giovedì 27 luglio 2017

Rassegna stampa 27 Luglio 2017

La Nuova Sardegna

Lai: l'isola avrà la sua Zona speciale Il senatore Pd: «Istituita a Cagliari, sarà estesa a Porto Torres, Olbia e Oristano»

Anche la Sardegna potrebbe avere la sua Zona economica speciale. Sicuramente a Cagliari, ma si aprono opportunità anche per Porto Torres, Olbia e Oristano. A prevederlo la possibilità è il Decreto Sud, approvato ieri nell'aula di Palazzo Madama. «Il nuovo decreto Sud approvato al Senato regolamenta in maniera chiara l'istituzione delle Zone economiche speciali - spiega il senatore Pd Silvio Lai -. Perché la norma sia definitiva occorrerà attendere il voto finale della Camera ma la scelta di istituire una Zes in ogni Regione del Mezzogiorno è definitiva.

È una buona notizia per la Sardegna perché sino a qualche settimana fa l'ipotesi era di limitare solo a tre porti del Sud - Napoli, Gioia Tauro e Taranto – questa possibilità. È prevalsa la strategia, per altro già presente nel testo del Governo, di una rete di zone economiche speciali istituite dalle Autorità portuali basandosi sui porti Ten-T, come Cagliari, estendendola al contempo anche agli altri porti appartenenti alla stessa Autorità. Questo significa che toccherà alla nuova Autorità insieme alla Regione scegliere sedi ed estensione delle Zes aprendo l'opportunità anche per Porto Torres, Olbia e Oristano».

Con il decreto vengono rese chiare le regole. Le zone economiche speciali regolamentate con questa normativa erano da tempo attese: si tratta di aree a burocrazia zero, con corridoi doganali semplificati e protocolli che rendono veloci le transazioni amministrative. «Luoghi dove la Visco Sud col suo credito d'imposta, è estesa sino al 2020 e ampliata sino ai 50 milioni per singolo investimento - dice ancora il senatore sassarese -. Si tratta di una misura selettiva destinata alle aziende che abbiano interesse a esportare o importare e che vedano in una semplificazione e accelerazione dei processi doganali un forte vantaggio competitivo. In questo modo uno dei punti deboli delle aziende nel Mezzogiorno, la fragilità del passaggio dal mercato locale a quello internazionale spesso dovuto all'ostacolo rappresentato dalla complessità delle procedure quando a doverle affrontare sono piccole imprese, viene superato».

«È stato inoltre recepito nel testo finale un emendamento da me presentato come primo firmatario che porta da 5 a 7 anni il periodo di tempo minimo per cui le imprese dovranno mantenere la loro attività nelle Zone economiche speciali per non perdere i benefici concessi - aggiunge Lai -. Una modifica che serve a limitare l'azzardo morale di chi cerca finanziamenti, anche se la modalità di sostegno alle imprese non è quella dei contributi a fondo perduto ma il credito di imposta. In questo contesto il polo della chimica verde, già potenziato in questo decreto con il nuovo articolo che recepisce la direttiva europea, potrebbe aumentare fortemente la sua attrattività se le eventuali aziende di filiera potessero trovare mercati esteri e spazi di insediamento in una nuova Zse a Porto Torres».


Unione Sarda

REGIONE. Sì alla legge con polemica Passa lo stop ai migranti
Niente incentivi agli alberghi che li accolgono

Le strutture che accolgono i migranti non avranno incentivi per
migliorare l'offerta turistica. L'emendamento del centrodestra fa
saltare il banco e il voto segreto inchioda la maggioranza. Ultimi
scossoni della legge sul turismo che ieri mattina è stata approvata
dal Consiglio regionale. L'aula si spacca tra i sostenitori del
provvedimento di buon senso e chi invece grida allo scandalo per un
velato razzismo dietro l'emendamento. Ieri è stata presentata una
proposta di legge, firmata da tutta la maggioranza, per cancellare
l'emendamento.

UN ERRORE Interviene anche il presidente Pigliaru che parla di
«emendamento frettoloso e approvato in modo improprio che non deve
rovinare quello che c'è di buono», ossia una legge che «tutta la
Sardegna del turismo aspettava da 33 anni». Per il governatore «il
tema è serio e non può essere affrontato con poche righe concentrate
solo sul problema di persone nei confronti delle quali abbiamo il
dovere dell'accoglienza». L'assessora Barbara Argiolas, parla di
«legge importante, attesa da tempo, che riporta il turismo in Sardegna
al passo coi tempi e fissa i princìpi e l'idea di sviluppo della
Sardegna turistica che ci piace».

