La
Nuova Sardegna
Solinas
(Psd'Az) strizza l'occhio ai grillini
Il
senatore a Porto Cervo con il ministro Savona: «Per le Regionali
puntiamo
a una grande alleanza»
di Dario Budroni
INVIATO A PORTO CERVO
Le polemiche e i malumori interni
non lo scalfiscono. Christian Solinas è sicuro che il Psd'Az insieme alla Lega
andrà molto lontano. Talmente lontano da finire dritto al governo della
Regione. Insomma, l'asse sardoleghista sarà riproposto anche alle regionali del
2019. Bisogna però capire con quali alleati. Le opzioni del segretario e senatore
sardista sono due. Questa la prima, forse la più scontata: «Il centrodestra
potrebbe essere sensibile al nostro programma». Poi la seconda, più azzardata:
«Non me la sento però di escludere una riproposizione dell'attuale contratto di
governo».
In altre parole, una alleanza con il
Movimento 5 stelle sardo. Impossibile? Si vedrà. Intanto delle espulsioni delle
ultime settimane, come quella della segretaria del circolo olbiese Lidia
Fancello, ostile a Matteo Salvini, Christian Solinas preferisce non parlare. Il
senatore si lascia solo sfuggire che nel partito c'è «l'esigenza di una
crescita ordinata».Testa verso le Regionali. Solinas si è ritrovato vicino di poltrona
del ministro Paolo Savona, nella piazzetta di Porto Cervo, durante l'incontro
organizzato da Confindustria Sardegna, presieduta da Alberto Scanu.
Il segretario del Psd'Az,
intervistato da Bruno Vespa, ha detto che l'alleanza con la Lega porterà grandi
benefici all'isola. «Quello con la Lega è stato un ritrovarsi sulla base di un solco
comune. Tutto si basa su un insieme di punti fondamentali per l'isola, a
cominciare dalla continuità territoriale - spiega Solinas -. A febbraio si vota
per le Regionali e io credo che si debba proporre un grande progetto di governo
per la Sardegna. L'idea è quella di aggregare una coalizione attorno a un
programma sovranista e autonomista».
Per gli alleati si vedrà. Il
centrodestra o i 5 stelle. E proprio ai grillini Solinas riconosce di aver
raccolto, anche in Sardegna, «il malcontento delle persone. Lega e 5 stelle
hanno avuto la grande capacità di ricondurre la protesta nell'arco costituzionale». Il ministro Savona. Paolo Savona, il
cui nome aveva rischiato di far saltare ogni ipotesi di governo per via delle perplessità
del capo dello Stato, a Porto Cervo si è raccontato al microfono di Vespa. Ha
spiegato cosa intendeva lui per piano B, cioè l'eventuale uscita dall'euro. «Un
piano B esiste sempre, nelle banche e anche nelle famiglie - dice il ministro
per gli Affari europei -.
Innanzitutto esiste sempre un piano
A, ma siccome le cose potrebbero andar male è fondamentale non farsi cogliere
impreparati. Il Financial Times aveva detto che anche la Germania ne aveva uno.
Una cosa è averlo e un'altra è utilizzarlo per voler uscire». Poi una battuta sull'alleanza
di governo: «Il 4 marzo c'è stata una rivoluzione. Bisogna rispettare le forze
che hanno vinto e aiutarle a governare».
Unione
Sarda 24 agosto 2018
Kaboom e
Radio Radicale
Una notte
di politica oggi a Siniscolacon Cucca e Labate
Lo slogan, che richiama la lezione
di Luigi Einaudi e di Marco
Pannella, è “Conoscere per
deliberare”, e l'appuntamento è oggi dalle
21 in piazza Garibaldi, al porto di
Siniscola, per la “Notte bianca
della politica” promossa
dall'associazione Kaboom con Radio radicale.
Quattro le discussioni dalle 21 alle
22 “Come funziona il Parlamento”
col senatore Giuseppe Luigi Cucca;
“Come funziona il Consiglio
regionale” col consigliere Franco
Sabatini; “Come funziona la tortura”
con Elisabetta Zamparutti (Comitato
Prevenzione Tortura del Consiglio
d'Europa); “Come funziona il
carcere” con Rita Bernardini
(coordinatore della Presidenza del
Partito Radicale). Dalle 22.00 alle
23.00 dibattito sulla comunicazione
politica col direttore di Radio
Radicale Alessio Falconio, il
giornalista di La7 Tommaso Labate e la
giornalista Angela Rodicio (TvE).
