venerdì 22 settembre 2017

Rassegna stampa 22 Settembre 2017

La Nuova

Pd-Fi-Lega-Ap pronti a votare il nuovo testo. No dei grillini: «È contro di noi» Nella proposta, 36% dei seggi con l'uninominale e 64% con il proporzionale Ecco il Rosatellum bis Verso un accordo a 4.

Si passa dalle parole ai fatti con il nuovo tentativo di legge elettorale: il relatore Emanuele Fiano, ha infatti depositato in commissione Affari costituzionali della Camera il cosiddetto Rosatellum 2.0, oggetto di indiscrezioni prima e di un confronto informale tra i gruppi poi. La mossa avviene dopo l'apertura di Fi e della Lega, che teoricamente assicurerebbero l'approvazione del testo sia alla Camera che al Senato. Questo al netto dell'incognita dei voti segreti nell'Aula di Montecitorio, il vero spauracchio, e del «niet» di Mdp.

Rabbia del M5s, che effettivamente potrebbe essere l'unico perdente, anche se nel MoVimento si scommette su un nuovo flop. Il testo, rispetto al proporzionale del Fianum, naufragato in Aula l'8 giugno scorso, introduce una quota di seggi uninominali maggioritari (231 pari al 36%), che incentivano le coalizioni, come ha sottolineato il relatore. Un elemento che ricompatta il Pd e la fronda degli «orlandiani» («sono fiducioso», ha detto Andrea Giorgis, l'esperto di
legge elettorale della minoranza Dem) ed anche quanti, in Campo Progressista e in Mdp, puntano a una coalizione con il Pd spostata più a sinistra.

L'auspicio a cui ha dato voce Michele Ragosta è però stato sovrastato dai giudizi negativi dei bersaniani, come Alfredo D'Attorre o Miguel Gotor. In effetti la soglia del 10% per una coalizione, rende rischiosa a Mdp una corsa insieme a Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e quindi gli ex Pd sarebbero indotti ad accordarsi con Renzi. La soglia bassa al 3% per i partiti che corrono da soli o in coalizione ha riappacificato Ap con il Pd: e l'incoraggiamento ad andare avanti è giunto dal capogruppo Maurizio Lupi. 

Sempre più aperturista Forza Italia, mentre Matteo Salvini ha detto che la Lega è pronta a votare il Rosatellum 2.0 dalla prossima settimana.Colpisce che i rappresentanti di Pd, Ap e Fi (Fiano, Lupi e Francesco Paolo Sisto) abbiano espresso lo stesso concetto: occorre una legge elettorale scritta dal Parlamento e non dalla Consulta, perché altrimenti la politica ne uscirebbe delegittimata.

Una idea che da una settimana viene ripetuta dal Quirinale, ed è proprio a partire da essa che i leader dei tre partiti si sono decisi a trovare un compromesso su una legge «che scontenta un pò tutti», come l'ha definita Sisto. Infatti, se Fi deve rinunciare al proporzionale, è pur vero che evita il listone unico con Lega e Fdi, a cui sarebbe stata costretta con l'Italicum. Ap rinuncia alle preferenze, ma incassa la soglia al 3%.

Anche Fdi, oggi meno tranchant con Ignazio La Russa, deve cedere sulle preferenze, ma ottiene la coalizione, così come la Lega. Chi ha un saldo solo negativo sembra il M5s: «Fi e Pd hanno fatto un inciucio per fermarci» ha detto Luigi Di Maio, mentre Danilo Toninelli ha preannunciato un ricorso alla Corte costituzionale, che sarebbe comunque inefficace prima del voto. In effetti il M5s, che non si coalizza con nessuno, con i collegi uninominali potrebbe prendere meno seggi rispetto a un proporzionale puro, specie in alcune Regioni, dove il centrodestra unito (soprattutto in Lombadia, Veneto, Puglia) o una alleanza di centrosinistra (regioni rosse, la stessa Puglia) sono molto più competitivi. Secondo i calcoli degli sherpa del Pd alle fine potrebbero esserci fino a 50 i seggi in meno per il Movimento.

