lunedì 26 giugno 2017

Rassegna stampa 26 Luglio 2017

La Nuova Sardegna

Torna il centrodestra
Cade Genova, flop Pd

i ballottaggi

Dalla città della Lanterna all'antica Magna Grecia: il centrodestra unito è tornato. È questo il dato più eclatante, e in alcune città clamoroso, che emerge da proiezioni e dati reali del voto nei 22 capoluoghi di Provincia ai ballottaggi delle Comunali 2017. Un turno «funesto» per il Pd di Matteo Renzi che assiste alla storica caduta di Genova, città da sempre amministrata da sindaci «rossi», e vede perlomeno ribaltato il risultato ottenuto nel 2012 nelle stesse città.

Il voto di ieri vede anche rinvigorita quell'alleanza Fi-Lega Nord-Fdi che, a livello nazionale, da tempo appare fragilissima. «Notizie positive, andiamo a governare», esulta Matteo Salvini vedendo un centrodestra a trazione leghista.Genova, tra i 22 capoluoghi in ballo, segna il risultato simbolicamente più importante dei ballottaggi: più di undici punti separano il candidato del centrodestra Marco Bucci dall'avversario del centrosinistra Gianni Crivello: è la conferma che il cosiddetto «modello Toti», dopo la conquista della Regione, mantiene il suo appeal.

E il centrodestra, stando alle proiezioni, conquista anche La Spezia - altra roccaforte del centrosinistra - Lodi e, per la prima volta, Pistoia.  Prende, di fatto, l'emiliana Piacenza e la veneta Verona, dove Federico Sboarina ha oltre 15 punti di vantaggio su Patrizia Bisinella, compagna dell'ex sindaco Flavio Tosi e sostenuta dal Pd. E conquista Sesto San Giovanni, l'ex Stalingrado d'Italia. È una valanga, quella del centrodestra, che vede tra l'altro vicini alla vittoria candidati tutt'altro che moderati, come Alessandro Tomasi a Pistoia e Pierluigi Biondi a L'Aquila, entrambi in «quota» Fdi. Proprio nel capoluogo abruzzese si registra una debacle per il centrosinistra: il primo turno si era concluso con un netto vantaggio di Americo Di Benedetto, al ballottaggio, arriva un ribaltamento a favore proprio del centrodestra.

Centrodestra che, inoltre, conquista Catanzaro con Sergio Abramo. Ma si ferma a Lecce, Padova e Lucca, dove il voto vede prevalere i tre candidati di centrosinistra: Carlo Maria Salvemini, Sergio Giordani e Alessandro Tambellini. Pd e alleati avanti anche a Taranto con Rinaldo Menucci su Stefania Baldassarri (centrodestra). A Trapani, infine, il candidato del centrosinistra perde contro se stesso: Pietro Savona (senza avversario dopo il ritiro di Girolamo Fazio) non riesce, infatti, ad ottenere l'affluenza del 50,1% necessaria. E la città va verso il commissariamento. Domani toccherà a Renzi tirare le fila del post-sconfitta: ma il rischio è che la debacle mini, in maniera corposa, la sua leadership.

Se, infatti, il renzianissimo Andrea Marcucci motiva la sconfitta con il fatto che l'elettorato M5s «ha scelto la destra», da Mdp arrivano già i primi fendenti in chiave leadership di coalizione: «La destra è forte. O si cambia o si muore», è il tweet di Arturo Scotto. A Ettore Rosato non resta che prendere atto: «Abbiamo perso, ha vinto la destra a trazione Lega». Dall'altra parte è Toti ha mandare un chiaro messaggio a Salvini e Silvio Berlusconi: «È un risultato storico, il centrodestra ne faccia tesoro». Mentre Giorgia Meloni twitta: «Uniti si vince, è il nostro tempo».

E il M5s? Si «consola» con la vittoria di un ballottaggio sui due capoluoghi in ballo: a Carrara con Francesco De Pasquale. Ma a Parma trionfa il simbolo del dissenso nel Movimento: Federico Pizzarotti con la sua lista «effetto Parma». E chissà che dall'Emilia non nasca un'embrione di una lista nazionale con gli ex M5s in trincea.