Dalle 23.00 a mezzanotte “Come
funziona il Comune”, con i sindaci di
Bitti (Giuseppe Ciccolini) e
Iglesias (Mauro Usai); “Come funziona la
Provincia”, con l'ad della Provincia
di Nuoro Costantino Tidu; “Come
funziona il fine vita”, con Maria
Antonietta Farina Coscioni
(presidente Istituto Luca Coscioni);
“Come funziona la legislazione
antimafia”, con Sergio D'Elia
(segretario di Nessuno tocchi Caino).
Ma l'idea
anti-spopolamento del ministro Salvini convince solo in
parte la
politica sarda. Paradiso fiscale per la terza età Il progetto: zero tasse ai pensionati
se si trasferiscono nell'Isola
In soli tre anni, dal 2014 al 2017,
ha perso il dieci per cento dei
suoi abitanti, e recentemente
l'Unione Europea l'ha declassata da
regione “in transizione”, ovvero tra
quelle con un Pil compreso tra il
75% e il 90% della media Ue, a
regione «meno sviluppata», cioè con un
Pil inferiore al 75%. Alla Sardegna
non mancano certo i requisiti
negativi previsti dal piano della
Lega per rivitalizzare l'economia
del Meridione, di cui ha fatto cenno
nei giorni scorsi il segretario
Matteo Salvini . E ora il governo,
scrive Repubblica, è pronto a
discuterlo.
LE MISURE Dieci anni a zero tasse
per pensionati italiani o stranieri
che decideranno di trasferire la
residenza fiscale in Sicilia,
Calabria, e, appunto, nell'Isola.
Obiettivo: portare nelle tre regioni
seicentomila abitanti nei prossimi
3-4 anni. Unico obbligo: viverci
sei mesi e un giorno all'anno.
Il progetto si chiama Zes-Aas perché
alle zone economiche speciali
abbina un progetto di «alta
accoglienza sociale». A settembre la
Giunta Pigliaru approverà un Piano
strategico per l'istituzione della
Zes da 2.770 ettari: sarà una zona
“a rete”, che coinvolgerà i sei
porti di Cagliari, Portovesme,
Olbia, Porto Torres, Oristano e Arbatax
con le zone retroportuali.
Sardegna come Portogallo, dunque? Il
modello del Paese preferito dai
pensionati sembra però difficile da
replicare. I Comuni delle tre
regioni dovranno assicurare infatti
una certa efficienza: raccolta
differenziata, decoro urbano, un
sistema sanitario di base in linea
con quelli di Emilia Romagna, Veneto
e Lombardia. «L'idea va sostenuta
- premette il deputato di Forza
Italia Pietro Pittalis - ma visto che
nel nostro caso lo spopolamento
riguarda soprattutto le zone interne,
non si può non dire che prima
occorre un massiccio intervento sulle
infrastrutture, rete viaria e
ferroviaria in primis». Insomma, vanno
create le condizioni perché «avremo
anche un mare e una natura
straordinari, ma mancano tutti i
servizi».
PRIMI DUBBI Anche un deputato del
Movimento 5Stelle, Alberto Manca ,
nutre dei dubbi: «È una proposta da
valutare con molta attenzione,
certo per prima cosa io punterei a
evitare che vadano via i giovani, o
comunque a incentivare il loro
ritorno, perché ormai chi si forma
fuori dalla Sardegna difficilmente
rientra».
Poi c'è il problema del
sistema sanitario: «Persone di una
certa età richiedono strutture di
alto livello», aggiunge Manca. La
Sardegna è in grado di garantirle?
«In effetti - riflette il
parlamentare sardo della Lega, Guido De
Martini - se un sistema in linea con
quello lombardo è una
precondizione, non sarà facile».
Comunque «il piano rappresenta
un'opportunità, potrebbe avere un
impatto importante sull'occupazione
locale».
Il più scettico è il presidente
regionale dell'Anci, Emiliano Deiana
(Pd): «Un'unica medicina contro lo
spopolamento non basta, serve un
mix ben dosato di interventi». Prima
cosa da fare «è mantenere qui i
nostri giovani». Come? «La Lega
potrebbe pensare di finanziare in
maniera più consistente il programma
di Resto al Sud ed estenderlo
agli over 35 anni, creare per loro e
per le loro famiglie una free
zone fiscale per dieci anni».
Altra cosa da fare, secondo il
sindaco di Bortigiadas, è «far tornare
al sud e in Sardegna i giovani che
sono partiti, dare loro la speranza
che si può vivere, lavorare e
produrre anche nelle aree marginali del
Paese». In terzo luogo, «mettere al
centro dell'agenda politica la
crisi demografica, e gli
investimenti sulle famiglie: assegni per i
figli di quelle che vivono o si
trasferiscono nei paesi spopolati per
i primi dodici anni di vita».