La rabbia nel M5s è tanta, ma Toninelli ha dato voce a una speranza recondita, quella che il tentativo si concluda in un nuovo flop. «Alfano e Renzi non si metteranno d'accordo mai sui collegi» ha detto. Lo scenario potrebbe prendere corpo nei voti segreti, previsti dal regolamento della Camera. È un timore diffuso: «partendo facciamo un atto di fede» ammette Pino Pisicchio, presidente del gruppo Misto. Il timore è che si congiungano i voti dei partiti contrari (M5s e Mdp) a quelli dei peones di Fi e Pd candidati nelle Regioni dove invece il Rosatellum 2.0 li sfavorisce.

di Giovanni Innamorati



Sanità-Tra Regione e sindaci l'accordo ora è a un passo

CAGLIARI A furia di battere sull'incudine della riforma, i sindaci
sono riusciti a convincere il Consiglio regionale, o meglio la
maggioranza di centrosinistra, che «alcuni degli articoli è meglio
riscriverli per evitare che, in futuro, saltino fuori problemi e
incomprensioni sulla riorganizzazione degli ospedali». E il Consiglio
regionale, anzi la maggioranza, s'è lasciato convincere di buon grado,
perché in questo momento la strategia del dialogo è quella che tutti
vogliono e vanno cercando. Al termine di una riunione fiume, convocata
dal presidente della commissione sanità Raimondo Perra del Psi, è
stato raggiunto l'accordo che i prossimi emendamenti saranno scritti
di fatto a più mani.

L'accordo. Come sollecitato dal presidente
dell'Anci, Emiliano Deiana, sostenuto nel confronto da quello del
Comitato delle autonomie locali, Andrea Soddu, per primo sarà scritto
meglio l'articolo sull'apertura dei pronto soccorso negli ospedali
delle zone disagiate: Muravera, Sorgono, Isili, Bosa, La Maddalena e
Ghilarza. «Era già previsto che fossero in funzione 24 ore su 24 -
dice l'assessore Luigi Arru - ma se serve lo preciseremo meglio». Lo
stesso accadrà con l'articolo in cui per gli stessi ospedali sono
elencati compiti, funzioni e posti letto dei reparti di medicina e
chirurgia. Se per medicina generale, nella bozza licenziata dalla
commissione, è tutto chiaro, su chirurgia i sindaci avevano più di un
dubbi sull'organizzazione. L'accordo è stato raggiunto dopo questa
correzione volante: «Ogni reparto avrà i suoi posti letto e per quello
di chirurgia a stabilire il numero saranno i direttori delle Agenzie
sanitarie territoriali, ma comunque non saranno inferiori a tre o
cinque a seconda degli interventi chirurgici programmati». Poi, nel
confronto, sono stati affrontati i presunti o sicuri equivoci sul
ruolo che avranno gli ospedali di Lanusei, Tempio ed Alghero.

La conclusione è stata questa: Lanusei avrà di fatto le funzioni di primo
livello, con la conferma degli attuali reparti più qualcuno nuovo. Ma
per avere il titolo vero e proprio (che però sarebbe di fatto solo
un'etichetta, il conto giusto e da fare è invece sui reparti)
bisognerà trovare una soluzione che vada bene anche al ministero della
salute. Per Tempio sarà spiegato ancora meglio il ruolo che avrà
rispetto all'ospedale di Olbia e al futuro Mater. In ogni caso non
sarà subalterno a nessuno dei due e avrà la sua autonomia. Anche
Alghero sarà un primo livello nel limbo: dovrà aspettare che si
concluda il monitoraggio di sei mesi per ottenere la promozione. Nel
frattempo avrà un reparto di terapia semintensiva (per farla semplice
è appena un gradino sotto la rianimazione) e opererà in «piena
collaborazione» e quindi non sarà sottomesso all'ospedale capofila
della provincia di Sassari, che è l'Azienda universitaria.

ll caso Nuoro. Il consigliere regionale dei Rossomori, Emilio Usula, ha
insistito molto perché il San Francesco sia riconosciuto nella mappa
come «snodo principale del terzo polo sanitario, quello della Sardegna
centrale». Qualche sindaco ha dato man forte alla richiesta, sostenuta
tra l'altro con quanto avrebbe deciso la Puglia per i suoi ospedali in
deroga alle direttive del ministero. Però è difficile che alla fine al
San Francesco possa essere riconosciuto - com'è scritto ora nella
bozza - qualcosa in più del primo livello ma che comunque sarà «molto,
molto potenziato», ha confermato l'assessore Arru.Punti nascita. Il
sindaco di La Maddalena, Luca Montella, ha insistito molto su quello
del Merlo. Riaprirlo sarà impossibile visto che il ministero non ha
concesso neanche una deroga alle strutture con meno di 100 parti in un
anno, com'è quello di La Maddalena. Però la Regione ha assicurato che
con l'elisoccorso e l'Agenzia delle emergenze-urgenze a regime, è
questioni di mesi, tutti gli standard di sicurezza saranno comunque
garantiti.I tempi.

