martedì 19 settembre 2017

Rassegna stampa 19 Settembre 2017


In Danimarca il 13% del fatturato turistico arriva dal cicloturismo. In Germania alcune regioni, Munsterland in testa, arrivano al 30%. Un dato simile a quello della città di Bolzano, non a caso la città italiana più tedesca. La Sardegna, terra baciata dalla natura, per ora dalla bike economy raccoglie solo 20,5 milioni, come certifica uno studio di Legambiente, ma punta ad arrivare agevolmente a 137 milioni, come stima uno studio della facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari allegato al Piano delle ciclovie regionali, 42 itinerari lunghi tra 2000 e 2700 chilometri finanziati dalla Regione, per ora, con cinque milioni di euro sui 201 necessari.

METÀ DELLE BICI IN GARAGE Secondo lo studio, il 50% dei sardi – poco meno di 830 mila persone - ha una bici in casa ma sono solo 13mila coloro che la usano abitualmente per andare al lavoro, a scuola o all'università, lo 0,8% dei residenti. Il numero sale a 60mila, il 3,5% se si parla di uso costante (almeno una volta alla settimana) per motivi sportivi o ricreativi. E sono oltre 1,1 milioni - secondo lo studio dell'ateneo cagliaritano - i turisti potenziali che potrebbero essere attratti dalle ciclovie della Sardegna.

LA CULTURA DELLA BICI In attesa degli sviluppi c'è una certezza: la cultura della bici è cresciuta e per capirlo basta guardarsi intorno: persone di ogni età popolano le piste ciclabili, i sentieri delle campagne. E non è un caso che i negozi che vendono bici, i produttori e i manutentori si siano moltiplicati da Nord a Sud, così come i servizi di bike sharing, offerti oggi da 15 Comuni. I dati rielaborati dall'osservatorio Confartigianato Sardegna su dati Istat e Sharing Mobility rilevano 60 imprese e 200 addetti che si occupano di bici attraverso fabbricazione, manutenzione e riparazione.

«Notiamo con favore che da due anni Regione e Comuni hanno deciso di investire sulla mobilità sostenibile. Questo è un importante segnale di attenzione verso un settore ancora marginale ma di alta specializzazione e in crescita costante», rileva Stefano Marini, segretario regionale dell'organizzazione che rappresenta parte degli artigiani sardi. BENE GLI ULTIMI 5 ANNI «L'incremento è in atto da 15 anni ma negli ultimi cinque se ne parla di più», spiega Giovanni Pistidda, ex ciclista, negozio e azienda di produzione di bici personalizzate a Quartucciu. 


«I nuovi clienti sono di tutti i generi: dal ragazzino all'ultrasesessantenne che va in pensione e si compra la bici o gli viene regalata dai colleghi». A crescere maggiormente è stato anche l'uso sportivo della bici e ciò ha favorito la nascita di aziende e associazioni che promuovono l'escursionismo o organizzano gare in Sardegna, nella Penisola o all'estero. Non a caso, rileva Pistidda, «il segmento che cresce di più è quello delle bici personalizzate che costano da 800 euro in su se si tratta di mountain bike e da 2200 euro per le bici da strada».

GRANDI POTENZIALITÀ È un settore ricco di opportunità, come rileva Legambiente che ha creato il Pib, Prodotto interno della bici. Un indicatore che, sulla scia del Pil (Prodotto interno lordo), calcola i benefici del settore sul piano economico, sociale, ambientale, sanitario. «La Sardegna è in coda ma ha enormi margini di crescita sia in termini turistici che di mobilità», rileva Vincenzo Tiana, presidente regionale dell'associazione ambientalista. «Il bike sarin è contemplato ormai nel contesto più generale della mobilità integrata
e non è un caso che il servizio cagliaritano sia gestito dal Ctm, l'azienda che gestisce gli autobus del capoluogo. Così come le 42 ciclovie progettate dalla Regione (oggi ci sarà la presentazione ufficiale) saranno gestite dall'Arst, l'azienda che trasporta i sardi che viaggiano in pullman».