«BUON SENSO» Il primo firmatario dell'emendamento è il consigliere
regionale di Forza Italia, Antonello Peru che difende il
provvedimento: «Si fa chiarezza sia sull'utilizzo delle strutture
ricettive esistenti sia sulle modalità di accesso alle agevolazioni».
Peru punta il dito sui consiglieri di centrosinistra che cercano di
«strumentalizzare» ed esclude «qualsiasi intento discriminatorio». Più
duro l'esponente di Fratelli d'Italia, Paolo Truzzu, convinto non ci
sia «niente di scandaloso nel provvedimento. Chi vuole fare business
sull'accoglienza degli stranieri e destinare le proprie strutture
all'ospitalità dei migranti è già ben retribuito e non deve ricevere
altri fondi regionali».

LA RABBIA Ma nel centrosinistra il clima è teso, tanto che Rossella
Pinna (Pd) parla di «una brutta pagina per il centrosinistra, accodato
alle più becere posizioni della destra estrema». Il tema era da
affrontare «in maniera meno superficiale, ma il voto segreto ha
impedito il confronto». Il collega Roberto Deriu (Pd) è convinto che
dietro un provvedimento presentato come di buon senso ci sia «il
sottile messaggio che le strutture per i migranti siano di serie C».
Negativo, inoltre, l'assunto per cui «lo straniero ricco lo chiamiamo
turista, quello povero addirittura clandestino». Critico anche il
deputato di Mdp-Art.1 Michele Piras che parla di atto
«incostituzionale e discriminatorio».

CONTROCORRENTE Si astiene il capogruppo dell'Upc, Pierfranco
Zanchetta, «deluso e insoddisfatto». Per Zanchetta il problema
riguarda i «campeggi che occupano le zone di maggior pregio e che la
legge premia con un aumento sino al 35% delle casette prefabbricate».
Il capogruppo quindi alza le barricate perché «nettamente contrario a
questo incremento».

ALBERGATORI Il presidente di Federalberghi, Paolo Manca, esprime
soddisfazione per l'approvazione della legge e ricorda: «Bene alcuni
passaggi sull'abusivismo. È stata accolta la proposta di inserire
l'Identificativo Unico Numerico che differenzierà le strutture extra
alberghiere che lavorano con trasparenza da chi fa accoglienza fuori
norma». (m. s.)

Trenitalia, patti chiari: «Saremo più puntuali»
Maggiore comfort sui convogli dei pendolari e penali in caso di ritardi
Anche 18 mezzi nuovi nell'intesa con la Regione

Ancora Trenitalia non ha speso nulla, ma comprerà diciotto treni nuovi
di zecca per la Sardegna e già se li sognano i pendolari (se ne
contano 13.300 ogni giorno) sopravvissuti agli anni di corse
annullate, ritardi paurosi, coincidenze fallite. «È una buona
giornata», ha annunciato il presidente Francesco Pigliaru che ieri,
assieme all'amministratore delegato di Trenitalia Barbara Morgante, ha
firmato il nuovo contratto di servizio valido fino al 2025. Una firma
arrivata dopo una trattativa dura, estenuante, quasi un braccio di
ferro.

LE CONDIZIONI Il contratto punta sulla qualità del trasporto, fissando
ad esempio indicatori di comfort del viaggio e puntualità che, se non
osservati, costringeranno Trenitalia a pagare la penale al committente
del servizio, ovvero la Regione. Dunque, la Sardegna darà a Trenitalia
43 milioni all'anno a fronte di 3,7 milioni di chilometri percorsi
(180 i treni in viaggio ogni giorno sulle linee regionali, 43 le
stazioni servite) nonché dell'impegno a investire sul rinnovo del
parco treni. Sotto questa voce l'investimento complessivo è di 123
milioni di euro: Trenitalia ce ne metterà 114, mentre la Regione quasi
9 milioni e mezzo. Verranno acquistati diciotto nuovi convogli: dieci
Swing (consegna il prossimo anno) e otto Automotrici di nuova
generazione (arriveranno tra il 2020 e il 2021).

