giovedì 13 luglio 2017

Rassegna stampa 13 Luglio 2017

Unione Sarda

 Il voto segreto incombe sulla riforma: nel centrosinistra divisioni complicate Ospedali, maggioranza a rischio

CAGLIARII voti segreti sono una trappola in cui il centrosinistra non vuole cadere. Quando la riorganizzazione della rete ospedaliera entrerà in aula, la riforma dovrà essere blindata o almeno al sicuro. Con questo impegno s'è concluso l'ennesimo vertice di maggioranza sulla sanità e dintorni. Oggi è la scadenza per la presentazione degli emendamenti, saranno una valanga, ma fra una settimana e stavolta di martedì il centrosinistra proverà a sfoltire i molti annunciati dai partiti della coalizione.

Nessuno lo dice apertamente ma chi teme le trappole vorrebbe che quelli del centrosinistra fossero condivisi prima in commissione, è convocata per mercoledì, e solo in quel caso presentati in aula. L'accordo di massima è stato raggiunto in un vertice durata oltre tre ore, presenti Pigliaru, l'assessore Luigi Arru, i capigruppo di maggioranza e i sette consiglieri-commissari del centrosinistra. L'armistizio è ufficiale però proprio alcuni uomini forti della coalizione sarebbero restii a fare passi indietro e se in aula dovessero ripresentare le proposte di modifica, potrebbero davvero esporre la giunta al rischio del voto segreto.

È un'eventualità che Pigliaru vuole scongiurare: «Sarebbe un atto di slealtà nei miei confronti», ha detto. Le criticità. Sono sei i punti più controversi: il riconoscimento del primo livello per gli ospedali accorpati di Alghero e Ozieri come ospedale di primo livello, mentre nella bozza sono solo strutture satellite di Sassari. Ma la possibile promozione sul campo avrebbe un costo aggiuntivo di 5 milioni e la copertura finanziaria non c'è ancora. Poi c'è il caso Tempio: vorrebbe evitare la chiusura di ortopedia, ostetricia e pediatria, ma per tenerli aperti 24 su 24 bisogna mettere nel conto 4 milioni in più. E ancora: il mantenimento del punto nascita a La Maddalena (1,5 milioni in più), la promozione ad ospedale di secondo livello per il San Francesco di Nuoro (8 milioni) , un passaggio di grado è stato chiesto anche per Lanusei (1,6 milioni) e infine la conferma di medicina e chirurgia a Ghilarza.

In più c'è la richiesta che negli ospedali delle zone disagiate ci sia «un adeguato numero di posti letto per la chirurgia d'urgenza». I tempi. Il centrosinistra continua dire che vorrebbe approvare la riforma entro i primi di agosto e per questo è cominciata una trattativa con i Comuni e il Consiglio delle autonomie locali, che dovrà dare il parere sul testo della commissione. Centrare l'obiettivo è complicato e se dovesse essere impossibile tutto sarà rinviato a settembre.



ROMA. Renzi: volevo lasciare la politica
Il segretario del Pd presenta il nuovo libro

«Volevo smettere davvero, lasciare la politica ma migliaia di mail mi
hanno convinto a non farlo». Matteo Renzi è scatenato nel giorno
dell'uscita del suo nuovo libro “Avanti. Perché l'Italia non si ferma”
edito da Feltrinelli.

All'Auditorium del Maxxi, il museo disegnato dall'architetto Zaha
Hadid, il segretario del Pd parla a tutto campo. Del presunto golpe
per entrare a Palazzo Chigi («è stata un'operazione di democrazia
interna, giusta per il Pd e per il Paese», scrive nel suo libro) della
debolezza del politico («i politici, anche se non si direbbe, sono
esseri umani. Io ho pianto durante il mio governo»).
Smentisce, poi, di voler tornare subito a Palazzo Chigi: «Mi sono
dimesso e do una mano a Gentiloni che lavora bene. Cosa succederà per
il futuro? Lo decideranno gli italiani».

Di migranti parla poco. A proposito della recente polemica sul suo
post “Aiutiamoli a casa loro” per la quale molti lo hanno associato
alla Lega, rivendica la necessità di intervenire nei Paesi d'origine
(«se non vogliamo essere ipocriti») e parla di un numero chiuso
all'ingresso degli stranieri «da decidere all'inizio dell'anno».
Un accenno anche al Movimento Cinquestelle che salva solo per la
«grande tensione ideale verso l'onestà. Quella è una sfida che
vogliamo raccogliere. Ma all'onestà bisogna affiancare la capacità di
governo».

ASSEMINI. Il sindaco Puddu non si ricandiderà, lo scenario a un anno dal voto
Elezioni, le grandi manovre all'ombra della giunta 5Stelle

«Cercheremo al nostro interno chi può proseguire il lavoro che abbiamo
cominciato: vogliamo continuare la rivoluzione che pensiamo di aver
introdotto». Dalla prossima primavera Mario Puddu non sarà più il
sindaco di Assemini e le forze politiche hanno già iniziato le grandi
manovre.