Unione Sarda

COMUNALI. Astensionismo record, i cittadini sempre più lontani dalla politica
Il partito del non voto ha fatto il pieno assoluto

Appunti per il nuovo sindaco. Probabilmente il primo passo che dovrà
compiere a partire da oggi Gigi Concu sarà quello di riavvicinare i
selargini alla politica. Preoccupante il numero di chi ha deciso ieri
di andare a scegliere il primo cittadino: soltanto il 41,58 per cento.
Il nuovo sindaco è stato eletto da pochissimi compaesani. Un dato che
deve far riflettere e che si allinea a quello del primo turno, quando
soltanto un selargino su due (il 53,47 per cento finale) aveva
espresso un voto.

Selargius, come tutti i Comuni, non sta vivendo un momento facile.
Oltre ai tagli dei fondi statali e regionali e alle difficoltà di
ottenere importanti finanziamenti pubblici, la città si trova chiusa
in un'area metropolitana, quella di Cagliari, dove non ha ancora
trovato un ruolo preciso.

Esclusa dal progetto della rete del gas di città, senza il Policlinico
che è un'occasione di sviluppo importante per Monserrato e per Sestu,
tagliata fuori per adesso dalla metropolitana di superficie, la
Selargius targata centrodestra che ha vinto le elezioni e che intende
proseguire sulla strada tracciata negli ultimi dieci anni dall'ex
sindaco Gian Franco Cappai, punta forte sul nuovo Piano urbanistico.
Il piano regolatore vigente era quello ereditato alla fine degli anni
Sessanta dall'amministrazione guidata dal sindaco repubblicano
Celestino Badas. Stravolto negli anni per forza di cose da accordi in
deroga, patti per le nuove lottizzazioni e piani di risanamento di
un'edilizia spontanea capace di modificare profondamente l'aspetto
delle campagne selargine.

Selargius rifiuta ovviamente l'etichetta di paese dormitorio che gli
hanno attaccato per i primi i grillini durante la campagna elettorale.
Gigi Concu in questi mesi ha puntato molto sul senso di appartenenza a
una cittadina che si propone di valorizzare le piccole realtà
imprenditoriale presenti nell'area industriale, i poli culturali come
le ex carceri, una rassegna folk come il Matrimonio selargino e gli
spazi verdi recuperati in questi anni dall'amministrazione Cappai.
Restano da affrontare anche gli annosi problemi delle storiche
incompiute: il Centro servizi per le imprese e il teatro comunale di
piazza Si ' Boi non sono mai stati messi a disposizione dei cittadini,
bloccati da pasticci burocratici che in questi anni il centrodestra
non è riuscito a risolvere.

L'altro obiettivo di Gigi Concu deve essere quello di restituire un
clima meno teso alla politica selargina. È stata una campagna
elettorale senza esclusione di colpi, con reciproche accuse di
scorrettezza tra il leader del centrodestra (che ha evitato il
confronto pubblico con il rivale) e Francesco Lilliu.
Proprio Lilliu nell'ultimo scorcio della passata consiliatura, dai
banchi dell'opposizione, non aveva eretto barriere sugli argomenti più
importanti come apponto il Puc. Adesso occorre ripartire perché
Selargius non ha bisogno di divisioni ma di unità di intenti. (p.c.)


Selargius resta al centrodestra
Centrosinistra sconfitto, l'esponente di Forza Italia succede a Gian
Franco CappaiIl nuovo sindaco è Gigi Concu: battuto Lilliu, segretario Pd

SELARGIUS Selargius resta al centrodestra. Al sindaco Gian Franco
Cappai, dell'Udc, rimasto in sella per dieci anni, succede il suo
vice, Gigi Concu, ingegnere, 48 anni, tesserato con Forza Italia. Nel
segno della continuità.

Il ballottaggio ha bocciato il centrosinistra e il leader Francesco
Lilliu, 37 anni, avvocato, segretario provinciale del Pd, che aveva
puntato tutto sulla voglia di cambiamento dei cittadini, rimasta
soltanto un'intenzione, un'idea. Nel segreto delle urne i selargini
hanno preferito la continuità: 5226 voti (51,24 per cento) a 4973
(48,76 per cento).

LA SFIDA Concu, dopo aver accantonato la speranza di vincere senza il
ballottaggio quindici giorni fa, è stato capace di restare aggrappato
al vantaggio ottenuto al primo turno (poco meno di 300 voti, il due
per cento), e di respingere l'assalto veemente del rivale in una
campagna elettorale lunga, aspra e nervosa.

