giovedì 15 giugno 2017

Rassegna stampa 15 Giugno 2017

La Nuova

Migranti, quota bloccata: patto tra Pigliaru e Minniti
Il ministro assicura il rispetto dei numeri previsti. Centri
accoglienza, no a diktat

Non un migrante in più della quota assegnata alla Sardegna: arriverà sempre e solo il 2,96 per cento degli sbarchi sulle coste nazionali. Parola di ministro, quello dell'interno Marco Minniti, che l'ha giurato al governatore, Francesco Pigliaru, in un vertice al Viminale. E siccome un giuramento tira l'altro, «l'apertura del previsto centro di accoglienza regionale non sarà imposta - l'ipotesi era l'ex carcere di Iglesias - ma discussa e condivisa con i territori qualunque possa essere la scelta in futuro». Minniti, sollecitato da Pigliaru, s'è spinto anche oltre: «Per fermare la nuova rotta Algeria-Sardegna, scelta ormai da molti clandestini del Nord Africa, e che giustamente preoccupa, abbiamo attivati tutti i canali diplomatici necessari per bloccare il flusso».Il faccia a faccia.

È questo, in sintesi, il pacchetto migranti con cui la Regione - al vertice era presente anche l'assessore agli affari generali Filippo Spanu - è uscita dall'incontro con Minniti. Il vertice era stato sollecitato con urgenza dalla Regione per un bel po' di motivi. Il primo: nel 2016, secondo i numeri ufficiali, la quota di migranti invece è stata superata più volte fino a toccare il 3,3 per cento, con diverse centinaia di migranti sbarcati in più a Cagliari, poi accolti nei Comuni, rispetto alla capienza massima di 5mila presenze prevista dalla tabella nazionale.

Poi ed ecco il secondo motivo: la decisione ministeriale di aprire il Centro di prima accoglienza a Iglesias, è stata unilaterale e non poteva essere accettata. Fino al terzo motivo: i barchini che partono dall'Algeria e fanno rotta verso il Sulcis, mille sbarchi nel 2016, 500 nei primi mesi di quest'anno ed è un fenomeno in aumento. Il ministro ha assicurato e giurato che «d'ora in poi le regole saranno rispettate e su tutte le altre richieste la Sardegna non sarà lasciata sola».Soddisfatto. L'ha detto il governatore all'uscita dal vertice. «È stato un incontro costruttivo - sono state le prime sue parole nei corridoi del Viminale – Siamo arrivati chiedendo certezza su numeri e regole e oggi abbiamo avuto la conferma che il 2,96 per cento non sarà superato». Con una premessa anche stavolta: «Abbiamo ribadito al ministro che, come sempre, siamo pronti a fare il nostro dovere, ma nell'assoluto rispetto delle quote, e senza neanche più permettere che il trend in aumento registrato negli ultimi mesi diventi una costante forse perché finora altre regioni non hanno fatto la loro parte».

La risposta del ministro, riferita da Pigliaru, è stata questa: «Il nostro grande impegno, siamo al primo posto fra le regioni per la qualità dimostrata nella prima accoglienza, c'è stato riconosciuto e abbiamo avuto da Minniti l'assicurazione che, in futuro, le possibili emergenze saranno gestite sempre attraverso una regia stretta tra ministero dell'interno e Regione. Quindi qualunque sforamento non potrà essere che temporaneo e controllato», Anche sul caso Algeria il governatore è convinto di aver trovato nel ministro il giusto interlocutore: «Minniti ci ha rassicurato sul fatto che il canale diplomatico è stato aperto con il governo algerino e sarà anche rafforzato per bloccare la rotta clandestina». Infine, sul Centro d'accoglienza «ogni decisione – ha ribadito il governatore - sarà prima concordata fra il governo e la Regione con soprattutto anche un confronto continuo con i Comuni».

M5s sempre più "leghista" Salvini spera nell'accordo
Ma Grillo smentisce: non intendiamo fare alleanze né con la Lega, né con il Pd
I Cinque Stelle non voteranno la legge sulla cittadinanza ai figli
degli immigrati

A Roma i grillini vanno avanti sulla nuova linea anti-migranti. Lo si
capisce dalle parole del capogruppo in Campidoglio Paolo Ferrara: -
«Abbiamo detto quello che vedono i cittadini romani tutti i giorni. È
in corso un'ondata migratoria imponente. Noi romani stiamo già facendo
la nostra parte, ma non è possibile immaginare nuovi arrivi o
addirittura la realizzazione di nuove strutture. Roma è e resta una
città aperta, ma servono regole precise»di Francesca
ChiriwROMAAlleanze sì o alleanze no? È servito un post del Garante
Beppe Grillo per riportare dritta la barra del M5s sulle sue regole
«inderogabili». E che vedono tra le parole impronunciabili dai 5
Stelle, appunto quella delle alleanze.