La proposta della Lega, invece,
«pecca
di una clamorosa semplificazione: il
Sud e la Sardegna sono viste solo
come terra di vacanza, mentre sono
luoghi che hanno fame di vita e di
futuro. Servirebbe pertanto una
politica vera per le aree interne, per
i paesi e per le montagne, e magari
un ministero ad hoc».
Roberto Murgia
Peculato,
indulto per Ladu Fondi ai gruppi: l'ex consigliere regionale
non andrà
in carcere
Su
richiesta della difesa il giudice dell'esecuzione applica uno
sconto di
tre anni sulla pena
Appena passata in giudicato la
condanna, l'ex consigliere regionale
Silvestro Ladu toglie il classico
coniglio dal cilindro e cambia il
finale previsto (l'ingresso in
carcere) dopo i 5 anni di reclusione
inflittigli nel processo per
peculato sui fondi ai gruppi. E ora la
stessa strada potrebbe essere
intrapresa e rivelarsi fondamentale per
tutti i suoi ex colleghi giudicati
colpevoli dello stesso reato.
CONDANNA La sentenza è diventata
definitiva a giugno, quando la
Cassazione ha ritenuto inammissibile
il ricorso presentato
dall'avvocato difensore Pietro
Longo: l'ex rappresentante del Gruppo
misto (tra il 2004 e il 2009)
avrebbe dovuto cominciare a scontare la
pena ma all'ultimo momento si è
trovata una strada che porta lontano
dalla cella.
L'avvocato Massimo Delogu, il cui
padre Mariano prima di
morire aveva assistito l'ex
consigliere, ha scoperto che Ladu poteva
sfruttare la legge 241/2006 varata
dal Governo dell'Ulivo: l'indulto,
cioè, predisposto dal ministro
Clemente Mastella e approvato dal
Senato nel luglio di dodici anni fa
con 245 sì, 56 no e 6 astenuti.
Erano previsti 3 anni di sconto per
chi avesse commesso reati (esclusi
alcuni specificamente indicati) prima
del 2 maggio di quell'anno. Il
peculato rientrava tra le violazioni
che potevano usufruire del
taglio. Poche settimane fa la Corte
d'appello di Cagliari ha accolto
la richiesta del difensore e
provveduto alla decurtazione: a Ladu,
sotto accusa per spese illecite di
denaro pubblico nel corso della
tredicesima legislatura (oltre 250
mila euro in cinque anni), restano
da scontare solo due anni, fuori dal
carcere.
GLI ALTRI L'intuizione è arrivata
studiando da capo tutte le carte
dell'inchiesta e in brevissimo
tempo, perché dal momento in cui la
decisione è passata in giudicato a
quella del ricorso sono trascorsi
pochi giorni. E adesso non è
azzardato ritenere che altri ex
consiglieri possano seguire la
stessa strada. Al momento sono
definitive le sentenze di
colpevolezza per Adriano Salis, ex Idv, un
anno e mezzo, e Beniamino Scarpa, ex
Psd'Az, 4 anni e mezzo.
Quest'ultimo si è già mosso
attraverso l'avvocato Franco Luigi Satta
ed è in attesa che il Tribunale
fissi l'udienza.
IL REATO PIÙ GRAVE Delogu ha passato
al vaglio ogni singola
imputazione puntando su un episodio
specifico. Il suo assistito doveva
spiegare la finalità («e non lo ha
fatto», ha detto più volte il pm
Marco Cocco, tesi confermata in tre
gradi di giudizio) dei pagamenti
sostenuti, «spesso in contanti», per
viaggi e acquisti «a Vienna,
Budapest, Madonna di Campiglio» e in
uno dei negozi più conosciuti del
capoluogo sardo, per pranzi,
rifornimenti di carburante e sensori anti
urto sulla sua Audi.
Ma l'episodio più eclatante era
stato lo spuntino
di Sedilo da 10.500 euro con 2.500
ospiti e «la vitella grassa» finita
al centro dell'attenzione dei
commensali durante uno degli incontri
organizzati, secondo l'imputato, a
sostegno dell'attività del suo
gruppo politico. Questa contestazione
era la più grave tra tutte
quelle mosse dalla Procura in quanto
si trattava dell'esborso più
elevato. E proprio quella, però, è
stata la salvezza di Ladu. Da lì si
parte infatti per individuare la
pena base del reato (4 anni) cui poi
seguono le altre in continuazione
(un altro anno in tutto). Quel
“banchetto” era stato organizzato
nel 2004, periodo coperto
dall'indulto, così Delogu dopo il
pronunciamento della Cassazione si è
rivolto al giudice dell'esecuzione
di Cagliari chiedendo
l'applicazione della legge per
evitare la carcerazione.
