UNIONE
SARDA
M5S, tre
sfidanti per Puddu - Regionarie: in corsa 400 candidati, manca
l'ex senatore Cotti. Nella scalata verso Villa Devoto anche Marina Monagheddu,
Anna Sulis e Luca Piras
Quattro anni fa non presentò liste,
oggi il Movimento Cinquestelle è il primo partito della Sardegna e ieri gli
iscritti hanno votato sulla piattaforma Rousseau per scegliere i candidati
consiglieri per le elezioni regionali di febbraio 2019. Circa quattrocento per
59 posti, la metà dei quali saranno riservati a donne. Oltre ai quattro per un posto
da candidato governatore.
GLI ASPIRANTI PRESIDENTI Super
favorito è Mario Puddu, l'ex sindaco di Assemini e coordinatore regionale del
movimento, punto di riferimento nell'Isola per tutti i big, da Luigi Di Maio ad
Alessandro Di Battista. Cliccando sul suo profilo nella piattaforma si può
leggere la dichiarazione d'intenti: «La mia candidatura nasce dall'amore totale
per la Sardegna, unito all'entusiasmo del Movimento 5 Stelle.
Il mio senso di appartenenza ai
valori dell'Isola è da sempre manifesto, come dimostra la bandiera dei quattro
mori che io stesso ho portato nel mio ufficio comunale, il primo gesto da
sindaco della città che ho avuto l'onore di rappresentare per cinque anni».
Puddu sogna «una Sardegna proiettata in una dimensione mediterranea, europea,
internazionale, in cui il mare rappresenti una risorsa e non un ostacolo, un mezzo prezioso per
la nostra mobilità».
AMBIENTE Un'Isola «i cui abitanti
siano rispettosi del territorio e del paesaggio come del bene più nobile, in
cui nessuno si permetta di abbandonare i rifiuti in spiaggia, nei bordi delle
strade e nella campagne, che dica no all'inquinamento, specie quello perpetrato
con l'alibi dell'occupazione a tutti i costi, una terra in cui la necessità del profitto non sia mai
più importante del rispetto dell'uomo e dell'ambiente». Puddu, laureato in
ingegneria civile, è l'uomo da battere. Soprattutto per i candidati del
centrodestra e del centrosinistra. Alle regionarie, invece, la sua vittoria è
scontata. Tre gli sfidanti: due donne - una dirigente dell'assessorato al
Lavoro Marina Rita Monagheddu e una dipendente dell'Aspal, Anna Sulis - e un docente
universitario, Luca Piras.
IL MECCANISMO Per i candidati alla
presidenza della Giunta gli iscritti hanno potuto esprimere una sola
preferenza. Tre per i consiglieri regionali potenziali. Ogni militante ha
potuto vedere solo quelli della provincia di appartenenza. Solo nel collegio di
Cagliari si sono presentati in 134, 63 in quello di Sassari. Tra i 134 non compare
il nome di Roberto Cotti, l'ex senatore che lo staff grillino aveva escluso
alle precedenti parlamentarie.
Stavolta Cotti avrebbe deciso di non
presentarsi. Dai candidati di Cagliari dovranno uscire 20 nomi, 12 dalla lista
di Sassari, 6 rispettivamente da Nuoro, Oristano e dalla Gallura, 4 dal Sulcis
e 2 dall'Ogliastra. I risultati delle primarie si conosceranno tra una, massimo
due settimane. Per le parlamentarie c'era voluto molto di più. Roberto Murgia
I nomi
Ambientalisti
e imprenditori sognano il posto in Aula
Per qualcuno è già il secondo
tentativo nella corsa alla candidatura,
per altri si tratta di una prima
assoluta. In tutta l'Isola sono circa
quattrocento gli aspiranti
consiglieri che hanno partecipato alle
“regionarie” del Movimento 5 Stelle.
Imprenditori, dipendenti
pubblici, insegnanti, consiglieri
comunali. A Cagliari si sono
iscritti in 137 alla piattaforma
Rousseau.
Tra questi gli imprenditori
Alessandro Alfonso (Caffè degli
Spiriti di Cagliari), Sergio Podda
(gestione rifiuti), Nicola Paganelli
(ristoratore a New York),
l'ambientalista Paolo Erasmo e
l'assicuratore Bruno Corda.
A Oristano sono 38 gli attivisti che
hanno tentato il salto in
Consiglio regionale, a Sassari altri
63: tra loro la consigliera
comunale Desiré Manca e Roberto
Cappuccinelli, che aveva corso per un
posto in Senato anche alle
parlamentarie.