Ma se il capo politico del M5s
ha sentito la necessità di raddrizzare il tiro non è tanto a causa di
qualche improvvida intervista di qualche parlamentare ribelle,
piuttosto perché l'orizzonte di necessari accordi sembra ormai alla
maggioranza dei parlamentari un male minore da sacrificare sull'altare
della vittoria del Movimento. Un vulnus che si è insinuato mentre si
discuteva di una legge elettorale di stampo proporzionale e che si è
fatto strada nonostante tutto. Il punto, per Grillo, è tuttavia che
evocare alleanze con la Lega alla vigilia dei ballottaggi è per il M5s
un vero e proprio harakiri. La sterzata data sui temi
dell'immigrazione serve infatti ai 5 Stelle a recuperare voti per il
prossimo turno elettorale andando a pescare nuovi elettori sullo
stesso terreno in cui si muove la Lega.Ma che il tema alleanze sia
tutt'altro che aborrito, lo ha rivelato il braccio destro di Davide
Casaleggio, Max Bugani, quando mettendo in campo l'idea di abolire il
limite dei due mandati (ribadita invece con fermezza da Grillo) ha
anche rispolverato una sua vecchia convinzione: «sono realista: nei
Comuni senza alleanze e con le persone più note che non si ricandidano
siamo obiettivamente più deboli».

Un concetto ampliato da Carlo
Sibilia che, intervistato, afferma che sui temi dell'immigrazione vede
possibile un'asse con il Carroccio. «Parole mai messe insieme» precisa
dopo, poco prima che arrivasse la "frusta" di Grillo pronto a
defenestrare anche quanti, come il deputato Mimmo Pisano, si dicono
contro il «tabù» del vincolo del doppio mandato. «Chi pensa che le
nostre regole fondanti siano inutili tabù è libero di trovare un
partito che lo candidi» è il de profundis del Capo Politico. Sul tema
però, la base M5s è aperta. Sui migranti i militanti si dividono: c'è
chi plaude («L'immigrazione selvaggia è il primo problemai») e c'è chi
avverte: «Diventerete l'ultima ruota del.. Carroccio».

di Umberto Aime


Unione Sarda

Vertice con Minniti a Roma: «Vogliamo garanzie sui numeri dell'accoglienza»
Migranti, Pigliaru in pressing su centro di rimpatrio e quote

«Sui migranti siamo pronti a fare il nostro dovere, ma nell'assoluto
rispetto delle quote». Davanti al ministro dell'Interno, Marco
Minniti, le parole del presidente Francesco Pigliaru, accompagnato
dall'assessore agli Affari generali, Filippo Spanu, fissano la
posizione della Regione sull'accoglienza e sulla scelta del Cpr che
sarà «condivisa».
Ma ieri il governatore ha chiesto un incontro anche al ministro degli
Affari regionali, Enrico Costa per un chiarimento dopo l'impugnazione
della Finanziaria da parte del governo.

RISPETTO DELLE QUOTE Davanti alla piena disponibilità per la macchina
dell'accoglienza, è necessario chiarire che «non permetteremo che il
trend di crescita registrato nell'ultimo periodo diventi una costante
e ogni sforamento non potrà che essere temporaneo e controllato».
Sugli arrivi diretti dall'Algeria la richiesta è che venga chiuso il
canale.

CPR Massima condivisione sulla scelta della struttura che ospiterà il
Centro permanente per i rimpatri. L'assessore Spanu spiega: «Governo e
Regione hanno deciso di condividere questa scelta con il
coinvolgimento degli enti locali interessati». Sempre l'assessore
sottolinea che sui flussi migratori l'unica strada percorribile è
«l'accoglienza diffusa nel territorio, dal momento degli arrivi dei
migranti in Sardegna».

GLI AMMINISTRATORI L'ultimo ha coinvolto la vicesindaca di Seneghe, ma
la scia di attentati agli amministratori locali nell'Isola è una
piaga. Il ministro ha confermato l'esistenza di risorse statali per
integrare l'intervento per la videosorveglianza attuato dalla Regione.
LA LETTERA L'obiettivo dell'incontro con il ministro Costa è
«riannodare i fili di una positiva e fattiva collaborazione». Dopo
l'impugnazione della Finanziaria l'umore di Villa Devoto nei confronti
del governo si è rabbuiato. Anche perché negli ultimi tempi si
registra un «mutato atteggiamento, estremamente formale e poco incline
a porre in essere l'auspicata collaborazione istituzionale».
LA CRITICA Il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci,
critica l'atteggiamento del governatore: «Dovrebbe opporsi alla
realizzazione del Cpr. Non devono farlo né a Iglesias né in altri
Comuni della Sardegna». (m. s.)