La pratica è
passata alla Corte d'appello che,
valutate le carte, ha accolto la
domanda ed eliminato tre anni di
pena dai 4 iniziali.
IL SECONDO PROCESSO Per Ladu
tuttavia il percorso giudiziario non è
concluso: a suo carico resta un
secondo processo per un'identica
ipotesi di reato commessa, secondo
il pm, quando il politico era
tesoriere di Fortza Paris (stessa
legislatura) e aveva speso in
ipotesi illecitamente (per fini
privati) altri 4.500 euro.
Inoltre è stato già condannato in
sede contabile in primo grado (si attende
l'Appello) alla restituzione di
oltre 250 mila euro di fondi destinati
ai gruppi ma utilizzati per
soddisfare esigenze personali piuttosto
che, come sarebbe dovuto essere, le
molteplici finalità istituzionali.
Andrea Manunza
La
Nuova
Isola no
tax per i pensionati la Lega: così la ripopoliamo
L'idea:
convincerli a trasferirsi in Sardegna. L'Anci: pensiamo ai giovani
Isola no
tax per i pensionatila Lega: così la ripopoliamo
di Silvia Sannaw SASSARIL'idea non è
originalissima, visto che da
altre parti (Portogallo per esempio)
lo fanno già e anche in Sardegna
qualcuno ci aveva già pensato:
l'ipotesi di ripopolare i piccoli paesi
con i pensionati di altre regioni o
nazioni è contenuta in due
proposte di legge, una firmata da
Giuseppe Ciccolini, consigliere
regionale Pd e sindaco di Bitti,
l'altra dai Riformatori. Questa
volta, a rilanciare l'idea del
paradiso fiscale nell'isola è la Lega,
con il progetto "Zes-Aas".
Che tradotto significa "Alta
accoglienza
sociale nelle zone economiche
speciali", quelle cioè che per la loro
condizione economica difficile
beneficiano di incentivi. Come la
Sardegna.La triade. La nostra isola
rientra nella triade individuata
dal governo giallo verde, che
comprende anche la Sicilia e la
Calabria. Il piano prevede zero
tasse per dieci anni per i pensionati
che decideranno di trasferirsi nei
paesi a rischio spopolamento:
dovranno stabilire la residenza e viverci
per almeno 6 mesi e un
giorno all'anno. L'obiettivo è
questo: fare lievitare il Pil, fare
girare l'economia dei territori.
Un primo calcolo è stato già fatto:
attraverso l'innesto di 600mila
pensionati nelle tre regioni tax free
il Pil nazionale crescerebbe dell'1%
per una cifra pari a 18 miliardi.
I requisiti. Ci sono delle
condizioni però: i paesi ospitanti non
devono avere più di 4mila abitanti e
soprattutto, devono dimostrare di
essere vittime di uno spopolamento
incalzante al punto da avere perso
negli ultimi dieci anni almeno il 10
per cento dei residenti. In
Sardegna, dove la stragrande
maggioranza dei Comuni ha meno di 5mila
abitanti e secondo le stime circa 30
scompariranno entro i prossimi 60
anni, ci sarebbe l'imbarazzo della
scelta.
A patto che questi Comuni
dimostrino di avere un sistema
sanitario efficiente e una rete di
servizi (rifiuti, rete fognaria ecc
ecc ) in grado di garantire una
felice e serena permanenza agli
arzilli e spendaccioni vecchietti. Ma
nonostante questo il piano Salvini
suscita molte perplessità. Perché?
Innanzitutto perché è basato su
persone anziane e non giovani, dunque
non guarda al futuro, non offre
prospettive. L'Anci dubbioso. Dice il
presidente dell'Anci Emiliano
Deiana: «Fa piacere che la Lega copi
sfacciatamente la proposta di un
sindaco del Pd come Giuseppe
Ciccolini, che ha presentato un
apposito e articolato disegno di legge.
Evidentemente non c'è solo del
marcio nel Partito Democratico,
ma ci sono donne e uomini che si
applicano nella risoluzione di
problemi complessi come quello dello
spopolamento. Personalmente ho un
altro approccio al tema, penso che
per risolvere un problema di questa
portata non ci si possa affidare a
un'unica "medicina", ma serva un
mix ben dosato di interventi».
