giovedì 5 aprile 2018

Rassegna stampa 05 Aprile 2018


Unione Sarda

La metro e il percorso contestato Deiana: «È giusto fare chiarezza». L'ex assessore regionale ai Trasporti non ricorda forti contrapposizioni sul tracciato.

Al concetto di polemica preferisce quello di «dibattito politico» dal quale - in ogni caso - vuole tenersi molto alla larga. Massimo Deiana, attuale presidente dell'Autorità portuale di Cagliari, entra a pieno titolo nella questione “metropolitana di superficie”, l'opera milionaria appena bloccata dalla Regione in seguito alle accuse di una possibile speculazione edilizia mosse dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda.

IL CONFRONTO Fino al giugno scorso infatti Deiana era titolare dell'assessorato che ha avviato e gestito la pratica affidata ad Arst per il progetto preliminare necessario alla realizzazione dell'infrastruttura che collegherà il capoluogo a Quartu. Ecco perché in qualità di ex assessore ai Trasporti della giunta Pigliaru non si sottrae alla richiesta di qualche precisazione e offre nuovi spunti di analisi. «Sia chiaro che non intendo in alcun modo entrare nella discussione politica in corso. Per quanto riguarda l'iter seguito dal progetto, sinceramente non ricordo alcuna forte contrapposizione all'idea che si stava sviluppando in quel momento».

Il riferimento è alle parole del sindaco Zedda che ha assicurato di aver espresso le proprie perplessità ben prima dell'incontro pubblico di due settimane fa in cui ha denunciato il rischio di speculazioni dovute a un tracciato troppo tortuoso e per nulla rispondente alle esigenze di mobilità del territorio. «Al tavolo che avevo aperto in qualità di assessore erano state espresse normali e comprensibili diversità di vedute. È sempre stata data voce a tutti i portatori di interesse del territorio e credo sia utile fare chiarezza prima di andare avanti».

Nessun dubbio dunque sulla scelta del suo successore. «Ritengo che l'assessore Careddu abbia agito nel modo più corretto. È quello che avrei fatto anche io: sospendere il progetto per giungere a una soluzione condivisa». La partita è del tutto riaperta. «Da quel che mi pare di capire esistono due possibilità: una è quella di collegare in maniera diretta Cagliari a Quartu, l'altra quella di inserire in questo percorso altri centri dell'area metropolitana. Tanto per cominciare sarà utile stabilire se queste opzioni siano praticabili entrambe sotto tutti i punti di vista. Solo dopo si potrà fare una scelta».

DOPPIO RUOLO Le due ipotesi sono molto diverse tra loro. Quella approvata il 18 aprile scorso collega Cagliari a Quartu passando per Monserrato, Selargius e Quartucciu, paesi che verrebbero esclusi se a spuntarla fosse l'idea proposta dal sindaco Massimo Zedda di una direttrice «semplice e diretta». La questione non è di poco conto e rischia di mettere in crisi gli equilibri del territorio. Nella lettera con la quale l'assessore Carlo Careddu ha sospeso il progetto in attesa di un accordo comune si invita «il sindaco della città metropolitana Massimo Zedda a comunicare con cortese sollecitudine una data utile per l'incontro».

Il fatto che l'esponente di Campo progressista sia stato indicato come sindaco dei 17 comuni dell'area vasta e non come primo cittadino di Cagliari potrebbe avere un certo peso al tavolo delle trattative con le quale si cercherà «un'intesa fra le amministrazioni interessate dall'opera».

Mariella Careddu


La Nuova

Centrosinistra, agenda di fine legislatura
Mercoledì il vertice di maggioranza: si parlerà anche di urbanistica e
sarà analizzato il ko alle Politiche

CAGLIARIIl vertice del centrosinistra è stato convocato dal
governatore Francesco Pigliaru. Come nelle previsioni, sarà la
settimana prossima, in Consiglio regionale, e per l'esattezza
mercoledì 11 aprile, dalle 15.30 in poi. La vera novità è che
all'ordine del giorno non ci sarà solo l'urbanistica, ma «l'agenda di
governo per gli ultimi dieci mesi di legislatura». Poi per forza dovrà
trovare spazio l'analisi della pesante sconfitta incassata dal
centrosinistra e dal Pd in particolare nelle elezioni politiche di
marzo. Infine i partiti parleranno anche delle Regionali dell'anno
prossimo e forse si comincerà a capire quali saranno i confini,
cambieranno oppure no, della coalizione che sarà in campo nel 2019.

