venerdì 30 settembre 2016

La Procura va in appello: processo-bis per Zedda



La vicenda del Lirico, il pm Pilia ricorrerà contro l’assoluzione del sindaco
La nomina della Crivellenti a sovrintendente al centro della battaglia
giudiziaria
 
CAGLIARI Assolto dall’accusa di abuso d’ufficio per aver nominato
illegittimamente Marcella Crivellenti sovrintendente del teatro lirico
e silurato un componente del consiglio di amministrazione, per Massimo
Zedda il calvario giudiziario non è ancora finito: contro la sentenza
pronunciata lo scorso 23 marzo dai giudici della prima sezione il pm
Giangiacomo Pilia ha deciso di ricorrere in appello. I motivi della
decisione, depositati in cancelleria la scorsa settimana, non hanno
convinto il magistrato dell’accusa, rimasto fermo sulle valutazioni
che hanno condotto il sindaco al giudizio del tribunale. Quindi la
battaglia giudiziaria andrà avanti e per i difensori di Zedda, gli
avvocati Giuseppe Macciotta e Fabio Pili, si prospetta una nuova
fatica. I giudici - presidente Claudio Gatti, a latere Silvia Badas e
Claudia Belelli - sono stati categorici: quando ha nominato
sovrintendente del teatro lirico Marcella Crivellenti - hanno scritto
nella sentenza - il sindaco Massimo Zedda ha cercato di perseguire
l’interesse pubblico senza alcuna «volontà colpevole». 

Non solo: al
contrario di quanto ha stabilito il Tar quella scelta era legittima
perché la Fondazione non aveva alcun obbligo di pescare il nome dai 44
raccolti con la manifestazione d’interesse («non era un concorso
pubblico ma una mera raccolta curricolare») e perché il curriculum
della designata era sufficiente («seppur forse in minor misura
rispetto ad altri candidati») a rispettare i criteri indicati nello
statuto. Il punto controverso è proprio questo: per l’accusa Zedda
avrebbe dovuto pescare il nome del sovrintendente dai 44 candidati
alla manifestazione d’interesse. La scelta di proporre la Crivellenti
avrebbe provocato un danno alla Fondazione. Il tribunale però ha
ragionato in maniera opposta. Passati in rassegna i fatti che hanno
preceduto la nomina della Crivellenti, i giudici partono da una
certezza basata sull’esame dei documenti contabili: «Emerge
inequivocabilmente - è scritto nella sentenza - che a prescindere
dalle cause il debito della Fondazione era stato accumulato in gran
parte nel corso della gestione Meli, dal 1996 (o 1994) fino al 2004».
Secondo il tribunale all’arrivo del successore, Maurizio Pietrantonio
«il debito venne stimato in 25-26 milioni di euro, un disavanzo
disastroso». L’obbiettivo di Zedda, dichiarato anche in udienza
pubblica, era dunque di riportare i conti del teatro lirico in linea
di galleggiamento, affidando la gestione della Fondazione a una
persona da considerarsi indipendente e fuori dai giochi politici.
 
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Federico Marini
skype: federico1970ca

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