giovedì 3 agosto 2017

Rassegna stampa 03 Agosto 2017


 
La Nuova Sardegna

Pigliaru a pastori: subito 35 milioni : "Abbiate fiducia" Migliaia in corteo: disordini davanti alla Regione. Poi l'incontro con la giunta I pastori invadono Cagliari. di Umberto Aime


Felice Floris veste la solita maglietta azzurro-pastori del Movimento, è quella delle mille battaglie per il latte. Francesco Pigliaru, in maniche di camicia bianca, s'è liberato senza fatica della giacca blu da presidente. Sotto, la folla. I due sono vicini, fianco a fianco, con un solo microfono per quattro mani, ma insieme riempiono la scena del camion diventato palco. Il Leoncino è parcheggiato in via Roma, nello stesso quadrato dove tre ore prima, sotto le finestre del Consiglio regionale, poliziotti, carabinieri e almeno tremila manifestanti avevano inscenato un furibondo mezzogiorno di fuoco fra botte, transenne sradicate e lanciate, cariche e controcariche. Sono invece le 15 e qualcosa, in quel teatro ora riappacificato, quando il capopopolo invita l'ospite e urla: «La nostra gente vuole sapere cosa abbiamo ottenuto».

Voce ferma, sguardo dritto sulla gente, il governatore dà subito la notizia: «Ci siamo impegnati a recuperare altri 35 milioni per voi». Non sarà facile, il bilancio della Regione è tutt'altro che ricco, ma l'accordo è questo. L'hanno raggiunto dopo una riunione fiume, affollata e dura, consumata in una delle stanze più grandi del Consiglio, quella della commissione bilancio. Già occupata, nel 2010, da quanti oggi vivono un dramma che è la fotocopia di quelli vissuti sette anni fa e anche ieri: campagne moribonde, soldi azzerati, più tanta, troppa rabbia. Quel giorno, era una mattina d'ottobre, finì molto male, feriti e arresti, stavolta potrebbe essere andata meglio per tutti. All'inizio della prossima settimana si saprà se arriveranno i soldi in più per tappare l'emergenza, da aggiungere ai 15 votati martedì dal Consiglio.

Potrebbero essere in tutto 50 milioni: serviranno a comprare tremila tonnellate di foraggio, con le scorte che da mesi scarseggiano negli ovili per colpa della siccità. Sarà mezzo quintale fino ai primi d'autunno per ogni pecora, che in Sardegna sono tre milioni. «Le greggi sono la prima grande ricchezza della Sardegna: se muoiono loro, moriamo tutti», è il discorso inaugurale di Floris a un popolo arrivato da ogni appezzamento possibile e radunato nel piazzale della Fiera. Il colpo d'occhio è forte quando alle 11 il corteo azzurro s'incammina verso via Roma.

In testa ci sono solo molti figli di pastori, fieri nello sguardo come i loro padri. Poi una cinquantina di sindaci, che sull'allarme sociale vissuto nei Comuni potrebbero scrivere un trattato giornaliero. Sotto un sole a picco e immersa in una bolla di 40 gradi, la marcia è imponente e lo è più delle altre organizzate da altri gruppi nei mesi scorsi. Questa è lunga duemila passi, una striscia zeppa di bandiere, striscioni, slogan e cartelli. Uno per tutti: «L'acqua costa più del latte: che siate maledetti». La manifestazione è compatta e allegra fino a una via Roma blindata, ultima tappa davanti a quel Palazzo-obiettivo protetto dalle transenne intrecciate a nido d'ape.