Elezioni in cui il centrosinistra dovrà fare i conti non solo con gli
avversari storici, i partiti del centrodestra, ma anche con i Cinque
stelle, hanno stravinto le Politiche, e forse con un polo
indipendentista molto più ampio di quello che è sceso in campo a
marzo.L'agenda. Ormai archiviata qualunque ipotesi di rimpasto, con
tutti i dodici assessori in carica che a questo punto dovrebbero
arrivare a fine mandato, il vertice sarà incentrato soprattutto sui
contenuti. Perché tra l'altro è da sempre questo l'obiettivo
dichiarato dal presidente Pigliaru.

Anche di recente lo ha ripetuto:
«Dobbiamo fissare quattro o cinque punti fondamentali e raggiungerli
nei prossimi mesi sostenuti da una maggioranza forte e capace di
spiegare bene ai sardi quello che andremo a fare». È scontato o quasi
ipotizzare quali saranno i punti fondamentali: dai trasporti al piano
straordinario per il lavoro, dalla sanità, con una riforma da
aggiustare in corsa, ai rapporti con lo Stato e l'Europa sulle partite
finanziarie e l'insularità, oltre all'immancabile urbanistica. Sono
tutti temi sensibili e legati anche a quale potrà essere il governo
nazionale. Che di sicuro non sarà di centrosinistra, ma più probabile
a trazione Cinque stelle o guidato da un premier del centrodestra. In
un caso o nell'altro, il centrosinistra sardo dovrà attrezzarsi. Stato
dell'arte.

Al vertice di mercoledì la coalizione che ha vinto le
elezioni regionali di quattro anni fa non si presenterà di certo in
piena salute. La batosta di marzo non è stata ancora metabolizzata in
pieno dai partiti e soprattutto dal Pd, che è ancora alle prese con la
sua crisi interna e non sa ancora con quale segretario si presenterà
alle trattative per le Regionali del 2019. Poi, in questo mese, è
accaduto anche altro.

Ad esempio: la componente indipendentista già in
maggioranza, leggi Partito dei sardi e il suo segretario Paolo
Manincheda, ha aumentato da subito la spinta politica nella lunga
volata che ci sarà fino a ridosso delle elezioni per il Consiglio
regionale. Oppure capire se Mdp, avversario del Pd alle Politiche,
continuerà a essere alleato del centrosinistra, com'è probabile, anche
dopo la fine della legislatura. (ua)

Mattarella in campo Nuovi segnali del M5s

missione governo
Con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, al Quirinale nel
tardo pomeriggio di ieri si è chiusa la prima giornata di
consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Scaldati i motori, saranno oggi saranno le quattro forze politiche di
maggior peso che chiuderanno il primo round di colloqu.Dopo una pausa
di riflessione, sarà il capo dello Stato a decidere la mossa
successiva, con un nuovo giro di consultazioni probabilmente la
prossima settimana.

Il giorno clou con i big si apre alle 10: a
colloquio con il capo dello Stato i capigruppo Andrea Marcucci e
Graziano Delrio, il segretario Maurizio Martina e il presidente del
partito Matteo Orfini. Alle 11 tocca a Forza Italia con una
delegazione a tre: le capigruppo Anna Maria Bernini e Mariastella
Gelmini e il presidente Silvio Berlusconi, senza Antonio Tajani.
Un'ora dopo spazio all'altro pezzo del centrodestra, la Lega: Matteo
Salvini sarà al Quirinale con i presidenti dei gruppi Giancarlo
Giorgetti e Gian Marco Centinaio. L'ultima parola ai Cinque Stelle,
attesi alle 16.30 con Luigi Di Maio e i capigruppo Danilo Toninelli e
Giulia Grillo.


