lunedì 3 aprile 2017

Rassegna stampa 03 Aprile 2017

L’Unione Sarda

Pd, due iscritti su tre scelgono Renzi. ll voto in Sardegna in linea con quello nazionale. In Gallura scoppia il caso delle tessere.

Anche i circoli sardi del Pd hanno scelto Matteo Renzi. Nel voto che precede le primarie del 30 aprile, 3801 iscritti si sono espressi a favore del segretario uscente, 1527 per Andrea Orlando e solo 47 per Michele Emiliano. Risultato in linea con quello nazionale: l'ex premier va oltre il 62%, il ministro della Giustizia al 30% e il presidente della Puglia all'8%.

I DATI In provincia di Sassari il risultato è plebiscitario: 1342 a 252, con Renzi che ottiene cinque volte i voti di Orlando. Dodici preferenze per Emiliano. Non c'è da sorprendersi. Del resto, commenta il segretario provinciale Pd, Giampiero Cordedda, «entrambi i candidati alla segreteria regionale, Francesco Sanna e Giuseppe Luigi Cucca, sostengono Renzi». Orlando tiene in provincia di Cagliari, dove ottiene 618 voti contro i 1039 del segretario dimissionario e i 18 di Michele Emiliano.

ORLANDO PRIMO A QUARTU Pesa l'affermazione del ministro nella terza città della Sardegna, Quartu, con il 68%. Non va male nemmeno in Medio Campidano: Orlando 268 voti, Renzi 332 e Emiliano 2. E in Ogliastra: 55 per Orlando, 126 per Renzi, 1 Emiliano. I dati di Sulcis (332 Renzi, 108 Orlando, 2 Emiliano), Oristano (300, 120) e Nuoro (320, 106, 7) sono lo specchio di quelli nazionali.

IL SULCIS A RENZI Sorprende il risultato nel Sulcis, dove l'ex presidente del Consiglio ha rimediato una pesante sconfitta al referendum di dicembre. «È possibile che chi sta con Orlando non sia andato a votare - ha spiegato il segretario provinciale Daniele Reginali - di certo l'accoppiata Renzi-Martina è vincente, rappresenta per gli iscritti ciò di cui il Partito democratico ha bisogno».

SCONTRO IN GALLURA Mancano i numeri dei circoli della Gallura. La procedura congressuale è stata interrotta per una serie di problemi con i tesseramenti: 500 iscrizioni arrivate fuori tempo massimo al circolo 1 di Olbia non sono state convalidate. Nella lista, accusa il segretario provinciale Tommaso Visicale, ci sarebbero persone che non avevano intenzione di essere iscritte al Pd.

Roberto Murgia



Cagliari, stravince Matteo
Andrea Orlando si ferma al 27,4 per cento. La disfatta di Emiliano con 1,3
L'ex premier conquista il 71 per cento dei consensi

In attesa delle primarie del 30 aprile, il Pd cagliaritano si conferma
partito renziano. Lo dicono i numeri, lo hanno affermato i risultati
delle convenzioni che tra giovedì e sabato hanno coinvolto i sei
circoli cittadini. Matteo Renzi ha strappato il 71,01 per cento dei
consensi, lasciandosi alle spalle, con un 27,42, Andrea Orlando, e con
un risicato 1,35 per cento Michele Emiliano.

IL SEGRETARIO «Sono state votazioni importanti ma soprattutto è stato
un confronto costruttivo, leale tra gli schieramenti delle tre
mozioni», ha detto il segretario cittadino del Pd, Nicola Montaldo.
«La partecipazione è stata consistente e questo nonostante i tempi
strettissimi per organizzare le convenzioni. Questo, per noi, per me,
ha un significato preciso: siamo ancora l'unico partito capace di
coinvolgere centinaia di iscritti, come è accaduto in questo weekend».
Renzi ha vinto al circolo Lussu, dove ha conquistato 65 voti contro i
24 di Orlando e una sola preferenza per Emiliano. Al circolo Rinascita
i consensi sono stati 39 per l'ex premier, 13 per Orlando e nessun
voto per Emiliano. Ventisei i voti renziani a Mulinu Becciu. È qui che
la corsa di Matteo Renzi si è interrotta. I militanti del Pd rionale
hanno scelto Orlando, conferendogli 37 voti e riservandone uno solo a
Emiliano.