«NON MI RICANDIDO» «Abbiamo ancora tante cose da fare – dice il primo
cittadino M5S che non si ricandiderà – per ora non sono importanti le
elezioni che arrivano, ma l'impegno che abbiamo preso con la
cittadinanza fino al 2018». Nel 2013 gli elettori asseminesi si sono
trovati a scegliere tra undici aspiranti sindaci sostenuti da sedici
liste. M5S e Pd si sono ritrovati al ballottaggio e lì è arrivata la
vittoria a sorpresa di Puddu insieme alla sua maggioranza monocolore.

IL CENTRODESTRA «Non siamo andati al ballottaggio per 140 voti e chi è
voluto andare da solo spero abbia capito la lezione – spiega Francesco
Desogus, leader del gruppo consiliare che ad Assemini si chiama ancora
Pdl – ora bisogna far quadrare il cerchio e andare al voto con una
coalizione composta da 4-5 partiti, per questo abbiamo già iniziato
gli incontri con i gruppi vicini a noi come Fratelli d'Italia,
Riformatori e alcune liste civiche».

IL PD PENSA ALLE PRIMARIE Chi è ancora fermo al palo è il Partito
democratico, nonostante la delusione del 2013 non ha ancora preso le
contromisure ma c'è chi ha già in mente una strategia. «Dobbiamo fare
la nostra parte, ma bisogna proporre una coalizione ampia e mi auguro
che il partito si impegni a trattare con tutti – propone il capogruppo
Pd Giancarlo Scalas – sono favorevole alle primarie di coalizione,
così ogni gruppo può fare la propria proposta per arrivare a soluzioni
condivise sul programma ma anche sulle persone: serve un sindaco
aperto di mentalità, che possa superare ostacoli che in politica ci
sono sempre».

LA SINISTRA Vede di buon occhio la coalizione di centrosinistra anche
Enrico Salis, che in Consiglio guida un gruppo che si chiama ancora
Sel. «Aspettiamo le Politiche per vedere come muoverci e siamo con
Pisapia-Mdp, ma per le comunali stiamo valutando varie possibilità
come quella di puntare su una civica – spiega – sarebbe importante
anche fare una coalizione di centrosinistra, ma serve prima che il Pd
faccia chiarezza al suo interno». Chi non ha ancora deciso che fare è
la capogruppo di Assemini Libera, la squadra composta dalle tre
dissidenti espulse dal M5S che hanno presentato un esposto alla
magistratura contro il sindaco Mario Puddu. «Prima di dicembre non
prenderemo decisioni», spiega Irene Piras.
Marcello Zasso

La decisione è arrivata in serata dopo il confronto con i dirigenti nazionali
La bufera sui conti della Uil, Francesca Ticca si autosospende

Francesca Ticca, segretaria regionale della Uil, si è autosospesa
dalla carica. È successo nel tardo pomeriggio di ieri, dopo una lunga
discussione con alcuni dirigenti arrivati da Roma per fare una
verifica sui bilanci e sui conti del sindacato sardo. Lunedì scorso,
pressata dai segretari provinciali e di categoria, era stata salvata
dal “malore” della tesoriera, la fedelissima Angela Lobrano, che, pur
non presente all'incontro (era al piano superiore dell'edificio di via
Po a Cagliari), aveva condizionato il proseguimento di un'infuocata
riunione convocata d'urgenza.

ANSIE ROMANE La bufera che ha investito la Uil, dopo l'apertura
dell'inchiesta della Procura di Sassari sui bonifici esteri, stava
preoccupando non poco il leader nazionale Carmelo Barbagallo, pure
legato da un rapporto molto stretto con Ticca e Lobrano, che non ha
perso tempo nel trovare una soluzione. Come segretario pro tempore, in
attesa del congresso previsto per il prossimo anno, è stato nominato
Andrea Lai, mentre il tesoriere arriverà dalla Penisola. In apparenza
un segnale importante, in realtà per qualcuno della fronda anti Ticca,
ci sarebbe una violazione dello statuto: la nomina del nuovo
segretario dovrebbe essere una scelta del direttivo regionale.

L'ALLUVIONE “Stiamo vivendo ore tragiche per la Sardegna, martoriata
dalla forza della natura che ha chiesto un pesante dazio a questa
regione, costato 16 morti e danni ingentissimi”. È il preambolo della
lettera che Francesca Ticca aveva scritto il 20 novembre 2013,
all'indomani del passaggio del ciclone Cleopatra nell'Isola. Un
appello indirizzato a Barbagallo, ai segretari generali e di categoria
di tutte le province. Soprattutto, è la conferma che la sottoscrizione
aveva uno scopo ben preciso, che non si trattava di denaro pronta
cassa per far fronte a improvvise difficoltà dei singoli iscritti.
Erano stati raccolti 76 mila euro in un conto aperto a Villanova
Monteleone e rimasto dormiente sino all'autunno scorso quando i soldi
finirono a una società finanziaria svizzera. Su questo punto, e su
altri, sta lavorando la polizia giudiziaria incaricata delle indagini
dalla Procura di Sassari dopo la denuncia presentata da Giuseppe
Cuccurese, direttore generale del Banco di Sardegna.

