tre
fasce orarie. Il primo volo da Alghero per Milano dovrà partire alle
7-7.30, l'ultimo alle 19.30 o alle 21, invece da Linate alle
8.30-9.30, l'ultimo alle 19.30 e comunque entro le 22. I posti
disponibili dovranno essere 348 giornalieri in inverno e 870 nei mesi
estivi. La compensazione incassata da Blue Air per le tratte e
l'intero contratto sarà intono ai 47 milioni Iva compresa.Olbia.
Meridiana che ha presentato l'offerta per i voli da e per l'aeroporto
Costa Smeralda dovrà rispettare fino al 2021 queste condizioni. Le
frequenze minime giornaliere sull'Olbia-Roma e viceversa dovranno
essere di 3 voli giornalieri e quindi 22 alla settimana d' inverno, 7
al giorno o 43 alla settimana d'estate.

Prima partenza da Olbia alle
7-7.30, l'ultima entro le 21, mentre da Roma alle 8.30 e alle 22. Le
tariffe per il biglietto andata e ritorno saranno queste: 130,76 euro
per 10 mesi, 196,76 a luglio e ad agosto solo per i non residenti. La
disponibilità dovrà essere minimo di 522 posti giornalieri d'inverno e
di 1.218 ad agosto. Sull'Olbia-Milano e viceversa il costo finale del
doppio biglietto sarà per tutti di 142,1 euro, mentre a luglio e ad
agosto salirà a 210 per i non residenti. Le frequenze dovranno essere
di 3 voli giornalieri o 22 settimanali in inverno e almeno 9 al giorno
o 54 alla settimana d'estate. Da Olbia il primo volo partirà alle
7.30, l'ultimo alle 21, da Linate alle 8.30 e alle 22. I posti
disponibili dovranno essere non meno di 522 giornalieri in inverno e
1.566 d'estate. Se Meridiana dovesse vincere la gara, in quattro anni
incasserà 32 milioni. (ua)

l politico di Berchidda, un avvocato e un imprenditore sono ai domiciliari
L'accusa: intimidazioni a un legale. Sentito in Procura l'arcivescovo Atzei
Aste e minacce: agli arresti Sannitu

di Luca Fiori
SASSARI
Prima i proiettili, recapitati per posta sotto Natale. Poi le minacce,
sempre meno velate, e infine la discesa in campo di avvocati, politici
e addirittura dell'arcivescovo di Sassari monsignor Paolo Atzei -
tirato in ballo a pochi mesi dal suo commiato dalla diocesi turritana
- per mettere una parolina buona e spiegare che per l'acquisto
all'asta di quei terreni delle «persone di Berchidda si erano offese».
L'escalation di intimidazioni nei confronti di Alessandro Gosmino,
avvocato civilista sassarese di 44 anni, per costringerlo a cedere un
terreno e un'azienda agrituristica nelle campagne di Berchidda,
acquistati a un'asta giudiziaria a Tempio, ma anche per convincerlo a
non partecipare ad un'ulteriore vendita riguardante un altro lotto
dello stesso appezzamento, ieri ha portato a tre arresti eseguiti dai
carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Sassari tra Olbia
e Berchidda. Oltre a loro ci sono altre tre persone indagate che
avrebbero avuto un ruolo marginale.

Tra le persone finite ai
domiciliari spicca il nome di Bastianino Sannitu, 62 anni, ex
assessore regionale e vicepresidente della Giunta Cappellacci, già
sindaco di Berchidda, che secondo le accuse avrebbe agito da
intermediario per conto di Antonio Stefano Casu, 53 anni, suo
compaesano, anche lui finito agli arresti domiciliari come l'avvocato
olbiese Luca Tamponi, 48 anni, del Foro di Tempio. Anche il legale,
secondo gli inquirenti, avrebbe cercato in più occasioni di convincere
Gosmino a rivendere a Casu il terreno che si trova in località
"Cannareddu Lugheria e Su Calarighe" nell'agro di Berchidda. E
addirittura monsignor Atzei, che non figura tra gli indagati ma che
ieri è stato convocato in Procura come testimone, si era interessato
alla vicenda incontrando il padre del legale sassarese per convincerlo
a rivendere il terreno comprato all'asta. Le accuse più pesanti mosse
sono quelle che riguardano Tonio Casu.