IL LAVORO Alcuni osservatori più attenti hanno notato un cambiamento
di registro tra la vigilia del primo turno e lo spareggio di ieri
nelle dichiarazioni pubbliche di Gigi Concu. Non più soltanto
l'elencazione dei risultati ottenuti dalle ultime due giunte in cui
lui stesso aveva ricoperto ruoli di primo piano. Nelle ultime due
settimane Concu ha deciso di proporre ai suoi concittadini un passo in
avanti, pur sempre nel senso della continuità amministrativa.
Proponendo al ventre molle dell'elettorato soluzioni alla mancanza di
lavoro che attanaglia la cittadina: settemila disoccupati su
trentamila abitanti scarsi, troppi.

IL PROGRAMMA Per esempio, Concu ha illustrato la necessità di aiutare
la piccola imprenditoria, i giovani desiderosi di costruire con le
proprie mani il loro futuro, di affidare in gestione delle opere
pubbliche ancora non assegnate, di rilanciare la zona industriale. Una
scelta che probabilmente alla lunga ha premiato.

SCONFITTO Francesco Lilliu ha cercato di cavalcare l'onda che ha
portato la città di Cagliari a confermare nel ruolo di sindaco Massimo
Zedda e il centrosinistra unito alle forze autonomiste. Proponendo per
Selargius un modello di sviluppo «imperniato sul buon governo e non
sulla ordinaria amministrazione mandata avanti da Cappai».

Approccio
presentato come profondamente diverso da quello che ha ispirato le
scelte del centrodestra. Una strategia che gli ha permesso di arrivare
al ballottaggio, non di più. Lilliu non ha convinto né gli indecisi né
i grillini che avevano ottenuto un buon 13 per cento e due seggi al
primo turno. Gli spettano altri cinque anni all'opposizione.

Oristano, vince Andrea Lutzu
Preoccupa l'astensionismo: si è recato a votare solo il 43,91 per
cento degli elettori La città volta pagina. Al centrodestra il timone del Comune

La parentesi è terminata. Chiusa, almeno per la prossima consiliatura.
La vocazione di centrodestra di Oristano riemerge tutta, e pure con
gli interessi. Andrea Lutzu, che fu candidato sindaco cinque anni fa
del Popolo della Libertà e che non arrivò neppure al ballottaggio,
adesso è il nuovo primo cittadino di Oristano. Quei mille e trecento
voti di differenza che ha incassato al primo turno rispetto alla sua
avversaria, Maria Obinu, leader del centrosinistra, erano un margine
talmente ampio che alla fine, chiuso il ballottaggio, hanno pesato e
non poco.

IL DATO Da qui si parte per capire come è andato il voto. Neppure la
metà degli aventi diritto hanno scelto il sindaco di Oristano. Per
stare alle percentuali il 43.91 per cento dei voti degli elettori ha
scelto chi dovrà governare la città per i prossimi cinque anni. Una
percentuale bassissima, mai registrata nella storia di Oristano, e che
deve far riflettere non poco ai vincitori e ai vinti.
In tutto 5.873 elettori maschi e 6.406 femmine. Alle 19, seconda
rilevazione, il dato aveva fatto segnare 27,37 %.

IL VINCITORE La vittoria di Andrea Lutzu decreta come primo partito di
Oristano Forza Italia, che piazza nell'Aula dei quattro Evangelisti
otto rappresentati. Moltissimi volti noti, da Francesco Pinna (ex
commissario del Consorzio di bonifica ed ex assessore allo Sport con
la vecchia Giunta di centrodestra) a Carlo Cerrone e Angelo Angioi, ex
consiglieri comunali con le Giunte di centrodestra che hanno preceduto
quella uscente di Guido Tendas.

Tra le new entry Gigi Mureddu, il più votato tra gli azzurri, e
Antonio Iatalese, leader dei giovani di Forza Italia.
GLI ALLEATI I Riformatori sardi riescono a conquistare tre seggi: in
Consiglio entreranno solo volti noti, da Antonio Franceschi a Mauro
Licandro e Gianfranco Licheri. In maggioranza anche tre consiglieri di
Fortza Paris tra cui Giulia Solinas, figlia di Mauro, che fu
vicensindaco di Antonio Barberio. Ultimo volto nuovo del gruppo di
maggioranza che accompagnerà Andrea Lutzu per i prossimi cinque anni è
Riccardo Meli, esponente della lisa Un'altra Oristano.