Il reggente Martina si candida alla segreteria Dem
«Il Pd ascolterà, da minoranza»

ROMA Il Pd ascolterà «da minoranza» le indicazioni del Colle. È la
linea riferita dal segretario reggente del partito democratico
Maurizio Martina, che ieri ha anche annunciato la propria candidatura
a guidare i dem dopo l'assemblea nazionale convocata per sabato 21
aprile.

Il passo in avanti del reggente è arrivato dopo una giornata trascorsa
per lo più al Nazareno dove si sono intrattenuti anche il presidente
Matteo Orfini e Gianni Cuperlo. Sul nome di Martina potrebbero
confluire tanto le diverse anime Dem che fanno capo ad Andrea Orlando
e Dario Franceschini, quanto i fedelissimi di Matteo Renzi. D'altronde
il reggente è stato voluto dallo stesso ex segretario, ragionano i
renziani, non ci sono ragioni quindi per non appoggiarlo. L'intesa fra
i due sembra esserci e il nome di Martina avrebbe l'effetto di
depotenziare quanti sono pronti ad alzare gli scudi contro un
candidato più in continuità con il precedente leader Dem, come
potrebbe essere Lorenzo Guerini.

La candidatura di Martina non dispiace alla minoranza né alla
maggioranza del partito. Non solo, il segretario nel pieno delle sue
funzioni avrebbe l'effetto di spostare più in là il congresso, dando
al partito il tempo per ripartire. Insomma, al Quirinale oggi il Pd
sale compatto, nonostante la composizione a quattro (Delrio, Marcucci,
Martina e Orfini).

QUIRINALE. Oggi il secondo giorno di consultazioni: Mattarella
riceverà i principali partiti
Salvini: con i veti si torna a votare Ma il M5S gioca a dividere i rivali

ROMA Difficile che la notte porti consiglio. E benché al Quirinale non
si escluda un colpo di scena dell'ultimo minuto, si pensa e si valuta
già il secondo giro di consultazioni che, molto probabilmente,
potrebbero tenersi tra martedì e mercoledì della prossima settimana.

LE CONDIZIONI DI MATTARELLA Il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella ieri ha chiesto a ogni forza politica quale potesse essere
un'alleanza valutata dal gruppo, per avere un quadro delle maggioranze
possibili. Il capo dello Stato ha ben chiaro che in questa fase la
vera trattativa politica si svolge fuori dal Quirinale, ma non getta
la spugna e ritiene che un ulteriore tempo di riflessione potrebbe
portare le forze politiche a fare proposte concrete e non abbandonarsi
a inutili tatticismi.

Ieri il presidente ha incontrato i presidenti delle Camere, il
presidente emerito Giorgio Napolitano e i partiti minori. Oggi vedrà i
principali partiti: il Pd, poi Forza Italia, Lega e M5S, poi trarrà le
prime conclusioni.

LA STRATEGIA DI DI MAIO Il capo politico del M5S Luigi Di Maio per ora
resta sulla linea del divide et impera . Non avendo i numeri per fare
un esecutivo monocolore, al giovane leader pentastellato non resta
altra strada se non quella di stringere accordi con i partiti, per
scalare Palazzo Chigi.

Ma poiché la parola compromesso è un'ignominia nel vocabolario del
Movimento 5Stelle, ecco la proposta ufficiale: un «contratto di
governo come quello che viene sottoscritto dalle principali forze
politiche in Germania fin dal 1961».

DIALOGO CON LEGA E PD Un ritorno del modello tedesco sulla scena
politica italiana, che serve soprattutto ad evitare rischi di
improprie lettere scarlatte, del tipo “anche il M5S fa alleanze” o
peggio ancora “inciuci”. I possibili contraenti del patto sono Lega o
Pd. Con due sole precondizioni: il Carroccio deve far saltare la
coalizione con Silvio Berlusconi, mentre i dem devono rescindere il
cordone ombelicale che li lega al segretario uscente, Matteo Renzi. Se
gli interlocutori accoglieranno queste richieste, il dialogo partirà
subito e chi tra i due avrà il più alto numero di punti in comune con
il Movimento sarà il prescelto per formare il governo. Con Di Maio
premier. Perché a quel punto la Lega senza il supporto di FI e
Fratelli d'Italia (la coalizione che ha raccolto il 37% dei consensi)
sarebbe più debole, così come un Pd spaccato diverrebbe argilla
plasmabile.

