Casapound
al Poetto contro gli abusivi
CAGLIARI. Dopo Ostia anche a
Cagliari è andata in scena una manifestazione dei militanti di CasaPound contro
i venditori abusivi. Il primo passo dei militanti del partito di estrema destra
è stato compiuto con l'affissione di Centinaia di manifesti nel lungomare del Poetto:
«No merce contraffatta, no venditori abusivi: non finanziare la truffa e lo
schiavismo». A Ostia i militanti, non si capisce in base a quale autorità,
avevano anche provveduto ad allontanare dalla spiaggia un venditore di cocco.
A Cagliari gli aspiranti sceriffi
del mare non sono arrivati a tanto e si sono limitati a un modesto defilè sfoggiando
le pettorine rosse che si erano già vista proprio sul lido di Ostia. «L'obbiettivo
è denunciare questa pratica illegale - afferma Luca Sardara, coordinatore
cittadino del movimento, riferendosi al presunto commercio illegale - che
raggiunge il picco ogni anno nel mese di agosto con l'aumento del numero dei
turisti, ma vogliamo anche sensibilizzare i bagnanti e i frequentatori del lungomare
a non acquistare prodotti contraffatti, per evitare di sostenere il commercio
illegale di prodotti che danneggiano la nostra economia e che spesso affonda le
proprie radici nella criminalità».
I militanti hanno annunciato altre
iniziative: «CasaPound - conclude Sardara - continuerà a battersi in
tutta Italia contro l'abusivismo che danneggia le economie locali e nazionali,
portando l'attenzione su queste tematiche in modo da boicottarle sia grazie a
un secco "no, grazie" da parte dei bagnanti, sia tramite l'intervento
delle autorità preposte».
UNIONE
SARDA
Oppi:
«Questa Giunta ha sfasciato la sanità sarda»
Il leader
Udc: salvo solo Erriu e Paci. «Il centrodestra unito può vincere»
Potrebbe vivere la quarta esperienza
in Consiglio regionale il leader
dell'Udc, Giorgio Oppi, anche se «ci
sto ancora pensando». L'ex
assessore alla Sanità pronostica una
vittoria del centrodestra alle
regionali, «solo se si presenta
unito», apre le porte al leader di
Unidos, Mauro Pili e, dell'attuale
Giunta, promuove soltanto gli
assessori Cristiano Erriu e Raffaele
Paci.
Si candiderà alle regionali?
«Non lo so, sto valutando la
situazione. Inizialmente non volevo
farlo, ma molti me lo chiedono. Ne
parleremo con i dirigenti del
partito e poi deciderò».
Se venisse eletto che numero di
legislatura sarebbe?
«Quattro».
Le fischiano le orecchie quando
sente parlare di rinnovamento?
«No assolutamente. Non sono gli
anni, ma la vitalità che ognuno
esprime. Un rinnovamento ci vuole ma
servono anche competenza ed
esperienza».
I giovani hanno più energia.
«Sono uno dei pochissimi che sta in
Consiglio regionale dal lunedì al
venerdì, rispetto a molti che ci
vanno solo per due giorni».
L'Udc sarà col centrodestra?
«Il nostro obiettivo è l'unità della
coalizione. Il centrodestra, se
si presenta unito, può vincere le
elezioni».
I confini sono già delineati o c'è
spazio per nuovi ingressi?
«Dobbiamo cercare di recuperare
figure di un certo livello. Mi viene
in mente il leader di Unidos, Mauro
Pili, che porta avanti tante
battaglie per l'Isola come pochi
fanno».
Sarebbe un problema se fosse la Lega
a guidare la coalizione?
«No. La lega in questo momento,
anche in Sardegna, sta andando molto
bene. Del resto non può essere
sempre Forza Italia a guidare la
coalizione in Regione, come ha fatto
per 25 anni. L'importante è che
ci sia una persona valida, gradita e
che sappia parlare con la gente».
L'Udc come si presenterà?
«Non abbiamo ancora deciso. In
Sardegna la componente identitaria è
fondamentale e potremmo decidere di
presentarci con una formula
diversa».
Le piacciono i nomi che circolano
sui probabili candidati?
«Non tutti sono in grado di
ricoprire un incarico di così grande
prestigio. In ogni caso la
coalizione discuterà, lo farà in Sardegna e
sceglierà il candidato migliore».
Con le primarie?
«Servono relativamente e danno vita
a giochi incrociati».
Il Movimento 5 Stelle la preoccupa?
«Non penso farà lo stesso risultato
delle politiche. Con le preferenze
gli equilibri cambiano e la gente
sceglie le persone».
Quante possibilità ha il
centrosinistra?