«IL TERRITORIO SI ORGANIZZI» A realizzare il piano della Rete regionale degli itinerari ciclabili della Sardegna sono stati gli ingegneri di Arst e Cirem, il Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità diretto da Italo Meloni. «Non si tratta solo di un progetto di rete ciclabile ma un progetto territoriale che vuole favorire un modo diverso di fruire della Sardegna», spiega il docente. «Significa che possiamo fare tutte le infrastrutture che vogliamo, ma occorre che il territorio si organizzi per diffondere economia, cioè offrire ai ciclisti non solo servizi ma anche prodotti locali». Insomma, non si tratta solo di costruire itinerari ma di inventare un prodotto turistico.
Fabio Manca


La Nuova
 
A Fiuggi le due anime azzurre: toccherà a Berlusconi mettere pace tra
Cappellacci e Cicu I forzisti sardi tutti da Tajani ma restano divisi
 
CAGLIARI
Le due anime di Forza Italia, in Sardegna, erano presenti - ma certo
non erano sedute vicino - alla convention organizzata a Fiuggi dal
presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e che di fatto ha
sancito il ritorno in campo, «sarò io il candidato del centrodestra
nel 2108» di Silvio Berlusconi. Una notizia salutata con entusiasmo da
tutti i forzisti, ma commentata con comunicati diversi dai portavoce
delle due correnti. Da quella capeggiata dall'ex governatore e attuale
coordinatore regionale Ugo Cappellacci e dall'altra in cui i
personaggi di spicco sono l'eurodeputato Salvatore Cicu e i due
vicecapogruppo in Consiglio regionale Marco Tedde ed Alessandra
Zedda.Cappellacci. 
 
Per l'ex presidente della Regione: «Da Fiuggi
Berlusconi ha lanciato la sfida dell'innovazione e di un'Italia più
moderna a Renzi, al clone dell'ex premier, Paolo Gentiloni, e al finto
nuovismo dei grillini, che si presentano con un certo Di Maio, che per
sembrare uno statista indossa la giacca doppiopetto ma interpreta
invece quel giovanilismo da cazzeggio che di fatto è un insulto per
tutti i ragazzi impegnati a ritagliarsi un ruolo nella vita». Per
Cappellacci l'annuncio del rientro in campo di Berlusconi è «il
ritorno di un leader che si presenta con un programma chiaro e
vincente dal fisco alla sicurezza, passando per il Sud». L'auspicio di
Cappellacci è che «la Corte di giustizia europea restituisca a
Berlusconi la piena agibilità politica strappatagli
ingiustamente».Tedde e più. 
 
A firmare il secondo comunicato stampa
sulla tre giorni di Fiuggi è Marco Tedde, che nelle prime righe
ricorda di aver partecipato insieme all'eurodeputato Cicu e ad
Alessandra Zedda. «Sono stati giorni di lavoro intenso - scrive il
consigliere regionale - in cui sono stati approfonditi tutti i temi
dell'agenda politica. Abbiamo discusso soprattutto di lotta al
terrorismo, di giovani e donne, di economia e lavoro che da sempre
sono al centro del programma di Forza Italia». 
 
Per concludere: «La tre
giorni è stata conclusa da un Silvio Berlusconi in gran forma, che ha
spaziato su tutti i temi più urgenti da risolvere per un rilancio
immediato dell'Italia. Berlusconi ha di fatto messo le basi del
programma che accompagnerà il centrodestra in campagna elettorale.
Quel centrodestra unito che gli ultimi sondaggi danno per favorito».
Ma in Sardegna le due anime di Forza Italia continuano a essere divise
o almeno lo saranno fino a quando mettere fine d'imperio alla diatriba
sarà come sempre il Cavaliere.
 
M5S, resta l'unico big fra 8 candidati: si sfila anche Di Battista. E
intanto Saviano lo sfida.. No di Fico, Di Maio corre da solo
Cotti: non dico chi voto. Wheeler: Di Battista agli Esteri
di Alessandro Pirina
 
SASSARINel Movimento sardo nessuna traccia di malumori a 5 stelle.
Parlamentari e amministratori appoggiano la linea Di Maio e si
apprestano a sostenere il vicepresidente della Camera nella corsa
senza sorprese verso la candidatura a Palazzo Chigi. L'assenza di
Fico, Di Battista e degli altri big non sembra essere un problema. «È
già il concetto di big che non esiste, è una cosa creata dai
giornalisti - dichiara il senatore Roberto Cotti -. Ci sono persone
validissime anche tra quelle meno conosciute. 
 