La conferenza dei capigruppo ha confermato che la
riforma comincerà a essere discussa martedì prossimo. Poi ci saranno
due giorni per presentare gli emendamenti. A quel punto prima di
diventare ufficiali le correzioni dell'ultim'ora saranno riproposte
alla delegazione dei sindaci e concordate. «Com'è giusto che sia - ha
sottolineato il capogruppo del Pd Pietro Cocco - nel momento in cui
abbiamo scelto la strada del dialogo». Detto della prima parte del
calendario, il dibattito in aula e sarà articolo per articolo,
emendamento per emendamento comincerà martedì 3 ottobre, con
addirittura una settimana d'anticipo sulle previsioni. (ua)


Unione Sarda

Confronto in Consiglio. Rete ospedaliera, nuove aperture Sindaci in attesa

Nuove aperture alle esigenze dei territori a pochi giorni dall'approdo
in Aula della riforma della rete ospedaliera. L'ultima risale a ieri,
in occasione della riunione congiunta tra commissione Sanità,
capigruppo consiliari, Anci, governatore e assessore alla Sanità.
Le proposte dei sindaci saranno valutate sia nella fase di
presentazione degli emendamenti (entro il 29 settembre) che in quella
di discussione in commissione prevista il 3 ottobre alle 10. E
comunque prima dell'entrata in Consiglio per l'esame dell'articolato
in programma, sempre il 3 ma alle 16. La strategia che accontenta
tutti è stata proposta dal capogruppo dem, Pietro Cocco, e dal numero
uno dell'Anci, Emiliano Deiana. Che ha sollecitato ancora una volta
una riflessione sul ruolo delle strutture ospedaliere nelle zone
svantaggiate, il mantenimento dei presidi chirurgici e delle unità di
pronto soccorso. Ieri il Consiglio ha approvato una variazione di
bilancio da 148 milioni: 117 copriranno il deficit delle Assl. (ro.
mu.)

QUARTU - Paola Lai scrive al capogruppo Dem Marco Piras e minaccia querele
Scontro tra la segretaria comunale e il Pd

La segretaria generale del Comune parte al contrattacco dopo le accuse
del capogruppo Pd Marco Piras. Il leader della squadra Dem ha
sostenuto di aver avvisato, prima della seduta nella quale è stato
approvato il Rendiconto, che la maggioranza non avrebbe avuto i numeri
necessari per una regolare approvazione e di aver inviato al
segretario generale e al presidente del Consiglio un messaggio di
posta elettronica certificata. Ma le lamentele a suo dire non erano
state ascoltate e i lavori in Aula erano andati avanti. Ora arriva la
smentita della segretaria generale Paola Lai: «Dopo una verifica
all'ufficio protocollo», scrive al capogruppo Pd, «ho potuto
constatare che nessuna Pec a sua firma è stata trasmessa alla
scrivente e al presidente del Consiglio tra il primo e l'8 settembre».
Non basta, perché Lai nella lettera chiede a Piras di trasmettere
entro oggi le prove di quanto dichiarato: in caso contrario si riserva
di «esperire le più opportune azioni a tutela del mio decoro e onore
professionale e personale».

Nelle tensioni per la seduta contestata, in cui la maggioranza ha
approvato il Rendiconto, si è inserito anche l'ex sindaco Gigi Ruggeri
che ha annunciato di aver chiesto formalmente al prefetto la testa
della segretaria generale, considerandola responsabile del pasticcio.
La linea adottata dall'amministrazione comunale è quella di riportare
in Aula martedì il bilancio consuntivo e approvarlo prima che possano
intervenire ricorsi o la Regione possa decidere di defenestrare
Delunas e spedire in Comune un commissario.
M. Z.

SELARGIUS

SELARGIUS. Gigi Concu completa la sua squadra: «Sono soddisfatto»
Ecco gli altri tre assessori: due conferme e una novità

Due conferme e una new entry: la Giunta selargina è finalmente al
completo. Dopo quasi tre mesi dalle elezioni, l'esecutivo di piazza
Cellarium si amplia. Sulle tre poltrone sino a ieri vuote partiti
delle coalizione hanno trovato l'accordo, sigillato dal benestare del
sindaco Gigi Concu: «Posso dire con assoluta convinzione che sono
soddisfatto delle scelte fatte», commenta. «Si tratta di persone
valide e preparate che certamente daranno tanto a Selargius».
BILANCIO E PERSONALE Riconferma e promozione per Sandro Porqueddu,
consigliere dell'Udc: riprende le redini dell'assessorato al Bilancio
e al Personale (dopo l'esperienza conclusa nella precedente
legislatura Cappai) e conquista anche la delega dell'attuazione del
programma di mandato del sindaco. Un salto in avanti che è andato
oltre le indiscrezioni che che lo davano già per certo tra le poltrone
della Giunta di piazza Cellarium.