I RISULTATI La scalata è ripresa al circolo Berlinguer dove Renzi ha
strappato 55 voti, 16 Orlando e 1 Emiliano. Così anche a La Palma: 72
i consensi per Matteo Renzi, 16 per Andrea Orlando e 2 per Emiliano.
Incetta di voti, infine, al circolo di Pirri: 68 i numeri positivi per
Renzi, 16 per Orlando e 1 per Emiliano.

Alla fine della tre giorni di incontri, confronti, discussioni e
naturalmente votazioni, la mozione Renzi ha conquistato in città 316
preferenze a dispetto delle 122 della mozione Orlando e dei sei
suffragi di Emiliano. Cinque circoli su sei, insomma, hanno detto sì
alle proposte politiche dell'ex presidente del Consiglio dei ministri.
VERSO LE PRIMARIE «Che dire, non posso che ringraziare tutti i
segretari dei circoli, gli iscritti, i tanti volontari che si sono
prodigati per rendere possibile il congresso. Personalmente non posso
che essere felice di questo successo e del successo di Matteo che è
riuscito a vincere a Cagliari dove non aveva ancora avuto consensi.
Nonostante la scissione, abbiamo avuto un aumento degli iscritti
passati da 900 a 1200. Il popolo del Pd ha reagito e ha appoggiato le
idee di governo di Renzi».
Andrea Piras


Il congresso del 30 aprile
Cucca-Sanna, domani il termine per le liste

Due candidati alle primarie del 30 aprile e, con ogni probabilità, tre
liste. C'è tempo fino alle 13 di domani per presentarle nella sede
regionale del Pd, in viale Regina Margherita a Cagliari. Un rinvio di
24 ore stabilito dalla commissione regionale di Garanzia, che così va
incontro a chi chiedeva qualche ora in più per la compilazione delle
liste. Una sarà collegata a Francesco Sanna, due a Giuseppe Luigi
Cucca. Tre come le correnti più importanti del Pd sardo: i soriani che
hanno espresso il nome di Sanna, i renziani ex Ds con Cucca, e poi la
terza area, quella Cabras-Fadda, che ha sciolto le riserve e sostiene
il senatore: «L'assemblea regionale dei riformisti, popolari e
Sardegna +Meglio, riunita a Oristano, condivide la piattaforma
politica e la proposta programmatica avanzata dal candidato Cucca e le
priorità presentate», ha fatto sapere una settimana fa.

Sempre il 24 marzo Sanna, dopo che per giorni era sembrato prossimo a
ritirare la candidatura, ha deciso di giocare la partita sino in
fondo. «Corro per vincere - ha precisato - una delle motivazioni che
mi hanno convinto a rimanere in campo è la volontà di superare il
correntismo esasperato». Sanna si è anche battuto, invano, perché La
Traversata, rimasta orfana di Yuri Marcialis (passato in Mdp), potesse
esprimere un altro candidato: «Cercherò contatti con i rappresentanti
della sinistra autonomista e federalista e La Traversata, sarebbe uno
spreco se la parte a sinistra del Pd non partecipasse al congresso»,
ha detto una settimana fa. ( ro. mu. )


La Nuova Sardegna


In città l’ex premier batte Orlando con l’86% contro l’11
Il ministro meglio ad Alghero (35,56). Pochi voti a Emiliano

Congressi del Pd: vittoria per Renzi nei grandi centri

SASSARI La mozione Renzi ha vinto e stravinto ai congressi del Partito
Democratico delle quattro città della provincia: Sassari, Alghero e
Porto Torres e Ozieri. Ma non tutte le assise si sono concluse:
martedì andranno al voto Ittiri e Thiesi e sono allora sarà possibile
avere il dato completo, anche se la vittoria sembra nettissima per
l’ex premier che ha preso percentuali bulgare rispetto ai contendenti:
Andrea Orlando, ministro della Giustizia, ed il governatore pugliese
Michele Emiliano. Quest’ultimo ha raggranellato pochissime preferenze
quando addirittura non è stato nemmeno votato. Altro dato generale,
anche se parziale, che è emerso è che nei grandi centri è andato a
votare la metà dei 3998 iscritti a livello provinciale. Probabilmente
perché i congressi rappresentano una prima scrematura delle
candidature alla carica di segretario nazionale del partito che
giocheranno l’ultima e definitiva partita il 30 aprile, con le
“primarie aperte” alle quali potranno partecipare non solo i tesserati
ma tutti i cittadini.