Spazio ai giovani. «La prima cosa da
fare - sottolinea Deiana - è
mantenere qui i nostri giovani.
La Lega potrebbe pensare, a tal
proposito, di finanziare in maniera più
consistente il programma di Resto al
Sud e di estenderlo anche agli
over 35 e creare per loro e per le
loro famiglie una free zone fiscale
per dieci anni». Il presidente
regionale dell'Anci va avanti: «L'altra
cosa da fare è far tornare al Sud e
in Sardegna i giovani che sono
partiti, dare loro una speranza che
si può vivere, lavorare e produrre
anche nelle aree marginali del
Paese.
La terza cosa da fare è mettere
al centro dell'agenda politica la
crisi demografica e investire sulle
famiglie (al plurale): assegni per i
figli per i primi dodici anni di
vita; asili nido in ogni paese;
tutela per le lavoratrici che crescono
un figlio e armonizzazione del
diritto del lavoro sui tempi delle
donne». Poi Deiana mette in fila le
criticità della proposta: «Pecca
di una clamorosa semplificazione: il
Sud e la Sardegna sono viste solo
come terra di vacanza. Invece
servirebbe una politica vera per le aree interne.
Una politica a mosaico con ogni
tessera che va al suo posto,
ma risponde a un disegno generale:
defiscalizzazione, politiche per le
famiglie, zona franca rurale,
servizi pubblici legate una all'altra
possono costituire una soluzione più
duratura». E poi l'invito al
Governo e al Parlamento: «Finanzino
con un miliardo di euro all'anno
la legge sui piccoli comuni
approvata all'unanimità nella scorsa
legislatura. Sarebbe un'ottima
segnale per una inversione di tendenza:
il reddito di cittadinanza o la flat
tax dei paesi».
l'appello
al consiglio regionale
Ciccolini:
«Legge pronta non perdiamo tempo»
BITTI«Siamo stati i primi ad
avanzare questa proposta, c'è una legge
che deve solo essere approvata e
dunque non dobbiamo perdere tempo e
farci trovare pronti. Il Consiglio
regionale deve fare in modo di non
perdere un'occasione come questa
perché possiamo addirittura
anticipare il Governo». Giuseppe
Ciccolini, sindaco di Bitti, da più
di un anno spinge affinché i
pensionati stranieri e italiani possano
godere di un regime fiscale
agevolato purché siano disposti a
trasferirsi in Sardegna, nei paesi
spopolati.
È sua l'idea di portare
nell'isola il modello portoghese ed
è sua anche la proposta di legge
presentata in Consiglio regionale un
anno prima della Lega. Ciccolini,
però, non teme di perdere la
paternità dell'idea: «La proposta della
Lega non ha fatto altro che
rafforzare la mia perché questo è l'unico
modo per garantire rapidamente
l'aumento del Pil nelle regioni del sud
- spiega -. in Portogallo per merito
dei pensionati che hanno spostato
la residenza il Pil cresce di due
punti all'anno. La Lega ha
ipotizzato un aumento del Pil
nazionale dell'1 per cento con il
trasferimento di 600mila persone
nelle tre regioni pilota del sud:
Sardegna, Sicilia e Calabria.
Secondo me è una stima in difetto ma
comunque noi abbiamo un vantaggio
sulle altre regioni in corsa:
abbiamo una legge pronta che avrebbe
il sostegno di tutte le forze
politiche in Consiglio regionale».
Secondo Ciccolini non sarebbe dubbi
sulla bontà dell'iniziativa:
«Produrrebbe effetti tangibili perché si
sposterebbero i pensionati di 65, al
massimo 70 anni che hanno
intenzione di vivere in una regione
dal clima mite e che hanno un
potere d'acquisto elevato». Il
sindaco è convinto che questa misura
non sconfiggerà lo spopolamento,
perlomeno non in forma definitiva, ma
garantirebbe risultati immediati.
«A Bitti basterebbero 50 persone in
più per fa crescere il nostro Pil di
4 punti, recuperare parte del
patrimonio edilizio e garantire
ricadute anche per i pensionati locali
- spiega Ciccolini - che non devono
sentirsi messi da parte perché con
l'arrivo di nuovi abitanti anche i
servizi alla persona che adesso non
riusciamo a garantire, o che
effettuiamo con difficoltà, avrebbero
nuovi utenti. Dobbiamo superare ogni
titubanza, è questa la strada
giusta». (c.z.)
-----------------
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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