È davanti alla barriera, quando sono le 12 e qualcosa, che scoppia improvviso il corpo a corpo fra chi vuole sfondare e gli antisommossa impegnati nel ricacciare indietro l'avanguardia della protesta. «Vogliamo entrare tutti», è l'urlo d'incitamento che arriva dalle retrovie. Solo dodici però sono ammessi in delegazione, più tre sindaci: Andrea Soddu, Emiliano Deiana e Renato Casula. «Torneremo vincitori», è la promessa lanciata dalla pattuglia che sale scortata fino al secondo piano. È una riunione a porte chiuse, ha deciso chi è in attesa dall'altra parte del tavolo: i due presidenti Pigliaru e Ganau, gli assessori Paci e Caria, bilancio e agricoltura, e tutti i capigruppo. La tensione è subito alta, alcuni parlano, i politici, ma sono gli altri a gridare e si sente: «Avete rotto con gli annunci, stavolta vogliamo essere ascoltati».

I pastori sono testardi, decisi, Floris pretende fatti e non può bastare la proposta, tirata fuori da Pietro Pittalis, Fi, di una seduta straordinaria del Consiglio per saldare il conto. C'è bisogno di soldi, vanno messi sul tappeto e a capirlo per primo è Pietro Cocco, Pd, mentre Pigliaru poi confesserà: «Ho visto una disperazione sincera sul volto di chi mi stava davanti». Così da una possibile nuova occupazione, i pastori ci hanno pensato, il vertice è virato verso l'accordo. Quello poi rilanciato, in mezzo alla folla, dal governatore e dal capopopolo. Un patto a metà fra l'ancora di salvezza e la sopravvivenza: fra pochi giorni tutti sapranno quando e come potrebbe diventare realtà. Perché una donna l'ha detto in faccia al governatore: «La scongiuro, non ci tradisca», e lui di rimando: «Abbiate fiducia».



Unione Sarda

Un caldo record per il quinto giorno consecutivo
Ieri 44,5 gradi a Illorai. A Fraigas (Ozieri) maxi escursione termica
nella notte

Per il quinto giorno consecutivo metà Sardegna ha superato la soglia
dei 40 gradi centigradi. A farne le spese, complici gli ancora
sostenuti venti da scirocco, sono stati come sempre i settori interni
occidentali ma stavolta i picchi del caldo si sono spostati più a sud,
segno che nei prossimi giorni anche le aree interne del Cagliaritano
potranno sperimentare qualche valore eccezionale.

LE TEMPERATURE Dall'analisi della rete di rilevamento Sardegna Clima,
Arpas e Idrografico si evidenziano i 44,5°di Illorai, 44° a Fraigas
(Ozieri), 43,4° ad Asuni, 43,1° a Ottana, 43° a Porto Pino, 42,8° a
Oschiri e Bauladu, 42,6° a Oristano, 42,1° a Sanluri, 42° a Busachi,
Samugheo, Chiaramonti e Sedilo, 41,9° ad Allai e Guspini, 41,7° a
Santadi, 41,4° ad Ardara, 41,2° ad Arborea, Carbonia e Bonorva, 41,1°
a Siliqua e 41° a Dorgali e Oliena.

ARIA SECCA A causa della forte compressione atmosferica che accompagna
queste robuste strutture anticicloniche sub tropicali, su piane e
vallate interne l'aria è desertica ed estremamente secca, favorevole a
impressionanti escursioni termiche. A Fraigas, località della valle di
Ozieri, il termometro, dopo aver raggiunto nelle ore pomeridiane di
martedì i 46,6°, è crollato la notte successiva fino a 17° compiendo
un balzo termico di quasi 30°.

L'ALLERTA La calura sahariana è destinata a durare e infatti nella
giornata di ieri la Protezione civile ha emesso un nuovo avviso di
condizioni meteorologiche avverse confermando picchi di temperatura
oltre i 40° almeno fino alla giornata di domenica, soprattutto nelle
zone interne della Sardegna occidentale e meridionale. Il Mediterraneo
centrale e occidentale sarà costantemente interessato da temperature
fino a 26°/28° alla quota di 1500 metri contro una media del periodo
di 17°. I valori inizieranno a scendere a partire dalla prossima
settimana per riportarsi sulla norma, stando agli ultimi aggiornamenti
dei modelli previsionali, attorno a Ferragosto.
Matteo Tidili
Meteorologo