IL PATTO «I Swing sono già stati ordinati, gli altri - ha spiegato
l'amministratore delegato - saranno acquistati a valle di una gara
lanciata un mese e mezzo fa per 135 nuovi treni diesel, i primi otto
per la Sardegna. La gara è in corso, contiamo di affidare la commessa
per gli inizi del 2018. È un impegno importante sul fronte del rinnovo
della flotta: i sardi lo percepiranno via via, negli anni a venire.
Crescerà la qualità del servizio per chi sceglie di viaggiare sul
treno. Un obiettivo che ci permette di riacquistare la credibilità che
si era persa».

LA RETE I cittadini, ha puntualizzato Pigliaru, «vogliono la garanzia
della puntualità nonché la comodità durante il viaggio. È a queste
esigenze che vogliamo rispondere investendo sulla qualità del
trasporto. Con questo intervento l'età media dei nostri treni passerà
da 23 anni a 4,5». Già, ma il vero problema è lo stato della rete, non
solo quella ordinaria gestita da Rfi, ma pure quella a scartamento
ridotto dell'Arst. Era il problema che ha costretto i Pendolini a
comportarsi come una littorina. Il presidente non aspetta obiezioni:
«In questo contratto di servizio stiamo parlando meno di velocità dei
treni perché questo aspetto riguarda le nuove tecnologie e lo stato
della rete». Appunto. «Per far sì che i treni vadano più veloci il
ministro Delrio ha previsto una cura del ferro allocando oltre 400
milioni per la rete ferroviaria sarda». Fondi un po' della Regione (20
milioni per il sistema di controllo marcia-treno), gli altri del Patto
per il Sud, Fondo sviluppo e coesione, Ministero, Rfi.

LA TECNOLOGIA Adesso, non è per evocare i fantasmi, soprattutto nel
giorno della prima uscita del neo assessore ai Trasporti Carlo
Careddu. Ma l'ex Massimo Deiana non aveva detto che, per ammodernare
la rete ferroviaria della Sardegna, sarebbe servito non meno di un
miliardo e mezzo di euro? E allora, più che una cura del ferro non è
magari una cura di camomilla? «Quelle saranno state valutazioni oggi
non più attuali - avvisa Pigliaru -.

Il nostro progetto è fondato
sulla soluzione tecnologica, la più immediata. Per ridurre di pochi
minuti i tempi di percorrenza di una tratta, che senso ha fare un
tunnel con un cantiere che dura trent'anni?». Nel contratto che
programma gli investimenti per i prossimi nove anni non c'è traccia di
integrazioni fra i trasporti ferroviari e quelli su gomma. Magari
sarebbe una soluzione benedetta anche per quei territori poco serviti,
come il Nuorese. «Adesso - dice Arnaldo Boeddu, Filt Cgil - la Regione
dovrebbe sottoscrivere un contratto di servizio con tutte le aziende
di trasporto per far sì che possano, tra l'altro, pensare a
investimenti e programmazione».
Piera Serusi

SELARGIUS. Parla Gigi Gessa
Mister Preferenze alla Viabilità: «Nuovi progetti»

Ha il record storico delle preferenze ottenute: 454, lasciapassare per
la Giunta. «Un risultato oltre le mie aspettative, forse il
riconoscimento del mio impegno nella precedente consiliatura»,
commenta Gigi Gessa, 50 anni, esponente di Forza Italia e
neo-assessore ai Servizi tecnologici, Manutenzione strade, Viabilità,
Arredo urbano e Parchi.

Da cosa partirà?
«Proseguirò il programma di manutenzione di strade e marciapiedi,
renderò Selargius una città a misura di tutti».

Non è una novità.
«È un cammino iniziato dieci anni fa, dopo quasi cinquant'anni di incuria».
Viabilità.

«Negli ultimi anni abbiamo raddoppiato via della Resistenza e
realizzato la rotonda in via Peretti. Attendiamo che la Regione attivi
la messa in sicurezza della 554, fondamentale per alleggerire il
traffico di attraversamento».

E lo svincolo di Is Pontis Paris?
«È un'altra opera in programma, da realizzare nel minor tempo
possibile, necessaria per garantire la sicurezza dei nostri
concittadini e degli automobilisti di passaggio».

Piano del Traffico: la minoranza vi rimprovera che non è stato completato.
«Lo è all'ottanta per cento. Parliamo di un progetto vecchio, che non
risponde alle esigenze attuali del nostro territorio».