Io per esempio non ho
ancora visto chi sono gli altri candidati, ma la cosa non mi
preoccupa. Fico e Di Battista non sono gli unici a poter competere con
Di Maio, del quale ho massima fiducia, mi va benissimo». Cotti,
dunque, appoggia Di Maio come candidato premier. «No, non dirò se lo
voterò e chi voterò - dice il senatore cagliaritano -. Anzi, vorrei
che tutti i parlamentari facessero lo stesso perché non è giusto che
noi influenziamo i nostri elettori. Al di là di questo prevedo che
vincerà Di Maio e sarò contentissimo di questo». Anche se indagato per
diffamazione. «La nostra regola è che non bisogna essere condannati in
primo grado, ma essere iscritti nel registro degli indagati non può
essere una discriminante. 
 
Altrimenti basterebbe che un avversario
denunciasse uno del Movimento per diffamazione con il solo obiettivo
di fargli saltare la candidatura. Cosa diversa è se uno viene beccato
con le mani nel sacco». Parole che collimano con quelle di Sean
Wheeler, il sindaco a 5 stelle di Porto Torres, che annuncia il suo
appoggio a Di Maio. «Io finora non ho parlato con nessuno, ma Luigi lo
vedo ben proiettato in quel ruolo. Sarà un ottimo premier. E tutti gli
altri lo potranno affiancare in altri posti di prestigio. Di Battista
agli Esteri non sarebbe una cattiva idea. Anzi». Wheeler sposa la
candidatura del vicepresidente della Camera e attacca Berlusconi che
lo ha definito «una meterorina». «Ma come si permette? - domanda il
sindaco di Porto Torres -. 
 
Luigi è un giovane che ha fatto esperienza,
è il vicepresidente della Camera, è un candidato di fronte al quale
gli altri papabili hanno fatto un passo indietro. Da Berlusconi ci
vorrebbe più rispetto». E su Roberto Saviano pronto a sfidare Di Maio
nella corsa alla premiership, Wheeler parla «di una provocazione da
parte di uno che in passato ha criticato aspramente il Movimento 5
stelle. Ma se vuole veramente candidarsi fa bene a proporsi. Nessuno
glielo impedisce, chissà cosa ne verrà
 
 
Ospedali, il Pd apre ai sindaci: «Ma senza stravolgere la riforma»
Nel vertice ristretto l'assessore Arru non esclude qualche modifica al
testo sulla rete
 
Sulla rete ospedaliera si cercherà di venire incontro alle richieste
dei territori, ma senza stravolgere il testo originario. È il
risultato ottenuto nel primo di una serie di incontri incrociati nella
settimana dedicata alla riforma. Ieri pomeriggio c'è stata una
riunione ristretta, organizzata dal comitato Sanità del Pd. L'impegno
dell'assessore dovrà andare di pari passo a un'operazione verità sulla
rete ospedaliera che continua a far ribollire gli animi dei sindaci.
Sia quelli che rappresentano i territori periferici che quelli delle
città più grandi, primo fra tutti quello di Cagliari, Massimo Zedda,
che continua a ribadire la necessità di avere certezze su alcuni
ospedali cittadini.
 
LA RIUNIONE Alla riunione del comitato, coordinata dal segretario
Giuseppe Luigi Cucca, hanno preso parte i componenti Gigi Ruggeri,
Rossella Pinna, Giuseppe Frau, Roberto Pili e Mario Pala, e sono stati
invitati a partecipare l'assessore alla Sanità Luigi Arru, i sindaci
di Cagliari e di Sassari, Massimo Zedda e Nicola Sanna, il presidente
dell'Anci Sardegna, Emiliano Deiana. Ha rinunciato all'incontro il
sindaco di Nuoro e presidente del Cal, Andrea Soddu: «Preferisco, come
presidente del Consiglio delle autonomie locali, confrontarmi con
l'istituzione e non con una piccola parte politica».
 