LA MINORANZA Oltre gli altri candidati sindaco (Vincenzo Pecoraro del
polo civico, Filippo Martinez del “pantito”, Anna Maria Uras di
Coraggio e libertà e Patrizia Cadau del Movimento Cinque Stelle)
spazio nei banchi di opposizione per i due esponenti del Pd più votati
(l'ex assessore ai Lavori pubblici Efisio Sanna e Francesco Federico),
l'Udc Pepi Puddu (secondo molti sarà il prossimo presidente del
Consiglio), e il “civico” Andrea Riccio.
Michele Masala

Maria Obinu: «Complimenti e buon lavoro»
Gli auguri della candidata del centrosinistra al nuovo sindaco: sconfitta netta

I primi dati arrivano e fanno subito ben sperare nella sede elettorale
di Andrea Lutzu. Ma è con la telefonata di Maria Obinu che il sogno
del centrodestra di tornare alla guida della città diventa realtà: ai
piedi della statua di Eleonora esplode la festa. «Ti faccio i
complimenti, auguri», ha detto l'ex assessore ai Servizi sociali al
nuovo sindaco di Oristano.

Poco distante nella sede del Partito democratico il clima è
decisivamente diverso, ma con grande sportività si accetta il verdetto
delle urne. «Una sconfitta netta, ne prendiamo atto: buon lavoro al
centrodestra. Siamo disposti a collaborare ma vigileremo e, se
necessario, faremo una dura opposizione», ha commentato Maria Obinu .
«Vittoria nettissima, inaspettata nelle dimensioni. Sono molto
contento; onore ai quattro candidati a sindaco che si sono presentati
al primo turno e a Maria Obinu che hanno dato lustro a questa campagna
elettorale. Speriamo adesso di non deludere gli oristanesi», ha
commentato il neo sindaco Andrea Lutzu .

Grande soddisfazione per il leader di Forza Italia Oscar Cherchi che
non nasconde la forte emozione. «Sono davvero emozionato, è un
risultato che premia il grande lavoro di squadra portato avanti dalla
nostra coalizione - ha commentato Cherchi - oltre al grande impegno e
alla passione politica di Andrea Lutzu. Adesso sarà fondamentale
iniziare subito a lavorare per il bene della nostra città».
Gli fa eco Attilio Dedoni , capogruppo dei Riformatori sardi in
Consiglio regionale. «Siamo felicissimi, una grande vittoria, adesso
ci dobbiamo rimboccare le maniche e realizzare da subito il nostro
programma elettorale».

Nella sede di via Canepa del Pd si incassa la sconfitta, ma senza
polemiche. Per le analisi del voto e tutte le altre valutazioni
politiche ci sarà tempo. Il segretario provinciale del Pd Alberto
Boasso con grande sportività incassa il verdetto delle urne.
«Prendiamo atto che gli oristanesi hanno scelto il candidato del
centrodestra - ha commentato - siamo certi che Andrea Lutzu saprà
essere il sindaco di tutti, gli facciamo i nostri migliori auguri di
buon lavoro».

Il consigliere regionale del Partito democratico Antonio Solinas non
nasconde l'amarezza per una sconfitta «pesante e dolorosa. Ma sappiamo
che anche da simili risultati si deve ripartire - ha osservato - Il
centrosinistra si è presentato diviso e forse non siamo stati capaci
di far capire la nostra proposta. E alla fine abbiamo avvantaggiato il
centrodestra».

Solinas però non dimentica il grande impegno della squadra di
centrosinistra: «Ringrazio la nostra candidata a sindaco Maria Obinu
per il grande lavoro fatto fino a oggi e tutti gli oristanesi che si
sono spesi nel sostenere le nostre liste: da qui dobbiamo ripartire».
Valeria Pinna

Bassa affluenza, il centrosinistra si consola con Lecce. Rosato: «Abbiamo perso»
Il secondo turno tradisce il Pd
Il centrodestra strappa Genova e L'Aquila. Parma a Pizzarotti

Il secondo turno non sovverte gli esiti del primo: due settimane fa il
centrodestra aveva chiuso in vantaggio la gran parte delle sfide nelle
grandi città, e i ballottaggi confermano questa tendenza. La
coalizione imperniata su Forza Italia, la Lega e Fratelli d'Italia si
aggiudica quasi tutte le sfide più importanti, e in particolare
strappa al centrosinistra due capoluoghi di regione come Genova e
L'Aquila.

Per Pd e alleati le note positive si limitano alle vittorie di Padova
e Lecce, mentre il Movimento 5 Stelle, presente solo in due
ballottaggi nei capoluoghi di provincia, perde ad Asti ma vince a
Carrara. Vince anche un ex grillino, Federico Pizzarotti, riconfermato
sindaco di Parma col 57,8% a scapito del concorrente del
centrosinistra Paolo Scarpa. Il dato negativo che riguarda tutti è poi
la bassa affluenza: ha votato solo il 46,03%, contro il 58% del primo
turno.