SOLIDARIETÀ “In questo momento, per fronteggiare l'emergenza -
scriveva Ticca - mi sento di chiedere a voi tutti un atto di
solidarietà alle popolazioni colpite, per limitare i disagi. Usciremo,
come Sardegna e Uil, da questa emergenza difficile e delicata per la
nostra organizzazione, colpita duramente dalla morte dell'iscritto
militante agente di polizia Luca Tanzi, che ha perso la vita nel
compimento del suo dovere. Il nostro cuore è a pezzi ma siamo un
popolo di tenaci e non ci arrenderemo. Il tributo pagato dalla Uil
continua con gli agenti di polizia, coinvolti nello stesso incidente
dell'assistente capo Tanzi, Gavino Chighine e Mirco Pellino della
segreteria provinciale della Uil polizia di Nuoro e di tanti iscritti
e dirigenti ancora sfollati”.

CONTO APERTO In conclusione: “Per questo abbiamo aperto un conto
corrente Uil Sardegna - Emergenza 2013 per la raccolta di fondi da
destinare agli aiuti, convinti di esprimere la sensibilità e la
solidarietà che la nostra organizzazione ha sempre manifestato.
Firmato M. Francesca Ticca”. A fondo pagina una foto della galleria di
Mughina a Nuoro completamente allagata e il codice Iban. Il numero del
conto, nella filiale del Banco di Sardegna di Villanova Monteleone, è
70361496, lo stesso da dove hanno preso la via di Ginevra,
destinataria la “Premier Relations ltd”, i 76 mila euro donati dagli
iscritti del sindacato.

LA BUFERA L'inchiesta ha scatenato un terremoto nella Uil sarda, con
buona parte delle categorie intenzionate a chiedere le dimissioni di
segretaria e tesoriera. Ma Francesca Ticca, di farsi da parte anche
solo temporaneamente, non ne voleva sapere. Almeno sino a ieri sera,
quando la trattativa dei dirigenti nazionali ha portato
all'autosospensione.

POSIZIONI A spuntarla, alla fine, è stata la linea più intransigente
di alcune categorie (Uil funzione pubblica su tutte) che aveva
convinto anche i segretari meno agguerriti. “La linea - scriveva
lunedì la Uil Fpl - è la richiesta di autosospensione della Ticca e
della rimozione immediata della Lobrano. Nonostante l'indisponibilità
della stessa Ticca a fare un passo indietro, si stavano creando le
condizioni perché questa posizione avesse la maggioranza. Ora bisogna
arrivare a una conclusione. Noi ci auguriamo fortemente che sia quella
prima illustrata, che riteniamo la soluzione indispensabile per
togliere la Uil sarda da una situazione indecorosa e che infanga
l'immagine e la credibilità di tutti noi”.
Vito Fiori

Il soffio di Caronte: 42,3 gradi
L'ingresso del maestrale ha alzato le temperature. Oggi è allerta per
il rischio incendi Record a Sestu, picchi sopra i 40 nel Campidano e nel Sulcis

Prima il maestrale ha spinto l'aria rovente dal centro Sardegna sino
alle porte del Cagliaritano, poi lo scirocco - trascinando nuovo
calore - ha alimentato la fornace sino al capoluogo, facendo arrivare
ieri le temperature a livelli da record. A Sestu si sono toccati i
42.3 gradi, mentre a Macchiareddu le stazioni meteo hanno raggiunto i
41.3 gradi. Colonnine oltre i 40 gradi anche a Barbusi (Carbonia),
mentre sopra i 39 gradi si è arrivati a Decimoputzu, Quartucciu e
Domusnovas. Uno scenario di caldo e vento che alimenta il pericolo
incendi, tanto che la Protezione civile per oggi ha diramato
un'allerta con rischi elevatissimi su Campidano, Gallura e Ogliastra.
L'ESPERTO «Almeno per quanto riguarda Cagliari siamo su valori vicini
ai record del 1983», assicura il meteorologo Matteo Tidili, «questo
caldo è dato dall'effetto dell'alta pressione sub-tropicale che
comprime l'atmosfera e la riscalda. I venti deboli di maestrale,
inoltre, hanno spinto la calura accumulata in questi giorni nel
Campidano sino alle porte del capoluogo, facendo alzare ulteriormente
le temperature. Nei prossimi giorni scenderemo un po' e si arriverà a
massime di 36-37 gradi sui settori meridionali e orientali».

L'AERONAUTICA MILITARE Analisi confermata anche dagli esperti
dell'Ufficio Meteo dell'Aeronautica Militare della base di
Decimomannu. «Nei punti dove il maestrale e lo scirocco si sono
incontrati», spiega il maresciallo Andrea De Sario, ieri di turno, «le
temperature sono salite in modo considerevole. Nei prossimi giorni
avremo una generale diminuzione delle temperature sui valori massimi.
Sabato potrebbe esserci anche un annuvolamento, ma non prevediamo
piogge almeno sino alla prossima settimana». Domani le temperature
massime non dovrebbero superare i 33-35 gradi in gran parte del
Campidano, anche se qualche grado in più potrebbe essere registrato
tra Capoterra, Siliqua, Pula e Sarroch.