PROPOSTA INACCETTABILE La proposta, a oggi, non ha possibilità di
essere accolta: potrebbe tornare utile dopo il primo giro di
consultazioni. «Speriamo di poter incontrare il prima possibile i due
partiti», auspica Di Maio, «per capire con chi si possa iniziare a
scrivere questo contratto». È però Salvini a far capire che un accordo
sarà difficile se nessuno fa un passo indietro: «Tutti devono cedere
qualcosa. Se invece tutti rimangono sulle loro posizioni, e si insiste
con i veti, allora si finirà per ritornare a votare a giugno o a
ottobre». Quanto all'esito del primo giro di consultazioni, il leader
leghista non si propone per un incarico esplorativo per formare il
governo: «A Mattarella dirò che ha vinto il centrodestra, ma un
incarico a me per ora è inutile perché non ci sono i numeri».

ASSEMINI. Oggi un incontro promosso dai democratici. Riformatori in pressing
Comunali: Cinque stelle pronti Pd e centrodestra in manovra

Il primo turno delle elezioni comunali, fissato per il 10 giugno, si
avvicina e i gruppi politici di Assemini sono alle prese con
l'individuazione dei candidati a sindaco. Tutti meno il Movimento 5
stelle, l'unico ad aver già ufficializzato una candidatura: quella di
Sabrina Licheri, attuale presidente del Consiglio e possibile
successora di Mario Puddu alla guida del Comune. I pentastellati
lavorano a un programma all'insegna della continuità e attendono di
conoscere i propri avversari.

PARTITO DEMOCRATICO La corrente Pd vicina al segretario Antonio Caddeo
organizza per oggi alle 18, nel teatro parrocchiale del Carmine, un
incontro intitolato “Il giardino delle idee”. «Vogliamo chiamare al
confronto rappresentanti del mondo del lavoro, dell'impresa e della
società civile», spiega Caddeo. «L'iniziativa vuole essere l'inizio di
un nuovo percorso del partito, volto ad ascoltare le istanze, le
proposte e le idee provenienti dai cittadini asseminesi di varia
estrazione sociale o appartenenti a diverse categorie produttive, per
poi confrontarle e valutarle con i nostri dirigenti regionali,
parlamentari e consiglieri regionali».

CENTRODESTRA A rilento anche le trattative interne al centrodestra,
intento a presentarsi con una coalizione tra Forza Italia, Partito
sardo d'azione, Riformatori, Fratelli d'Italia, Lega (se si riuscirà a
formare una lista) e, probabilmente, Proposta civica di Antonio Scano.
«Sabato - annuncia il segretario dei Riformatori, Massimo Melis - ci
incontreremo per ufficializzare la nascita della coalizione. Speriamo
venga fuori anche il nome del candidato a sindaco. Abbiamo invitato
gli altri partiti a un maggior senso di responsabilità: il tempo
stringe e non si può tergiversare così a lungo».

PROPOSTA CIVICA Dalle decisioni dei partiti si capirà anche il ruolo
della civica di Antonio Scano: potrebbe essere lui il candidato per il
centrodestra, in grado di mettere d'accordo nella coalizione. Proposta
civica continua i dialoghi basandosi sul suo programma già definito.
Tra i temi affrontati in campagna elettorale, c'è anche
l'associazionismo: «Le sorti della città non possono dipendere solo da
chi governa», fa sapere Scano. «Occorre agire nel solco di una uova
piattaforma: la democrazia assoluta.

È fondamentale collegare la
dimensione politico-istituzionale con le strutture impegnate
nell'associazionismo no-profit e nel volontariato, e con la dimensione
sociale ed economica anche per costruire e controllare
l'implementazione delle politiche comunali, specie finanziarie».
Lorenzo Ena

  
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Federico Marini
skype: federico1970ca


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