«Poche. Questa legislatura ha
determinato uno sfascio della
coalizione. La gente è molto
scontenta».
Qual è la pecca più grande?
«La sanità. Un totale fallimento sui
territori, negli ospedali mancano
personale e medicinali. La Asl unica
non funziona e la rete
ospedaliera non è applicata. Sono
state dette molte bugie».
A cosa si riferisce?
«Al Mater Olbia, che non aprirà
nemmeno entro l'anno».
Quando lei era assessore andava
meglio?
«Nel 2001 il ministro Veronesi ci
aveva dato oltre 700 miliardi di
lire per intervenire sugli ospedali.
La gente era più contenta».
Chi promuove della Giunta?
«L'assessore Erriu è una persona
seria e sa mantenere un buon rapporto
anche con l'opposizione. Un altro
assessore capace è Paci».
L'antipolitica è un problema?
«C'è una protesta diffusa. Però,
vorrei ricordare che la Sardegna è
una delle regioni che ha tagliato
maggiormente le spese del Consiglio
regionale. Gli incarichi non sono
retribuiti, non abbiamo
collaboratori ma persone mandate da
altri enti».
Alle prossime regionali ci sarà la
doppia preferenza di genere. Spera
ci siano più donne in Consiglio?
«Avere quattro donne su sessanta
consiglieri non è certamente
dignitoso. Io spero siano di più
rispetto a ora».
Garantire l'uguaglianza di genere
nelle liste è difficile?
«Per i partiti più piccoli sì. È un
aspetto che non agevola».
Il suo partito si sta organizzando?
«Stiamo lavorando per fare liste
competitive, tenendo conto anche
della parità di genere. Puntiamo ad
avere una nostra rappresentanza in
Consiglio regionale e dobbiamo
lavorare tanto per confermare gli
ottimi risultati delle ultime
amministrative».
Matteo Sau
«Accise,
uno scippo da 3 miliardi» I Riformatori: rivedere il calcolo
delle
imposte sui carburanti
La
battaglia sull'interpretazione dello Statuto sardo riceve
l'appoggio
di Forza Italia e Pd
Un «tradimento» da parte dello Stato
che vale circa 3 miliardi di euro
all'anno, negati alla Regione. É
questo il tesoretto delle accise sui
prodotti petroliferi che vengono
portate via dalla Sardegna e per cui
i Riformatori hanno deciso di
riprendere la battaglia. Ieri mattina a
Cagliari, gli esponenti del partito
hanno illustrato la situazione:
l'obiettivo è ribaltare il calcolo,
che viene effettuato sul
carburante consumato nell'Isola,
invece che su quello prodotto. Pronta
una lettera indirizzata a Luigi Di
Maio e Matteo Salvini con la
richiesta di un confronto per
sbloccare la situazione.
ALLEANZE «Questo sarà un tema chiave
della campagna elettorale»,
spiega il coordinatore regionale,
Pietrino Fois, «qualsiasi candidato
dovrà fare i conti con un bilancio
vuoto e con un diritto negato». La
politica sarda vuole riprendere in
mano questa battaglia, congelata
negli ultimi anni, per riportare nell'Isola
una quota importante di
risorse.
IL NODO Il primo corto circuito è
contenuto nell'articolo 8 dello
Statuto sardo che, dopo la vertenza
entrate, riconosceva alla Sardegna
anche i 9/10 delle imposte di
fabbricazione su tutti i prodotti. Nel
2016, la commissione paritetica
modifica le norme di attuazione di
questo articolo determinando il
calcolo delle accise sulla base dei
prodotti consumati nel territorio
regionale. Per questo motivo, Franco
Meloni (Centro studi dei
Riformatori) va all'attacco: «Il governo ha
imposto alla Giunta questo
dettaglio, inoltre, l'accordo tra Pigliaru
e il ministro Padoan, ha fatto sì
che la Regione rinunciasse a tutti i
ricorsi. Una scelta scellerata».
LE SENTENZE Nel 2014, l'ultima
finanziaria fatta dalla Giunta guidata
dall'allora presidente Ugo
Cappellacci, inserì un miliardo di euro di
accise a bilancio. Il governo
impugnò l'articolo e la Corte
Costituzionale diede ragione allo
Stato. Eppure, in una sentenza
riguardante la Sicilia «la Corte
Costituzionale ha dato ragione alla
nostra teoria», spiega Franco Sergio
Pisano, «per questo vogliamo
continuare in questa battaglia di
tutti i sardi».
