giovedì 19 marzo 2020

La responsabilità di chi manda i medici a combattere a mani nude. Di Lucia Chessa.



Chi, quando, dove e come pagheranno coloro che sono responsabili di aver trattato come carne da macello chi si occupa della nostra salute, negli ospedali, negli ambulatori, nelle guardie mediche. Tutti, dai medici, agli infermieri, ai tecnici, alle oss. Chi pagherà per aver chiesto a padri, madri, figli, figlie, amici e compagni di andare al fronte a mani nude. A cosa servono gli assessorati, i direttori generali, i grandi dirigentoni nominati.

In Sardegna gli ospedali sono diventati i luoghi più pericolosi. E quando la maggior parte di loro saranno in quarantena o, dio non voglia, saranno malati, chi andrà negli ospedali? I galoppini che fanno il bello e il cattivo tempo? Gli incompetenti ammanigliati al politico del quale in sanità non cade foglia che lui non voglia? I consulenti e i segretari/e che affollano gli assessorati e che dovevano programmare come si gestisce una crisi? Cosa è la sicurezza sul lavoro lo sanno lor signori?

Perché qui non è l’epidemia, qui è che già dai primi casi, non esiste che il medico vada dal marmista a chiedergli l’elemosina di una mascherina, non esiste che l’infermiera di un ospedale vada dall’amico dentista a domandargli se gli sono avanzate mascherine, non esiste che debbano cucirsele quando tornano a casa e lavarsele, disinfettarsele e passarci il ferro caldo per essere più sicuri.

L’assessore dice che molti infermieri a molti giovani medici (di quelli che avete maltrattato facendoli laureare, impedendo loro di specializzarsi e stabilendo che per essere assunti occorreva la specializzazione) non stanno accettando i contratti temporanei per l’emergenza. Ma va? Non ci vogliono andare a lavorare in queste condizioni. Cosa voleva dire assessore quando 20 giorni fa dichiarava spavaldo che eravamo pronti?

Di Lucia Chessa

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