Poche donne in corsa nelle
regionarie. Ma nelle prossime elezioni per
il rinnovo del Consiglio scatterà
l'obbligo di candidarne in ciascuna
lista il cinquanta per cento per
rispettare la parità di genere.
Quindi tra i 60 nomi del Movimento 5
Stelle ci saranno almeno 30
donne.
La
Nuova
L'ex
sindaco di Assemini non è l'unico candidato dei 5 stelle a
guidare
la Regione. Gli
avversari: una dirigente regionale, una dipendente pubblica e un ricercatore. Tre
sfidanti per Puddu nella corsa a governatore
di Umberto AimewCAGLIARIQuattro
candidati per la presidenza della
Regione, due uomini e due donne, e
poi altri 350, o forse 400, in
corsa come consiglieri. Gli iscritti
del Movimento 5 stelle si sono
scatenati nelle loro primarie online
in vista della elezioni del 2019.
Alle 10 lo Staff della Piattaforma
Rousseau ha schiacciato lo start è
sono partite le Regionarie in
Sardegna. Alle 19 ha detto stop e fra
una o due settimane si saprà chi
avrà vinto nella battaglia interna
delle preferenze, o perso. A quel
punto chi avrà avuto la meglio farà
parte della pattuglia ufficiale
formata dai 60 candidati
«pentastellati».
Anzi, meglio: 59, che saranno divisi
secondo la
ripartizione dei seggi in ciascuno
degli otto collegi, più il
presidente in pectore.I quattro
presidenti. Il coordinatore regionale
Mario Puddu, la cui candidatura era
scontata, alla fine tre avversari
li ha trovati. Sembrava destinato a
una corsa solitaria e invece a
rovinargli la possibile marcia
trionfale si sono messi l'algherese
Maria Rita Monagheddu, 56 anni,
dirigente dell'assessorato regionale
al lavoro, Anna Sulis, cagliaritana,
56 anni, dipendente dell'Agenzia
del lavoro e il ricercatore
universitario Luca Piras, 51 anni, anche
lui residente a Cagliari.
Il più noto del quartetto è di
sicuro Puddu:
primo sindaco del Movimento in
Sardegna, ad Assemini nel 2013,
riconosciuto e popolarecatalizzatore
dei grillini nell'isola,
fedelissimo di Luigi Di Maio.
Dovrebbe vincere e mani basse. Gli altri
tre candidati sono invece tutti da
scoprire e qualcosa di più è stato
possibile saperlo attraverso le
"dichiarazioni d'intenti" pubblicate
su Rousseau.Eccomi. Puddu ha scritto
un po' di tutto: «La mia
candidatura nasce dall'amore totale
e viscerale per la Sardegna unito
all'entusiasmo del M5s.
Il mio senso di appartenenza ai
valori della
nostra terra è da sempre manifesto,
come lo dimostra la bandiera dei
Quattro mori che io stesso ho
portato nel mio ufficio comunale, come
primo gesto da sindaco della città
(Assemini) che ho avuto l'onore di
amministrare. Non un atto
strumentale o studiato però neppure casuale:
semplicemente istintivo, che viene
da dentro perché c'è e basta. Così
come mai nessuno di noi si chiederà
perché vogliamo bene a nostra
madre». Per aggiungere: «La lingua
sarda è tutt'altro che uno slogan
folk bensì il vero e proprio
fondamento della nostra identità».
E ancora: «Sogno una Sardegna
valorizzata per le sue bellezze ma spesso
messe in ombra e svendute dalla
classe politica. Voglio una Sardegna
proiettata in una dimensione
mediterranea, europea, internazionale».
Per chiudere: «Voglio, fortemente
voglio, una terra i cui abitanti
siano rispettosi del territorio e
del paesaggio: è il bene più nobile
che abbiamo. Credo, infine, in un
popolo unito e fiero: centus concas,
cincus istellas».Gli altri. Laconica
fino alla didascalia è sta la
dichiarazione d'intenti di Anna
Sulis, «M'impegno a rispettare i
principi del Movimento», ma subito
dopo ha svelato alcune passioni:
socia del Club Alpino e tre raccolte
di poesie pubblicate.
È lungo un
romanzo il curriculum di Maria Rita
Monagheddu, trenta righe fitte,
mentre il programma di fatto è un
riassunto: «Sono pronta a dare una
mano per costituire e far funzionare
una squadra che possa restituire
speranza e dignità alla mia Regione,
ai sardi, e ai nostri giovani.