Cosa c'è di nuovo?
«Stiamo valutando la possibilità di realizzare una rotatoria
all'incrocio tra via Trieste, via Parigi e via della Resistenza. Si
tratta di capire se lo spazio è sufficiente e di reperire le risorse».
Sara Marci

SASSARI. Nicola Sanna il giorno dopo la presentazione della nuova Giunta
Il sindaco: «Recupereremo il tempo perduto»

Due mesi di paralisi politico-amministrativa, poi la soluzione: tre
nuovi innesti al posto di altrettanti assessori dimissionari. Una
nuova giunta all'80 per cento uguale alla precedente. Era un problema
di poltrone da spartire, la rottura di un equilibrio in maggioranza o
la crisi del leader? Quando in una Giunta si registrano sei defezioni,
in tempi diversi, accompagnate da critiche al lavoro del sindaco,
significa che qualcosa si è rotto.

Siete arrivati sull'orlo del fallimento. Il suo partito è stato
determinante per ricompattare la Giunta?
«Chiariamo. Io non sono contro il Pd, sono un fondatore del Pd. Ma ci
sono stati dei problemi, frutto soprattutto della preoccupazione della
deriva che stava prendendo la Giunta. Il mio partito mi è stato
vicino. Non mi ha risparmiato critiche ma ha lavorato con gli alleati
per recuperare quel senso di condivisione indispensabile per governare
la città. Il ruolo di sindaco richiede scelte rapide. Questo comporta
talvolta inevitabili decisioni veloci che possono apparire poco
condivise. È un mio limite, e me ne scuso, ma è frutto dell'ansia di
portare avanti il lavoro forzando i tempi della burocrazia. Questo è
stato mal tollerato, sono nate incomprensioni. Ora siamo tornati al
lavoro. Dal giorno stesso dell'insediamento».

Avete ripreso a pedalare, insomma.
«Capisco la sua ironia. Ogni giorno ne sento di tutti i colori. Ma ero
e resto convinto della bontà della scelta fatta. Anche se oggi
prevalgono i disagi per i cittadini, saranno rimediati e superati».
La discesa dei Candelieri si avvicina. Paura di fischi e
contestazioni? «È la festa grande della città che l'Unesco ha
riconosciuto patrimonio immateriale dell'umanità. Dobbiamo rispettarla
evitando spiacevoli eccessi e rinnovando con i Gremi il rito di
devozione alla Vergine Assunta».
Gibi Puggioni

 Un miliardo sulle ferrovie, nuovi treni e investimenti

Subito due Minuetti riveduti, corretti e anche con l'aria
condizionata a bordo, per convincere i pendolari di Sardegna che
«viaggiare in treno non è solo una necessità, ma è soprattutto comodo,
sicuro e puntuale». Anche se la musica sulle rotaie cambierà davvero e
per sempre - è l'annuncio - più che altro fra un anno, quando
entreranno in servizio gli Swing, con un motore diesel da 390
kilowattora e una velocità di crociera intorno ai 130 chilometri
all'ora. Saranno dieci, gli Swing, che sono molto celebrati da
Trenitalia, meno su Internet: di recente, in Toscana, hanno avuto
qualche problema. Senza fasciarsi la testa prima, c'è comunque anche
dell'altro: dal 2020 in poi arriveranno altre otto automotrici, che
non hanno ancora un nome ma - è questa la promessa - saranno
all'avanguardia. Sono in tutto 18 treni e tutti destinati a far star
meglio chi viaggia per lavoro e studio: 13.300 passeggeri ogni giorno.
I primi treni speciali entreranno in servizio sull'Oristano-Cagliari e
nel Sulcis, poi sulle altre tratte.

Alla fine il pacchetto per
soddisfare il popolo dei pendolari costerà 123 milioni fra acquisti,
riammodernamenti e manutenzioni varie: 114 milioni messi da Trenitalia
e 9,4 dalla Regione. Con questo risultato assicurato: in un colpo solo
l'età media della flotta scenderà dagli attuali 23 anni e mezzo,
un'enormità, ai 5 del 2021. «È vero - ha detto Barbara Morgante,
amministratrice delegata di Trenitalia - qui in Sardegna la nostra
immagine non è stata sempre delle migliori. Ora l'azienda è impegnata
a recuperare credibilità e siamo sulla strada giusta. Basta dire che
la nostra puntualità è già a un passo dalla perfezione: siamo al 94%».
Sulla qualità dei convogli ci sarebbe ancora molto da contestare, ma
con i Minuetti imbellettati, gli Swing e le automotrici «in quattro
anni cambierà tutto», ha giurato la manager.

