venerdì 20 marzo 2020

Nell'isola il 70% dei contagiati indossa il camice


Nuovo focolaio a Olbia: 15 positivi in ospedale. Allarme al Giovanni Paolo II. Nell'isola il 70% dei contagiati indossa il camice

Il contagio continua a diffondersi negli ospedali. E per la Sardegna arriva la giornata più nera. Ieri è cresciuto in maniera vertiginosa il numero dei positivi, con un totale di 206 e l'incremento più alto dall'inizio dell'emergenza, così come confermato nel bollettino della Regione. E anche a Olbia, dove sinora si erano registrati soltanto due casi (quattro nel territorio gallurese), i numeri cominciano a essere pesanti.

Nel giro di poche ore, all'ospedale Giovanni Paolo II, è stata raggiunta quota 15. Medici e infermieri soprattutto, ma anche pazienti ospitati nel reparto di Rianimazione, chiuso dall'altro ieri. Da quando cioè è risultato positivo al test un primo infermiere, che però non ha avuto alcun sintomo.

I tamponi. Circa una trentina di persone sono state già sottoposte a tampone: dieci tra medici e infermieri sono risultati positivi, ma sono tutti asintomatici. Due i negativi. Si aspettano, però, gli altri risultati. Positivi anche alcuni pazienti che si trovavano ricoverati in Rianimazione per altre patologie e che dovranno essere trasferiti. Non si sa ancora dove. Dovrebbero essere divisi tra Sassari e Cagliari e ci sarebbe anche la disponibilità di Nuoro.

Il Mater Olbia. Ma di fronte all'emergenza, sono stati in molti in questi giorni a chiedere alla Regione di inserire il Mater Olbia nell'elenco dei centri di riferimento dell'isola, "perché possa dare un contributo in questa grande sfida sanitaria": lo ha ribadito ieri mattina il sindaco Settimo Nizzi, lo ha sollecitato due giorni fa il presidente della conferenza socio-sanitaria della Gallura Antonio Satta, che ha anche scritto una lettera al presidente Solinas. E lo stesso emiro del Qatar, Tamim Bin Hamad Al Thani, ha messo a disposizione l'ospedale d'eccellenza, con i suoi 13 posti di rianimazione, "per poter assistere e curare i pazienti colpiti da Coronavirus". Per ora, non è arrivato alcun via libera.

Test a tappeto. Mentre si attendono tutti i risultati dei tamponi, è solo cominciata, nel reparto di Rianimazione del Giovanni Paolo II, la sanificazione di alcune aree. Potrà essere conclusa, infatti, quando i pazienti risultati positivi e ancora ricoverati nell'unità chiusa, verranno trasferiti. I negativi, invece, sono stati sistemati nell'ala attrezzata e protetta che è stata creata all'interno dello stesso ospedale. Adesso, però - lo prevedono le procedure - si dovrà fare anche all'interno dell'ospedale di Olbia, così come sta avvenendo in tutte le corsie d'Italia, una ricerca epidemiologica a tappeto: si dovrà verificare, insomma, se in tutti i reparti collegati alla Rianimazione possano esserci altri casi positivi.

Si è intanto saputo che il primo infermiere della Rianimazione risultato positivo al tampone mercoledì sera, dovrebbe essere stato contagiato a bordo di un elicottero del 118 circa 10 giorni fa: dell'equipaggio facevano parte il pilota e un medico della Rianimazione di Nuoro, entrambi positivi al Covid-19.Sassari.

Tutti gli ospedali del capoluogo sono sotto strettissima osservazione. Il caso è scoppiato nel reparto di Cardiologia del Santissima Annunziata, dove un paziente è deceduto domenica mattina e numerosi medici e infermieri sono risultati positivi. Se in Sardegna la metà dei contagiati indossa un camice, nel Sassarese (e da ieri anche in Gallura) la percentuale sale almeno sino al 70%.

I tamponi eseguiti ieri, con un alto numero di positivi, confermano questa preoccupante tendenza. Gli ordini dei medici sono allarmati e in un comunicato congiunto segnalano l'urgenza di dotare il personale sanitario di adeguati presìdi di protezione che mancano in quasi tutte le strutture. Altrimenti la situazione potrà solo peggiorare.

Stefania Puorro


Articolo tratto da “La Nuova Sardegna” del 20.03.2020

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Federico Marini
skype: federico1970ca



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