I VINCITORI Lo “scalpo” più importante per il centrodestra è Genova,
città da sempre amministrata dalla sinistra: lo spoglio delle schede,
durante la notte, conferma quello che avevano detto gli exit poll
delle 23, subito dopo la chiusura delle urne, e cioè che il nuovo
sindaco sarà Marco Bucci. Ha ottenuto il 55,2% contro il 44,8 di
Gianni Crivello (centrosinistra). Si ripete così lo smacco subito dal
Pd ligure, a due anni di distanza dalla vittoria dell'esponente di
Forza Italia Giovanni Toti nelle Regionali.

Ma un'altra sconfitta cocente per il centrosinistra è quella
dell'Aquila, dove il renziano Americo Di Benedetto perde abbastanza
nettamente contro Pierluigi Biondi (poco più del 46% contro il 53,5).
Ancora più travolgente l'affermazione del candidato di centrodestra
Sergio Abramo a Catanzaro: oltre il 64%, mentre Vincenzo Ciconte
supera di poco il 35.
LE SORPRESE Tra le altre affermazioni del centrodestra, da segnalare
Monza, fin qui amministrata dalla coalizione a guida Pd: ma il sindaco
uscente Roberto Scanagatti si ferma al 47% e cede la fascia tricolore
a Dario Allevi. Cambio di colore anche a Pistoia, che dopo decenni
passa al centrodestra grazie ad Alessandro Tomasi (54,3 contro il 45,7
di Samuele Bertinelli). Importante, simbolicamente, la vittoria di
Roberto Di Stefano a Sesto San Giovanni, la ex “Stalingrado d'Italia”,
contro la candidata del centrosinistra Monica Chittò che pure aveva
chiuso in vantaggio il primo turno.

Il centrodestra si prende poi La Spezia con Pierluigi Peracchini
(battuto Paolo Manfredini), e Verona con Federico Sboarina (57,9%):
qui però la candidata sconfitta, Patrizia Brisinella, non è del
centrosinistra (che non era arrivato al ballottaggio), ma è la
compagna dell'ex sindaco Flavio Tosi.

IL CENTROSINISTRA Vanno in controtendenza due città che erano
amministrate dal centrodestra e passano allo schieramento opposto:
Lecce, che il centrosinistra si riprende dopo vent'anni con Carlo
Salvemini (54,9% contro il 45,1 di Mauro Giliberti), e probabilmente
Padova, con Sergio Giordani avanti col 51,9 rispetto a Massimo Bitonci
del centrodestra (48,1). Sul filo di lana la vittoria del
centrosinistra a Taranto, col 50,9% di Rinaldo Melucci davanti a
Stefania Baldassarri. Risicato il vantaggio di Alessandro Tabbellini a
Lucca: 50,3% sullo sfidante Remo Santini, quando erano state
scrutinate 74 sezioni su 86.

IL CASO TRAPANI Come previsto, a Trapani arriva il commissario: dopo
il ritiro dal ballottaggio dell'ex sindaco Girolamo Fazio, per via
dell'indagine che non gli aveva impedito di prevalere al primo turno,
serviva un'affluenza almeno del 50% per far eleggere l'unico candidato
rimasto in campo, Piero Savona del Pd. Ma ha votato appena il 26,75%:
elezioni invalidate.

LE PRIME REAZIONI «Per noi le elezioni sono andate male, lo dobbiamo
dire con chiarezza: abbiamo perso, è stata una sconfitta in cui la
destra ha dimostrato la forza di saper aggregare», ha detto a caldo
Ettore Rosato, capogruppo alla Camera del Pd. Molta soddisfazione
invece da parte del capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta: «Una
tranquilla vittoria del centrodestra». «Abbiamo cambiato il destino di
tante città, ora cambiamo quello del Paese», esulta il leader della
Lega Matteo Salvini. «Italiani 1, Renzi zero, Grillo non
classificato», ironizza su Twitter la leader di Fratelli d'Italia
Giorgia Meloni: «Uniti si vince».