La candidatura di Emiliano, che nel Nord Ovest
Sardegna ha raccolto meno del 2 per cento, ha invece già superato la
soglia del 5 per cento a livello nazionale che consentirà al
governatore della Puglia di partecipare alla sfida di fine mese. Ma
vediamo come è andato il voto città per città. A Sassari dove si sono
recati alle urne 1011 iscritti sugli oltre 2300 tesserati, Renzi ha
ottenuto l’86,01 per cento con 864 voti, Orlando l’11,61 per cento con
122 preferenze ed Emiliano il 2,38 per cento con 25 sostenitori. La
mozione dell’ex premier è stata presentata nell’hotel Grazia Deledda
dalla presidente del consiglio comunale Esmeralda Ughi, quella di
Orlando dalla deputata Giovanna Sanna. Era presente anche il
presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Una maggioranza
schiacciante per Renzi, evidentemente sostenuto anche dalla
maggioranza del partito, mentre tra gli orlandiani rimasti a molte
distanze c’è da annoverare il sindaco Nicola Sanna. Sarà da verificare
se la conclusione del congresso sassarese segnerà anche un cambio di
equilibri all’interno dei dem, in questi ultimi mesi lacerati dalla
crisi a Palazzo Ducale che tutt’ora non è stata risolta e sulla quale
è ancora in corso una pausa di riflessione. Ad Alghero migliore
l’affluenza nella sede del Partito Democratico di via Mazzini dove si
sono svolte le operazioni congressuali. A votare sono stati in 195 su
270 iscritti. La mozione Renzi, presentata dal consigliere comunale
Enrico Daga, ha ottenuto 123 voti pari al 63,40 per cento mentre la
mozione Orlando, presentata dal capogruppo del Pd Mimmo Pirisi, ha
ottenuto 79 voti pari al 35,56 per cento.

Due voti sono andati alla
lista Emiliano che però durante i lavori non era rappresentata in via
ufficiale. Alla tornata congressuale erano presenti il consigliere
regionale Luigi Lotto, il segretario provinciale Gianpiero Cordedda e
il garante regionale Massimo Pintus.Mentre era prevedibile il successo
della componente renziana rappresentata da Daga è stata una sorpresa
la percentuale ottenuta dai supporter di Orlando, che rappresenta la
vecchia componente degli ex comunisti, il cui 35,56 per cento sembra
essere uno dei dati più alti in assoluto di questa prima fase
congressuale del Pd.Intanto sembra ormai archiviata la vicenda del
mancato tesseramento degli ormai ex esponenti del Pd che all’epoca
delle amministrative algheresi lasciarono il partito per confluire in
una lista civica guidata dall'attuale sindaco Mario Bruno dopo che la
direzione aveva indicato quale candidato alle comunali Enrico Daga.

Tutto secondo programma Porto Torres dove i 99 votanti sugli oltre 200
iscritti hanno dato il 97 per cento delle preferenze a Matteo Renzi e
solo due voti a Orlando. Nemmeno una scheda per Emiliano, così come ad
Ozieri che con un risultato atteso ha premiato l’ex premier con 75
voti, cinquanta voti in più del ministro della Giustizia. (hanno
collaborato Gianni Olandi, Gavino Masia e Barbara Mastino).

Strappo Pd, al voto solo uno dei due circoli
Illustrate e votate le mozioni per le primarie: vince largamente
Matteo Renzi su Orlando ed Emiliano
OLBIA

Diviso come e più di prima. Quando c’è da votare per qualcuno o per
qualcosa il Pd olbiese non resiste alla tentazione di spaccarsi in
due. Ieri si dovevano votare mozioni e candidati in lizza alle
primarie, ma al “congressino” – così come avevano annunciato il giorno
prima – non si sono presentati gli iscritti del circolo Olbia 1 che
hanno contestato la procedura di tesseramento. La votazione si è
conclusa con il largo successo di Matteo Renzi (299 voti pari al
92.22%), seguito da Andrea Orlando (11 voti pari a l 3.50%) e da
Michele Emiliano (4 voti pari all’1.28%) In tutto i votanti sono stati
318, 4 le schede bianche. Il dato politico olbiese però è un altro: il
solco incolmabile che ancora divide il Pd locale.