CARBONIA. M5S, ora insorgono gli attivisti: «Onta su di noi, Zonza si dimetta»
Petizione di 42 iscritti al meet-up: «Si rispetti il programma o via il simbolo»

Non si placa lo scandalo politico. A insorgere ora per le frasi
sessiste su una delle pagine Fb dei Cinque stelle e a richiamare la
Giunta al rispetto dei programmi d'origine, sono gli attivisti e i
simpatizzanti del meet-up Carbonia.

LA LETTERA In quarantadue (e, dicono, «la petizione sarebbe potuta
andare molto più avanti») hanno sottoscritto un documento in cui la
contestazione per i post scritti dal presidente del Consiglio
Massimiliano Zonza (di cui chiedono le dimissioni) è integrata da
altri aspetti definiti “fondamentali”. Li sottolineano, a voce, alcuni
attivisti chiedendo che «l'amministrazione - dice Carlo Dessì, uno dei
firmatari - si attenga al programma con cui ha vinto o si chiederà a
Roma la revoca del simbolo».

La conferma che in casa pentastellata
tiri aria pesante (fra dimissioni di assessori e consiglieri) è data
anche dalla lettura di alcuni dei nomi dei sottoscrittori: spiccano
quelli dell'ex assessore Carla Mario, dell'ex consigliere
(dimissionaria due giorni fa) Sabrina Soru, del consigliere in carica
Mauro Careddu e della candidata consigliera Giulia Pisu. A far
traboccare il vaso è stata la gestione del “caso post”: i 42
condannano le frasi apparse su “Associazione Carbonia a cinque
stelle”, ma pure chi avrebbe permesso che l'onta potesse per giorni
ricadere su qualsiasi attivista. «Ci dissociamo - si legge - anche dal
comunicato ufficiale M5S in cui si fa intendere che il commento fosse
stato “postato” da attivisti o simpatizzanti che avrebbero esagerato:
nella pagina potevano postare o pubblicare solo gli amministratori e
comunque ne dovevano approvare il contenuto preventivamente». E
Sabrina Barlini aggiunge: «Inutile attendere il Consiglio: Zonza si
dimetta».

IL DISAPPUNTO
I sottoscrittori (Carla Mario, Carlo Dessì, Mauro Careddu, Sabrina
Soru, Luigi Piras, Adriana Aresti, Carla Cannas, Giulia Pisu, Pino
Corrias, Rosanna Manconi, Francesco Chessa, Adele Di Iorio, Lorella
Lecis, Patrizia Mascia, Gregorio Cuccu, Roberta Cocco, Manlio Rubiu,
Sabrina Barlini, Alessandra Usai, Annalisa Marcus, Antonio Dessi,
Maria Gabriella Lisci, Fernando Bini, Carlotta Dessi, Marisa Manconi,
Graziella Murru, Vincenzo Manconi, Nicola Aresti, Alessandro
Verrocchi, Manuela Merche, Natascha Dessi, Elisabetta Perra, Carlo
Pusceddu, Massimo Manca, Diego Murgia, Roberto Falchi, Francesco
Giordi, Maurizio Cocco, Mario Frau, Assuntina Pistis, Giovanni Pinna,
Anna Manca) si dicono stupiti pure per un altro aspetto: «Nei post
incriminati - fa notare Giulia Pisu - c'è un “like” espresso da una
consigliera». Nella lettera si sottolinea che sarebbero state «diffuse
falsità su attivisti che non concordano con molte scelte
amministrative» e che si sarebbe stata una «caduta di stile anche
quando si parlò di peones». Termine riferito dal sindaco ai
simpatizzanti Pd. Silenzio da Giunta e capogruppo M5S.
Andrea Scano

Politica

Prodi: mai più al governo Grillo: il M5S non si allea

ROMA Nessuna alleanza, nessuna deroga al limite del doppio mandato e
chi non ci sta «è libero di trovare un partito che lo candidi alle
prossime elezioni»: parola di Beppe Grillo. «Non tornerà l'Ulivo e io
non sarò candidato premier»: parola di Romano Prodi. Benché
lontanissimi sul piano politico, ieri i due leader hanno entrambi
dovuto chiarire questioni che, nelle rispettive aree di riferimento,
forse non erano abbastanza chiare.

Prodi ha risposto alle illazioni nate da una frase di Giuliano Pisapia
(«Romano candidato a Palazzo Chigi? Ci metterei la firma, ma credo che
non sia disponibile»). L'ex premier ha confermato: «Sono un
pensionato, un felice pensionato». Nessuna possibilità che sia
nuovamente lui il capo dell'alleanza di centrosinistra.
Grillo invece ha scritto sul blog per contraddire le esternazioni di
qualche esponente dei Cinquestelle che sembravano mettere in
discussione il limite dei due mandati, e le ipotesi variamente
circolate di alleanze tra il M5S e altri partiti (specie la Lega): «Le
regole del M5S si basano sui nostri princìpi non derogabili. Il limite
dei due mandati è uno di questi», ha scritto l'ex comico. Chi pensa
che siano «inutili tabù» può cercarsi un altro partito. Infine «il M5S
non fa alleanze né con il Pd, né con la Lega, né con altri».