Uras (Cp): non è stata colta la crisi M5S. Cappellacci (Fi): bocciato
chi è al governo. Nell'Isola i Dem fanno mea culpa: «Serve più unità»

«Dobbiamo ripartire dalla coesione, prima all'interno del partito e
poi nella coalizione». Il segretario del Pd, Giuseppe Luigi Cucca
guarda già al futuro perché serve un cambio di rotta davanti
«all'avanzata del centrodestra». Il risultato di Oristano brucia per i
numeri, soprattutto perché il centrosinistra si è spaccato ai nastri
di partenza: «Dobbiamo dialogare di più e cercare di unire la
coalizione, perché il centrosinistra, laddove si presenta compatto può
ottenere buoni risultati».

Il senatore di Campo progressista, Luciano Uras, sposa la tesi di
Cucca: «La vittoria del centrodestra, dimostra innanzitutto che
l'unità dei partiti politici tradizionali è inattaccabile». Un segnale
che con la crisi (in questa tornata) del Movimento cinque stelle il
centrosinistra non ha saputo cogliere pienamente. «Nello schieramento
avversario», dice Uras, «non ci sono state le polemiche che hanno
caratterizzato il centrosinistra. Questo serve ancora di più per
lavorare a un grande progetto unitario».

E la compattezza si è persa
soprattutto a Oristano dove il prezzo pagato è stato decisamente
salato. «È la dimostrazione», dice il segretario del Partito dei
sardi, Franciscu Sedda, «che senza di noi non si vince». Il Pds,
infatti, nella città di Eleonora ha scelto di dare vita a un polo
civico dopo la rottura con la coalizione che «deve accettare il
dialogo alla pari con noi. Siamo decisivi per la vittoria».

L'avanzata del centrodestra è motivo di orgoglio per il coordinatore
regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci: «Esiste un popolo che non
sceglie il voto di protesta e demagogico del Movimento 5 stelle e
boccia chi è al governo e dimostra incapacità di risolvere i
problemi». Il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Salvatore
Deidda, presenta la ricetta della vittoria, fatta da una «scelta di
candidati del centrodestra credibili e radicati nel territorio, capaci
di imprimere una svolta». Per Deidda il risultato complessivo di
queste amministrative è il segnale che «il capolinea per la sinistra è
vicino». (m. s.)

Gli alleati
E a sinistra si organizzano l'area Pisapia e Art. 1-Mdp

Se il Pd rimugina ancora sul nome da dare a Francesco Pigliaru per
sostituire l'assessore ai Trasporti Massimo Deiana, nella maggioranza
ci sono altre forze alle prese con dubbi ben più radicali, che
riguardano il loro destino: è il caso di Campo progressista, ancora
alla ricerca di una propria identità nel centrosinistra. Se il
rapporto con la Giunta è tutt'altro che idilliaco, quello con la
coalizione si basa soprattutto «sull'alleanza imprescindibile con il
Pd», come ha sempre ribadito il senatore Luciano Uras.

Ma a sinistra dei democratici si sta strutturando in Sardegna anche
Art.1-Mdp, il soggetto nato dalla scissione guidata da Bersani e
Speranza. Il deputato e responsabile organizzativo nazionale, Nico
Stumpo, ieri era a Oristano per incontrare i militanti in vista della
grande iniziativa nazionale in programma il primo luglio a Roma. «La
riunione - commenta Yuri Marcialis, uno dei coordinatori regionali - è
un passo avanti verso il rafforzamento del Movimento in Sardegna e
servirà per compiere i primi passi anche nell'Isola verso la direzione
che porta ad incrociare il Campo progressista e le altre formazioni
del centrosinistra». L'intento è anche dialogare «col mondo delle
associazioni come Arci e Acli, e con le fondazioni e i corpi sociali».
(m. s.)

La Nuova

Il centrodestra espugna Oristano
Trionfo per il nuovo sindaco che ottiene il 65,3 per cento dei voti
Quasi doppiata la candidata del centrosinistra che si ferma al 34,6

di Roberto Petretto
ORISTANOMisurato e composto, anche nel momento della vittoria: Andrea
Lutzu è la faccia moderata e rassicurante che tanto piace agli
oristanesi. Cinque anni dopo, superato il trauma di una sconfitta che
allora fu figlia di accordi mancati e di strategie suicide,
l'ingegnere 54enne ha vinto la diffidenza iniziale di alcuni alleati
ed è riuscito a guidare il centrodestra alla riconquista di Palazzo
degli Scolopi, la sede del Comune. Nelle due stanze in via Eleonora
d'Arborea che in queste settimane hanno ospitato l'ufficio elettorale
del candidato sostenuto da Forza Italia, Riformatori, Fortza Paris e
Un'Altra Oristano, dopo i timori del pomeriggio, si è capito ben
presto che il clima era quello giusto.