ALLARME INCENDI Il vento di maestrale, pur senza raffiche rilevanti,
soffierà per tutta la settimana facendo aumentare il rischio degli
incendi. Per domani, vista la presenza delle temperature ancora molto
elevate, la Protezione civile ha diramato un bollettino di allerta per
metà Sardegna: il codice rosso è stato assegnato a tutto il Campidano
e la zona di Capoterra, ma anche la Gallura e una parte
dell'Ogliastra. Il resto della regione resterà comunque in allerta
arancione, almeno sino a domani. «Il preallarme», chiarisce Graziano
Nudda, capo della Protezione civile, «è stato lanciato per l'attività
del maestrale, anche forte nel nordest, e per l'elevata bassa umidità.
L'attenzione è massima». Da ieri sera tutti e tre gli aerei Canadair
disponibili sono tornati nell'Isola dopo essere stati utilizzati in
Sicilia e nelle altre regioni colpite dai roghi.

ANCORA BEL TEMPO Oggi a Cagliari sono previste comunque temperature
oltre i 36 gradi e domani tra i 33-34 gradi. «Nelle giornate di sabato
e domenica», fanno sapere dal Dipartimento meteo dell'Arpas, «il cielo
sarà sereno o poco nuvoloso e le temperature tenderanno a un
progressivo aumento». Quindi nuovo caldo, ma meno afoso.
Francesco Pinna

Ieri l'assessore ai trasporti Massimo Deiana ha rassegnato le dimissioni
Aerei, ora il futuro è incerto Tariffe scontate ad alto rischio

Alitalia non è più, da tempo, la compagnia di bandiera italiana. È in
amministrazione straordinaria, all'inizio del 2017 perdeva 3,3 milioni
di euro al giorno ed ha, per ora, un orizzonte temporale di sei mesi.
Difficile che un'azienda in questa situazione possa prendere impegni
da qui al 2021. Eppure allo stato attuale non sembrano esserci
alternative per la gestione di tratte come la Cagliari-Milano e la
Cagliari-Roma, che richiedono sino a 12 voli al giorno e
un'organizzazione operativa certamente più complessa di quella
richiesta sulle tratte da Alghero e Olbia.

Sono da ricercare in questi due ambiti - amministrativo e operativo -
le ragioni per cui nonostante la Regione abbia messo a disposizione
circa trenta milioni di euro all'anno per le due tratte, né Alitalia
né altre compagnie hanno presentato offerte. Una situazione di stallo
che al momento sembra non avere soluzione. E che potenzialmente può
portare alla perdita degli sconti e all'apertura al mercato, come
accade in Sicilia.

BANDO INATTUABILE «Il bando ha imposto un operativo inattuabile a chi,
come Alitalia, è in una situazione difficile e ormai ragiona sul lungo
raggio e su logiche di network», spiega Roberto Devoto, docente di
Trasporti aerei alla facoltà di Ingegneria dell'università di
Cagliari. «Il problema non è tanto la compensazione che offre la
Regione», aggiunge Devoto, «quanto il tempo in cui gli aerei, con le
imposizioni del bando, restano fermi. Mi spiego meglio: oggi gran
parte delle compagnie fermano i velivoli per un massimo di 35 minuti
ottimizzando così i costi. Chi si aggiudica le tratte da Cagliari e
Milano e Roma dovrebbe far “dormire” i velivoli a Elmas e inoltre
tenerli fermi troppo a lungo in alcune fasi della giornata. Ciò»,
prosegue il ragionamento di Devoto, «richiederebbe un aumento del
numero di aeromobili che farebbe lievitare i costi. Inoltre una
compagnia commissariata e che sta per essere venduta difficilmente
prende impegni per tre anni che potrebbero condizionare le trattative
per l'acquisizione».

Ecco perché Alitalia non ha partecipato al bando, come sapevano da
tempo gli addetti ai lavori. Ed ecco perché la compagnia, in una nota,
ha scritto che ottenere quelle le rotte è «insostenibile
economicamente» perché «comportava un significativo incremento della
capacità e della complessità operativa a fronte di un aumento della
compensazione tariffaria fortemente non proporzionato».

NUOVE CONDIZIONI Ma perché sono cambiate le condizioni rispetto al
passato? Perché la Regione ha imposto un aumento delle frequenze e più
posti a disposizione: un milione e mezzo di passeggeri all'anno sul
Cagliari-Fiumicino e 635mila sul Cagliari-Linate. E lo ha imposto
anche perché l'abolizione della cosiddetta CT2 - che garantiva sconti
per le tratte verso città come Torino, Napoli, Bologna - ha indotto
molti passeggeri a riversarsi su Roma e Milano anche se devono andare
a Torino o Napoli. Vero è che è già accaduto in passato che al bando
non partecipasse nessuno, ma il contesto di mercato aereo era
completamente differente ed era stato sufficiente rimodulare la gara
perché tutto si sistemasse.