SELARGIUS. Valeria Puddu esce di scena e conferma la linea nazionale
«Il M5S non farà alleanze: elettori liberi di scegliere»

Sarà corsa a due, senza appoggi esterni. «Nessun apparentamento, non
sarebbe coerente da parte nostra». Valeria Puddu, ex candidata sindaca
del Movimento Cinque Stelle, è lapidaria. E non lascia spazio a
eventuali ripensamenti o cambi di rotta.

Bocciata al primo turno - ma dignitosamente - si mette da parte nel
faccia faccia che vedrà al ballottaggio Gigi Concu (centrodestra) e
Francesco Lilliu (centrosinistra). Sfida tradizionale, con l'incognita
degli oltre 11mila astenuti nel primo appuntamento di domenica scorsa,
e dell'elettorato grillino.

Siete l'ago della bilancia. Che farete?
«Sicuramente non appoggeremo nessun candidato. Sarebbe inaccettabile
sostenere chi sino a ieri abbiamo avversato».

Voterete?
«L'intenzione del Movimento a livello nazionale è di non presentarci alle urne».
La sua intenzione personale, da elettrice?
«Anche, comunque se decidessi di recarmi alle urne lo farei per votare
scheda bianca».

Segno di protesta?
«Non mi riconosco in nessuno dei candidati».
Se proprio dovesse esprimere una preferenza, chi sarebbe il meno peggio?
«Personalmente credo non ci siano grandi differenze tra i due. Sia
Concu che Lilliu rappresentano un modo di fare politica lontanissimo
dalle nostre idee».

Inviterete i vostri elettori all'astensione?
«Assolutamente no, lasceremo loro libera scelta. Certo, se dovessero
decidere di votare spero lo facciano con coscienza».
Fuori al primo turno, ma dentro il Consiglio.

«Non posso che ritenermi soddisfatta. Con le attuali regole elettorali
e senza una coalizione alle spalle era il massimo risultato
raggiungibile».
In numeri: 1565 voti totali.
«È una percentuale del 12,11, in un Comune come Selargius, che ci ha
visto scendere in campo per la prima volta».
Sempre numeri: quasi 12 mila astenuti.
«Percentuale altissima, che ci colpisce sfavorevolmente e deve far riflettere».

Cosa c'è dietro?
«Disamore per la politica e disillusione. Colpisce soprattutto in un
territorio con settemila disoccupati. Forse credono ancora nelle
ricette fallimentari del passato».

Piazzate due consiglieri.
«Finalmente potremo dare il nostro contributo, sia in termini
propositivi che in termini di vigilanza sull'operato della maggioranza
e sulle scelte che verrano delineate per il futuro di Selargius».

Progetti futuri?
«Certamente è un buon punto di partenza per puntare, un domani, a
regionali e nazionali. Ma è ancora tutto da decidere, ora preferiamo
pensare al presente».

Sara Marci

SANT'ANTIOCO. Quote rosa
Amministrative: un Consiglio con sette donne Il Consiglio comunale di Sant'Antioco si colora di rosa. A sedere nei
banchi dell'assemblea civica saranno ben sette donne. 
Cinque sono dimaggioranza e due di minoranza.

In maggioranza la più votata è risultata Eleonora Spiga, già
consigliere ed assessore anni fa nella Giunta di Virginio Locci: che
con i suoi 448 voti di preferenza è stata la donna che ha ottenuto i
maggiori consensi. Seguono Roberta Serrenti con 322 preferenze,
Rosalba Cossu 273, Salvatorina Iesu, anche lei con una esperienza
passata di consigliere ed assessore, con 263 voti e Roberta Manunza
con 156 preferenze.

«È stato un successo di tutto il gruppo. Salutiamo questo risultato
con grande soddisfazione. Cercherò con le colleghe di impegnarmi -
afferma Eleonora Spiga - per non disattendere le aspettative che i
cittadini hanno riposto in noi». Due dei seggi conquistati dalla
minoranza sono della lista Genti Noa, giunta seconda. Le due candidate
entrano in Consiglio con un gran bagaglio di voti personali: Ester
Fadda con 420 preferenze e Daniela Dessena con 395.
«Sono molto soddisfatta del risultato ottenuto. Si tratta sicuramente
di un grande attestato di stima. E farò di tutto per non deludere le
persone che hanno votato per la nostra lista - afferma Ester Fadda -
darò continuità alla nostra idea di amministrazione in Consiglio
comunale. Da parte nostra non mancherà l'impegno per far crescere la
città».
Tito Siddi

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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