L’ennesimo strappo
si è consumato tra sabato e domenica, esattamente un anno dopo
l’accordo elettorale che aveva sancito almeno una tregua tra le due
anime del partito e tra i due circoli, Olbia 1 e Olbia 2, guidati
rispettivamente da Angela Corda e Graziano Asara. Perse e archiviate
le elezioni, il Pd ha ripreso la sua guerra interna. Guerra di
tessere, perché la ragione del contendere è tutta nella regolarità
delle procedure di iscrizione al partito per i congressi. Sotto accusa
soprattutto il deliberato sul filo di lana della commissione nazionale
per il congresso che ha accolto il ricorso del circolo Olbia 2
presentato contro la bocciatura di centinaia di tessere dei propri
iscritti. Ieri l’epilogo: come annunciato da segretario Graziano
Asara, gli iscritti del circolo Olbia 1 non si sono presentati
all’incontro preliminare alle elezioni primarie per illustrare e
votare le mozioni e i candidati concorrenti alla segreteria del
partito (Renzi, Orlando ed Emiliano).

In realtà diversi iscritti di
Olbia 1 si sono presentati al seggio, non certo i dirigenti o i
militanti più in vista. Pur con mezzo partito o giù di lì, le
operazioni di voto si sono svolte regolarmente. Adesso, passata la
bufera, le diplomazie a lavoro per ricucire lo strappo.

Nuoro
Pd, è Renzi il vincitore della consultazione provinciale
la corsa alla segreteria nazionale

NUORO È Matteo Renzi il candidato alla segreteria nazionale del Pd che
ha ottenuto più voti nella consultazione della convenzione provinciale
che si è svolta ieri nella sede del Partito Democratico, in vista
delle primarie del 30 aprile. Con 53 voti l’ex premier ha ottenuto 15
delegati, seguito dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, con 8
delegati. Appena un voto per il governatore della Puglia Michele
Emiliano che non ha quindi ottenuto neanche un delegato. I 23 delegati
eletti ieri da tutti gli iscritti nuoresi al Partito Democratico
mercoledì prossimo sceglieranno i tre che li rappresenteranno alla
assemblea nazionale in programma sabato prossimo, 8 aprile, a Roma.
Un’assemblea decisiva quella romana: da lì usciranno i nomi dei
candidati ufficiali alla segreteria nazionale del Pd. Poi il 30 aprile
appuntamento con le primarie aperte a tutti, iscritti e simpatizzanti
(per votare bisognerà versare 2 euro).

La sera stessa sarà incoronato
il nuovo segretario nazionale del Partito Democratico. «I risultati
della provincia di Nuoro sono in linea con i risultati nazionali –
commenta il segretario del Pd nuorese, Francesco Manca – Renzi si è
confermato vincitore a Nuoro con ampio margine sugli altri due
candidati nel voto degli iscritti. L’ex premier ha ottenuto 53 voti su
83, seguito dal ministro Orlando con 29 preferenze. Ad avere la peggio
è stato il governatore della Puglia che ha ottenuto solo un voto». Se
la tendenza di voto per il governatore Emiliano dovesse essere
confermata anche a livello nazionale, è probabile che la sfida finale
per la segreteria sia un duello tra Renzi e Orlando. Una sconfitta per
il governatore della Puglia, che aveva annunciato la sua candidatura
alla segreteria proprio in alternativa a Renzi che aveva attaccato,
accusandolo di una gestione autoritaria del partito. (g.z.)


Gli iscritti incoronano Renzi Emiliano ce la fa di un soffio
Conclusa la prima fase delle primarie: ha votato il 50% dei tesserati,
ma è ancora guerra di numeri Sarà corsa a tre tra l’ex premier, il governatore della Puglia e il ministro della Giustizia Orlando
di Chiara Scalise

ROMA È ancora guerra di cifre dentro il Pd. Renzi tiene saldamente il
comando nella corsa a tre per la segreteria, ma le percentuali ballano
In serata arrivano i dati parziali dello spoglio del pronunciamento
degli iscritti: Renzi è al 68,22%, Orlando al 25,42, e Emiliano al
6,365, una percentuale che gli consente di restare in gara.
L’affluenza, secondo i dati del Pd, è stata del 58%. Si tratta di
numeri non difformi da quelli che erano stati diffusi dai renziani, i
quali li registrano con molta soddisfazione, giudicandoli «un
risultato incredibile, un vero trionfo». E che però sono diversi da
quelli raccolti dal comitato di Orlando e dal governatore della
Puglia, secondo i quali l'ex premier si attesterebbe poco sopra il 62%
con il ministro della Giustizia intorno al 30% e Emiliano ben oltre la
soglia necessaria per andare ai gazebo, conquistando addirittura l'8%.
Ma lo stesso Governatore della Puglia si mostra cauto: si dice
convinto di «aver superato ragionevolmente» la fatidica soglia del 5%,
ma non canta vittoria.

