giovedì 5 dicembre 2019

Demos, l'anima cattolica del centrosinistra



Al battesimo ufficiale, a Cagliari, parteciperà anche Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa ora eurodeputato. Ma per quello c'è tempo, l'assemblea è in agenda il 25 gennaio. Intanto però Demos (Democrazia solidale) inizia a mettere radici in Sardegna: qualche giorno fa è sbarcato nell'Isola uno dei leader nazionali, Mario Giro, ex viceministro agli Esteri nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, per ragionare con i referenti locali, a partire dal coordinatore regionale provvisorio Mario Arca. Il primo obiettivo è partecipare alle prossime amministrative.

Sulla collocazione di Demos non ci sono dubbi: «Siamo un partito di centrosinistra basato sui valori cattolici e sulla dottrina della Chiesa», spiega Giro, che ha operato per decenni nella comunità di Sant'Egidio, «ma non confessionale. Non pretendiamo di rappresentare tutto il mondo cattolico: sosteniamo la difesa del lavoro e della dignità umana, ispirandoci alle idee del Papa». E gli interlocutori non sono solo i credenti ma - per esempio - l'associazionismo sociale, che non è solo cattolico.

«Non crediamo alla politica delle leadership, e di certo non serve l'ennesimo partito del leader», aggiunge l'ex viceministro: «Vogliamo partire dal basso, creando una rete umana nei vari territori. Crediamo in una società fatta di tanti corpi intermedi, che possa intervenire concretamente nella vita quotidiana dei cittadini». Tra i princìpi cardine c'è il rifiuto dello stile sguaiato della politica attuale: «Demos ha convinzioni consolidate e valori forti, ma rifiuta l'eccessivo scontro. Basta con gli insulti, preferiamo un atteggiamento più dialogante».

Moderati nei toni, non necessariamente nei contenuti: rispetto a chi proclama la fine della distinzione tra destra e sinistra, Demos contrappone un (educato) dissenso e si stacca di dosso l'etichetta centrista. «Il nostro campo resta il centrosinistra», chiarisce Giro, «non staremo mai con sovranisti e nazionalisti. Se vogliamo, i valori difesi da Pietro Bartolo nel curarsi dei migranti non sono moderati, ma radicali. Poi, certo, la gente ha bisogno di soluzioni ai problemi, non di discussioni astratte su sinistra e destra».

Il partito ha sostenuto la nascita del governo Conte bis («ma ci appare troppo litigioso e con poca spinta»); e tra i due principali alleati della nuova maggioranza, il rapporto più forte e naturale è senz'altro quello col Pd. Senza che questo comporti alcuna tentazione di confluenza: «Anche perché nel Pd la cosa più importante sembra l'equilibrio tra le correnti», punzecchia Giro.

In Sardegna, invece, è negativo il giudizio sulla Giunta Solinas nata dall'accordo Psd'Az-Lega: «Non ci sembra che stia facendo molto per dare all'Isola quel che serve davvero, ossia una nuova vocazione produttiva per rispondere alla globalizzazione».

Il lavoro degli attivisti sardi ora è concentrato soprattutto sul radicamento del partito: «Ci teniamo molto ad avvicinare alla politica nuove figure giovani», dice Mario Arca, anche lui una vita spesa nell'impegno sindacale e sociale, «non è un impegno di circostanza, si vedrà dalle nostre scelte». Anche quelle per le amministrative: «Abbiamo già candidato alcuni nostri militanti nelle liste del centrosinistra alle ultime Comunali di Cagliari e Sassari», ricorda Arca, «ora potremmo contribuire col nostro simbolo o creando liste civiche». Ci sarà di certo una presenza significativa a Quartu, dove Demos guarda con interesse alla possibile candidatura di Graziano Milia. Ma l'intenzione è incidere in tutti i principali Comuni. Specie a Nuoro, dove è forte il rapporto col sindaco Andrea Soddu. (g. m.)

Articolo tratto da L’Unione Sarda del 05 dicembre 2019
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Federico Marini
skype: federico1970ca


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