GLI SCENARI Che cosa accadrà alla fine di ottobre, quando scade
l'attuale regime? Ci sarà una proroga e poi probabilmente un altro
bando solo per Cagliari. «Ma aprirebbe la strada a potenziali ricorsi
da parte delle altre compagnie dato il cambio delle condizioni»,
ipotizza Devoto. Il prossimo bando dovrebbe prevedere meno tratte,
cioè essere simile a quello attuale, o più soldi. A quel punto
Alitalia e Meridiana potrebbero dividersi le tratte. Difficile che
entrino compagnie come Ryanair che hanno modelli di business diversi.
Non solo: la compagnia irlandese è stata sanzionata da Bruxelles per
aver violato le regole sulla concorrenza e se vuole aver accesso a
contributi pubblici deve restituire venti milioni di euro.

L'ADDIO DI DEIANA Nel giorno dell'addio dell'assessore regionale ai
Trasporti Massimo Deiana, che ieri ha rassegnato le dimissioni per
approdare alla presidenza dell'Autorità portuale Mar di Sardegna (sarà
sostituito da Carlo Cadeddu), la comunità territoriale è a rischio. In
un mercato aereo che cresce a due cifre ogni anno, potrebbero arrivare
molte compagnie a contendersi il milione e 700 mila passeggeri che
viaggiano annualmente sulle rotte da Cagliari per Roma e Milano. Quale
sarebbe il prezzo da pagare? Nessun garanzia sul prezzo: prenoti in
anticipo? Paghi meno. Devi partire da un giorno all'altro? Un salasso.
Questo è uno degli scenari possibili.
Fabio Manca

SINDACATI. Le perplessità di Cgil e Uil: dev'essere sempre garantita
la mobilità dei sardi «C'è qualcosa che non quadra»

«Non è pensabile un totale disinteresse da parte di Alitalia: c'è
qualcosa che non quadra che deve essere immediatamente analizzato con
le istituzioni le parti sociali ed i vettori per il rispetto dei sardi
e del paese in senso lato».

Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Cgil Trasporti, è perplesso
sull'esito della gara per la Continuità territoriale. «Tutte le
compagnie aeree, non fanno che lamentarsi ma, arrivato il momento
delle offerte di trasporto in un bando che prevede anche compensazioni
economiche, non fanno alcuna offerta», ragiona. Il sindacalista
ritiene «necessario un intervento autorevole anche da parte del
Governo nazionale. Anche perché», sostiene, «non è accettabile che la
vertenza Meridiana, che ha coinvolto oltre 1200 licenziamenti ed una
difficilissima quanto sofferta mediazione da parte di tutte le parti
coinvolte al tavolo per quasi tre anni, porti come conseguenza la non
partecipazione alla gara per lo scalo di Alghero».

Per William Zonca, numero uno della Uil Trasporti, «la priorità deve
essere la certezza della mobilità dei sardi, attivando una proroga dei
collegamenti e delle regole attualmente in essere, attraverso un
affidamento diretto». Per Zonca «bisogna attivarsi subito per una
nuova bando di gara che veda regole diverse senza incrementare gli
oneri previsti.

Evitando di ridurre le garanzie e i servizi oggi offerti dai vettori
tradizionali per aprire al modello delle compagnie low cost un mercato
così importante e essenziale come la continuità territoriale aerea».
Boeddu azzarda: «Che sia arrivato il momento per varare un vettore
sardo che si occupi solo del trasporto aereo da e per la Sardegna?
Chiaramente è una provocazione ma, i sardi ed i lavoratori del settore
sono stanchi di subire i soprusi di questo o di quel vettore anche
quando si parla di tratte ricche come quelle per Roma o Milano».

RETE OSPEDALIERA. Il centrosinistra cerca un'intesa e tratta con le
Autonomie locali. Sanità, vertice ad alta tensione
Molti consiglieri pronti a ricorrere al voto segreto in Aula

Per raggiungere la piena armonia sulla rete ospedaliera serve ancora
tempo. Il centrosinistra ci prova e, come spesso accade dopo i vertici
di maggioranza, i buoni propositi ci sono. Ma la sensazione è che non
tutti i consiglieri regionali abbiano preso la riunione di ieri come
un patto di sangue e così sul dibattito aleggia lo spettro del voto
segreto, sempre rischioso per la tenuta e che il presidente Pigliaru
vorrebbe scongiurare.

I RISCHI Questo pomeriggio scade il termine per presentare gli
emendamenti. Tutti liberi di farlo, ma martedì prossimo, un'altra
riunione di maggioranza setaccerà le richieste per «arrivare in aula
con emendamenti condivisi», sottolinea il capogruppo del Pd, Pietro
Cocco. Ma a frenare il percorso ci sono le richieste che se fossero
respinte diventeranno emendamenti in Aula con voto segreto.
RICHIESTE Per il San Francesco di Nuoro si chiede un passaggio da Dea
di primo livello a secondo (costo 8 milioni di euro), passaggio a
primo livello per i due ospedali accorpati di Alghero e Ozieri, il
mantenimento del punto nascita alla Maddalena (1,5), il passaggio a
primo livello per l'ospedale di Lanusei (1,6), il mantenimento di
medicina e chirurgia per il Delogu di Ghilarza e delle specialità
attuali per l'ospedale di Tempio (4,2). Il consigliere Pd, Lorenzo
Cozzolino, punta a garantire negli ospedali di zona disagiata i posti
letto per la chirurgia d'urgenza.