LE TAPPE Per il segretario Cucca qualche passo avanti è stato fatto:
«L'apertura dell'assessore è da cogliere come un'opportunità per
migliorare il provvedimento, grazie agli emendamenti che potranno
essere presentati entro il 27 di questo mese». Dunque la riforma si
può ancora cambiare: certo non stravolgere, ma è possibile venire
incontro a qualche richiesta. Tenendo fede però al decreto
ministeriale rispetto al quale «sono state concesse già numerose
deroghe», ha precisato Arru.
 
LE SPINE Gli ospedali periferici e il loro potenziale sono uno dei
temi sui quali la riforma si è arenata. In teoria l'operazione verità
proposta al termine dell'incontro dovrebbe servire a colmare un
difetto di comunicazione sul destino di questi presìdi. Il Partito
democratico venerdì prossimo si riunirà a Oristano per assumere una
posizione unitaria sulla riforma e, in questi giorni, organizzerà
incontri nei territori per informare meglio le comunità.
 
IL TIMER Non c'è molto tempo perché la riforma martedì prossimo
comincerà l'iter in Consiglio regionale, e affrontare la discussione
senza la battaglia fuori dal Palazzo sarebbe meno rischioso. Anche
perché non mancano le tensioni all'interno della maggioranza, dove
soprattutto il Partito dei sardi è sul piede di guerra e altri
consiglieri protestano sulle lungaggini per la nomina del direttore
generale dell'Areus (Azienda per l'emergenza-urgenza).
 
GLI APPUNTAMENTI La settimana di mediazione prosegue con la riunione
di domani pomeriggio della maggioranza. Giovedì, invece, altra seduta
della commissione Sanità, con il presidente Pigliaru, l'assessore Arru
e l'Anci.
 
L'ATTACCO Il coordinatore di Forza Italia, Ugo Cappellacci, punta il
dito contro la Giunta: «Stanno attuando un disegno scellerato, una
sanità che costa molto di più per offrire molto di meno al cittadino».
Matteo Sau
 
Eliminati oltre duemila voli. La compagnia rischia di pagare 35
milioni di risarcimenti. Ryanair, caos nei cieli europei
Cancellazioni e 400mila persone a terra: per ora l'Isola è salva
 
Il piano di cancellazioni messo in piedi da Ryanair ha un vago sapore
di roulette russa: per ora sono stati eliminati con un tratto di penna
dai 40 ai 50 voli al giorno, oltre duemila da qui a fine ottobre, ma
finora i proiettili impazziti hanno risparmiato l'Isola. Nella lista
pubblicata ieri notte dalla compagnia irlandese non c'è nessuna rotta
sarda. «È chiaramente un disagio ma avviene in un contesto in cui
gestiamo oltre 2.500 voli ogni giorno: è un problema abbastanza
contenuto anche se questo non cancella gli inconvenienti che abbiamo
causato ai viaggiatori», ha spiegato ieri l'amministratore delegato
della compagnia Michael O'Leary, nel corso di una conferenza stampa.
Intanto il titolo in borsa perde l'1,9 per cento nel giro di poche
ore. E il programma di tagli diventa un caso politico.
 
LE PROTESTE Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, dal
palco della Festa nazionale del Pd a Imola ha definito «molto grave»
la situazione che si è creata dopo l'ondata di cancellazioni. «Sono
stati provocati gravi disagi ai nostri cittadini, quindi noi
pretendiamo un rispetto assoluto dei diritti del passeggero. Ho
chiamato Enac perché vi sia massima vigilanza: questo significa
rimborsi completi, riprogrammazione dei voli e anche le compensazioni,
cioè le multe per i disagi creati. L'ente ha garantito che si avrà
massima vigilanza nei prossimi giorni, seguiamo l'evoluzione, ma non
possiamo fare sconti a nessuno con un disagio così grande».
E proprio l'Enac, con una nota diffusa ieri sera, ha spiegato che al
momento «non si stanno verificando problemi di operatività negli
aeroporti italiani» e che nelle prossime ore vigilerà «non solo in
merito alla restituzione del costo del biglietto, ma anche
all'eventuale pagamento della compensazione pecuniaria, laddove
dovuta, da parte della compagnia ai passeggeri coinvolti».
 