Nel momento in cui questo obiettivo
sarà affidato a una persona più
valida, ne sarò molto contenta. Se
invece mi sarà affidato non lo
porterò avanti da sola neanche per
un minuto».
E infine Luca Piras:
«La nostra regione è stata
retrocessa dall'Europa ed è stato il
risultato delle attuali e
fallimentari politiche, incapaci di guardare
al futuro. In caso di elezione m'
impegno ad assumere solo decisioni
nell'esclusivo interesse dei
cittadini. Trasparenza e responsabilità
sono pilastri inscindibili. È
possibile coniugare sviluppo economico
ed equità sociale». Fra questi candidati
gli iscritti hanno scelto il
loro possibile governatore.
Liste
affollate in tutte le province: nel nord deroga per Manca e
Ferrara,
già consiglieri comunali. Oltre 300
aspiranti onorevoli:
63 solo a Sassari
CAGLIARI
Ai non iscritti al Movimento
l'elenco dei candidati alle Regionarie è
stato negato fino all'ultimo.
Scoprire chi fossero i 300 o più in
lizza è stata un'impresa. Alla fine
realizzata attraverso scorciatoie
di ogni tipo, in un rimbalzo
continuo fra mail e incursioni nella
Piattaforma Rousseau. Con certezza,
dopo una gran fatica, sono
diventati pubblici (per non
iscritti) i candidati dei collegi di
Cagliari, Sassari, Oristano e in
parte della Gallura.Sassari. In
questo collegio, i candidati sono
stati 63. La maggior parte attivisti
di vecchia e nuova data.
Tre di sicuro i personaggi: la
consigliera
comunale Desirè Manca, a Sassari, e
Roberto Ferrara, Alghero, che
hanno ottenuto una deroga speciale
dallo Staff. Pur essendo in carica,
si sono potuti ricandidare perché il
loro mandato di consigliere
comunali scadrà a maggio e quindi
solo per pochi mesi, nel caso che a
febbraio fossero eletti in Consiglio
regionale, avrebbero un doppio
incarico, invece di solito vietato
dal regolamento dei Cinque stelle.
Il terzo candidato noto ai più è
Roberto Cappuccinelli, primo dei non
eletti a marzo alla Camera, nel
collegio di Sassari, e che ora
potrebbe essere fra i favoriti nella
nuova corsa verso il Consiglio
regionale.
Cagliari. In questo collegio s'è
presentato un esercito: 134
candidati per venti posti a
disposizione in lista, che tra l'altro è
il numero di seggi riservato alla
Città metropolitana. Chi è sceso in
campo, ha postato sulla Piattaforma
curriculum, foto (quasi tutti) e
appunti per un prossimo programma
elettorale. È certo ad
autocandidarsi siano stati più
uomini che donne, una decina, e sarà un
bel problema per lo Staff quando
dovrà depositare le liste.
Va ricordato che da 2019 la legge
elettorale impone non solo la doppia
preferenza di genere al momento del
voto, ma soprattutto il 50 per
cento di parità anche
nell'alternanza delle candidature e i partiti
che non la rispetteranno saranno
automaticamente esclusi dalla
elezioni. Gli altri collegi. Anche
in Ogliastra, Olbia, Medio
Campidano, Sulcis-Iglesiente,
Oristano e Nuoro a scendere in campo
sono stati soprattutto iscritti più
o meno conosciuti. Dunque, sono
state delle Regionarie a furor di
popolo. (ua)
L'ex senatore - Cotti resta fuori ed
è mistero
Prima doveva presentarsi come
cadidato alla presidenza della Regione,
ma lui lo aveva smentito, poi aveva
sparso per la Rete la notizia che
sarebbe sceso come semplice
consigliere. Però, alla fine, l'ex
senatore Roberto Cotti non ha
partecipato alle Regionarie.
A marzo lo
Staff politico del Movimento, lo
aveva escluso dalle Parlamentarie,
lui voleva ricandidarsi, per mai
chiariti «contrasti nella gestione de
Cinque stelle in Sardegna», stavolta
si sarebbe autoescluso. Almeno
così dovrebbe essere, perché lui ha
preferito non far conoscere la sua
versione. Telefonino spento e zero
post su Facebook, dalla mattina
fino a tarda sera. Ma le
indiscrezioni non mancano e sono queste: per
la seconda volta consecutiva, la
candidatura di Cotti sarebbe stata
bloccata dallo Staff e lui avrebbe
fatto un passo di lato qualche
giorno prima, evitando così
d'incappare nella seconda bocciatura
consecutiva.
