mercoledì 18 dicembre 2019

Nelle campagne di Magomadas un impianto raccoglie tonnellate di reflui fognari



MACOMER

«È pomeriggio inoltrato, siamo nelle campagne di Magomadas e quello che sta per accadere è di una gravità inaudita». La voce è quella di Mauro Pili, ex deputato e leader di Unidos, che commenta un video girato nelle campagne di Magomadas, in Planargia, a poca distanza dall'impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi autorizzato dalla Regione nel 2017 alla società "Ecoricicla Srl", che nel 2018 è divenuta "Geco Srl" e che ha avviato la sua nuova attività a luglio.

Le immagini mostrano un escavatore e un camion in un terreno agricolo intenti a sversare del materiale che Pili identifica come "fango putrido fognario che arriva dal continente, dai collegamenti tra la Campania, la Puglia e la Sardegna, via mare, da Olbia e da Cagliari". Trascorrono poche ore e sempre Pili diffonde un altro video. Questa volta è lui il cameraman che riprende "un accampamento che dovrebbe trattare 80mila tonnellate di fanghi di depurazione fognaria che arrivano dal resto d'Italia".

È l'impianto della "Geco", che può trattare fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua o dal trattamento delle acque reflue urbane ma anche quelli prodotti dal trattamento biologico dei reflui industriali. I mezzi sono al lavoro per depositare nei vasconi interrati i fanghi arrivati sui rimorchi dei camion. Tutto prosegue tranquillamente sino a quando gli operai si accorgono dell'estraneo a ridosso della recinzione.

La reazione è singolare: «In quel momento tutto il cantiere si blocca», commenta Pili. I mezzi si fermano e i camion si preparano a lasciare il sito. Pili non molla la presa e li segue sino a Macomer, su una strada stretta e tortuosa per mezzi di quelle dimensioni. Poco dopo Tir imboccano la 131 in direzione Cagliari. Uno si fermerà a Villanovaforru, staccando il rimorchio e lasciandolo nello spiazzo di un distributore. Una mossa che consente all'ex deputato di prelevare un campione del materiale rimasto incastrato all'esterno del cassone e di allertare le forze dell'ordine.

Una testimonianza, quella di Mauro Pili, che riaccende i riflettori su una vicenda rimasta finora sottotraccia ma che già da qualche mese agita i paesi di Magomadas, Flussio e Tresnuraghes, dove si è costituito anche un comitato di cittadini. L'attività dell'impianto, realizzato in un'area vicina alle abitazioni, ha creato diversi disagi tra la popolazione, per la continua movimentazione di mezzi ma soprattutto per i cattivi odori.

Il materiale trattato dalla "Geco" non è locale e arriva dalla Puglia, compiendo un lungo viaggio via mare e via terra. Il sindaco di Magomadas Emanuele Cauli, eletto nel giugno di quest'anno dopo due anni di commissariamento del comune, non nasconde la complessità della situazione: «L'attività è ripresa da poco - dice il primo cittadino - dopo il blocco disposto dalle autorità competenti a seguito di un sopralluogo di Arpas, Provincia, Noe e Forestale. Abbiamo registrato il malcontento dei cittadini e come amministrazione, per quanto di competenza, stiamo monitorando costantemente la situazione e continueremo a farlo con attenzione».

di Giulia Carta


Articolo tratto da “La Nuova Sardegna” del 18.12.2019
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Federico Marini
skype: federico1970ca



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