La Nuova

Lo scorso anno è stato il più torrido di sempre nell'isola, ma il 2017
può superarlo Delitala: «Dati degli ultimi vent'anni in linea con quelli del
riscaldamento globale» Caldo, i maghi del meteo: «Anomalie preoccupanti»

di Antonello Palmas
SASSARI
Che sia una delle estati più calde degli ultimi 30 anni non ci piove,
è il caso di dire. E basta mettere il naso fuori di casa per
rendersene conto. Anche ieri in Sardegna le temperature erano da
disperazione, con una punta massima di 45 gradi a Villaverde
(Marmilla, nell'Oristanese), 44 a Fraigas (Oschiri) e 43 a Oristano;
nessuna stagione è scesa sotto i 30 come valore massimo, con la parte
occidentale e meridionale dell'isola particolarmente colpita. Non
molto meglio del giorno precedente, quando (sempre dati reali) si era
toccato un valore massimo di 46.6 a Fraigas, poco meno nella stazione
di Coghinas (46.4) e in quella di Ottana (45) e Sassari (43.6). Una
ventina le stazioni sopra i 40, solo due sotto i 30. E nel Sarrabus
(Capo San Lorenzo) si era parlato di un valore di 50 gradi percepiti,
record in Italia. Il rischio incendi per oggi è alto (con attenzione
rinforzata) dappertutto tranne che in Barbagia e Ogliastra, dove è
classificato come medio.

La colonnina di mercurio fa davvero paura e la
conferma viene dai meteorologi dell'Arpas: «È sicuramente tra le
estati più calde - afferma Giacomo Agrillo -, solamente a memoria
d'uomo è evidente l'eccezionalità dell'evento. Solo in un altro paio
di occasioni nell'ultimo trentennio si ricordano valori così alti e
prolungati, in particolare nell'estate del 1983 e e in quella del
2003. Quest'ultima fu forse peggiore perché l'ondata di calore non
ebbe quasi interruzioni. Ma a livello di valori assoluti, nella
stagione attuale sono state raggiunte punte più alte. E siamo alla
quinta ondata di caldo». Ma i meteorologi come considerano questi
fenomeni? «La situazione è sicuramente anomala - spiega Alessandro
Delitala -. Se guardiamo in generale l'andamento delle temperature,
notiamo che da 20 anni se non di più il loro trend crescente è in
sintonia con i dati relativi agli studi sul riscaldamento globale, il
collegamento col quale appare evidente.

Già il 2016 è stato per
l'isola l'anno più caldo. Proseguendo così, il 2017 è destinato a
superarlo. Nei primi 6 mesi siamo sopra la media, da vedere se il
periodo rimanente avrà compensato i dati con temperature più basse,
ora non possiamo saperlo. Sicuro però che, come valori singoli, quelli
raggiunti in questi giorni, è una stagione tra le più torride». Già
l'autunno scorso - dice Delitala - aveva dato segnali anomali, con
temperature particolarmente alte. «L'inverno è stato molto breve, a
febbraio-marzo spiega - si sono registrati valori più alti della
media. Quindi è arrivata una serie di ondate di calore, dovute a un
flusso da sud-ovest legato all'effetto di un anticiclone africano.
Situazioni di per sè normali, ma di solito limitate a un paio di
episodi ogni estate nel quale l'anticiclone da sud rompe l'equilibrio
dell'anticiclone atlantico.

L'anomalia del 2017 sta nella
persistenza».Okay, ma per quanto si dovrà soffrire ancora? «Ieri dalla
sala meteo - dice Agrillo - abbiamo diramato un aggiornamento
dell'avviso precedente emanato domenica, che valeva sino a mercoledì.
Sarà valido sino alle 20 di domenica e prevede temperature molto
elevate, in linea sostanzialmente con quelle delle ultime ore, con il
superamento dei 40 gradi in molte stazioni, specie nelle aree interne
meridionali e occidentali. Non ci aspettiamo grandi aumenti e
l'umidità continuerà a restare su medie del 15-20 per cento, ovvero
bassa a causa dell'assenza di precipitazioni ormai da tanto tempo, il
che consente di non percepire temperature superiori a quelle reali,
anzi. Lunedì è prevista una certa flessione, ma non illudiamoci: non
significa che arriverà il fresco».