Lo ha detto poco prima di
firmare con la Regione l'atteso super contratto di servizio da 387
milioni spalmato in nove anni, scadrà nel 2025, 43 milioni nel primo.
«È questa la portata della nostra grande sfida per rilanciare il
ferro», ha detto il governatore Francesco Pigliaru, sempre più
convinto che «i treni debbano essere l'asse portante del trasporto
pubblico in Sardegna». Lo sarà - ha sottolineato subito dopo il
presidente - una volta che saranno conclusi i lavori sulla rete,
finanziati dallo Stato con oltre 400 milioni, che daranno anche la
possibilità al Pendolino di diventare davvero una freccia sulla
Cagliari-Sassari e coprire la corsa in due ore e poco più. Al suo
esordio in pubblico, l'assessore ai trasporti Carlo Careddu si è
dimostrato da subito abile nel tirar le somme.

«Abbiamo sottoscritto
un'ottima convenzione - sono state le sue parole - perché nonostante i
pochi centesimi in più sborsati rispetto alla precedente, siamo
passati da 11,46 euro a 11,50 ogni mille metri, avremo di sicuro più
treni, saranno 180 al giorno, maggiore percorrenza in un anno,
arriveremo a 3,7 milioni chilometri, e la certezza di contare sul
massimo e dell'affidabilità e del comfort».

Per essere ancora più
matematici dell'assessore, con quasi un miliardo, i 513 dell'accordo
Regione-Trenitalia più gli altri 400 messi dallo Stato, le ferrovie di
casa nostra non dovrebbero avere più nulla da invidiare rispetto a
quelle della terra ferma. Pigliaru ha aggiunto: «Con questi
investimenti, continuiamo ad aggredire un sistema che abbiamo trovato
ai minimi storici e, con determinazione, lo vogliamo far diventare un
servizio giornaliero di qualità e davvero competitivo con le auto.
Careddu è andato oltre: «Noi abbiamo fatto la nostra parte e
continueremo a farla».

 Ora spetta a Rfi, proprietaria della rete, e a
Trenitalia, che gestirà i treni acquistati dalla Regione, fare la
loro. Non ci saranno sconti per nessuno - è scritto nel contratto - in
caso di lavori consegnati in ritardo o treni che viaggeranno a
singhiozzo «i nostri partner pagheranno penali pesanti». Di cui
Trenitalia non vuole sentire parlare: «Siamo abituati a raccogliere le
sfide e a vincerle», ha detto l'ad Morgante, prima del viaggio
inaugurale del Minuetto 2.0, destinato a far ritornare il sorriso ai
pendolari di Sardegna. (ua)

Ospedali, riforma alle battute finali
Oggi l'intesa trovata nel centrosinistra passerà al vaglio della commissione

La riorganizzazione della rete ospedaliera è alle battute finale,
almeno nelle stanze della maggioranza di centrosinistra. Oggi spetterà
alle commissione, dov'è presente anche l'opposizione, tirare le fila e
provare a mettere nero su bianco gli articoli che, a settembre,
dovranno essere discussi, votati dal Consiglio. Nell'ormai immancabile
vertice, è stato il quarto, che precede ormai ogni seduta della
commissione, i passi in avanti sono stati più di uno. Nuoro, con
capofila l'ospedale San Francesco, avrà tutto il possibile anche se
continuerà a essere solo un primo livello.

Come annunciato alla fine
della scorsa settimana, in base all'accordo di massima raggiunto
allora dal centrosinistra, sarà potenziato il reparto che si occupa di
chi è stato colpito da un ictus, avrà in più il percorso per la
diagnosi e la cura del tumore al seno e anche un reparto di medicina
nucleare. Dunque, il San Francesco sarà di fatto un primo livello
potenziato, con un solo vuoto rispetto agli ospedali regionali, a
Cagliari e a Sassari, in cima nella piramide della Rete: non avrà la
cardiochirurgia.