Comunque sia andata, intorno all'ex
senatore continua a
esserci un alone di mistero. Mai il
Movimento ha detto pubblicamente
perché non l'ha ricandidato al
Senato. Mai il diretto interessato ha
raccontato la sua versione. Anzi,
poco prima delle Politiche s'era
lasciato andare a un post
appassionato di questo tipo: «Rimarrò sempre
e comunque un attivista. Sono anche
convinto che i destini del nostro
Paese siano ben più importanti di
una carriera parlamentare personale,
e la necessità di una svolta a 5
Stelle rimane un obiettivo troppo
importante per mettere in primo
piano dinamiche interne sulla scelta
dei candidati». Questo scriveva
Cotti alla vigilia di quelle elezioni,
poi s'era detto pronto per le
Regionarie, ma alla fine è rimasto in
disparte, alimentando ancor di più
il mistero intorno a lui.
Unione
Sarda
CONSIGLIO
COMUNALE. Lino Bistrussu passa con i sardisti ma sostiene Zedda
Psd'Az,
nasce il gruppo ibrido tra maggioranza e opposizione
Lino Bistrussu confluisce nel Psd'Az
e nasce un gruppo ibrido :
l'esponente della Base sarà il
capogruppo ma resterà in maggioranza
mentre la sua collega Gabriella
Deidda resterà all'opposizione.
Il giorno dopo il cambio di
denominazione del gruppo leghista in
Senato in “Lega-Salvini
Premier-Partito sardo d'Azione” il partito dei
Quattro mori torna formalmente anche
a palazzo Bacaredda, coi piedi in
due staffe. È stato Bistrussu ad
annunciare di voler seguire le
direttive del suo movimento (La Base
da mesi è confluita nel Psd'Az)
ma di volere comunque restare in
maggioranza.
Il presidente del
Consiglio Guido Portoghese ha
confermato che, per quanto si tratti di
una situazione insolita, sia
possibile dare vita al gruppo Psd'Az
anche con i due membri in
schieramenti opposti, perché erano stati
eletti nella stessa coalizione. Il
sindaco Massimo Zedda ha ammesso
che «questa situazione non mi fa per
niente piacere, ma penso che
durerà poco: conoscendo gli uni e il
consigliere Bistrussu». Per il
primo cittadino non si tratta un
caso politico: «Lo sarebbe stato se
il voto del consigliere Bistrussu
fosse stato indispensabile per la
maggioranza».
IL NODO COMMISSIONI Bistrussu è
stato l'ultimo Alter Nos, dieci anni
dopo la prima esperienza, e nelle
scorse settimane è stato nominato
presidente della commissione
Attività produttive. «Ora diventa anche
capogruppo - si è lamentato il suo
ex compagno di squadra Aurelio Lai
- non è che una volta sei biondo e
una volta sei bruno: vanno riviste
le composizioni delle commissioni».
Questo aspetto è stato
sottolineato anche dal sindaco e da
Pino Calledda del M5S.
LA ROTTURA ZEDDA-PSD'AZ Inevitabili,
durante il dibattito scaturito
dalle parole di Bistrussu, i
riferimenti alla rottura tra i sindaco e
i sardisti. Zedda ha ribadito che è
stato il partito a cambiare
schieramento in corsa mentre
Gabriella Deidda (fino a ieri l'unica
rimasta con la casacca dei Quattro
mori prima di essere raggiunta da
Bistrussu) ha ribadito di non aver
voltato le spalle a chi aveva
votato per lei. «Il 24 gennaio ho
deciso di andare via e seguire il
mio partito, non ho tradito i miei
elettori: non mi vendo per una
sedia al Ctm o per una poltrona da
assessora».
La seduta si era aperta col ricordo
di Paolo Racugno, grande campione
di equitazione scomparso nei giorni
scorsi a 101 anni. Durante i
lavori è stato dato anche il via
libera alla trasformazione della
società Its Area vasta in Its Città
metropolitana, che dai sette
Comuni iniziali ora riguarderà tutti
i diciassette dell'hinterland.
Marcello Zasso
Nel
mirino tutto il sistema sanità, attacco frontale all'assessore sul
diabete -
E il centrodestra occupa l'aula del Consiglio
Luigi Arru non si è presentato in
Aula e l'opposizione ha deciso di
occupare i banchi della Giunta. Ieri
all'ordine del giorno dei lavori
c'era la discussione di due mozioni,
una sulla gestione dei pazienti
diabetici (primo firmatario Marco
Tedde di Forza Italia) dove si
chiedeva la rimozione immediata
dell'assessore alla Sanità. In
mattinata però la conferenza dei
capigruppo aveva deciso di rinviare a
settembre la discussione delle
mozioni. Così, una volta in Aula, i
consiglieri della minoranza hanno
occupato l'Aula.