Nei seggi campione, quelli che
solitamente danno una tendenza abbastanza fedele dell'andamento
globale delle consultazioni elettorali, si è subito marcato un divario
netto tra l'ex vicesindaco della Giunta Nonnis e la candidata del
centrosinistra, Maria Obinu, assessore alle Politiche sociali con la
giunta Tendas. Quando Andrea Lutzu è arrivato in municipio i valori
erano ormai consolidati: il vincitore intorno al 65 per cento, la
sconfitta ferma al 35.Più che un successo, un trionfo: nei ballottaggi
precedenti Antonio Barberio aveva prevalso su Linalba Ibba col 52, 77
per cento contro il 47,26. Angela Nonnis su Marino Marchi con il 58,21
per cento contro il 41,79. Pressoché analogo il distacco inflitto da
Guido Tendas a Giuliano Uras: 58,06 contro 41,91. Per arrivare a un
divario simile a quello di ieri bisogna risalire all'ultima sconfitta
di un sindaco uscente: Mariano Scarpa venne battuto da Piero Ortu
rimediando un 34,58 per cento contro il 65,43 del vincitore.

In mattinata i due candidati avevano esibito sorrisi sgargianti, ma un
po' tesi al momento di presentarsi al seggio per il voto. Entrambi
nelle scuole medie di viale Diaz, entrambi con la famiglia accanto,
entrambi con i segni di una campagna elettorale logorante seppure
corretta e tutto sommato giocata con stile, almeno dai protagonisti
principali. Ma, come gli stessi candidati alla carica di sindaco
avevano potuto vedere direttamente, questa volta ai seggi non c'erano
file né attese da fare: poca gente, poco apparente interesse per un
ballottaggio che, come sempre accade, ha sofferto per una certa
disaffezione da parte degli elettori.

Tendenza che si è confermata
durante la giornata e che è arrivata sino a un quasi dimezzamento dei
valori dell'affluenza rispetto al primo turno nel rilevamento delle
19.A quel punto nel quartiere generale di Andrea Lutzu qualcuno ha
cominciato ad avere dei timori: l'elettorato del centrosinistra ha
fama di essere più ligio e fedele all'impegno del voto, mentre il
centrodestra sarebbe più flessibile e meno propenso a seguire le
indicazioni di partito. Forse per questo, vista la bassa affluenza,
durante la serata Andrea Lutzu dai propri profili social ha lanciato
un appello al voto e al voto "responsabile".

 Nel suo entourage c'era
forse il timore di essere superati magari di poco e sul filo di lana.
Sarebbe stata una beffa atroce per Lutzu che già cinque anni fa
conobbe il dolore della sconfitta per quanto al primo turno. Invece
stavolta il popolo del centrodestra non ha tradito e ha sostenuto
anche al secondo turno il proprio candidato sindaco. Certo, i dati che
si vanno delineando a spoglio ormai quasi ultimato quando il giornale
va in stampa e che danno Andrea Lutzu al 65 per cento dei consensi, si
tratterebbe di circa 8mila elettori. Tendas venne eletto con 8.125
voti e l'opposizione gli ha rimproverato spesso di non essere
abbastanza rappresentativo. È stato proprio Andrea Lutzu, invece, a
riconoscere sempre la legittimità di quella vittoria. Rimane il fatto
che la disaffezione degli elettori ha colpito ancora e che stavolta la
percentuale dei votati è rimasta ben al di sotto del 50 per cento. Il
nuovo sindaco dovrà partire anche da questo per cercare di ridare
fiducia all'elettorato.

La candidata del centrosinistra non cerca scuse: «Paghiamo il
malcontento verso la giunta Tendas»
Maria Obinu: «Una delusione enorme»

ORISTANOVia Canepa, sede del Partito Democratico, stavolta è la
succursale della delusione. Si cerca da subito di capire dove si è
sbagliato, ma più che altro il centrosinistra accompagnato da liste
civiche e dal Partito Sardo d'Azione in questa avventura elettorale
cerca di riprendersi dal ko appena subito senza neanche aver assestato
un bel pugno al volto dell'avversario.Maria Obinu è netta: «Siamo
stati accusati di essere antipatici, evidentemente paghiamo anche
l'antipatia». È il pensiero finale di una disamina che parte
dall'ammissione di una sconfitta dalle proporzioni inattese: «La
delusione è enorme e non può essere altrimenti, evidentemente paghiamo
il malcontento verso la giunta Tendas di cui io stessa ho fatto parte
e che si percepiva in città.

