Organizzato
da I Grandi Autori Del Teatro Nostri
Contemporanei e Intrepidi Monelli - Centro di
Produzione per lo Spettacolo
Sabato 15 Settembre dalle ore 21:00
alle ore 23:00
Intrepidi Monelli – Centro di
produzione per lo spettacolo
Via Sant’Avendrace 100, Cagliari
Per l'VIII edizione della rassegna
"I Grandi Autori del Teatro"
ELENA BUCCI E CLAUDIO MORGANTI in RECITA DELL'ATTORE VECCHIATTO NEL TEATRO DI RIO SALICETO. DI GIANNI CELATI
SABATO 15 SETTEMBRE 2018 H21
Cagliari - V.le S. Avendrace, 100
Si tratta di una riflessione, amaramente tragica, sul senso del fare teatro oggi, sul mestiere dell'attore, sulla grandezza, l'insoddisfazione, la dignità del "mettersi in scena", che prende le mosse dal racconto omonimo di Gianni Celati, uscito da Feltrinelli nel 1996. Attilio Vecchiatto è un caso del teatro italiano. Nato a Venezia nel 1910, fu attore di fama internazionale, ottenne ovunque grandi successi. Tranne che in Italia, dove resterà per sempre un illustre sconosciuto fino alla morte avvenuta nel 1993 nella "sua" Venezia.
Una lapide posta sopra il portone del municipio di Rio Saliceto riporta queste parole: “Rio Saliceto – che cacciò il mostro nazifascista – da queste terre da queste case – da questo pane da questo sangue – Giura – ai sette figli annientati nei lager – ai ventuno caduti combattendo – per la certezza dello splendido aprile – di lottare unito come ieri come sempre – perché il mostro non torni”. Invece nel teatro comunale “Montanari” le balaustre dei loggiati contengono pannelli lignei del pittore Luigi Pillitu e non raffigurano mostri ma musicisti e commedianti.
ELENA BUCCI E CLAUDIO MORGANTI in RECITA DELL'ATTORE VECCHIATTO NEL TEATRO DI RIO SALICETO. DI GIANNI CELATI
SABATO 15 SETTEMBRE 2018 H21
Cagliari - V.le S. Avendrace, 100
Si tratta di una riflessione, amaramente tragica, sul senso del fare teatro oggi, sul mestiere dell'attore, sulla grandezza, l'insoddisfazione, la dignità del "mettersi in scena", che prende le mosse dal racconto omonimo di Gianni Celati, uscito da Feltrinelli nel 1996. Attilio Vecchiatto è un caso del teatro italiano. Nato a Venezia nel 1910, fu attore di fama internazionale, ottenne ovunque grandi successi. Tranne che in Italia, dove resterà per sempre un illustre sconosciuto fino alla morte avvenuta nel 1993 nella "sua" Venezia.
Una lapide posta sopra il portone del municipio di Rio Saliceto riporta queste parole: “Rio Saliceto – che cacciò il mostro nazifascista – da queste terre da queste case – da questo pane da questo sangue – Giura – ai sette figli annientati nei lager – ai ventuno caduti combattendo – per la certezza dello splendido aprile – di lottare unito come ieri come sempre – perché il mostro non torni”. Invece nel teatro comunale “Montanari” le balaustre dei loggiati contengono pannelli lignei del pittore Luigi Pillitu e non raffigurano mostri ma musicisti e commedianti.
È proprio sul palcoscenico di questo teatro che, nel 1988, il grande attore Vecchiatto e sua moglie Carlotta salgono per l’unica (ed ultima!) recita italiana. Ma le cronache riportano che nel 1988 il teatro Montanari era chiuso al pubblico! Chiuse infatti nel 1970 e riaprì completamente restaurato nel 1993, anno della morte di Attilio Vecchiatto. (Beffardo destino!).
Dunque Vecchiatto, nell’ormai lontano
‘88 sbagliò davvero luogo, come spesso lui ripete a sua moglie nel testo di
Celati? La mia ipotesi è che forse, l’impresario Normanno Gobbi organizzò la
recita all’interno dei locali del centro culturale intitolato all’industriale
Wildmer Biagini e non nel teatro comunale! Ecco spiegata l’assenza totale di
pubblico, il vuoto siderale di fronte al quale si ritrovarono i due attori in
quella sera del 1988.
Ma in quel teatro vuoto Vecchiatto
capì e a modo suo dichiarò che la fine dell’arte drammatica apriva la strada al
il ritorno del mostro. (Profetico Vecchiatto!). Claudio Morganti
10 euro - Posti limitati
INFO E PRENOTAZIONI
W.App 3801767692 - Cell. 3408122102 - Tel. 070 7514919
intrepidimonelli.info@gmail.com
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