ATTIVITÀ PRODUTTIVE Pronostici stravolti in casa Sardegna 20Venti, che
lascia in Consiglio gli esponenti di partito Pierpaolo Ambu e Giuliano
Palmieri, tra cui si prospettava un faccia a faccia per la conquista
della poltrona in Giunta, ma grazia l'ex assessora alla Cultura
Roberta Relli. Bocciata dal popolo nelle elezioni di giugno, rientra
in scena per volere politico. E ottiene l'assessorato alle Attività
produttive, Sviluppo economico e Turismo.

LA NEW ENTRY Salto di qualità per Alessandro Aghedu, consigliere dei
Riformatori. Va a lui l'assessorato alla Cultura, Sport, Spettacolo e
al Decentramento. Oltre al titolo di assessore più giovane: ha 35
anni. «Come annunciato in campagna elettorale, ho deciso di assegnare
una delega a un abitante di Su Planu», sottolinea il primo cittadino:
«Per l'impegno che in tutti questi anni ha profuso nel quartiere credo
la nomina di Aghedu fosse doverosa».

RIEPILOGO Le deleghe all'Urbanistica e all'Igiene restano ad interim
al sindaco che, fatta eccezione per le tre nuove nomine, sarà
affiancato per i prossimi cinque anni da Fulvia Perra (assessora ai
Servizi Sociali, in quota Forza Italia), Gabriella Mameli (esponente
dei Riformatori, vicesindaca e assessora i Lavori pubblici) e Gigi
Gessa (esponente di Forza Italia e record assoluto di preferenze) , a
capo dei Servizi tecnologici, Manutenzione strade, Viabilità, Arredo
urbano e Parchi. L'esecutivo è al completo.
Sara Marci

Rallentate le primarie online del M5S: piattaforma in tilt
Nuova legge elettorale, piace il “Rosatellum bis”

ROMA Ecco a voi il Rosatellum bis: prevede un sistema elettorale
misto, in cui la distribuzione dei seggi è per il 36 per cento
maggioritaria e per il 64 per cento proporzionale. Potrebbe essere
questa la nuova legge elettorale su cui Pd, Forza Italia, Lega e Ap
potrebbero trovare un accordo. Il deputato dem Emanuele Fiano ha
ufficialmente depositato in commissione Affari costituzionali della
Camera il testo della proposta.

IL SISTEMA In particolare, 231 seggi alla Camera e 102 seggi al Senato
verrebbero assegnati attraverso collegi uninominali con formula
maggioritaria, in cui vince il candidato più votato. L'assegnazione
degli altri seggi, invece, avverrebbe con metodo proporzionale,
nell'ambito di collegi plurinominali. In questo caso sono previsti dei
listini molto corti, con un minimo di due e un massimo di quattro
candidati. Il voto è unico e non è prevista la possibilità del voto
disgiunto.

SBARRAMENTO Il nuovo Rosatellum (dal nome del capogruppo dei deputati
pd alla Camera Ettore Rosato), depositato anche al Senato, prevede
anche uno sbarramento al 3 per cento per le singole liste e al 10 per
cento per le coalizioni.

LE PRIMARIE M5S Ieri è stato anche il giorno delle primarie on line
per il Movimento 5 stelle. Non sono mancati gli intoppi, come i
rallentamenti della piattaforma Rousseau, grazie alla quale gli
iscritti hanno scelto il candidato premier e capo politico del
movimento per le prossime elezioni politiche. I problemi che hanno
spinto il movimento (come comunicato dal blog di Beppe Grillo) a
posticipare il termine per le votazioni dalle 19, come previsto
inizialmente, fino alle 23. I risultati saranno resi pubblici sabato.