I TEMPI La possibilità di spostare a settembre l'approvazione della
rete è plausibile. La minoranza ha diritto a 10 giorni per la
relazione. «Intendo utilizzarli tutti», spiega Edoardo Tocco (Fi),
«non per ostruzionismo ma per analizzare una riforma delicata». In più
ci sono i 15 giorni per il parere del Cal (Consiglio autonomie locali)
e ieri c'è stato un primo contatto tra il presidente, Andrea Soddu, e
l'assessore, Luigi Arru, per aprire la trattativa e accorciare i
tempi.
Matteo Sau

La Nuova

La Ticca si autosospende: devo tutelare il sindacato - il caso dei fondi uil

di Daniela Scano
CAGLIARINegli uffici della Uil Sardegna arriva il tesoriere nazionale
Benedetto Attili e, dopo avere dato un primo sguardo alle carte,
annuncia: «Dalle prime verifiche su bonifici anomali, fatti da un
dipendente del Banco di Sardegna senza disposizioni da parte dei
titolari dei conti, emerge la completa estraneità del gruppo dirigente
della Uil sarda rispetto a queste operazioni poco chiare». «La Uil -
scandisce le parole l'esperto di conti - è stata una delle vittime di
queste operazioni». Parte con queste premesse la verifica contabile e
amministrativa disposta dalla Uil nazionale sulla vicenda del conto
corrente svuotato in Sardegna. In attesa della conclusione degli
accertamenti, da lei stessa richiesti, Francesca Ticca si è
autosospesa dalla gestione economica della organizzazione sindacale.

«È giusto così - spiega al telefono -, per consentire che la verifica
del mio operato non possa essere neppure sfiorata dal sospetto che, in
qualche modo, io possa condizionare gli accertamenti».A giudicare
dalle prime affermazioni del tesoriere nazionale, «torno a Roma molto
più sereno», alla fine questa storia dei soldi spariti nel nulla sarà
solo lo spunto per un chiarimento interno nel sindacato.È passata così
la quinta quinta giornata dalla bufera di sospetti, accuse e veleni
scatenata dalla notizia dell'ammanco di 306 mila euro provocato, tra
l'estate e l'autunno del 2016, da un impiegato del Banco di Sardegna
nella filiale di Villanova Monteleone. L'uomo è il marito della
tesoriera del sindacato.

Tra i soldi volati all'estero c'erano fondi
depositati sul conto "Emergenza 2013" per sostenere iscritti in
difficoltà, compresi quelli colpiti dal ciclone Cleopatra. Si tratta
di 76 mila euro. A questo ammonta il danno subito dalla Uil. L'ammanco
complessivo, fatto sommando i soldi spariti da cinque conti correnti
compreso quello personale della segretaria Uil, è di 306 mila
euro.Dopo avere affermato di essere doppiamente parte lesa,
personalmente e come rappresentante del sindacato, Francesca Ticca
lunedì si era «messa a disposizione» del sindacato nazionale e aveva
chiesto che venisse verificato il suo operato «convinta come sono -
aveva scritto - di avere sempre operato per il bene e la salvaguardia
della Uil». Detto fatto.Carmelo Barbagallo, segretario nazionale della
Uil, ieri ha mandato a Cagliari i massimi esperti : il tesoriere
nazionale Benedetto Attili; e il revisore dei conti Massimo Navezza.
Mentre i due prendevano visione della documentazione bancaria, Ticca
ha informato la sua segreteria della decisione di autosospendersi
dalla gestione economica.

La segretaria mantiene la rappresentanza
legale del sindacato «per consentire - ha annunciato ai suoi - la
piena tutela dell'onorabilità dell'Organizzazione presso le sedi
opportune». Autosospesa anche la tesoriera Uil, moglie del bancario
che nell'ottobre del 2016 aveva svuotato un conto della Uil nella
filiale di Villanova Monteleone, trasferendone all'estero il
contenuto. Il bancario (poi dichiarato disabile psichiatrico per le
conseguenze di una grave patologia neurologica) oltre quello della Uil
aveva spostato all'estero anche i soldi custoditi nei conti di sua
moglie, di tre correntisti, di un collega direttore di banca. E
infine, della segretaria regionale della Uil.Francesca Ticca ha
delegato Andrea Lai, membro della segreteria regionale della Uil, ad
assumere la gestione finanziaria del sindacato fino alla conclusione
degli accertamenti disposti dalla Uil nazionale. Risposte che non
dovrebbero tardare ad arrivare. E, a giudicare dalle prime
affermazioni del tesoriere nazionale Attili, dovrebbero concludersi a
favore della segreteria regionale. «La Uil è una vittima - scandisce
le parole il tesoriere nazionale Benedetto Attili -. Torno a Roma
molto più sereno perché, dalle prime verifiche, emerge chiaramente la
completa estraneità del gruppo dirigente della Uil Sardegna rispetto a
queste operazioni». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il voto segreto incombe sulla riforma: nel centrosinistra divisioni complicate
Ospedali, maggioranza a rischio

CAGLIARII voti segreti sono una trappola in cui il centrosinistra non
vuole cadere. Quando la riorganizzazione della rete ospedaliera
entrerà in aula, la riforma dovrà essere blindata o almeno al sicuro.
Con questo impegno s'è concluso l'ennesimo vertice di maggioranza
sulla sanità e dintorni. Oggi è la scadenza per la presentazione degli
emendamenti, saranno una valanga, ma fra una settimana e stavolta di
martedì il centrosinistra proverà a sfoltire i molti annunciati dai
partiti della coalizione. Nessuno lo dice apertamente ma chi teme le
trappole vorrebbe che quelli del centrosinistra fossero condivisi
prima in commissione, è convocata per mercoledì, e solo in quel caso
presentati in aula.

