ll comportamento popolare durante i funerali delle vittime
del crollo del ponte a Genova mi ha molto colpito, e credo debba suscitare
riflessioni molto attente. Per mia indole e mio costume considero che nei
funerali la cosa più appropriata sia il silenzio, ma mi rendo conto che le
cerimonie legate a vicende percepite come eventi di grande rilevanza pubblica
si ibridano spontaneamente con le manifestazioni politiche e mediatiche, dove
invece si esternano emozioni segnate dal clamore.
Il raccoglimento interiore cede il passo all’adesione
espansiva a un evento collettivo che va oltre il rito funebre. L’agire pubblico
di massa durante i funerali più mediatizzati funziona così ormai da decenni, e
di recente (ma non deve sorprendere) c’è un’ulteriore incrocio con le dinamiche
dei social network. La società dello spettacolo si è ampliata in modo
inesorabile, e perfino chi ne critica inorridito l’espansione vi si trova dentro
fino al collo, proprio mentre posta in tempo reale durante il funerale una
serie di commenti indignati sul cattivo gusto dei selfie.
Tutti sono compartecipi della trasfigurazione in show di ciò
che un tempo avrebbe avuto ben altra solennità. Tutti non fanno silenzio.
L’Occidente che ha smontato ogni idea di sacro piange ogni tanto le sue lacrime
di coccodrillo e si lamenta della profanità che invade i cerimoniali. Troppo
tardi, gente. Voi avete fatto tutto questo. Allora questo funerale va osservato
senza sterili analisi di bon ton ma con senso politico.
E il dato politico che emerge è chiaro: l’ovazione
strepitosa nei confronti degli esponenti del governo, un applauso quasi
liberatorio, contrapposta al silenzio ostile riservato agli esponenti dei
vecchi governi, ci dice che questo governo si è sintonizzato con un sentire
popolare molto forte, perfino nel paese del “piove governo ladro”.
Il Di Maio che dice “dovranno passare sul mio cadavere” se
vorranno impedire di revocare la concessione autostradale ai Benetton risulta
essere di un’audacia letteralmente impensabile per qualsiasi politico di una
generazione precedente. Fa impressione vedere diversi oppositori del governo
fare appello a tutte le misure in grado di bloccare una simile decisione,
parecchi - a sinistra - preoccupati dai risultati di borsa, altri a dire un
‘non si può fare’ legato a questa o quella norma.
Quell’applauso scrosciante dei genovesi dimostra che i
vecchi governanti e i grandi media non hanno capito che è sorta una potente
richiesta di misure strategiche straordinarie per rompere definitivamente con
l’ubriacatura neoliberista che dura da un quarto di secolo. Per questo motivo
un governo che fa sul serio e apre i cassetti segreti che registrano le vecchie
complicità ha un grande consenso – di più, un grande rispetto - popolare.
Scuoto la testa davanti al ribrezzo per tutto questo che
leggo presso una parte della sinistra. Un mio amico ha sintetizzato la
questione così: Sinistra ieri: "Meglio sbagliare stando dalla parte dei
lavoratori che aver ragione contro di essi." (Pietro Nenni) Sinistra oggi:
"Zitto brutto analfabeta funzionale fai parlare i competenti e fai il test
d'ingresso per capire se puoi votare."
Di Pino Cabras
Questo è un deputato della Repubblica che ha svenduto la sua anima per un piatto di lenticchie che gli rimarranno sullo stomaco.
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