Allarme tra i lavoratori della zona rossa: «Non respiriamo più»

Le scuole sono chiuse, gli uffici no. A pochi metri dalla terra dei
fuochi nel centro di Quartu, intorno allo spicchio di parco che
sprigiona fumo tossico e riempie l'aria con un odore acre, si continua
a lavorare. Affollati gli ambulatori della Asl e la sala d'aspetto del
Centro lavoro della Provincia in via Bizet dove ieri i dipendenti
hanno preso una decisione di gruppo: andare dal medico per capire gli
effetti che le esalazioni hanno sulla loro salute. «Così non possiamo
andare avanti - racconta Ugo Pisano, uno degli impiegati -.

Le stanze sono sature di questa puzza e non serve a nulla tenere chiuse le
finestre. Non possiamo nemmeno accendere l'impianto di condizionamento
perché l'odore sarebbe ancora più forte». Dai balconi si vede
chiaramente la colonna di fumo che si alza dalla discarica. «Molti di
noi - aggiunge Pisano -, continuano a stare male. Quasi tutti abbiamo
bruciori agli occhi, lacrimazione, tosse e bruciore alla gola. In
queste condizioni è difficile lavorare. Abbiamo deciso di andare dai
nostri medici di famiglia per capire cosa ci stia succedendo e quanto
possa essere dannoso quello che stiamo respirando».

UNO STRATO DI ARGILLA L'odissea non è ancora finita. La soluzione per
risolvere il problema è stata trovata, ma servirà del tempo per
metterla in pratica. Ieri mattina il sindaco di Quartu Stefano Delunas
e il direttore del parco Carlo Papoff hanno effettuato un sopralluogo.
Con loro anche il vice sindaco Paolo Passino, i tecnici del parco e i
vigili del fuoco: una fase decisiva per individuare le condizioni
migliori per creare la pista di avvicinamento alla spianata che brucia
e consentire il passaggio dei camion che dovranno trasportare la terra
per soffocare gli incendi che covano nel sottosuolo. La discarica sarà
sepolta sotto uno strato di argilla e terra buona per mettere fine
alle esalazioni dei fumi prima che possa iniziare la bonifica.
IL CALENDARIO Al direttore Papoff il compito di stilare il

cronoprogramma. Oggi alle 12 saranno aperte le buste per individuare
la ditta che dovrà occuparsi dell'intervento, mentre sabato
cominceranno i lavori preparatori che proseguiranno anche domenica. I
lavori inizieranno lunedì con la realizzazione di una strada che
consenta l'accesso ai mezzi. Subito dopo si procederà allo spegnimento
dei roghi grazie alla copertura che sarà poi rimossa al momento della
bonifica.

Questo pomeriggio si riunirà di nuovo il Coc (centro operativo
comunale) per fare il punto con le ditte appaltatrici. All'incontro
dovrebbero partecipare anche i dirigenti delle scuole che si trovano
nella zona rossa per valutare se ci siano le condizioni per chiudere
altri istituti, oltre a quelli già inseriti nell'ordinanza del
sindaco.

L'APPELLO DEGLI AMBULANTI Resta da risolvere il problema del mercatino
di via Della Musica. Mercoledì gli operatori hanno allestito le
bancarelle in condizioni proibitive proprio a causa del fumo e hanno
dovuto fare i conti con il calo di clienti perché in tanti hanno
preferito stare alla larga. Per questo ieri, il presidente di Anva
Confesercenti, Marco Medda, ha inviato una lettera al sindaco e al
dirigente delle Attività produttive con la quale chiede una nuova area
per lo svolgimento del mercato.

«La situazione sanitaria che si è
venuta a creare in questi ultimi giorni» scrive Medda «rischia di far
venire meno lo svolgimento del mercato su area pubblica in quanto i
fumi e le esalazioni rendono l'aria irrespirabile sia per gli
operatori che per i clienti». Per questo, al fine di evitare la
sospensione del mercato «vogliamo proporre aree alternative nelle
quali allestire le bancarelle, come via Fiume, via San Benedetto o via
Manara, da adibire a mercato fino a risanamento dell'area attorno al
parco di Molentargius».
Giorgia Daga

Via Scarlatti

Chiude la terza scuola: cancelli sbarrati al liceo artistico Brotzu

Dopo via Turati e via Palestrina, il Comune chiude anche il liceo
artistico Brotzu in via Scarlatti. L'ordinanza del sindaco Stefano
Delunas è arrivata nel pomeriggio di ieri: l'istituto scolastico si
trova in piena zona calda, all'interno del raggio di mezzo chilometro
dalla discarica sotterranea di Molentargius che da settimane sta
sprigionando fumi tossici.