L'imprenditore di Berchidda,
titolare dell'azienda agrituristica "Il Cacciatore" finita nelle mani
dell'avvocato Gosmino nel 2015, per poco più di 44mila euro, deve
rispondere di «detenzione abusiva di munizioni e materiale
esplodente». Sarebbe stato lui secondo i carabinieri a recapitare
nella cassetta delle lettere dell'avvocato sassarese due lettere
contenenti proiettili. La prima il 22 dicembre del 2016 con due
cartucce calibro 9 parabellum e la seconda, due giorni dopo Natale,
con due cartucce calibro 12, pallini di piombo e uno spezzone di
miccia detonante. Sannitu e Tamponi devono rispondere invece delle
accuse di tentata estorsione e turbativa d'asta. Nel registro degli
indagati, con la sola accusa di tentata estorsione, sono finiti anche
l'avvocato sassarese Michele Angelo Gavino Torre, di 51 anni,
Antonello Gavino Beccu, anche lui di 51 anni residente a Olbia ma
originario di Berchidda ed Emilio Gabriele Soddu, 60 anni di
Berchidda, ex cognato di Casu.

Secondo le indagini tutti si sarebbero
attivati, a vario titolo, per dare una mano a Casu a rientrare in
possesso del terreno perso. Sannitu e Tamponi - secondo le accuse -
avrebbero portato inoltre Gosmino a ritirasi da un secondo tentativo
di acquisto. Il 21 febbraio l'avvocato si era iscritto a una nuova
asta per acquistare un lotto confinante con quello già acquistato.
«Non ci vada proprio - gli disse Sannitu durante un incontro a Sassari
- lei a quell'asta non deve proprio partecipare, ci parteciperà solo
il Casu, perché quello è il suo terreno». Gosmino si tirò indietro e
il terreno venne acquistato dall'avvocato Tamponi per conto del
fratello di Sannittu, ritenuto dagli inquirenti un prestanome di Casu.
I carabinieri a quel punto avevano però già imbeccato la pista che
ieri ha portato agli arresti.

l Partito dei sardi avverte Pigliaru: «A decidere la nuova rete deve
essere il Consiglio e non Moirano»
Riforma ospedaliera, 600 emendamenti

CAGLIARISeicento emendamenti ufficiali: sono le correzioni volanti di
maggioranza e opposizione alla riorganizzazione degli ospedali. Erano
molti di più, ma gli uffici della commissione sanità hanno dichiarato
inammissibili almeno un migliaio di emendamenti. Qualunque sarà, nei
prossimi giorni, il carico di lavoro sulle spalle dei commissari, è
sempre più difficile che la riforma sia approvata dal Consiglio prima
di Ferragosto. Anzi, in molti danno ormai per certo che slitterà a
settembre. Non per il Partito dei sardi, che fa parte della
maggioranza. «Siamo pronti a rimanere in aula anche ad agosto - ha
detto il capogruppo Gianfranco Congiu - perché dev'essere il Consiglio
a decidere come dovrà essere la Rete e non il direttore generale
dell'Asl unica.