L'APPELLO A evidenziare l'aspetto
politico della questione è l'ex
deputato Pier Paolo Vargiu: «Quando
abbiamo posto il problema delle
accise, tutte le forze politiche
votarono a favore, poi qualcuno si è
sganciato». Il capogruppo in
Consiglio regionale, Attilio Dedoni,
accusa la Giunta di aver
«mortificato tutta la Sardegna, rinunciando a
battaglie fondamentali».
PRECURSORI Il deputato di Forza
Italia, Ugo Cappellacci, dice: «La
finanziaria in cui venne inserita la
cifra sulle accise era della mia
Giunta, una nostra iniziativa». Per
il parlamentare azzurro quella
delle accise è «la madre di tutte le
battaglie».
SOSTEGNO Arriva l'appoggio anche da
parte del segretario regionale del
Partito democratico, Emanuele Cani,
pronto a fare un fronte comune su
«questioni che possono riguardare
nel complesso gli interessi dei
sardi e della Sardegna». Da questo
punto di vista «il Partito
democratico è pronto ad aprire un
confronto senza nessuna remora».
«ALTRE BATTAGLIE» Il presidente
della prima commissione Autonomia,
Francesco Agus, sottolinea che
«l'articolo 8 dello Statuto andrebbe
completamente riscritto», e poi
precisa: «Sarebbe meglio concentrarsi
su battaglie in cui l'orientamento
della Corte Costituzionale è più
favorevole». Una di queste riguarda
«i fondi per gli enti locali per
cui è necessario ritrovare l'unità».
PRUDENZA Il vice coordinatore
regionale della Lega, Dario Giagoni, è
prudente sulla battaglia perché «è
una questione che verificherà il
ministro dell'Economia». Poi, è
innegabile che «il governo sarà
sensibile sul tema, a prescindere
dai partiti che se porteranno avanti
la battaglia».
M. S.
LA
NUOVA
Soddu
contro Salvini: «Proclama xenofobo»
Il
sindaco di Nuoro sulla vicenda della pensionata derubata da una rom
«Parlando
di "ruspe" il ministro alimenta tensioni. Pensi ad aiutare i Comuni»
SASSARI
Altro che democratica e pacifica
ruspa. Per il sindaco di Nuoro,
Andrea Soddu, le parole utilizzate
dal ministro dell'Interno Matteo
Salvini per commentare la vicenda
della pensionata di Sassari derubata
della pensione da una giovane rom
all'interno di un ufficio postale
«non fanno che alimentare tensioni e
inducono nei cittadini la
tentazione di farsi giustizia da
soli». Non le manda a dire il sindaco
di Nuoro, nonché presidente del
Consiglio delle Autonomia locali della
Sardegna, che attacca di petto
Salvini.
«Non è con disgustosi proclami
xenofobi dati in pasto ai social che
l'Italia diventerà un paese più
sicuro. Non è soffiando sul fuoco
della tensione sociale e alimentando
un'assurda guerra tra poveri che le
nostre città diventeranno più
vivibili, isolando la delinquenza
che non ha etnia, nazionalità o
religione come invece ci vuol far
credere». Continua Soddu: «È ora che
Salvini inizi a ricoprire con
capacità ed equilibrio l'incarico che il
presidente del consiglio Conte gli
ha assegnato. Il responsabile del
dicastero del Viminale ricopre un
ruolo di grande responsabilità,
perché lui per primo dovrebbe
tutelare l'ordine pubblico e la
sicurezza nel paese».
Soddu invita poi il ministro «a fare
il
ministro». «Salvini si occupi di
garantire una sufficiente presenza di
forze dell'ordine, fornendo loro i
giusti mezzi per essere operativi,
noi sindaci che lavoriamo
quotidianamente sui territori, interagendo
con prefetture, questure e
commissariati, sappiamo bene quelle che
sono le criticità a cui devono far
fronte. Alimentare tensioni con
proclami razzisti è inutile e
addirittura controproducente. In questo
modo si legittima il cittadino a
farsi giustizia da solo, come è
capitato nei giorni scorsi a Ostia,
quando un gruppo appartenente ad
una organizzazione di estrema destra
si è sostituita alle forze
dell'ordine senza che il ministro
abbia speso una parola per un atto
che oltre violento è illegale».
Infine, Soddu dà qualche
suggerimento
al ministro. «Non voglio essere
troppo presuntuoso ma se Salvini vuole
essere d'aiuto alle nostre comunità
prenda in mano la situazione
accelerando l'iter dei protocolli
avviati dagli enti locali con il suo
predecessore per una maggiore
sicurezza. Investa sulle politiche di
integrazione e si faccia carico
dell'increscioso atto di forza del
governo che vorrebbe cancellare i
finanziamenti del bando delle
periferie, misura su cui noi comuni
abbiamo investito tanto per un
futuro migliore delle nostre città».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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