E soprattutto punta i riflettori sulla scarsa
partecipazione. Lo stesso fa Orlando: a metà scrutinio, le rilevazioni
- osserva il suo comitato - danno un'affluenza tra i 140 e i 155mila
votanti, su un totale di oltre 400mila. Ammettendo che a competizione
chiusa si arrivi a quota 200-210mila voti, vorrebbe dire che ha
partecipato il 50% degli iscritti. Poco. Meno dell'ultima volta (anche
se c'è da considerare che sono inferiori anche gli iscritti) e così
scatta l'appello in vista delle primarie aperte del 30 aprile: «Mi
auguro che quel giorno votino oltre 2 milioni di persone - dice
Orlando - perché sotto questa soglia sarebbe un colpo per tutto il
Pd». I dati ufficiali arriveranno solo oggi, perché in alcuni circoli
si vota fino a mezzanotte: mancano molte sezioni, soprattutto al Sud.
In Calabria, Sicilia e in particolare in Campania la maggioranza delle
sezioni ieri sera doveva ancora essere fotografata. E questi ritardi,
assieme alle «anomalie» denunciate nel corso dei tesseramenti, di
sicuro alimenteranno le polemiche del giorno dopo il voto. Intanto,
ognuno brinda ai risultati locali: nonostante la vittoria di Renzi a
Roma (con oltre il 62%), Orlando dichiara tutta la propria
soddisfazione per aver registrato proprio nella capitale il suo
miglior risultato, il 36%; così come rivendica il primo posto a La
Spezia, sua città natale.

L'ex premier invece guarda soprattutto al
primato incassato nella «rossa» Bologna ma anche a Bari, la città di
Emiliano, e in generale la buona riuscita in Liguria. È un vanto poi
il risultato di Firenze dove l'ex sindaco ha messo a segno l'82% dei
consensi. Si avvicina così il secondo atto del congresso, dove
ciascuno dei tre candidati si dice certo di poter vincere. Se Orlando
non demorde e assicura di essere pronto a lasciare da parte esitazioni
e dubbi per far cambiare rotta al partito e Emiliano scommette su
alcune sorprese che ha messo in cantiere per dare filo da torcere ai
contendenti, Renzi ai suoi spiega di non sottovalutare di certo
l'appuntamento con le primarie ma anche di confidare in un risultato
non troppo diverso da quello di questo primo round. A questo punto, la
parola passa agli elettori del Pd, che saranno chiamati a sceglieretra
i tre sfidanti il 30 aprile. Fino ad allora sarà campagna elettorale,
senza esclusione di colpi.

Sinistra italiana: alternativi ai dem
Dopo l’addio di Zedda, Uras e Piras il partito si prepara al congresso
PAULILATINO L'esodo di quelli che occupano poltrone importanti a

Cagliari e Roma non frena le ambizioni di Sinistra Italiana, che ieri
si è riunita a Santa Cristina di Paulilatino. «In Sardegna Sinistra
Italiana c'è ed è forte e viva nonostante le scissioni e al momento
siamo l'unico vero partito a sinistra del Pd – spiegano Nicola
Comerci, tempiese, delegato regionale al Congresso nazionale di
Rimini, e Alessandro Vinci, consigliere comunale di San Nicolò
d'Arcidano –. Sinistra italiana in Sardegna è forte e viva e vogliamo
porci come baricentro della discussione con tutte le altre forze di
sinistra per costruire un progetto alternativo al Pd».

Per quanto
riguarda i congressi, la provincia di Sassari e il Nord Sardegna in
genere sono già pronti e in grado di rispettare il termine di aprile
indicato dal congresso nazionale. A Cagliari, Oristano e Nuoro invece
la campagna di tesseramento è in ritardo. «Temevo che la scissione del
sindaco di Cagliari, dei parlamentari Uras e Piras e dei consiglieri
regionali avessero lasciato il segno, ma riparto sollevato perché ho
visto che ci sono tutte le condizioni per la nascita di un nuovo
gruppo dirigente capace di fare bene», ha concluso il senatore
napoletano Peppe De Cristofaro. (fgp)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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