Cioè chi entro fine agosto dovrà presentare la sua di
riorganizzazione e se non ci sarà la nostra di Rete, deciderà lui».
Sarebbe una scorciatoia inaccettabile, ha aggiunto il segretario
Fransciscu Sedda: «È tempo che la maggioranza si fidi e si faccia
guidare dal Partito dei sardi. Nella sanità siamo stati i primi a
segnalare diverse criticità ma anche le le soluzioni. Oggi più che mai
vogliamo difendere la sanità pubblica e non ci faremo dettare le
regole dai numeri imposti dai decreti ministeriali». La maggioranza -
sempre secondo il Pds - dovrebbe fidarsi anche dei 40 emendamenti
presentati dai sovranisti. «Sono tutte correzioni - ha detto Augusto
Cherchi - destinate a colmare le troppe zone grigie che ancora ci sono
nella proposta della giunta. Sappiamo già che alcuni nostri
emendamenti, quelli ad esempio sull'apertura della chirurgia negli
ospedali delle zone disagiate, sono condivisi da gran parte della
maggioranza. Noi vorremmo che martedì, quando ci sarà il prossimo
vertice, diventino patrimonio del centrosinistra.

Comunque faremo la
nostra battaglia fino in fondo per modificare la riforma, lo faremo
alla luce del sole, senza bisogno del voto segreto in aula». Il Pds è
comunque sicuro che «sarà complicato ma non impossibile trovare
l'accordo». Anche se - come ha detto Roberto Desini «la giunta avrebbe
dovuto proporre la Rete prima, non a metà legislatura. È stato un
errore e oggi siamo in emergenza». Il Pds ha un solo obiettivo e a
ribadirlo è stato Alessandro Unali: «Vogliamo una sanità pubblica di
qualità però dev'essere garantita a tutti». Ma Gigi Ruggeri del Pd ha
contestato i toni del Pds: «C'è chi è affamato di visibilità e crede
di ottenerla con arroganza, mentre oggi il centrosinistra compatto ha
un solo dovere: cambiare subito questo sistema ospedaliero poco
organizzato e poco specializzato». (ua)

Accuse al governo, Sabatini e Agus: rilanciamo la vertenza entrate
Province, scippo da 169 milioni

CAGLIARIIl governo ha lasciato in braghe di tela le quattro Province
sarde e messo in crisi anche la Città metropolitana cagliaritana, con
ben 169 milioni di tagli solo quest'anno. È un'enormità. La Regione ha
provato a metterci una pezza con i 66 milioni e mezzo trasferiti dal
Fondo unico per gli enti locali, ma non potevano bastare. «Le Province
sono ormai al collasso», è stata la denuncia presentata insieme da
Franco Sabatini del Pd e Francesco Agus di Campo progressista,
presidenti delle commissioni bilancio e riforme del Consiglio. Tabelle
alla mano, hanno ribadito che «in cassa hanno i soldi solo per
l'ordinaria amministrazione, stipendi compresi, ma poco o nulla con
cui pagare la manutenzione di strade e scuole, la campagna antinsetti
e senza i soldi della Regione neanche il trasporto dei disabili
sarebbe stato possibile».

Le Province a essere messe in difficoltà
sono quella del Sud, con un saldo negativo di quasi 6 milioni, Nuoro
con un rosso oltre i 3 milioni e Oristano, con uno scoperto intorno al
mezzo milione. C'è di peggio: taglio dopo taglio, alla fine le
Province rischiano persino di dover restituire allo Stato più dei
trasferimenti previsti sulla carta. «Siamo al paradosso», ha
rilanciato Sabatini, con Agus deciso nel dire: «È sempre più alto il
rischio che gli enti intermedi siano costretti a sventolare bandiera
bianca e non certo per colpa loro». I presidenti non hanno avuto dubbi
neanche nel lanciare quello che ritengono un appello decisivo: «Con lo
Stato, dobbiamo riprendere con decisione la vertenza entrate. Non è
più possibile che la Sardegna continui a subire, come quest'anno, 684
milioni di accantonamenti. Sono soldi dei sardi, ma Roma non li
trasferisce per ripianare il debito pubblico nazionale sulle nostre
spalle». Dopo aver convocato i commissari delle Province, nei prossimi
giorni incontreranno il governatore e l'assessore al bilancio.
«Abbiamo già un quadro esatto della situazione ed è allarmante», ha
detto Agus, mentre Sabatini è stato perentorio: «Non bastano più le
soluzioni tampone.