L'accordo di massima è stato raggiunto in un
vertice durata oltre tre ore, presenti Pigliaru, l'assessore Luigi
Arru, i capigruppo di maggioranza e i sette consiglieri-commissari del
centrosinistra. L'armistizio è ufficiale però proprio alcuni uomini
forti della coalizione sarebbero restii a fare passi indietro e se in
aula dovessero ripresentare le proposte di modifica, potrebbero
davvero esporre la giunta al rischio del voto segreto. È
un'eventualità che Pigliaru vuole scongiurare: «Sarebbe un atto di
slealtà nei miei confronti», ha detto.Le criticità. Sono sei i punti
più controversi: il riconoscimento del primo livello per gli ospedali
accorpati di Alghero e Ozieri come ospedale di primo livello, mentre
nella bozza sono solo strutture satellite di Sassari. Ma la possibile
promozione sul campo avrebbe un costo aggiuntivo di 5 milioni e la
copertura finanziaria non c'è ancora.

Poi c'è il caso Tempio: vorrebbe
evitare la chiusura di ortopedia, ostetricia e pediatria, ma per
tenerli aperti 24 su 24 bisogna mettere nel conto 4 milioni in più. E
ancora: il mantenimento del punto nascita a La Maddalena (1,5 milioni
in più), la promozione ad ospedale di secondo livello per il San
Francesco di Nuoro (8 milioni) , un passaggio di grado è stato chiesto
anche per Lanusei (1,6 milioni) e infine la conferma di medicina e
chirurgia a Ghilarza. In più c'è la richiesta che negli ospedali delle
zone disagiate ci sia «un adeguato numero di posti letto per la
chirurgia d'urgenza». I tempi. Il centrosinistra continua dire che
vorrebbe approvare la riforma entro i primi di agosto e per questo è
cominciata una trattativa con i Comuni e il Consiglio delle autonomie
locali, che dovrà dare il parere sul testo della commissione. Centrare
l'obiettivo è complicato e se dovesse essere impossibile tutto sarà
rinviato a settembre.

Pigliaru sperava che l'ex assessore preparasse il nuovo bando prima dell'addio
Deiana, dimissioni con gelo. E la continuità resta a metà

di Umberto AimewCAGLIARILa continuità territoriale per ora è zoppa,
con Cagliari snobbata da tutte le compagnie aeree. La Regione è sicura
che, in un modo o nell'altro, la soluzione sarà trovata subito dopo
l'estate. Se da novembre in poi non sarà più Alitalia a garantire il
servizio, potrebbe esserci addirittura una ritorsione nei suoi
confronti per l'inaspettato sgambetto cagliaritano, Meridiana e Blue
Air si sono dette pronte a metterci una pezza. Però aspettano di
conoscere quali saranno le condizioni proposte dalla Regione per far
fronte all'emergenza. Perché, comunque la si vede, c'è il rischio di
un pericoloso vuoto invernale sulla Cagliari-Roma e sulla
Cagliari-Milano.

È evidente: se l'operazione salvataggio non dovesse
chiudersi, potrebbe materializzarsi addirittura un ritorno al libero
mercato sulle due rotte. È un pericolo che nessuno vuole correre, ma
se dovesse andare deserta anche la seconda gara, annunciata per
settembre, l'incubo potrebbe diventare realtà. Le prossime settimane
saranno comunque decisive per capire come la Regione vuole muoversi e
di sicuro a prendere la decisione finale sarà il nuovo assessore ai
trasporti Carlo Careddu del Pd. Il suo arrivo è annunciato all'inizio
della prossima settimana, anche se il presidente Francesco Pigliaru ha
tentato fino all'ultimo di trattenere l'uscente Massimo Deiana ancora
per qualche giorno. Ci ha provato perché voleva che fosse lui a
districare la matassa del bando cagliaritano, non c'è riuscito.Addio
complicato. Il racconto dell'ultima seduta di giunta con la
partecipazione di Massimo Deiana è questo. Di prima mattina il neo
presidente dell'Autorità portuale Mar di Sardegna, s'è presentato a
Villa Devoto con pasticcini e spumante.

