Molti di noi, non esperti di ingegneria - quasi tutti in
pratica - immaginiamo che il crollo del ponte Morandi sia stato causato da
mancata manutenzione. Intanto, Autostrade Spa consegna stuoli di carte in
Prefettura, a prova di interventi di manutenzione straordinaria su quel tratto.
In ogni caso, resta il dubbio sulla dichiarazione di Conte - che dicono essere
anche un discreto avvocato - di non voler attendere gli esisti di alcuna
indagine.
Di fatto, per revocare una concessione miliardaria, senza
incorrere in miliardarie penali, dovrà essere dimostrata la “colpa grave” di
Autostrade Spa. Se questo avvenisse attraverso un’inchiesta, non vi sarebbe
alcuna penale da pagare. Diversamente, per il cosiddetto “subentro”, le penali
per lo Stato sarebbero nell’ordine di alcuni miliardi di Euro. Qualcuno parla
di 20 miliardi, praticamente il costo di una manovra finanziaria. Ma siccome i
contratti di concessione sono “inaccessibili” a noi comuni cittadini, possiamo
solo ipotizzare e immaginare!
Però, se dopo una tragedia dovessimo sborsare miliardi di
Euro per ingrassare ulteriormente le tasche di Benetton, quelle vite sarebbero
strappate alla terra, non una, ma due volte. Riusciamo a immaginarlo?! Questo
non significa che io sia contraria alla revoca delle concessioni su
infrastrutture pubbliche. Anzi. Bisogna dire che abbiamo privatizzato le
autostrade come nel resto d’Europa. E che indietro è praticamente impossibile
tornare. Solita storia, soliti vincoli: l’economia di mercato!
Ma è altrettanto vero che nei 7 grandi paesi dell’UE non
esiste un gestore che da solo abbia la concessione di metà dell’intera rete
autostradale. Nel caso tutto italiano, Autostrade spa, ne gestisce 2800 km su
un totale di 5800 km. Peraltro con la più alta pressione tariffaria a fronte di
reti autostradali vetuste. Tuttavia, a differenza dei nostri governanti, vorrei
guardare al tema nella sua complessità e non solo, a fini propagandistici.
Per esempio, un’indagine dovrà accertare se su quel ponte vi
fossero errori di progettazione, di realizzazione, di collaudo. Il cedimento,
infatti, potrebbe essere causato da molte variabili, ivi comprese errori in
fase di progettazione e realizzazione dell’opera. Se così fosse, vi è da
domandarsi: quante altre infrastrutture in Italia potrebbero essere state mal
progettate, mal realizzate, mal collaudate, mal manutentate?
La soluzione individuata dal Governo è quella di un
“monitoraggio di tutte le infrastrutture". Ma questo monitoraggio
prevederà che si guardi a tutte queste variabili? E se si, qualora si dovesse
scoprire che centinaia di opere sono state mal progettate o realizzate, cosa
accadrebbe? Potremmo in quel caso parlare di un gigantesco piano di messa in
sicurezza delle opere e delle infrastrutture nazionali? Possibilmente dividendo
con equità i costi fra pubblico e privato?
Dato che il problema delle infrastrutture in Italia è
storico e si intreccia con l’altrettanto storico tema della corruzione,
immagino e pretendo soluzioni per il passato e per il futuro. Per esempio,
serve una legge sugli appalti delle opere pubbliche ad hoc, perché non basta
l’attuale codice degli appalti. Che preveda per gli appalti di opere
infrastrutturali affidamenti per il giusto prezzo, senza massimi ribassi, o
offerte economiche troppo vantaggiose, con vincoli concreti che impediscano la
lievitazione dei prezzi in fase di costruzione.
É un problema tutto italiano che opere che sarebbero dovute
costare 10 alla fine costano 100. Ci siamo mai chiesti il perché? E abbiamo mai
ammesso che tutto quel “di più” diventa quasi sempre alimento per la
corruzione? Gli interventi "straordinari" sono la perfetta premessa
per corruzione e disastri. Così come lo sono contratti che danno concessioni
decennali con molti guadagni per il privato e molte fregature per i cittadini!
La legge sulle concessioni autostradali è cambiata nel 2006,
12 anni fa, e prevede già monitoraggi, controlli, manutenzioni. Ma poi si
scopre che il Ministero si limita ad acquisire relazioni annuali da parte dei
privati gestori, i quali, si limitano a dire: tutto bene, anzi, tutto
benissimo! Dunque, volevate il governo dei cittadini: ecco una libera cittadina
che vi dice come governare!
Di Cathy la Torre.
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