Serve una presa di posizione decisa». Un primo
passo potrebbe essere l'annunciata risoluzione unitaria da far
approvare dal Consiglio, per dare così - hanno detto uno dopo l'altro
i due presidenti - «un mandato forte alla giunta nel confronto con lo
Stato». Confronto in cui - secondo Agus e Sabatini - «la Sardegna deve
presentarsi compatta per ottenere quello che le spetta e invece Roma
continua a negarle da troppo tempo». Con un secondo appello lanciato
anche questo insieme: «È arrivato il momento di riandare alla carica,
senza divisioni tra Regione, Province e Comuni, con in testa il
governatore Pigliaru: dev'essere lui l'alfiere della vertenza». (ua)

In Sardegna il numero delle persone che vivono in difficoltà economica
passa dal 14,9 al 14 per cento
L'isola in controtendenza: indigenti in calo

SASSARILa Sardegna è meno povera di un anno fa, ma il numero di chi è
sotto il limite della sopravvivenza è ancora molto alto. Un anno fa il
14,9 per cento dei sardi aveva gravi problemi economici, dodici mesi
la percentuale si è ridotta al 14 per cento. Quasi un punto in
percentuale che dà un po' di fiducia sul futuro, ma il numero dei
sardi che vivono in povertà è ancora troppo elevato per poter leggere
nella fotografia dell'Istat un cambio di marcia. L'isola si può
consolare con il secondo miglior dato del Mezzogiorno. La situazione
economica è più rosea solo in Abruzzo, dove il numero dei poveri si
ferma al 9,9 per cento. Peggio della Sardegna fanno tutte le altre
regioni del Sud, dove in media un cittadino su 5 non riesce ad
arrivare a fine mese.

Ma se la Puglia ha un numero di persone in forte
difficoltà economica pari al 14,5 per cento, nel resto del Mezzogiorno
la situazione è drammatica: in Calabria i poveri sfiorano il 35 per
cento della popolazione, in Sicilia sono il 22,8, in Basilicata il
21,2. Numeri lontanissimi da quelli del resto d'Italia, dove il numero
dei poveri resta sotto la doppia cifra, con il Nord al 5,7 per cento e
il Centro al 7,8. La fotografia dell'Istat riguarda il numero delle
persone che vivono in una condizione di povertà relativa, calcolata in
rapporto al costo della vita nella regione. Il che significa che i
"poveri" considerati in questo studio hanno stipendi e redditi
differenti a seconda del territorio in cui vivono. Infatti, tutti gli
studi fatti recentemente evidenziano come l'allarme povertà in
Sardegna sia sempre più diffuso. Nove anziani su 100 non hanno le
risorse minime per sopravvivere. E in un'isola dove l'età media avanza
velocemente e gli over 65 sono il 22 per cento del totale, questo è
uno dei primi dati sui quali riflettere. Anziani sempre più numerosi e
sempre più poveri, nonostante le 576mila pensioni erogate: un numero
altissimo - tra assegni di vecchiaia, invalidità, reversibilità e
assegni sociali - che secondo l'Istat si traduce in una spesa pari al
22,49 per cento del Pil regionale.

L'importo medio è 715 euro, ma è in
crescita la quota di persone a reddito vicino allo zero: povertà
estrema, che porta all'esclusione sociale. Il report, realizzato
qualche settimana fa dalla Cisl, scatta una istantanea preoccupante
sulla situazione dell'isola. E la risalita dal precipizio è lenta, in
alcune zone più che altrove. Gli anziani rappresentano la fascia più
debole e andare avanti è decisamente più complicato per chi vive nella
provincia di Oristano, nel Medio Campidano e nel Sulcis. Sono i tre
territori in cui tra gli over 65 è più alto il tasso di povertà
assoluta. E dove anche la popolazione è sempre più vecchia. L'isola
felice è invece l'Ogliastra: nella terra dei centenari solo 5 su 100
versano in condizioni di povertà assoluta.

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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