Non siamo riusciti a invertire la
tendenza, nonostante avessimo acchiappato il ballottaggio che non era
affatto scontato. Ovviamente speravo e speravamo in qualcosa di molto
meglio».Il meglio non è però arrivato e così adesso è la sfidante
sconfitta a trovare il perché di questo clamoroso tonfo: «Per prima
cosa dico che abbiamo poco da rimproverarci per come sono andate le
cose in questo mese e mezzo di campagna elettorale.

Probabilmente la
sconfitta nasce prima, nel momento in cui il tavolo delle trattative
per la scelta del candidato è rimasto in fase di stasi troppo a lungo,
ma allo stesso tempo dobbiamo guardare anche oltre quest'ultimo
periodo».E allora bisogna inevitabilmente fare autocritica verso la
giunta Tendas: «Ne ho fatto parte e so quanto abbiamo lavorato. So
quante cose buone abbiamo fatto per Oristano: abbiamo portato i
milioni del progetto Oristano Est, abbiamo sbloccato una serie di
progetti e lavori ma non è bastato. Probabilmente si è creato un
distacco tra la città e la nostra amministrazione che non è stata
capace di comunicare le cose positive». (e.c.)

Il vicesindaco uscente batte al fotofinish il segretario del Pd
Selargius sceglie Concu

di Stefano Ambu
SELARGIUSVince il centrodestra. E vince la continuità con il passato e
con la doppia stagione di Gianfranco Cappai, il primo cittadino degli
ultimi 10 anni. Gigi Concu, 48 anni, ingegnere è il nuovo sindaco di
Selargius. Un successo, quello della coalizione composta da Forza
Italia, Riformatori Sardi. Udc, Sardegna 2020, Fratelli d'Italia,
Annozero, che tiene lontano dal governo il centrosinistra per la terza
consiliatura consecutiva.

Ma il candidato sindaco avversario Francesco
Lilliu, segretario provinciale del Pd, alla guida di una coalizione a
6 liste ((Pd, Selargius Futura, Partito dei Sardi, Per Selargius,
Laboratorio progressista) ha perso con onore. E anzi sulle prime si è
anche illuso di potercela fare. Perché, almeno sino a metà spoglio, è
stato un ballottaggio thrilling. Le prime sezioni sembravano infatti
regalare un pezzettino di fascia tricolore proprio a Lilliu, in
leggerissimo vantaggio.

Quasi un ribaltamento rispetto a quanto
accaduto due settimane prima quando Concu aveva strappato il comando
del primo turno per pochi voti, appena 289. Ma la differenza iniziale
era troppo risicata per potersi permettere di stappare lo spumante. E
infatti si è andati avanti con un estenuante testa a testa con
pochissimi voti di differenza. Ma a un certo punto Concu ha
sorpassato. E piano piano, ma in maniera decisa, ha accumulato il
vantaggio che gli ha consentito di volare verso la vittoria. Affluenza
alle urne molto bassa. L'uno contro uno non è riuscito a scaldare
Selargius: al voto meno di mezza città, il 41 per cento degli
elettori. Con un passo indietro di circa 12 punti di percentuale
rispetto al primo turno.


Elette Segreteria e Direzione

Appello di Sinistra italiana:
un'alleanza alternativa al Pd

CAGLIARISinistra italiana critica con durezza il governo e la giunta
regionale, lancia un appello alle altre forze per costruire
un'alternativa al Pd e infine ha nominato la segreteria e la direzione
regionale. Eletta su proposta del segretario regionale Antonello
Licheri della prima fanno parte Vittorio Macrì, Mariella Montixi,
Salvatore Multinu e Mattia Grazia Serra. Della direzione, oltre ai
componenti della segreteria, fanno parte i responsabili dei
dipartimenti tematici e segretari-coordinatori territoriali Roberto
Mirasola Cagliari, Salvatore Meloni Sassari. Giovanni Tendas
Olbia-Tempio, Gianni Carta Oristano, insieme alla presidente
dell'assemblea Franca Dessì e al tesoriere Alessandro Vinci. I
responsabili dei dipartimenti sono Nicola Comerci formazione e scuola
quadri, Franco Dore cultura istruzione, Daniela Freschi ambiente e
periferia, Antonelo Marras autononia e questione meridionale, Michela
Padolini reti sociali, migrazioni e pari opportunità, Lilli Pruna
lavoro e welfare, Andrea Zucca enti locali e Filippo Isgro
responsabile del programma.

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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