Unione Sarda

La continuità zoppa fa paura I sindacati criticano il bando andato deserto: «Era poco appetibile per le compagnie»
Zedda: «Intervenga la Regione». Careddu: «Basta allarmismi»

Sulla tratta Cagliari-Milano l'iniezione prevista dalla Regione è
massiccia: ora il decreto ministeriale impone un minimo di 523mila
posti, a novembre sarebbero dovuti diventare quasi un milione
all'anno. L'87 per cento in più. E i contributi? Invece che aumentare,
sarebbero addirittura diminuiti: il bando andato deserto a metà luglio
proponeva 11,7 milioni di euro, contro i 15,5 attuali. Ecco spiegato
perché Alitalia ha giudicato «non compatibile con la sostenibilità
economica» la continuità territoriale nello scalo cagliaritano, mentre
Meridiana si è limitata a dire che «di fronte all'evidenza dei numeri
non è stato possibile partecipare».

LE CONSEGUENZE Ora il capoluogo dell'Isola rischia di vedere
interrotto il ponte aereo con Roma e Milano a partire da novembre,
quando scadranno gli accordi attualmente in vigore con Alitalia. Lo
scenario che fa più paura si chiama libero mercato ed è stato dipinto
dall'Enac: nessun tetto alle tariffe, orari e frequenze lasciati alla
discrezione delle compagnie e in generale minori garanzie per i
viaggiatori. Nella migliore delle ipotesi verrà prorogato per qualche
mese il modello attuale, in attesa che la Regione trovi una soluzione
con un secondo bando. Ad Alghero e Olbia invece verrà battezzata la
nuova continuità, con più posti a disposizione e altre novità:
nell'Isola ci sarà un inedito modello di trasporto aereo a due
velocità. Doppi prezzi (più bassi negli scali del nord, più alti a
Cagliari) e offerte differenti.

«BANDO POCO APPETIBILE» «La richiesta di posti è stata quasi
duplicata, ma la contropartita economica è diminuita e le tariffe sono
diminuite. L'eventuale guadagno sarebbe bassissimo. Ecco perché le
compagnie hanno snobbato il bando della Regione», dice Nicola Contini,
segretario dell'Ugl Trasporti. «Se tornasse il libero mercato sarebbe
un vero dramma. Anche perché, una volta cancellata la continuità
territoriale, sarebbe difficile ripristinarla: è una questione che
abbiamo posto a suo tempo all'assessore Deiana, ma non siamo stati
ascoltati. Speriamo di avere più fortuna», sospira Contini, «con il
nuovo assessore».

LA REGIONE La delega ai Trasporti ora è nelle mani di Carlo Careddu,
che ha dato garanzie sull'impegno per un nuovo bando di gara e per
assicurare i collegamenti nel periodo transitorio. L'assessore -
questo filtra dagli uffici della Regione - si starebbe muovendo in
pieno accordo con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.
L'esponente del governo nazionale è orientato verso una proroga del
servizio, per non lasciare Cagliari senza continuità, anche
nell'ipotesi in cui questo significhi forzare la mano, aprendo la
strada ad indagini formali da parte di Bruxelles. Un'ipotesi
prospettata anche dall'Enac.