Per il resto l'offerta sanitaria sarà la stessa del
Brotzu e dell'Azienda mista sassarese e quindi - è stato detto
dall'assessore alla sanità Luigi Arru - «la migliore possibile
dall'inizio alla fine». Anche per il distretto di Alghero-Olbia è
arrivata la conferma delle notizie ufficiose della settimana scorsa:
non sarà da subito un ospedale di primo livello, era questa la
richiesta dei sindaci, ma «comincerà subito, da quest'anno e non dal
2018, il monitoraggio per farlo passare di grado ed essere molto più
autonomo rispetto a Sassari». Con in più anche la conferma che saranno
potenziati i due posti di terapia semi-intensiva già presenti.

Qualcosa è cambiato anche per quanto riguarda la mappa dei reparti nel
distretto di Sassari, che va ricordato è già un distretto ospedaliero
di secondo livello, il massimo previsto dal ministero della salute.
Com'è trapelato dalla stanza della commissione sanità, presieduta da
Raimondo Perra del Psi, anche i reparti di pediatria e oncologia
dell'Azienda mista, che ha incorporato il Santissima Annunziata,
saranno di secondo livello. In altre parole avranno la stessa dignità
del polo cagliaritano, è gestito dall'Azienda Brotzu, e che rimarrà
comunque quello di riferimento regionale. Questa mattina l'intesa
raggiunta dal centrosinistra, in cui dentro c'è anche la certezza che
l'ospedale di Lanusei non sarà depotenziato, passerà al vaglio della
commissione. Commissione in cui l'opposizione di centrodestra
continuerà a sbattere i pugni sul tavolo come ha fatto finora. (ua)

Per lunedì convocato il consiglio comunale, l'appoggio a Bruno ora è in bilico
Donatella Marino abbandona la commissione e non vota il rendiconto di gestione
Crisi, l'Udc detta i tempi. il giorno della verità è il 31

di Gian Mario SiaswALGHEROQuello che doveva essere l'ultimatum, a
questo punto, potrebbe diventare un "penutilmatum". La scadenza del 30
luglio si avvicina e l'Udc si prepara a presentare il conto.
L'appoggio alla giunta Bruno sembra sempre più esterno e sempre meno
solido. Il travaglio politico di quest'ultimo mese e mezzo ha
letteralmente sfibrato il rapporto tra lo scudocrociato e il sindaco
di Alghero. Finora Mario Bruno ha dovuto fare i conti con un alleato
particolarmente irrequieto. Così vicini da stare insieme alle
elezioni, e vincerle, eppure così lontani da non trovare mai un
equilibrio. Il saliscendi di incomprensioni, di malumori, di scontri e
di ricuciture è passato per il cambio di ben cinque assessori targati
Udc in appena tre anni di mandato amministrativo.

Fino ad arrivare
alla scelta annunciata una settimana fa da Lelle Salvatore,
coordinatore cittadino del partito, Nina Ansini, che in questa fase ha
giocato da protagonista, e i due consiglieri comunali, Alessandro Loi
e Donatella Marino, di defilarsi dalla maggioranza, non partecipare
alla ricomposizione della giunta - alla quale attualmente mancano due
pezzi da novanta come l'assessore del Turismo, della Cultura,
dell'Urbanistica e dei Servizi sociali, oltre al vicesindaco - e
promettere sostegno solo in aula, se e quando le pratiche saranno
condivisibili. Gli esponenti del partito centrista di ispirazione
democristiana avevano fissato una serie di priorità, dallo sgombero di
ResPublica a Secal, tanto per fare due esempi, sulle quali attendono
risposte. Se non ci saranno, il 31 luglio e il 1° agosto in via
Columbano ci sarà da ballare. Per quelle date è prevista la seduta del
consiglio in prima e in seconda convocazione.

All'ordine del giorno
l'approvazione del rendiconto di gestione: due giorni fa Donatella
Marino ha abbandonato la seduta della competente commissione
consiliare al momento di votarlo. Un segnale chiaro, come a dire «ci
vediamo in aula». Altrettanto chiaro è però il segnale che arriva da
Mimmo Pirisi, che nella "galassia" democratica algherese è espressione
dell'area che fa capo al consigliere regionale Luigi Lotto, sempre più
interessato alle questioni algheresi e sempre dalla parte di Mario
Bruno e non del Pd cittadino. L'altra sera Pirisi è rimasto in
commissione, si è astenuto e ha consentito alla maggioranza di
licenziare il rendiconto. Su facebook il capogruppo del Pd ha
annunciato il suo no in aula e la richiesta di dimissioni da parte del
sindaco. Ma da qui al 31 luglio c'è ancora tanto tempo.


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Federico Marini
skype: federico1970ca


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