Secondo le prime stime sarebbero circa 400mila le persone coinvolte da
«uno dei peggiori disservizi nella storia dell'aviazione civile», come
lo ha definito il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi,
componente della commissione Trasporti della Camera.
I MOTIVI Ma perché Ryanair ha deciso di cancellare il 2 per cento dei
suoi collegamenti quotidiani? La colpa, hanno spiegato i vertici della
compagnia low cost, è di un nuovo meccanismo di pianificazione delle
ferie dell'equipaggio dei Boeing. 
Il programma delle vacanze dei
piloti fino ad ora andava dal primo aprile al 31 marzo di ogni anno.
Adesso invece l'ente che controlla l'aviazione irlandese - a cui fa
riferimento Ryanair - ha imposto il passaggio al calendario gregoriano
(da gennaio a dicembre) e il periodo di transizione in corso proprio
in queste settimane ha costretto il vettore a rivedere i piani di
smaltimento ferie, concentrandole in pochi giorni. Così l'azienda si è
trovata in difficoltà: a volte è quasi impossibile comporre gli
equipaggi. La conseguenza: cancellazioni su cancellazioni, e pazienza
per i passeggeri.
 
I RIMBORSI La compagnia low cost rischia di pagare risarcimenti per
oltre 35 milioni di euro. Secondo i regolamenti dell'Unione europea,
Ryanair dovrà offrire il rimborso completo dei biglietti non
utilizzati. In alternativa, i passeggeri potranno chiedere di partire
con il primo volo utile: in questo caso si avrà diritto anche a pasti
e bevande («in congrua relazione all'attesa»), a trasporto e alla
sistemazione in albergo, se necessario. A volte questo non succede.
«Chiederemo all'Enac», annuncia il presidente di Federconsumatori
Emilio Viafora, «di avviare le opportune verifiche sul comportamento
di Ryanair, che non sta assicurando in alcun modo la riprotezione dei
passeggeri su altri voli».
 
La Nuova
 
Riforma degli ospedali. Il Pd: ascoltiamo i sindaci
 
il futuro della sanitÀ
Il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci va
all'attacco dell'assessore alla sanità. «Il flop di Arru è confermato
dai dati: non solo da quelli dati dall'opposizione, ma anche da quelli
citati dalla sua stessa maggioranza - dice Cappellacci -. Se sono
costretti a tornare in Consiglio in fretta e furia per poter pagare
gli stipendi, se hanno ingigantito il deficit in 3 anni, se hanno
raggiunto 316 milioni di perdita di esercizio e 120 milioni di aumento
dei costi di produzione, ci troviamo di fronte al fallimento del
presidente, dell'assessore e della loro truppa di manager
continentali, cui hanno pure aumentato lo stipendio. Stanno attuando
una disegno scellerato: un sanità che costa molto di più per offrire
molto di meno al cittadino. 
 
Ecco perché la richiesta di dimissioni non
è un esercizio formale dell'opposizione, ma dovrebbe essere un dovere
per un assessore delegittimato perfino dalla sua coalizione. E questi
vorrebbero arrivare alla modifica della rete ospedaliera per
completare il danno? A proposito di costi e di trasparenza, il 16
agosto del 2016 l'assessore annunciò alla stampa che avrebbe varato un
"bando europeo da 48 milioni" e aggiunse che avrebbe avuto due basi,
aspettiamo sia il chiarimento che le dimissioni». CAGLIARITaglia e
cuci, niente copia e incolla: il Pd vuole provare a vincere così, con
la mediazione, la diffidenza che c'è oggi intorno alla
riorganizzazione degli ospedali. 
 