ZEDDA La situazione è molto delicata e lo si capisce anche dal nuovo
appello del sindaco di Cagliari Massimo Zedda: «Chiediamo al
presidente Pigliaru di attivarsi immediatamente con il presidente del
Consiglio Gentiloni perché la Regione sia affiancata dallo Stato nel
confronto con l'Unione europea per una soluzione della vicenda: il
diritto allo spostamento dei sardi non può essere legato alla riuscita
o meno di una gara». L'assessore Careddu replica subito: «Con il
presidente Pigliaru siamo attivi fin da subito. In questo momento è
fondamentale remare tutti verso un'unica direzione, senza generare
inutili allarmismi ed evitando di trasformare un diritto fondamentale,
quello alla mobilità dei sardi, in un terreno di scontro politico».

William Zonca, segretario regionale della Uil trasporti, se la prende
invece con le parole pronunciate martedì dal presidente Enac Vito
Riggio: dichiarazioni «inaccettabili», perché è impensabile «affidare
le rotte verso Roma e Milano alle compagnie low cost».
LE REAZIONI Il senatore del Pd Silvio Lai però nega ci sia una rottura
tra la Regione e l'Ente nazionale per l'aviazione civile: «Non c'è
stato alcun conflitto, né accuse. Al contrario è stata ribadita la
volontà a proseguire nel lavoro comune sui bandi della continuità
aerea della Sardegna». Ma per l'eurodeputato del Ppe Salvatore Cicu
l'annuncio dell'Enac «è un colpo durissimo» e rischia di trasformarsi
in «una minaccia concreta alla mobilità delle persone, alle economie
della nostra Regione e, ancor più, al comparto del turismo. Il danno
di uno stop alla continuità sarebbe incalcolabile».
Michele Ruffi

Aerei, posti col contagocce
Tutto esaurito da venerdì: in tilt i collegamenti tra Milano e l'Isola

Il primo weekend di agosto si avvicina e all'orizzonte c'è un nuovo
black out della continuità territoriale. Le difficoltà che i
passeggeri sardi e i turisti dovranno affrontare riguardano
soprattutto l'asse tra Milano e i tre aeroporti dell'Isola: da venerdì
si viaggerà sul filo del tutto esaurito. In questi giorni i sistemi di
prenotazione non danno scampo: sulla linea Milano-Cagliari non è
possibile comprare biglietti per venerdì. Sulla Milano-Alghero e sulla
Milano-Olbia lo stop andrà avanti addirittura fino a lunedì. Problemi
anche sulla Roma-Olbia: i voli di venerdì sono al completo. E non
arriveranno ritocchi dell'ultimo minuto. Meridiana fa sapere che nei
collegamenti con Fiumicino non ci sarà nessuna aggiunta, «perché non
c'è una domanda forte, grazie soprattutto alla presenza di molti voli
diretti dal sud e dal centro Italia».

ALITALIA Sullo sfondo c'è il destino di Alitalia. Nei giorni scorsi è
stato pubblicato il bando per la vendita della compagnia, che prevede
anche l'ipotesi di uno “spezzatino”: il settore dell'aviazione e
quello dei servizi a terra potrebbero essere ceduti separatamente.
L'idea non piace ai sindacati. Ieri però il ministro dei Trasporti
Graziano Delrio ha rassicurato tutti: «L'obiettivo principale del
governo è vendere Alitalia interamente. Siamo convinti che la
compagnia abbia la potenzialità per trovare una buona partnership
industriale», ha aggiunto l'esponente del governo. (m. r.)

La Nuova

Migliaia in corteo: disordini davanti alla Regione. Poi l'incontro con la giunta
I pastori invadono Cagliari
Pigliaru: subito 35 milioni

di Umberto Aime
CAGLIARIFelice Floris veste la solita maglietta azzurro-pastori del
Movimento, è quella delle mille battaglie per il latte. Francesco
Pigliaru, in maniche di camicia bianca, s'è liberato senza fatica
della giacca blu da presidente. Sotto, la folla. I due sono vicini,
fianco a fianco, con un solo microfono per quattro mani, ma insieme
riempiono la scena del camion diventato palco. Il Leoncino è
parcheggiato in via Roma, nello stesso quadrato dove tre ore prima,
sotto le finestre del Consiglio regionale, poliziotti, carabinieri e
almeno tremila manifestanti avevano inscenato un furibondo mezzogiorno
di fuoco fra botte, transenne sradicate e lanciate, cariche e
controcariche.