Era deciso a festeggiare, in
allegria, l'uscita dalla giunta, ma non è andata come aveva previsto.
Quando s'è alzato per salutare il presidente e gli assessori, Deiana
ha esordito così: «È la mia ultima partecipazione...». Non ha fatto
neanche in tempo a concludere la prima frase del discorso di commiato
che Pigliaru l'ha bloccato pressappoco così: vedremo, non è detto. A
quel punto seppure preso alla sprovvista, il quasi ex assessore ha
replicato: «Se dovesse finire così, verrò alle prossime sedute ma
rimarrò muto». Nella sala riunioni è calato il gelo, anche se poco
dopo i pasticcini sono serviti a rendere meno pesante l'evidente
imbarazzo. Poi, alla fine della riunione, s'è capito meglio il perché
del messaggio presidenziale: Pigliaru avrebbe voluto che prima di
andar via qualcuno gli preparasse almeno una bozza della nuova gara
senza lasciargli in eredità la grana di Cagliari. Poteva essere una
soluzione, ma alle 17.47 Deiana è andato per le spicce: ha inviato
alla presidenza la lettera ufficiale di dimissioni. A questo punto è
difficile che il governatore possa respingergliele, costringendolo
semmai a rimanere al suo posto anche se per pochi giorni e fino alla
presentazione ufficiosa della possibile soluzione sul caso Cagliari.
Non sarà così: l'era di Deiana ai trasporti è proprio finita.L'arrivo
del successore. Carlo Careddu potrebbe essere nominato da Pigliaru
all'inizio della prossima settimana, con una probabile presentazione
subito dopo la consueta giunta del martedì. Il compito che aspetta
l'avvocato gallurese non sarà sin dall'inizio dei più semplici.

L'avvicendamento doveva essere soft e invece una Ct1 diventata zoppa
all'improvviso ha modificato la sceneggiatura immaginata da molti.
Perché spetterà proprio a Careddu sondare di nuovo e da capo le
compagnie aeree, chissà se anche Alitalia, per capire come uscire dal
pasticcio. Dovrà essere lui a convocare l'ennesima conferenza di
servizi: è l'anteprima obbligatoria al bando settembrino. I tempi sono
comunque stretti considerando anche le due imprescindibili settimane
di chiusura: una prima e l'altra dopo Ferragosto. Poi spetterà sempre
a Careddu capire se l'ipotizzato affidamento provvisorio delle rotte,
in caso di una seconda gara deserta o se l'attesa dovesse allungarsi
per qualche intoppo burocratico, è una possibilità contemplata o meno
dall'Unione Europea. Secondo alcuni no, altri si sono detti invece
possibilisti, ma ormai la risposta ufficiale spetta solo al nuovo
assessore ai trasporti: Carlo Careddu.

L'incontro a Bologna anche con Orlando, ministro e leader della minoranza Dem
Prodi da Pisapia, prove di Ulivo

di Leonardo Nesti
BOLOGNAUna lunga chiacchierata all'ombra dell'Ulivo. Romano Prodi ha
incontrato, a Bologna, l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia che,
insieme al ministro della giustizia e leader della minoranza Pd Andrea
Orlando, ha partecipato alla presentazione del libro «I sette luoghi
comuni sull'economia» di Andrea Boitani. L'ex premier è arrivato a
presentazione in corso e si è seduto in platea. Alla fine
dell'iniziativa si è intrattenuto in una lunga conversazione con
Pisapia e Orlando. Prodi, alla fine, non ha rilasciato dichiarazioni
sui contenuti della conversazione. Ma ci sono momenti in cui sono i
gesti a contare più delle parole. L'ormai proverbiale tenda nella
quale Prodi ha detto di abitare, fuori dalla casa del Pd, rimane
all'ombra dell'Ulivo, che a Bologna è nato e che ha contrassegnato la
parabola personale del professore e quella politica del centrosinistra
italiano. Un ulivo che, entrambi i suoi interlocutori della serata
bolognese, vorrebbero rimettersi a coltivare, sia pure da diverse
angolature.

Orlando vorrebbe portare il Pd a ricominciare a parlare di
coalizioni e di centrosinistra, Pisapia mettere insieme un'area
politica che stia saldamente alla sinistra del Pd, ma che non
consideri il Pd un nemico talmente acre da non rendere possibile un
dialogo dopo le elezioni. Due operazioni politiche che avrebbero molta
più efficacia se avessero la benedizione esplicita di Prodi. Il
professore dribbla i taccuini dei giornalisti, rivendicando il suo
ruolo di pensionato della politica. Ma sa bene che la sua voce,
soprattutto in questa fase, può facilitare dialoghi, incontri e
relazioni. Per questo centellina le sue dichiarazioni e le sue
apparizioni sui palcoscenici politici e, quando avvengono, non
avvengono mai per caso. Se qualcuno - è il messaggio - si siede
all'ombra dell'ulivo, non lontano da dove è piantata la sua tenda, per
parlare delle ragioni che, anche secondo lui, devono tenere insieme i
vari pezzi del centrosinistra e per combattere la strategia di chi
pensa all'autosufficienza, trova in Romano Prodi un interlocutore
attento e interessato.

«Con Pisapia ci vediamo spesso - ha invece
detto Orlando prima dell'incontro - spero che in futuro ci si possa
vedere anche di più. Non ho mai nascosto il fatto che il suo appello
all'unità del centrosinistra vada raccolto, mi piace sottolineare che
la sua voce si distingue da altre voci di chi, alla sinistra del Pd,
pratica l'idea di un'autosufficienza che rischia di essere speculare a
quella che viene teorizzata anche dentro il partito».


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Federico Marini
skype: federico1970ca


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