venerdì 1 settembre 2017

Quattro considerazioni in merito all'ultima pantomima della politica sarda. Di Andria Pili.



1) L'assessore Erriu parla del niente.

2) Ricordiamoci che, durante la Giunta di Ugo Cappellacci, il governo fece ricorso contro 26 leggi regionali http://consiglio.regione.sardegna.it/XVLegislatura/Leggi_impugnate.asp

La teoria del gombloddoh che inserisce quest'ultimo ricorso entro
una guerra fantasy tra la RAS e lo Stato cattivo non regge; c'entra molto un assetto statale regionale disegnato con i piedi, che dal 2001 ha scatenato oltre un migliaio di ricorsi alla Corte Costituzionale riguardanti dispute sulle competenze. Erano almeno 1500 nel 2015, con Toscana e Abruzzo tra le Regioni più implicate
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-04-27/tra-stato-e-regioni-contenzioso-tredici-anni-063506.shtml?uuid=ABlHvKWD

 Quindi la teoria non regge, perché la Repubblica sarebbe praticamente non più in piedi e la Toscana e l'Abruzzo le protagoniste di una lotta di liberazione nazionale. Nessun gombloddoh. Solo retorica pseudosardista a buon mercato.

Vi immaginate il CdM che si riunisce, con Gentiloni che fa:
"Aò regà! In Sardegna ce stà er governo sovranista. Ce stà er indipendentismo ar governo! Bisogna dare una lezione a sto Partito dei Sardi che minaccia l'Itaglia...famo un ricorso alla Consulta! Ce state!? Gliela famo?". Non mi pare probabile.

3) Dire che tutti i sardi dovrebbero unirsi in difesa della RAS - del Consiglio Regionale e della Giunta - per una questione di principio e al di là della questione di merito, in difesa della nostra sovranità, è una fesseria. Perché la legge impugnata è una merda; in particolare, è vergognoso proprio il passaggio incriminato sulla trasformazione degli usi civici al fine di dare un vantaggio all'industria neocoloniale e inquinatrice (permettere che Eurallumina possa ampliare il deposito dei fanghi rossi).

4) Non riesco a comprendere secondo quale logica politica l'indipendentismo uscirebbe favorito dal mostrare che gli spazi di autonomia potrebbero essere utilizzati per fare delle cagate; non capisco perché, in nome della sovranità sarda, sarebbe doveroso difendere il Consiglio Regionale più illegittimo e una delle Giunte più scadenti e impopolari della storia dell'autonomia.

In questo modo si dà soltanto credito a coloro che credono che essere sottomessi all'Italia sia una garanzia e una fonte di salvezza (Giorgio Todde scrisse un abominio simile proprio riguardo la questione ambientale, secondo cui lo Stato ci salverebbe dalla tendenza cementificatrice dei nostri politici).

Anche qui escono fuori due idee di indipendentismo: una reazionaria, per cui l'indipendentismo dovrebbe essere un progetto in cui l'attuale elite politica possa ridefinire il proprio potere sul popolo sardo; una emancipativa, che vuole l'indipendenza non solo contro lo Stato ma anche contro questa classe politica, al fine di realizzare delle politiche per la maggioranza dei sardi.

Andria Pili


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