A pochi giorni dall'ingresso della
nuova mappa nell'aula del Consiglio regionale, sarà martedì 26
settembre, a riprendere in mano la matassa e l'ago, indispensabile per
mettere più di una pezza sugli strappi che ci sono, è stato Giuseppe
Luigi Cucca, il segretario del partito. Con a fianco il Comitato
sanità, è un gruppo di studio interno alla segreteria, all'inizio di
una settimana decisiva, ha messo tutti intorno allo stesso tavolo
tutti. Dagli amici ai favorevoli con riserva, dai nemici a gli
indecisi: l'assessore alla sanità Luigi Arru, il presidente
dell'associazione dei Comuni Emiliano Deiana, i consiglieri regionali
della commissione sanità Gigi Ruggeri e Rossella Pinna e infine Nicola
Sanna e Massimo Zedda, sindaci di Cagliari e Sassari. «È stato un
incontro molto costruttivo», dirà Cucca dopo quasi due ore di faccia a
faccia. Però al di là delle frasi che mai si negano ai taccuini
all'uscita da qualunque vertice, c'è qualcos'altro ed è clamoroso. Il
dibattito in aula sulla riforma degli ospedali potrebbe slittare di
due settimane. Dopo l'apertura della discussione generale (martedì 26)
e la presentazione degli emendamenti, l'indomani, il confronto in aula
potrebbe essere rinviato a metà ottobre. Perché? Perché c'è «ancora
bisogno di parlare con i territori e far capire meglio a tutti quali
saranno gli effetti positivi della riorganizzazione», farà sapere chi
ha partecipato all'affollata riunione. 
 
È un'indiscrezione, quella del
rinvio, che Cucca non ha voluto confermare, «Non posso essere certo io
a passare sopra le prerogative del Consiglio regionale, che resta
sovrano», ma anche per lui «è indispensabile riaprire il canale del
dialogo con la gente». Tema rilanciato da Rossella Pinna: «Non serve
la fretta. L'importante è invece che tutti siano consapevoli di questa
verità: non ci saranno tagli o chiusure per riallineare la sanità
sarda agli standard di qualità in tutti i territori». L'obiettivo
finale sarà ribadito giovedì nell'incontro ufficiale della commissione
sanità del Consiglio con i sindaci e l'indomani nella direzione del Pd
ad Oristano. Tra l'altro proprio in questi due primi appuntamenti
dovrebbe essere ufficializzata anche l'ipotesi del dibattito rinviato.
Su cui anche la giunta Pigliaru sarebbe d'accordo, purché «la
riapertura del dialogo non punti a stravolgere il disegno di legge
approvato in commissione, ma porti a delle crrezioni utili per
raggiungere il massimo della chiarezza e della condivisione». 
 
C'è dell'altro: le due settimane di stop potrebbero essere anche utili al
Pd per mettere fine alla lotta intestina sulla nomina del direttore
generale dell'Agenzia emergenze-urgenze. Cucca questo lo ha detto:
«L'Areus, è un pilastro della riforma e bisogna partire da subito con
un responsabile della struttura, altrimenti il nuovo sistema
rischierebbe di nascere già zoppo. Per questo farò di tutto perché
siano sciolti gli ultimi dubbi su una nomina fondamentale». I nodi da
sciogliere sono però anche altri e alcuni sono stati messi sul tavolo
del vertice d'inizio settimana. L'Anci vorrebbe capire meglio «quale
ruolo avranno i reparti di chirurgia negli ospedali delle zone
disagiate», Sassari vorrebbe più posti letto e specializzazioni
rispetto all'ultima bozza, cioè gli stessi di Cagliari. Cagliari, a
sua volta, ha ancora delle incertezze su come sarà la sanità nell'area
metropolitana fra traslochi e accorpamenti. Il Comitato sanità, in un
comunicato rilanciato da Giuseppe Frau della segreteria, ha scritto:
«In queste settimane daremo vita all'operazione verità sulla riforma».
Però prima c'è un'altra emergenza ed è politica: far accettare agli
alleati in fibrillazione del Pd il rinvio del dibattito, mentre è
inutile tentarci con l'opposizione, che di sicuro da oggi sparerà
ancora con più forza sulla maggioranza. (ua)
 
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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca


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