giovedì 26 aprile 2018

La rivolta de "Su Connottu": i nuoresi si ribellarono all'ingiustizia piemontese. Di Vincenzo D'Ascanio


Sopra potete trovare la locandina degli incontri che si terranno il 27/28/29, a Nuoro, per ricordare la rivolta "De su connottu", dove il popolo s'impossessò dell'allora casa comunale, per protestare contro la prepotenza dei ricchi.

Il motivo della rivolta è semplice da spiegare. L'origine della protesta è da ricollegare ai provvedimenti legislativi che furono emanati dall’allora re di Sardegna Vittorio Emanuele I. Il principale, che prese in nome di “Editto delle chiudende”, autorizzava la recinzione dei terreni che sino ad allora erano di proprietà collettiva, e rendendoli cosi “privati” per coloro che intendevano comprali. Non è difficile immaginare che questo era un atto profondamente classista, perché le terre sarebbero state comprate dai “sennores”, ovvero dai benestanti, mentre il popolo sarebbe stato ancora più povero. Infatti, se prima i contadini ed i pastori potevano usufruirne liberamente, in seguito sarebbero stati costretti a pagare una tassa.

Questo editto era tale e quale alle famigerate “enclosures” inglesi, un atto con cui il Re d’Inghilterra, tra il XVII ed il XIX secolo, recintò le c.d. “terre comuni” che altro non erano che le terre demaniali, utilizzate dai contadini e dagli allevatori, esattamente come accadde in Sardegna. Naturalmente, i terreni crearono grandi latifondi, che in seguito furono utilizzati ed investiti nella “Rivoluzione Industriale”. Secondo Carl Marx, il filosofo del comunismo, le enclosures rappresentarono il primo passo di quello che poi sarebbe diventato il capitalismo industriale, con la conseguente nascita della classe rivoluzionaria, ovvero il proletariato (che durante la rivoluzione industriale, viveva in condizioni disumane)

Il popolo nuorese, tuttavia, combatté questo sopruso e si rivoltàò contro l’infame editto. La rivolta fu guidata da una donna, “Paskedda Zau”: oggi il circolo indipendentista di Libe.r.u è intitolato proprio a questa donna. I rivoltosi chiedevano il ritorno a ciò che avevano sempre conosciuto, ossia il ripristino dell'antico sistema di gestione dei terreni (da qui il termine “su connottu”, ovvero “il conosciuto”). Nei giorni della rivolta fu assalito il comune e furono bruciati le documentazioni di compravendita delle terre comunali dai parte del sennores. Tuttavia la rivolta fu sedata, in nome di quell’ingiustizia da sempre metro di giudizio dei pimentosi e della dinastia dei savoia. 


Vincenzo Maria D’Ascanio

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