lunedì 11 marzo 2019

ZEDDA, PER FARE IL LEADER SERVE STILE di LUCA ROJCH


La Nuova Sardegna

Il centro sinistra spera che fra 5 anni Massimo Zedda pesi molto di piu di Solinas. Che la sua stazza politica sia tale da trascinare la coalizione alla vittoria ma l'inizio sembra più sinistro che di sinistra. Il leader Massimo alla sua prima uscita da quasi consigliere regionale fa uno scivolone a destra. Prende di mira il peso del governatore Christian Solinas, e promette di fargli perdere qualche chilo. Che detta così richiama alla mente altre vette politiche come quando il presidente Usa Barack Obama era stato definito "abbronzato" dal premier di allora Silvio Berlusconi, che nel suo palmares vanta altre delicatezze come il crudele "più bella che intelligente" regalato a Rosy Bindi.

Negli Stati Uniti la lotta al body shaming, la derisione del corpo, è diventata una delle battaglie culturali più sentite. Ne è vittima una donna su due. E dal leader progressista ci si aspetta un altro stile e un altro pantheon politico di riferimento, un po' più alto delle battute da caserma. Ci si aspetta che Zedda si rifaccia più a Moro e a Berlinguer che alla dottoressa Tirone. Sia uno statista vero e non un guru Vitasnella. La diversità di un nuovo centrosinistra che vuole candidarsi a governare deve partire anche dallo stile.

Dal superamento della politica da ruttodromo che ha sdoganato il sovranismo. Più che dei chili di Solinas il leader dell'opposizione dovrà concentrarsi sulle tonnellate di cemento che potrebbero finire sulle coste se dovessero essere approvate leggi urbanistiche sbagliate. Del peso che i trasporti potranno avere sulle tasche dei sardi, e sull'economia turistica, se si punterà su politiche che non promuovano una crescita armonica dei tre aeroporti.

E su una rivoluzione dei collegamenti via mare, che faccia sentire i sardi meno prigionieri della loro isola. Il peso che conta è quello che il centrosinistra avrà in aula. Dovrà vigilare perché la controriforma della sanità non diventi una spartizione di poltrone. Perché i tanti progetti portati avanti dalla giunta Pigliaru non vengano cancellati, da Iscola alla politica sul lavoro.

Dalla formazione alle battaglie contro lo Stato che preleva in modo forzoso le risorse dei sardi. Zedda dovrà stanare il nuovo governatore sui temi chiave che non sono stati ancora affrontati in modo chiaro da Solinas. Come il nodo dell'energia, il progetto del metanodotto, lo spopolamento delle zone interne, la scomparsa dei servizi nei piccoli comuni. I temi sono infiniti, in un'isola dall'endemica economia in affanno.

E il peso del governatore non rientra tra questi. I peccati di cui il centrosinistra può accusare Solinas non sono di gola, ma nell'avere fatto diventare la Lega il primo partito del centrodestra. La stessa Lega che solo qualche anno prima proponeva di vendere la Sardegna per ripianare il debito dell'Italia. Inutile buttarla sul pingue profilo dell'avversario. La carne da mettere al fuoco della politica non manca. Zedda ha fatto il primo passo da leader, con la scelta di andare in consiglio regionale a guidare l'opposizione. Con coraggio ha dato anche le sue prime indicazioni su cosa deve fare il centrosinistra per continuare a costruire la sua crescita.

Parla di un'apertura ai 5 Stelle per le Comunali di Cagliari e Sassari. Disponibilità al dialogo che farà discutere, perché il Movimento sembra essere in caduta libera, già logorato dopo neanche un anno di governo. Ma il nuovo leader del centrosinistra in Regione apre già un dibattito dentro la coalizione e fa un discorso da leader maturo. Ecco perché con le affermazioni sui chili di troppo del proprio avversario Zedda dimostra di non essere fedele alla linea.


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