Altra capigruppo.
Poi l'annuncio del presidente del
Consiglio Gianfranco Ganau:
l'assessore Luigi Arru sarà in Aula
giovedì pomeriggio alle 16 per la
discussione delle mozioni. A quel
punto l'opposizione ha messo fine
alla protesta. «Non vedendo
l'assessore abbiamo deciso per
l'occupazione - ha spiegato la
capogruppo di Forza Italia, Alessandra
Zedda - così da convincerlo ad
arrivare urgentemente, anche perché
l'intenzione sembrava quella di
discutere delle nostre mozioni a
settembre». Alla fine si è deciso di
rinviare la seduta sulla mozione
di sfiducia a oggi perché ieri Arru
era impegnato sul fronte Aias.
Nel pomeriggio, invece, il Consiglio
ha lavorato su altro: prima ha
approvato um disegno di legge in
materia di impiantistica sportiva e
per l'abbattimento dei costi per la
partecipazione alle trasferte
sportive nelle isole minori della
Sardegna, poi ha dato il via libera
a un testo unificato sul sostegno
alle cooperative di comunità e
infine a un odg che proroga di tre
mesi il mandato alla commissione
speciale sulla grave situazione
delle imprese attive nell'artigianato.
Ro. Mu.
La
Nuova
Presentata
dal consigliere Tedde, Fi. Non viene discussa e
l'opposizione
occupa l'aula per protesta
Arru non
è in aula, slitta la mozione di sfiducia
CAGLIARILa sanità, come sempre
accade chiunque governi, ha accesso gli
animi anche in Consiglio regionale e
il centrodestra è arrivato
persino ad occupare l'aula in segno
di protesta per un rinvio - che
non ci sarebbe dovuto essere- del
dibattito. Oggi comunque ci sarà e
potrebbe essere complicato per il
centrosinistra L'antefatto.
All'ordine del giorno
dell'annunciata ultima seduta prima delle ferie,
c'erano all'origine anche due
mozioni su altrettanti argomenti
caldissimi: i diffusori per i
diabetici e la riorganizzazione della
rete ospedaliera ancora all'esame
del ministero della salute.
La prima
è stata presentata da Marco Tedde di
Forza Italia, che da sempre
sollecita, insieme anche ad altri
partiti però di maggioranza: «I
diffusori devono essere distribuiti
gratuitamente a tutti i diabetici,
mentre finora ci sono state soltanto
delle false promesse». L'altra
invece dal Partito dei sardi, che è
in maggioranza, su che fine abbia
fatto la Rete ospedaliera votata
ormai mesi e mesi fa dal Consiglio
regionale». Per essere ancora più
chiari, quella di Forza Italia dai
più stata però letta come una
mozione di sfiducia mascherata nei
confronti dell'assessore alla sanità
Luigi Arru.
Il fatto. Però una
volta scoppiato il caso Aias, Arru
ha fatto sapere di prima mattina
che non sarebbe potuto essere in
aula perché impegnato nella vertenza.
Qualcuno nel centrosinistra,
sostengono diverse indiscrezioni, avrebbe
addirittura tirato un sospiro di
sollievo per l'improvviso impedimento
dell'assessore. Perché? Perché
quando in Consiglio regionale discutono
di sanità, c'è sempre il rischio che
la maggioranza cominci a ballare.
Figuriamoci nel caso di una
possibile mozione contro Arru. Così, vista
gli impegni dell'assessore, i
capigruppo hanno deciso di rinviare le
mozioni a settembre.La protesta.
Però la decisione non è piaciuta per
nulla ai consiglieri regionali di
centrodestra.
Prima hanno protestato
a lungo, poi occupato l'aula per una
buona mezz'ora in segno di
protesta ed erano pronti ad andare
avanti ad oltranza. Alla fine,
seppure tra mille difficoltà, il
compromesso è stato trovato. Le
mozioni saranno discusse questo
pomeriggio, presente l'assessore Arru,
e per lui la seduta rischia di non
essere una passeggiata. Anche se il
centrosinistra, che di mattina ha
convocato un vertice di maggioranza,
ha fatto sapere: «Mai accetteremo
processi sommari». (ua).
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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