E nuovi provvedimenti potrebbero arrivare oggi: «Abbiamo inoltrato una
richiesta alla Asl perché sia effettuato un sopralluogo per verificare
la situazione nelle scuole di via Pizzetti e via Allegri, nonostante
si trovino oltre il raggio di 500 metri dalla discarica», spiega
l'assessore comunale alla Pubblica istruzione Elisabetta Cossu.
La richiesta di approfondire le attuali condizioni della zona intorno
a via Pizzetti è arrivata direttamente dal dirigente scolastico. Nel
caso di via Allegri invece è stato il comitato “No diossina” a farsi
portavoce della preoccupazione di alcuni genitori, che lamentavano il
forte odore di plastica bruciata nella scuola. Il problema è stato
sollevato anche in Consiglio comunale dalla consigliera del Pd Tecla
Brai.
G. Da.

Il Comune dà il decalogo a ottomila residenti nella zona dei fuochi
«Tenete chiuse le finestre e non state all'aperto»

Porte e finestre sbarrate, divieto di restare a lungo per strada e
animali domestici chiusi in casa. L'odore insopportabile che da giorni
sta infestando Quartu ha spinto il sindaco Stefano Delunas a firmare
un'ordinanza con rigide prescrizioni che migliaia di quartesi dovranno
rispettare nel raggio di 500 metri dal luogo dell'incendio sulle
sponde dello stagno di Molentargius, in località Su Idanu, dietro il
market MD di viale Marconi.

LA SITUAZIONE Non si sa ancora quanto ci vorrà per spegnere il rogo e
se i fumi che arrivano dal sottosuolo siano tossici, ma nel frattempo
si è deciso di far scattare l'emergenza. «In attesa dell'esito delle
analisi chieste all'Arpas mi auguro che ci sia attenzione da parte dei
cittadini, ma anche pazienza perché è un problema annoso che si sta
cercando di risolvere con urgenza per la settimana prossima - commenta
il sindaco Stefano Delunas - ce la stiamo mettendo tutta, ben sapendo
i sacrifici che comporta questa situazione per i cittadini».

LA RELAZIONE Il dipartimento di Prevenzione-servizio Igiene e Sanità
pubblica della Asl ha verificato la situazione con un sopralluogo e ha
preparato una relazione allarmante, alla base dell'ordinanza del
sindaco. «Tenuto conto della genericità dei rifiuti ardenti, della
storicità del deposito per il quale non può essere esclusa la presenza
di tipologie di rifiuti interrati tossici/nocivi e pericolosi, della
diffusione dei fumi anche sulle pubbliche vie», si legge nel rapporto
dei tecnici Asl che indicano le prescrizioni da seguire «a titolo
precauzionale, in considerazione della potenziale sintesi di sostanze
prodotte durante la combustione dannose per la salute dell'uomo
(benzene, diossine, anidride carbonica, monossido di carbonio,
eccetera)».

L'ORDINANZA Il sindaco ha quindi indicato regole rigide a chi vive e
lavora in un raggio di 500 metri dall'incendio, una zona che comprende
quartieri densamente abitati ma anche il centro provinciale per il
lavoro, una casa di cura e gli uffici dell'Asl. Insomma più o meno
ottomila persone. «L'ordinanza non vieta di transitare in quell'area
ma chiediamo la massima collaborazione e tanto buonsenso - conclude
Delunas - abbiamo chiuso le scuole, chi può tenga i bambini lontani da
lì e chi ci abita cerchi di tenerli dentro casa».

Ecco le indicazioni
dettagliate fornite dal Comune: «Biancheria, erbe aromatiche coltivate
in vaso e quant'altro utilizzabile a scopo alimentare, giocattoli,
animali domestici presenti negli spazi interessati dall'intervento o
prospicienti ad essi, dovranno essere confinati all'interno degli
edifici; gli infissi esterni dovranno essere tenuti chiusi; divieto di
stazionamento prolungato all'aperto di persone e animali; divieto di
commercializzazione e consumo di ortaggi, frutta, eccetera,
eventualmente coltivati in terreni ricadenti all'interno dell'area
interessata». Ecco i confini: «Nord, via Marconi prossimità centro
commerciale le Vele; ovest, via Turati e via della Musica sino a via
Parini; est, via Mercadante da via Parini a via Turati, via Turati
sino a via Marconi, via Fermi sino a via Galvani e via Galvani; sud,
strada comunale Molentargius e via Parini da via Della Musica a via
Mercadante».
Marcello Zasso
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Federico Marini
skype: federico1970ca


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