Sono invece le 15 e qualcosa, in quel teatro ora
riappacificato, quando il capopopolo invita l'ospite e urla: «La
nostra gente vuole sapere cosa abbiamo ottenuto». Voce ferma, sguardo
dritto sulla gente, il governatore dà subito la notizia: «Ci siamo
impegnati a recuperare altri 35 milioni per voi». Non sarà facile, il
bilancio della Regione è tutt'altro che ricco, ma l'accordo è questo.
L'hanno raggiunto dopo una riunione fiume, affollata e dura, consumata
in una delle stanze più grandi del Consiglio, quella della commissione
bilancio. Già occupata, nel 2010, da quanti oggi vivono un dramma che
è la fotocopia di quelli vissuti sette anni fa e anche ieri: campagne
moribonde, soldi azzerati, più tanta, troppa rabbia. Quel giorno, era
una mattina d'ottobre, finì molto male, feriti e arresti, stavolta
potrebbe essere andata meglio per tutti.

All'inizio della prossima
settimana si saprà se arriveranno i soldi in più per tappare
l'emergenza, da aggiungere ai 15 votati martedì dal Consiglio.
Potrebbero essere in tutto 50 milioni: serviranno a comprare tremila
tonnellate di foraggio, con le scorte che da mesi scarseggiano negli
ovili per colpa della siccità. Sarà mezzo quintale fino ai primi
d'autunno per ogni pecora, che in Sardegna sono tre milioni. «Le
greggi sono la prima grande ricchezza della Sardegna: se muoiono loro,
moriamo tutti», è il discorso inaugurale di Floris a un popolo
arrivato da ogni appezzamento possibile e radunato nel piazzale della
Fiera. Il colpo d'occhio è forte quando alle 11 il corteo azzurro
s'incammina verso via Roma. In testa ci sono solo molti figli di
pastori, fieri nello sguardo come i loro padri. Poi una cinquantina di
sindaci, che sull'allarme sociale vissuto nei Comuni potrebbero
scrivere un trattato giornaliero.

Sotto un sole a picco e immersa in
una bolla di 40 gradi, la marcia è imponente e lo è più delle altre
organizzate da altri gruppi nei mesi scorsi. Questa è lunga duemila
passi, una striscia zeppa di bandiere, striscioni, slogan e cartelli.
Uno per tutti: «L'acqua costa più del latte: che siate maledetti». La
manifestazione è compatta e allegra fino a una via Roma blindata,
ultima tappa davanti a quel Palazzo-obiettivo protetto dalle transenne
intrecciate a nido d'ape. È davanti alla barriera, quando sono le 12 e
qualcosa, che scoppia improvviso il corpo a corpo fra chi vuole
sfondare e gli antisommossa impegnati nel ricacciare indietro
l'avanguardia della protesta.

«Vogliamo entrare tutti», è l'urlo
d'incitamento che arriva dalle retrovie. Solo dodici però sono ammessi
in delegazione, più tre sindaci: Andrea Soddu, Emiliano Deiana e
Renato Casula. «Torneremo vincitori», è la promessa lanciata dalla
pattuglia che sale scortata fino al secondo piano. È una riunione a
porte chiuse, ha deciso chi è in attesa dall'altra parte del tavolo: i
due presidenti Pigliaru e Ganau, gli assessori Paci e Caria, bilancio
e agricoltura, e tutti i capigruppo. La tensione è subito alta, alcuni
parlano, i politici, ma sono gli altri a gridare e si sente: «Avete
rotto con gli annunci, stavolta vogliamo essere ascoltati». I pastori
sono testardi, decisi, Floris pretende fatti e non può bastare la
proposta, tirata fuori da Pietro Pittalis, Fi, di una seduta
straordinaria del Consiglio per saldare il conto. C'è bisogno di
soldi, vanno messi sul tappeto e a capirlo per primo è Pietro Cocco,
Pd, mentre Pigliaru poi confesserà:

«Ho visto una disperazione sincera
sul volto di chi mi stava davanti». Così da una possibile nuova
occupazione, i pastori ci hanno pensato, il vertice è virato verso
l'accordo. Quello poi rilanciato, in mezzo alla folla, dal governatore
e dal capopopolo. Un patto a metà fra l'ancora di salvezza e la
sopravvivenza: fra pochi giorni tutti sapranno quando e come potrebbe
diventare realtà. Perché una donna l'ha detto in faccia al
governatore: «La scongiuro, non ci tradisca», e lui di rimando:
«Abbiate fiducia».

L'assessore Careddu al sindaco di Cagliari: allarmismi inutili, ci
stiamo lavorando
Continuità, Zedda: risposte subito

CAGLIARILa continuità territoriale continua a scuotere la politica.
L'allarme di Vito Riggio, presidente Enac, sul possibile ritorno al
libero mercato su Cagliari scuote i palazzi vari. A scendere in campo
è stato lo stesso sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che chiede al
governatore Francesco Pigliaru «di attivarsi immediatamente con il
premier Paolo Gentiloni perché la Regione sia affiancata dallo Stato
nel confronto con la Ue per una soluzione della vicenda: il diritto
allo spostamento dei sardi, con disponibilità di posti certi e con
tariffe agevolate, non può essere legato alla riuscita o meno di una
gara. Servono garanzie immediate».

Immediata è la risposta
dell'assessore Carlo Careddu, da pochi giorni al timone dei Trasporti
sardi. «Con Pigliaru siamo attivi fin da subito per avere il sostegno
del Governo nel confronto con la Ue sulla continuità per le rotte da
Cagliari verso Fiumicino e Linate. Siamo impegnati in un serio lavoro
per garantire il diritto dei sardi alla mobilità, con la necessaria
disponibilità di posti e con tariffe adeguate. Stiamo lavorando
seriamente per raggiungere l'obiettivo in costante rapporto con il
ministero e la commissione Trasporti Ue. In questo momento - conclude
- è fondamentale remare tutti verso un'unica direzione, senza generare
inutili allarmismi ed evitando di trasformare il diritto alla mobilità
dei sardi in un terreno di scontro politico».Dal Campo progressista,
arriva la minaccia del senatore Luciano Uras.

«Se entro ottobre il
Senato non garantirà un impegno concreto sulla continuità con la
Sardegna io sono pronto a dimettermi da senatore. Cosa resto a fare in
Parlamento infatti se non riesco a tutelare e a difendere la mia terra
dall'isolamento a cui la stanno condannando? Presenterò una mozione».
Ma da Palazzo Madama prova a gettare acqua sul fuoco il senatore Pd,
Silvio Lai. «Nessun conflitto né accuse da parte di Enac nei confronti
della Regione. Al contrario è stata ribadita la volontà a proseguire
nel lavoro comune sui bandi della continuità della Sardegna anche di
fronte ai cambiamenti del sistema delle compagnie aeree europee che
mettono alla prova il sistema speciale di cui gode l'isola. L'unica
attenzione posta da Enac, su cui la giunta è già all'opera è la
necessità di una possibile estensione dopo il 9 novembre del contratto
esistente su Cagliari, perché potrebbero non essere concluse le
procedure del secondo bando. Tanto rumore per nulla». Chi, invece, se
la prende con Riggio è la Uiltrasporti. «È inaccettabile asserire che
da ottobre la Sardegna non potrà più usufruire della continuità
andando contro principi costituzionali di mobilità e di equità che,
come ente istituzionale, dovrebbe garantire al di sopra delle norme Ue
». (al.pi.)

