venerdì 13 marzo 2020

Questa pandemia ci aiuterà ad essere più umani? Io lo spero. Di Lucia Chessa.




In ribasso gli italiani contro i cinesi; in rialzo gli autonomi contro i dipendenti; stabili i sardi contro i milanesi e viceversa. Lieve flessione degli italiani contro gli immigrati, piccola crescita degli antieuropeisti contro francesi e tedeschi. E così via in un’infinita varietà che è quasi uno spettacolo.

Affannosamente aggrovigliati, gli uni contro gli altri, e tutto nel nostro piccolo, ignorando la Siria, la Libia, il confine greco-turco, i bambini di Lesbo e i loro babbi e le loro mamme che non avranno parole per confortare le loro piccole e abissali tristezze. Senza aprire troppo lo sguardo, c’è sempre un nemico a portata di mano.

E invece, perché no, il coronavirus potrebbe indurre ad un'altra solidarietà. La mia salute passa attraverso la tua salute, e viceversa, anche se ti trovi dall’altra parte del pianeta. La tua prudenza sarà preziosa anche per me perché, se tu stai bene, starò bene anche io.

La terribile esperienza della gente di Lombardia, ci rende meno impreparati, e a loro potremmo guardare con il massimo di solidale vicinanza e di profondo affetto. Tutti i guariti, anche quelli che non hanno sviluppato sintomi, saranno la salvezza di tutti quanti gli altri grazie a quella la protezione di gregge che ci ricorda come siamo tutti sulla medesima barca. La loro sofferenza determinerà la nostra immunità. Perché non sperare che, quando finisce, saremo più umani? Buongiorno ed un abbraccio a tutti i miei amici.

Di Lucia Chessa

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