«L'amministrazione commissariale non è il massimo»
Attesa per le mosse della segreteria regionale del partito
Mario Bruno insiste: «La ricucitura col Pdè la scelta naturale»

di Gian Mario Sias
ALGHERO La trattativa c'è. Tanto che della "questione Alghero" si
occuperà direttamente Giuseppe Luigi Cucca. Per il segretario
regionale del Partito democratico, la crisi del Comune di Alghero è
una faccenda del Pd, abbastanza da occuparsene di persona. Ma non
adesso. Cucca è in vacanza e ci resterà sino al 20 agosto. Se ne
riparla dopo. La crisi sarà aperta formalmente solo quando il
principale interlocutore del sindaco Mario Bruno potrà trattare. Sino
a quel momento non succederà nulla. Ma dopo Ferragosto la pax
democratica è una possibilità fondata.

Enrico Daga, Mario Salis, Cicci
Peis e lo zoccolo duro della dirigenza di via Mazzini restano
contrarissimi, hanno un pessimo giudizio di questa amministrazione e
non hanno accettato quello che nel 2014 vissero come un tradimento.
Con la discesa in campo di Giuseppe Luigi Cucca tutto torna. Anche i
conti. Il consiglio sarà convocato il 18 agosto e prevedibilmente non
ci sarà una maggioranza. Bruno si dimetterà. Per convocare il
consiglio entro il 12 settembre, ultima data utile per approvare il
rendiconto di gestione del 2016, dovrà essere di nuovo in sella da
cinque giorni. Immaginando una prima convocazione per l'11 settembre,
Bruno dovrà ritirare le dimissioni il 6, venti giorni dopo averle
presentate. Una "exit strategy" ben studiata e condivisa. Anche perché
a nessuno, ai vari livelli del Pd, sfugge che il 25 settembre scade il
tesseramento, e a ottobre ci saranno il congresso provinciale e
cittadino, e in primavera le elezioni politiche.

Insomma, argomenti su
cui ragionare e fare pace, secondo le colombe democratiche di Alghero,
Sassari e Cagliari, non ne mancano. E poi a breve dovrebbero liberarsi
un posto nel cda di Fondazione Alghero e la presidenza del Parco
regionale di Porto Conte: Efisio Scioni e Gigi Cella, che li occupano
attualmente, sono diretta emanazione dell'Udc, che non fa più parte
della coalizione. Il sindaco Mario Bruno di tutte queste cose non
parla. Tira avanti. «Le giornate proseguono con grande intensità,
siamo pieni di impegni e di scadenze, avremo anche fatto errori, ma
stiamo facendo la nostra parte per la città ed è giusto portare avanti
il mandato, ma non a tutti i costi», dice.

«L'amministrazione
commissariale non è il massimo per Alghero - aggiunge - perciò mi
rivolgo principalmente al Pd, senza eludere quelle ferite mai
rimarginate, i tentativi di ricucitura non riusciti, forse con degli
sbagli anche da parte mia, ma è la strada più naturale per la fine
dell'amministrazione e anche in prospettiva futura». Lo chiede anche
la gente. «I turisti trovano la città migliore e ci dicono di andare
avanti - confida - e molti algheresi, al di là di appartenenze e
giudizi sul nostro operato, ci chiedono di evitare il
commissariamento». Andare avanti è un'ambizione anche sua personale.

«Abbiamo programmato tanto e ora dobbiamo raccogliere i frutti -
insiste - dai 3 milioni e mezzo per le scuole ai quasi 4 per
l'istituto di via Tarragona con auditorium musicale, dai 10 milioni e
mezzo per la circonvallazione alla riqualificazione della sede
comunale di via Columbano, dagli oltre 2 milioni della nuova piscina
ai 3 per la progettazione e l'appalto dell'ex cotonificio di via
Marconi, senza trascurare il nuovo corso della raccolta
differenziata». Da settembre in poi, se ne occuperà ancora lui?
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Federico Marini
skype: federico1970ca

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